Il nostro progetto:
ORARI DI APERTURA
LIBERO SPAZIO ALLE ASSOCIAZIONI
Il nostro progetto:
SPAZIO LIBERO- INCONTRO IN COMUNE
L'incontro si è svolto serenanamente ed è servito soprattutto per illustrare in dettaglio al Sindaco l'iter che stiamo portanto avanti da più di un anno e il progetto elaborato per lo spazio che oltre a coinvolgere le associazioni interne è fondato principalmente a relazionarsi e ad aprirsi al quartiere e a tutti i cittadini.
E' stato verificato su carta il progetto e valutati i lavori che devono essere effettuati internamente che riguardano principalmente la messa a norma dell'impianto elettrico e di riscaldamento.
Come da sempre, abbiamo ribadito che è nostra intenzione regolarizzare la posizione e stipulare da subito un contratto di locazione.
Riteniamo che l'incontro sia andato bene pertanto speriamo che l'esito di decisione della Giunta sia positivo.
Nel frattempo le 5 associazione questa sera saranno in riunione nello Spazio Libero per decidere come proseguire.
rassegna stampa Spazio Libero
(IERI IL VERTICE Il Comune si è mostrato possibilista con le associazioni, ma ora la parola spetta alla Giunta)
OGGI L’INCONTRO con il sindaco, domani la probabile decisione.
L’occupazione in via Urbino continua.
ANCONA - Sabato sera di presidio nel locale di via Urbino che deve diventare un centro sociale. E ieri ancora occupazione, con pranzo domenicale con grigliata e menù da leccarsi i baffi. Continua l’offensiva degli antirazzisti, che incalzano l’amministrazione comunale per aver la disponibilità dell’edificio del Piano. Oggi è previsto l’incontro in giunta, con il sindaco. Si vedrà se il faccia a faccia produrrà gli effetti sperati. Danno seguito alla loro iniziativa gli esponenti dell’Ambasciata dei Diritti, della Polisportiva antirazzista 'Assata Shakur', dell’associazione Libera.Mente e del Collettivo studentesco Metropolis, che sabato mattina hanno occupato una sede in Via Urbino ad Ancona da tempo oggetto di una trattativa con il Comune. “Da più di un anno - si legge in una nota delle associazioni - stiamo chiedendo all’amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile. Dopo decine di incontri inconcludenti pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall’incertezza del futuro, abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti”. “Un luogo - affermano le varie anime del movimento - dove possano trovare cittadinanza tutte quelle realtà che sono ora costrette ad elemosinare spazi a un’amministrazione spesso sorda o, peggio ancora, ai privati”.
Il blitz al civico 18 di via Urbino, ex sede Telecom, ha preoccupato residenti e Croce Gialla, ospitata nello stesso edificio. “A me stanno bene tutti gli affittuari del Comune - ha spiegato il presidente Alberto Caporalini -. Dobbiamo però sapere bene come stanno le cose e chi ha dato vita a questa occupazione abusiva”. C’è solo una porta divisoria con quel locale, i due plessi sono in comunicazione con una scala mobile. Caporalini avverte: “Dobbiamo sapere con precisione chi c’è dall’altra parte”.
28 ottobre 2007
Occupato il locale di via Urbino.
Intervengono vigili e polizia, anche i residenti contro
Il centro sociale fa tremare la Croce Gialla
ANCONA – Le associazioni antirazziste cercano ‘casa’ in via Urbino tra le proteste di Croce Gialla e residenti. Il futuro dell’edificio ex Telecom di via Urbino 18, lo stesso immobile dove opera la Croce Gialla, è un caso politico che il Comune di Ancona dovrà risolvere (della questione si parlerà nella giunta di martedì prossimo). Ieri intanto i rappresentanti di alcune associazioni, l’Ambasciata dei diritti, la Polisportiva antirazzista ‘Assata Shakur’, l’associazione Libera.Mente e il Collettivo studentesco Metropolis, hanno occupato l’area antistante i locali del vecchio immobile di via Urbino acquistato per due terzi dalla Croce Gialla e per un terzo dal Comune. I giovani sono rimasti nello spazio esterno, l'area di proprietà del Comune, che è stato oggetto di pulizia e di presidio per tutta la giornata. Obiettivo dell’operazione portare all’attenzione pubblica il problema degli spazi e le eccessive lungaggini della politica nel dare risposte a certe esigenze. In un comunicato firmato dalle quattro realtà cittadine viene evidenziato come “da più di un anno – si legge – stiamo chiedendo all’amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile”. “Dopo decine di incontri inconcludenti – ancora il comunicato – pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall’incertezza del futuro, abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti”. In attesa di una risposta definitiva alle istanze di queste associazioni ieri è stato a colloquio con i giovani il vice sindaco Sandro Simonetti che ha spiegato loro come certe necessità saranno considerate dall’amministrazione comunale. Domani poi una delegazione avrà un colloquio con il sindaco di Ancona Fabio Sturani. In via Urbino c’erano anche i vigili guidati dal comandante Fulgi e le Volanti della polizia.
Nelle intenzioni del collettivo associativo gli spazi dovrebbero essere condivisi e aperti alla cittadinanza invitata già ieri nello ‘spazio libero’. Un sintomo di un’apertura che non tutti però sembrano aver condiviso. I primi ad avere più di una perplessità sono i vertici della Croce Gialla: “Premetto che a me stanno bene tutti i possibili affittuari dei locali del Comune. – il presidente della Croce Gialla Alberto Caporalini esterna tutte le sue preoccupazioni – Dobbiamo però sapere bene come stanno le cose e chi ha dato vita a questa occupazione abusiva di cui il Comune, a quanto mi risulta, non sapeva nulla. A parte questo non possiamo non esternare la nostra preoccupazione per il possibile vicinato anche perché i due plessi sono comunicanti grazie a una scala mobile. C’è solo una porta divisoria al di là della quale ci siamo noi con le nostre strutture e i nostri materiali per cui dobbiamo sapere con precisione chi c’è dall’altra parte. Tra l’altro si era parlato con il sindaco di una possibile destinazione di quei locali ad ambulatori come estensione degli spazi della Croce Gialla stessa. Mi sembra che il primo cittadino fosse favorevole a questa soluzione”. Timori derivati dall’occupazione di ieri sono stati espressi anche da alcuni cittadini della zona che hanno chiamato la seconda circoscrizione per protestare.
Il messaggero
30 ottobre 2007
Il blitz di Via Urbino, i No global oggi dal sindaco.
Ma quei locali interessano anche alla Croce Gialla.
Sabato il blitz nei locali di via Urbino, oggi il confronto in Comune con il sindaco. L'incontro potrebbe essere un passo avanti verso la soluzione auspicata da "Ambasciata dei diritti", "Polisportiva antirazzista Assata Shakur", "Collettivo studentesco Metropolis"; "Ya Basta!" "Libera.Mente", le associazioni che rivendicano il locale inutilizzato di oltre 500 mq per trasformarlo in un centro per le attività sociali, artistiche e culturali aperte al rione e ad altri gruppi. Una concessione che è all'odg della seduta di Giunta di domani. I manifestanti ci credono, «dopo un anno e mezzo di promesse e contatti ai quali non sono seguiti fatti». A monte della scelta di non occupare lo spazio di proprietà comunale, l'accordo a tempo col vice-sindaco Simonetti: sit-no stop fino a domani, per consentire alla Giunta di decidere. Decisione difficile: quei locali sono appetiti anche dalla sottostante Croce Gialla.
28 ottobre 2007
"Basta Promesse ora vogliamo la sede"
Via Urbino, Occupati i locali del Comune.
Uno "Spazio liberato" da ieri mattina, «apartitico, per chi condivida tre valori: antifascismo, antirazzismo, democrazia». E' definito così dagli oltre 30 giovani in sit-in no stop nell'atrio esterno dell'ultimo piano dell'edificio che nei primi due, con ingresso separato, ospita la sede della Croce Gialla. La "liberazione" è opera di 5 associazioni: "Ambasciata dei diritti", "Polisportiva antirazzista Assata Shakur", "Collettivo studentesco Metropolis"; "Ya Basta!" "Libera.Mente". E' funzionale alla presa di possesso e alla «restituzione alla città di quel terzo piano inutilizzato da anni per colmarlo di voci, colori, progetti, sogni di un altro mondo possibile», aperto alle «istanze della moltitudine con la quale abbiamo lottato per i diritti di studenti, precari e migranti», si legge in una nota dei manifestanti. Gli stessi che hanno «impedito la realizzazione di un Cpt a Corridonia», si sono opposti «allo sfruttamento dei beni comuni da parte di Quadrilatero e Api», hanno promosso «una gestione dei rifiuti intelligente alternativa al suicidio inceneritori». La concreta "liberazione" dei 550 mq di via Urbino in bilico tra regolarizzazione e occupazione? Sembra più prospettico alla prima, l'accordo sancito sul posto nella tarda mattinata tra Simonetti, vicesindaco del Comune proprietario del locale (parte dello stabile che ha acquistato dall'Enel assieme alla Croce Gialla nel luglio 2006), e i giovani che lo rivendicano. I termini del patto: presidio esterno fino a dopodomani; entro allora i Comune dovrà garantire, come assicurato in passato, la concessione in uso del terzo piano alle 5 associazioni. Che non pronunciano la parola occupazione. «Non vogliamo una spaccatura con il Comune, lo scopo dell'iniziativa è proprio di riattivare per una soluzione concreta e immediata quell'iter che da un anno e mezzo abbiamo intrapreso proprio con il Comune - hanno detto due portavoce - Ma i tanti incontri con l'assessore al patrimonio Stecconi e l'ufficio tecnico, quello di un mese fa col sindaco hanno prodotto solo promesse non mantenute. Sanno che i 16 mq della II Circoscrizione in via Scrima dove fino ad ora ci hanno concesso di riunirci ci stanno strettissimi. Stecconi deve assumersi la responsabilità di questo stallo». La "regolarizzazione" è prospettata anche dal presidente della Croce Gialla Alberto Caporalini: «L'abusivismo è intollerabile. E poiché i nostri due piani sono in comunicazione col terzo tramite una porta (ma è chiusa dall'interno, ndr.), mette in pericolo le nostre attrezzature. Il Comune garantisca sicurezza e ordine pubblico, sanando subito questa situazione». Come e con quali sbocchi futuri? «Già da tempo abbiamo chiesto al sindaco di concedere a noi quel terzo piano». Per la Giunta dunque, in riunione martedì, una bella gatta da pelare: spazio reso fruibile per quali attività? «Musica no copyright, arte libera, free-time studentesco, inziative aperte ad altre associazioni e quartiere» come chiedono i giovani in sit-in? O per i nuovi progetti targati Croce Gialla?
APRIAMO SPAZI DI LIBERTÁ

Da diverso tempo un gruppo di associazioni ed individui hanno condiviso un percorso di lotta rivendicando diritti per studenti, precari e migranti e promuovendo una cultura antirazzista e antifascista.
Le battaglie condotte insieme da queste realtà sono innumerevoli: ricordiamo quella che ha impedito la realizzazione di un CPT a Corridonia, l'opposizione allo sfruttamento dei beni comuni da parte di aziende private (Quadrilatero, Api), la promozione di una gestione dei rifiuti consapevole e intelligente alternativa alla soluzione suicida degli inceneritori.
Le diverse manifestazioni che si sono susseguite - da quella del 28 ottobre 2006 ad Ancona per la salvaguardia del territorio a quelle studentesche sugli spazi sociali e sul caro bus, a quelle antifasciste con la pulizia della città dai manifesti xenofobi al presidio in piazza Roma, fino alla manifestazione contro il decreto Amato-Melandri e al torneo antirazzista - indicano a chiare lettere la volontà di sedimentare ulteriormente queste esperienze.
Da più di un anno stiamo chiedendo all'amministrazione comunale un posto adeguato dove possano trovare cittadinanza tutte le istanze di questa moltitudine, un luogo aperto alle idee e al sogno di un altro mondo possibile. Dopo decine di incontri inconcludenti pieni di promesse, per non compromettere ulteriormente le nostre attività paralizzate dall'incertezza del futuro, oggi abbiamo deciso di aprire e restituire alla città uno spazio inutilizzato da anni da colmare di voci, colori, pensieri e progetti.
Ci immaginiamo questo spazio condiviso come una bottega di idee, di socialità e di creazione; dove gli studenti si possano riunire al di là della vita scolastica, dove sia possibile ricercare testi diversi da quelli imposti dalla scuola e utilizzare software open-source, dove la musica sia libera dal copyright e l'arte possa esprimersi in tutte le sue forme, dove gli abitanti del quartiere possano incontrarsi e confrontarsi. Un posto in cui lo sport nasca dal basso e possa essere praticato da tutti come già in precedenza fatto in modo autonomo con la palestra popolare. Ci immaginiamo spazi dedicati alla fotografia, alle mostre, ai giochi e al libero dibattito.
Un luogo dove possano trovare cittadinanza tutte quelle realtà di movimento che sono ora costrette ad elemosinare spazi ad un'amministrazione spesso sorda o, peggio ancora, a privati.
Vi aspettiamo in via Urbino 18, Ancona.
Ass. Onlus Ambasciata dei diritti
Ass. Polisportiva Antirazzista Assata Shakur Ancona
Ass. Onlus YaBasta
Collettivi Studentesco Metropolis
Ass. Libera.Mente
21 OTTOBRE - SABOT 2007

Prima parte
Il termine sabot nasce originariamente dalla parola turca sabata, che indicava una calzatura persiana. Il termine entrò nello spagnolo come zapata (oggi zapato – scarpa da cui l’italiano ciabatta) e nel francese come sabot (zoccolo). Per una curiosa coincidenza della storia, la radice etimologica di questa parola ha finito con l’intrecciarsi a grandi movimenti di opposizione e ribellione sociale. In Messico il nome Zapata mutua l’etimologia del termine e finisce con il trasferirla nella denominazione di un vasto movimento rivoluzionario: lo zapatismo. In Francia tra la fine del 18esimo secolo e l’inizio del 19esimo i sabots indossati dai lavoratori francesi vengono gettati negli ingranaggi dei macchinari utilizzati nelle fabbriche per bloccarle ed arrestare la produzione: da sabot verrà così coniato il termine sabotaggio.
Per queste ragioni la parola sabot ci è sembrata una suggestione da poter utilizzare come “titolo” dell’incontro che stiamo preparando per domenica 21 ottobre. Oramai da molti anni è nostra abitudine organizzare periodicamente un appuntamento di discussione generale principalmente orientato alla riflessione sullo stato della rete ed al confronto più teorico sul contesto all’interno del quale la rete intende sviluppare la propria azione. Fino ad oggi questi appuntamenti non hanno avuto cadenza fissa, mantenendo un taglio prevalentemente “interno”. Con Sabot 2007, anche in considerazione del proliferare di situazioni che si sono aggregate alla rete, abbiamo scelto di modificare questa impostazione dando a tale appuntamento di natura più teorica e progettuale, il profilo di un laboratorio con cadenza annuale ed una strutturazione che si articolerà in due parti: la prima aperta e maggiormente incentrata sull’analisi, per dare spazio ad un confronto teorico che nasca direttamente dalla rielaborazione degli input che ci provengono dal nostro agire materiale e dal quotidiano intervento delle nostre strutture; la seconda rivolta specificatamente ai “cittadini” delle Comunità Resistenti, per dare spazio ad una riflessione maggiormente incentrata sugli aspetti organizzativi.
Domenica 21 ottobre si svolgerà la prima parte del laboratorio per la quale abbiamo voluto preparare un ordine del giorno “ragionato”, tre macro-punti di discussione che non siano semplicemente una lista della spesa ma che, assumendo alcuni elementi di riflessione già emersi, rappresentino un primo tracciato del confronto.