ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Sabato 14 maggio manifestazione nazionale a Roma

Con il vento del sud

Con Vittorio e la Palestina nel cuore

Con la Freedom Flotilla per la fine dell’assedio di Gaza

Sabato 14 maggio manifestazione nazionale a Roma

Quello che viviamo non è un momento qualsiasi. Quello che viviamo è un momento di grandi lotte, grandi speranze, ma anche grandi oppressioni.
Il vento del sud, quello che si alza dalle sollevazioni che percorrono da mesi il mondo arabo, è destinato ad arrivare anche sulla nostra sponda del Mediterraneo. E’ un messaggio di liberazione che chiama all’unità, alla solidarietà, alla fratellanza, alla lotta contro l’ingiustizia.
Chi si riconosce in questi ideali è dunque chiamato all’azione.
C’è un luogo dove l’oppressione è concentrata come da nessun’altra parte, e dove massimo è il bisogno della solidarietà internazionale: questo luogo è la Palestina, ed in particolare la Striscia di Gaza sottoposta da anni al barbaro e disumano assedio di Israele.
Proprio per contribuire a porre fine a questo assedio, nella seconda metà di maggio una flotta composta da navi provenienti da più di 25 paesi si dirigerà verso Gaza per portare solidarietà ed aiuti umanitari al milione e mezzo di persone rinchiuse in quella immensa prigione a cielo aperto. E’ la Freedom Flotilla 2, che vuole continuare l’opera della prima flottiglia attaccata lo scorso anno dalla marina israeliana, con l’assassinio impunito di nove attivisti.
Affinché questa missione abbia pieno successo occorre una vasta mobilitazione, una continua pressione e vigilanza sui governi dei paesi coinvolti. Un’azione tanto più necessaria in Italia, con un governo che si distingue per il suo totale e acritico sostegno anche alle più feroci operazioni (vedi Piombo fuso) dei governi israeliani.
Il nord ed il sud del Mediterraneo devono unirsi in un’unica battaglia di liberazione.
Oggi, mentre i popoli arabi chiedono libertà, democrazia e giustizia sociale, le grandi potenze rispondono con i bombardamenti, con oscure manovre per osteggiare il cambiamento, con la criminalizzazione degli immigrati che fuggono dalla miseria e dalla guerra. Mentre la storia si muove davanti ai nostri occhi, i governi occidentali ripropongono la loro logica di sfruttamento neo-colonialista dei popoli e delle loro risorse.
Il 14 maggio manifesteremo per la Freedom Flotilla, ma manifesteremo anche per dimostrare che l’Italia non è né Berlusconi, né chi ha approvato la partecipazione alla guerra della Nato, perché c’è un popolo che si oppone all’oppressione ed alla guerra e che vuole la libertà per il popolo palestinese.

Per la fine dell’assedio di Gaza!

Per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese!

Per il sostegno alle lotte dei popoli arabi per la libertà e la giustizia sociale!

Per dare continuità al lavoro di Vittorio

ROMA, 14 MAGGIO

Manifestazione nazionale:

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La Corte Ue boccia il reato di clandestinità

"La norma italiana è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri"
Bruxelles 28 Aprile 2011

La Corte di giustizia della Ue ha bocciato la norma italiana che prevede il reato di clandestinita', punendo con la reclusione gli immigrati irregolari. La norma - spiegano i giudici europei - e' in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini.

Il caso preso in esame dalla Corte Ue e' quello di Hassen El Dridi, un algerino condannato alla fine del 2010 ad un anno di reclusione dal tribunale di Trento per non aver rispettato l'ordine di espulsione. Secondo la Corte europea di giustizia del Lussemburgo, ''una sanzione penale come quella prevista dalla legislazione italiana puo' compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali''.
Gli Stati membri - si legge nella sentenza - ''non possono introdurre, al fine di ovviare all'insuccesso delle misure coercitive adottate per procedere all'allontanamento coattivo, una pena detentiva, come quella prevista dalla normativa nazionale in discussione, solo perche' un cittadino di un paese terzo, dopo che gli e' stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionale e il termine impartito con tale ordine e' scaduto, permane in maniera irregolare su detto territorio''.
Il giudice nazionale, incaricato di applicare le disposizioni del diritto dell'Unione e di assicurarne la piena efficacia, secondo i giudici Ue, ''dovra' quindi disapplicare ogni disposizione nazionale contraria alla direttiva - segnatamente, la disposizione che prevede la pena della reclusione da uno a quattro anni - e tenere conto del principio dell'applicazione retroattiva della pena piu' mite, che fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri''.
Il reato di clandestinita' per gli immigrati irregolari e' stato introdotto nell'ordinamento italiano nel 2009 nell'ambito del cosiddetto 'pacchetto sicurezza'.

Scarica la sentenza della Corte di Giustizia Europea C-61/11/PPU del 28 aprile 2011 Continua...

Dalla Campagna Palestina Solidarietà, risposta all'On. Ciccanti

Signor Amedeo Ciccanti,

sento il dovere morale di esprimere la mia solidarietà alla studentessa che aveva fatto, nella giornata del 25 aprile, una similitudine tra le persecuzioni subite degli ebrei nell’Europa nazi-fascista e quelle subite oggi dal popolo palestinese. Il paragone è un raffronto tra due termini allo scopo di stabilire affinità e differenze, non è un’equazione. Leggo sul sito www.ciccanti.it e su alcune testate locali, che lei definisce “arbitraria, fuorviante e forse gravemente antisemita” quella similitudine, che infonderebbe “odio e risentimento verso gli ebrei”, e si dissocia “con sdegno”. Poi consiglia loro di fare una gita a Gerusalemme, così capirebbero quanto inappropriato è il loro paragone.
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PER VITTORIO QUESTA SERA ALLE 18,30 PRESIDIO IN PIAZZA ROMA AD ANCONA

Vittorio Arrigoni è morto. E' caduto un altro martire palestinese.

In seguito al massacro nella Striscia di Gaza con l'operazione Piombo Fuso nel dicembre'08/gennaio'09, lo avevamo ospitato a dicembre 2009 a Ascoli, Pesaro, Jesi e Ancona, per la presentazione del suo libro "restiamo umani". Vittorio ci aveva raccontato il grido di dolore di Gaza, la voglia di resistere, di vivere nonostante l'assedio disumano e criminale imposto da Israele, e ci aveva presentato il convoglio di solidarietà internazionale che a ottobre ha rotto l'assedio di Gaza per portare aiuti umanitari. Proprio con quella grande Carovana era riuscito a rientrare nella sua Gaza.
La testimonianza di Vittorio resterà indelebile nelle nostre coscienze, e non può che riaffermare il valore universale della solidarietà tra tutti i popoli, la lotta senza frontiere a fianco dei popoli oppressi, contro l'ingiustizia ovunque venga commessa. Vittorio è sempre stato gentile, disponibile e attento alla situazione del porto di Ancona e dei respingimenti delle persone che arrivano dai paesi in guerra nel porto dorico per cercare di entrare in Europa.
Vittorio è stato al nostro fianco anche lo scorso 20 giugno ad Ancona per la campagna "Welcome indietro non si torna" dove abbiamo ospitato Abu Khousa, Presidente del Palestinian Medical Relief nella Strisica di Gaza.
Ora spetta a noi, attivisti, uomini e donne di coscienza da anni al fianco del popolo palestinese nella lotta di liberazione, raccogliere il testimone lì dove è caduto e portare avanti la sua eredità umana e morale, con la determinazione di sempre.
Perché non ci sarà pace, perché non avremo pace, fino a quando non ci sarà giustizia per il popolo palestinese.
Addio Vittorio.


"Io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana" V. Arrigoni
Campagna Palestina Solidarietà Marche
Ambasciata dei Diritti
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A Vittorio




Ho lasciato le mie cugine che stavano lavando i panni nel cortile di casa, quindi mi sono avviato verso la moschea per la preghiera di mezzogiorno. Non avevo ancora camminato per 500 metri quando ho sentito il boato, e giratomi di scatto ho visto il fumo salire sopra la nostra casa”.

Mentre ci offrono il caffè e i datteri rituali sotto la tenda della veglia funebre, Nidal continua il suo racconto. “Sono precipitato indietro con alcuni familiari e appena varcata la soglia di casa la scena raccapricciante: tutte 4 donne stavano stese a terra, Najah era già cadavere mentre sua figlia Nidal è spirata fra le mie braccia. Abbiamo caricato le altre 2 sorelle, Nida e Fida su 2 auto e siamo corsi incontro alle ambulanze. “

Ad Al-Farahin, Est di Khan Younis un drone UAV israeliano, uno di quegli velivoli senza pilota comandati a distanza che qui a Gaza chiamano “zannana”, ha mirato e fatto centro su un gruppo di donne. Il missile è esploso a mezzo metro da Najah Harb Qdeah, 45 anni, uccidendola sul colpo. Nidal Ibrahim Qdeah di 20 anni, è morto poco dopo, Fida di anni 15 è rimasta seriamente ferita ad una gamba mentre Nida Qdeah, un’altra bambina di 12 anni, sta lottando in questo momento fra la vita e la morte all’ospedale Europa di Khan Younis.

La giornata di oggi era cominciata seguendo lo stesso copione di morte e terrore di quella di ieri: elicotteri Apache, caccia bombardieri f 16 e droni concentrati nel loro fuoco da nord a sud della Striscia. CONTINUA NEL BLOG DI VITTORIO Continua...

NO RIGASSIFICATORE! Ecco il nostro NO motivato.


Oggi più che mai, da cittadini, non possiamo permetterci di non conoscere gli aspetti tecnici minimi che riguardano i progetti energetici del nostro paese. In particolare, in questo breve articolo tenteremo, per punti, di spiegare gli effetti della tecnologia del rigassificatore per far meglio comprendere il perché del nostro no all’istallazione di un impianto di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) a Falconara Marittima.

Cos’è un rigassificatore?

È un impianto che consente il passaggio di stato del metano da forma liquida in fase gassosa. Il gas, estratto nei paesi produttori, viene qui liquefatto e trasportato in metaniere (navi cisterne) a temperature di circa -160°C. Giunto sulle nostre coste viene rigassificato e immesso nelle condutture della rete di distribuzione.

È una tecnologia sicura?
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Uniti per la libertà: secondo aggiornamento


Ras Jadir 9 Aprile 2011

La carovana è giunta, dopo un lungo viaggio, al confine libico.

In questo momento gli attivisti si trovano all'interno del campo profughi.

Dal momento del loro arrivo, più di 300 profughi sono entrati a Ras Jadir. La struttura che già ospita più di 15 mila persone, vede dunque crescere di ora in ora, questo numero.

La frontiera con la Libia è di fatto ormai inesistente: c'è un continuo flusso di famiglie e persone che arrivano in Tunisia. Famiglie ma anche tanti feriti di guerra.

I componenti della carovana, insieme ai volontari che gestiscono il campo, stanno distribuendo i medicinali e quanto è stato portato dall'Italia.

L'accoglienza dei tunisini alla carovana è stata straordinaria.

La solidarietà dell'Italia dell'accoglienza - rappresentata dagli attivisti della carovana Uniti per la Libertà - si è intrecciata allo straordinario lavoro dei volontari tunisini.
Vi terremo continuamente aggiornati *Carovana Uniti per la Libertà
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09 aprile 2011 cena tunisina

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Uniti per la libertà: primo aggiornamento


Tunisi 8 Aprile 2011

Arrivato a Tunisi il gruppo dei 60 volontari italiani della carovana Uniti per la libertà coordinata dall'Ambasciata dei diritti Marche, Ya Basta e Centri sociali delle Marche.
Il gruppo è stato accolto dai volontari tunisini e dagli operatori della Mezza Luna Rossa cui sono stati consegnati i medicinali, strumentazioni mediche e alimenti per bambini arrivati in mattinata in aereo e quelli arrivati ieri per nave da Civitavecchia.

In un albergo del centro della città di Tunisi è ancora in corso la conferenza stampa cui stanno partecipando i giornalisti delle principali testate giornalistiche tunisine e le televisioni di Tunisi.

"I tunisini - racconta una volontaria marchigiana- dopo la lezione di democrazia, ci stanno dando anche lezione di accoglienza, una lezione che dovremmo subito applicare a Lampedusa e in tutti i centri di accoglienza dove sono trattenute le persone arrivate dai paesi del mediterraneo in rivolta.
Domani mattina il gruppo partirà alle 3,00 per il campo profughi di Ras Jadire, nel sud est della Tunisia che ospita persone fuggite dalla Libia, dalla Somalia e dall'Eritrea e Bangladesh (queste persone che hanno diritto di asilo erano rimaste "intrappolate in Libia con l'accordo Italia-Libia")
Gli aiuti umanitari raccolti tramite le donazioni di singoli, associazioni, asur e comuni verranno distribuiti domani alle persone che vivono al campo autogestito da studenti, medici e tutte le persone che hanno messo in campo la "rivolta dei gelsomini".
I volontari tunisini che hanno accolto quelli marchigiani hanno raccontato che al campo di Ras Jadire "C'è chi chiede asilo politico, chi vuole tornare nel proprio paese, chi vuole fermarsi in Tunisia e chi vuole tornare in una Libia libera.

Vi terremo continuamente aggiornati

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È partita dalle Marche la carovana


Ancona 7 aprile 2011

Una risposta sperata, ma inaspettata quella riscossa dall´appello per la carovana umanitaria in Tunisia, lanciato dalle associazioni marchigiane Ambasciata dei Diritti, Ya Basta! e dai Centri Sociali delle Marche.

Inaspettata perché quando è nata l´idea di Uniti per la Libertà (questo il nome della carovana) e dopo i primi contatti con la Mezza Luna Rossa abbiamo assistito alla mobilitazione e al coinvolgimento di tantissime associazioni da tutte le regioni italiane.
Il primo carico di medicinali è arrivato oggi a Tunisi e verrà affidato alla Mezza Luna Rossa per la distribuzione al campo profughi di Ras Jadir. Già da questa sera partiranno i primi volontari e domani gli oltre 60 volontari italiani, tra studenti, docenti, medici, avvocati e giornalisti pianificheranno le fasi organizzative per l´ingresso al campo profughi che ospita circa 10mila persone che si sono rifugiate nella parte sud est del paese, al confine con la Libia.

Tra le persone che vivono al campo profughi non ci sono solo libici, ma anche somali, eritrei e tutte quelle persone che nel tentativo di raggiungere l´Europa sono state incarcerate, torturate e violentate nelle prigioni di Gheddafi, in base e grazie all´accordo di amicizia Italia-Libia.
La carovana incontrerà tutte queste persone per portare dal basso un aiuto reale, per dire stop alle bombe, per dimostrare che in tanti in Italia sostengono le rivolte per la libertà, e che in tanti credono ancora nell´accoglienza e nella solidarietà come valori da praticare concretamente. Continua...

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