ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Ieri sera più di cento persone hanno preso parte al presidio organizzato dalla “Campagna Palestina Solidarietà” e dall'Ambasciata dei Diritti di Ancona, in solidarietà con il popolo palestinese di Gaza da giorni vittima di bombardamenti indiscriminati da parte di Israele. Sono state accese 130 candele a fianco dei biglietti che ricordavano il nome e il cognome dei morti sotto le bombe, per ricordare che i palestinesi non sono solo numeri ma persone, in molti casi bambini, con una loro storia e dei sogni spezzati dalle bombe israeliane. I vari interventi dal microfono hanno sottolineato il fatto di non voler essere complici in nessun modo di questo genocidio, anche il silenzio sarebbe una forma di complicità. Chi era in piazza, non è indifferente, non tace ma continua a denunciare il crimine in atto, non vuole nemmeno essere neutrale perché è chiaro che la ragione sta dalla parte delle vittime, dei bambini e degli anziani uccisi. Il nostro governo come quello americano nelle sue forme di solidarietà ad Israele è invece complice di quello che sta succedendo a Gaza, cosi come lo sono i media che continuano a mistificare gli eventi. Durante il sit in abbiamo ascoltato, con collegamenti telefonici, le drammatiche testimonianze di Michele Giorgio giornalista del manifesto che non ha lasciato Gaza e sta raccontando il paese sotto le bombe e Meri Calvelli, internazionale italiana che tre giorni fa è uscita da Gaza ed ora ha trovato rifugio in Cisgiordania. Entrambi hanno testimoniato come le bombe non risparmino nessuno, la stessa colonna di mezzi di cooperanti internazionali che ha lasciato Gaza è stata colpita dall'aviazione israeliana, come obiettivi sono anche i giornalisti, l'intento è quello di diffondere morte e terrore.
“Faranno il deserto, e lo chiameranno pace. Il silenzio del «mondo civile» è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte" Continua...

Martedi 20 novembre ore 18.30 presidio per fermare l'attacco a Gaza

I PALESTINESI UCCISI SONO 94. QUASI UN MIGLIAIO LE PERSONE FERITE. TRA LORO MOLTI I MUTILATI GRAVI. SONO IN CORSO MANIFESTAZIONI DURAMENTE REPRESSE IN TUTTA LA WEST BANK SI PARLA DI 54 FERITI, POCO FA A BETLEMME ERANO IN CORSO DURI SCONTRI VICINO AL CHECK POINT DELLA TOMBA DI RACHELE. IERI SONO GIRATI VIDEO ALLARMANTI SULLA REPRESSIONE DELLE E DEI MANIFESTANTI A NABLUS E RAMALLAH. GAZA E' UNA STRISCIA DI TERRA LUNGA 40 KM E DI UN AREA COMPLESSIVA DI 365 KM2 (MENO DELL'ISOLA Saintes-Maries-de-la-Mer /Bouches-du-Rhône. per chi la conosce) CI VIVONO 1.7 MILIONI DI PERSONE. DI QUESTE 1.1 SONO RIFUGIATI E PERSONE INTERNAMENTE DISLOCATE. IL 56% SONO BAMBINI. E'UNA DELEL ZONE PIU' DENSAMENTE POPOLATE AL MONDO. E' UNA PRIGIONE A CIELO APERTO. CHI E' SOTTO LE BOMBE NON PUO' SCAPPARE. DA SEI GIORNI PIOVONO LE BOMBE DAL CIELO DI GAZA E DAL MARE. REPUBBLICA TITOLA: UN TERZO SONO CIVILI.. LE NAZIONI UNITE STANNO CALCOLANDO CHE I CIVILI SIANO ALMENO L'80%. PAGLIARA, INVIATO RAI, MENTE, MENTE E POI MENTE ANCORA. NOI IN ITALIA NON ABBIAMO MODO DI CAPIRE QUANTO ACCADE IN QUEI LUOGHI SE CI AFFIDIAMO ALLA NOSTRA STAMPA E ALLA TELEVISIONE. A SEGUIRE TROVATE I NOMI E LE ETA' DEI MORTI. AGGIORNATO ALLE 5.30 DI QUESTA MATTINA. (SONO 89, GLI ALTRI CORPI DEVONO ANCORA ESSERE IDENTIFICATI) ABBIAMO IL DOVERE DI SCENDERE IN PIAZZA E MOSTRARE IL NOSTRO SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE INERME DI GAZA. ABBIAMO IL DOVERE DI INFORMARCI E NON COMPRARE NESSUN PRODOTTO ISRAELIANO, DIFFONDENDO I CONTENUTI DELLA CAMPAGNA PER IL BOICOTTAGGIO IL DISINVESTIMENTO E LE SANZIONI CONTRO ISRAELE: http://www.bdsitalia.org/ QUESTO L'APPELLO DEI COOPERANTI ITALIANI A GAZA (18/11): http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41487&typeb=0&Loid=200&L-appello-dei-cooperanti-italiani QUESTA LA TESTIMONIANZA DI UN PARROCO TOSCANO SPESSO IN VISITA NEI TERRITORI: http://abunamario.wordpress.com/2012/11/19/il-massacro-di-gaza-la-mia-testimonianza/ QUESTO L'ULTIMO REPORT DI ROSA SCHIANO, VOLONTARIA ISM A GAZA: http://ilblogdioliva.blogspot.co.il/2012/11/dallo-shifa-hospital-report-18-novembre.html QUESTO IL LINK A NENA NEWS, UNICA SORGENTE INFORMATIVA DEGNA DI ESSERE CONSULTATA: http://nena-news.globalist.it/ ...up until 05.30 confirmed names 1. Ahmad Al-Ja’bary, 52 years old. 2. Mohammed Al-Hams, 28 years old. 3. Rinan Arafat, 4 years old. 4. Omar Al-Mashharawi, 11 Month old 5. Essam Abu-Alma’za, 20 years old. 6. Mohammed Al-qaseer, 20 years old. 7. Heba Al-Mashharawi, six-months pregnant, 19 years old. 8. Mahmoud Abu Sawawin, 65 years old. 9. Habis Hassan Mismih, 29 years old. 10. Wael Haidar Al-Ghalban, 31 years old. 11. Hehsam Mohammed Al-Ghalban, 31 years old. 12. Rani Hammad, 29 years old. 13. Khaled Abi Nasser, 27 year old. 14. Marwan Abu Al-Qumsan, 52 years old. 15. Walid Al-Abalda, 2 years old. 16. Hanin Tafesh, 10 months old. 17. Oday Jammal Nasser, 16 years old. 18. Fares Al-Basyouni, 11 years old. 19. Mohammed Sa’d Allah, 4 years old. 20. Ayman Abu Warda, 22 years old. 21. Tahrir Suliman, 20 years old. 22. Ismael Qandil, 24 years old. 23. Younis Kamal Tafesh, 55 years old. 24. Mohammed Talal Suliman,28 years old. 25. Amjad Mohammed Abu-Jalal, 32 years old. 26. Ziyad Farhan Abu-Jalal, 23 years old. 27. Ayman Mohammed Abu Jalal, 44 years old. 28. Hassan Salem Al-Heemla’, 27 years old. 29. Khaled Khalil Al-Shaer, 24 years old. 30. Ayman Rafeeq Saleem, 26 years old. 31. Ashraf Hassan Darwish, 22 years old 32. Osama Mousa Abdel Jawwad, 27 years old 33. Ali Abdul Hakim Almana'ama, 20 years old 34. Mokhlis Adwan, 30 years old 35. Ahmed Osama Al-Atrash, 22 years old 36. Mohammed Saleh Allolhai, 22 years old 37. Awad Hamdy Al-Nahhal, 23 years old 38. Abdel Rahman Salem Al-Masri, 31 years old 39. Mohammed Mahmoud Yassin, 24 years old 40. Osama Abdel Jawad, 25 years old 41. Ali Hassan Ali bin Said, 25 years old, killed in an attack on his motorbike in Deer Al-Balah, central Gaza, at 8:10 pm, November 17. 42. Mohammed Sabri Alouidat, 25 years old 43. Osama Yousif Al-Qadi, 26 years old. 44. Ahmed Salem Salama Said, 42 years old 45. Hani Abdel Majid Aberriam, 21 years old 46. Samaher Khalil Qudeih, 28 years old 47. Tamer Al Hemry, 26 years old 48. Tamer Salameh Abu Sufyan, 3 years old 49. Jumana Salameh Abu Sufyan, 1 years old 50. Muhamed Abu Nuqira 51. Iyad Abu Khousa, 18 monthss old 52. Tasneem Zuhaer Al Halal, 13 years old 53. Ahmad Essam Al-Nahhal, 25 years old 54. Nawal Farag Abdelaal, 52 years old 55. Ahmed Hassan, 27 years old 56. Mohammed Jamal Al Dalou, (grandfather of Dalou family), Age Unconfirmed 57. Ibrahm Mohammed Jamal Al Dalou, 1 year old 58. Raneen Mohammed Jamal Al Dalou, 5 years old 59. Jamal Mohammed Jamal Al Dalou, 7 years old 60. Yousef Mohammed Jamal Al Dalou, 10 years old 61. Samah Al Dalou, 25 years old 62. Sulafa Al Dalou, 46 years old 63. Tahani Al Dalou, 50 years old 64. Amina Matar Al-Mzanner, 83 years old 65. Abdallah Mohammed Al-Mzanner, 23 years old 66. Jamal Al Dalou, (father of Dalou family), age unconfirmed 67. Hussam Abu Shaweesh, 37 years old 68. Suhail Hammad, 45 years old 69. NourAmin Hammad, 15 years old 70. Atiyyeh Mubarak, 54 years old 71. Hussam Abu Shaweish 72. Mohammed Bakr Al-Of, 24 years old, killed in an attack on A-Yarmouk st. in Gaza city. 73. Samy Al Ghfeir, 22 years old, killed in an attack on Shijaiyya area, west Gaza. 74. Nabeel Ahmad Abu Amrra, age unconfirmed 75. Ahmed Abu Amra, age unconfirmed 76. Hussein Jalal Nasser, 8 years old 77. Jalal Nasr, 39 years old 78- Sabha Al-Hashash, 60 years old. 79- Saif Al-Deen Sadeq 80- Ahmad Hussein Al-Agha. 81- Emad Abu Hamda, 30 years old, killed after being seriously injured in as a drone fired a rocket at Beach camp, west Gaza. 82- Mohammed Salama Jindiyya, 31 years old and mentally disabled, killed in an attack on Helles roundabout in Shijaiyya, west Gaza. 83. Saadiyeh Al Tayyub, age unconfirmed 84. Nawal Abdel Ali, age unconfirmed 85. Ahmad Najeeb, age unconfirmed 86. Nisma Abu Zour, 19 years old 87. Mohammed Iyad Abu Zour, 5 years old 88. Sahar Abu Zour, age unconfirmed 89. Ahed Al Qattati, 38 years old Continua...
Qui l'inizio o sommario. E qui la fine del post. Continua...

11.11 Cena Vegan

Ambasciata dei Diritti/LaCupa/Associazione 6VeganX
presentano

Cena Vegana 
domenica 11 novembre ore 20,30
all'Ambasciata dei Diritti - via urbino 18, Ancona


cena di finanziamento per i lavori di ristrutturazione dell'area danneggiata in seguito all'incendio del 25 agosto a La Cupa Spazio Autogestito

////Menù////

Insalata d'autunno
Pasta dell'acciuga felice
Lenticchie all'Indiana
Fagioli Fuoco e Fiamme

acqua,vino,dolce e caffè

quota di partecipazione euro 15

prenotazioni entro venerdì 9 novembre al 349 2806659 - 3398102187

Vi aspettiamo!
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La Sanatoria truffa

Più che di una sanatoria siamo di fronte ad una voce di bilancio è così che il governo Monti intende la regolarizzazione di quei cittadini migranti presenti sul territorio italiano senza permesso di soggiorno. La “sanatoria 2012” nasce come un truffa e favorisce tutti coloro che hanno intenzione di speculare sulla pelle dei disperati.
Per accedere alla sanatoria servono all'incirca 2.000 euro (1000 contributo forfettario+i contributi previdenziali+spese varie), cifra astronomica per chiunque in questo periodo di crisi, inarrivabile per la stragrande maggioranza di migranti che non avendo un permesso di soggiorno vivono alla giornata.
Mai come in questo caso la realtà vera e quella descritta dalla legge sono così lontane. Chiunque sia informato o lavori a contatto con i migranti sa che in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone “irregolari” ed il 99% percento di queste sono disperate, poiché senza documenti, costretti a vivere in una condizione di clandestinità che preclude l'accesso al lavoro e al diritto alla casa. Questa condizione fa si che le disponibilità economiche di questi uomini e donne sia a malapena sufficiente per arrivare al giorno successivo. La crisi ha gonfiato ulteriormente questo esercito, infatti anche altri migranti che erano riusciti ad ottenere un permesso, con la perdita del posto di lavoro non riescono neanche a rinnovare il titolo di soggiorno e cadono anch'essi in una condizione di clandestinità (spesso famiglie intere) entrando in un vortice di povertà estremamente rapido. In questi ultimi quattro anni sono sempre più numerose le famiglie migranti (ma anche italiane) che non riescono a pagare le bollette e si ritrovano a vivere in abitazioni senza gas, luce ed acqua, senza documenti e senza nessuna prospettiva di lavoro. Naturalmente molti vivono di lavoro nero, visto che non c'è nessuna alternativa, ma è un lavoro nero strutturale che non si risolve con una legge sull'emersione. Il caso del datore di lavoro che fa lavorare in nero un migrante ma che vorrebbe regolarizzarlo rappresenta soltanto l'eccezione della regola.
La stragrande maggioranza dei migranti che accedono alla sanatoria si devono pagare tutto da soli, dando in mano il denaro ad un datore di lavoro improvvisato che nel migliore dei casi fa un favore ad un amico. Nel 2009 le truffe furono molteplici quest'anno raddoppieranno.
Cosa sta succedendo questi giorni nelle strade? molti migranti senza documenti stanno cercando di recuperare i soldi per la sanatoria attraverso collette, indebitamenti etc. Parallelamente cercano qualcuno che dichiari che ha lavorato per lui, ma anche questa ricerca non è facile perché comunque la clandestinità ti relega alla marginalità, quindi se non trovano nulla si rivolgono a degli intermediari che chiedono soldi per trovare un datore di lavoro posticcio, in questi casi ti possono chiedere anche 4000 euro. Come è evidente al moltiplicarsi dei problemi cala il numero di coloro che possono accedere alla sanatoria.
I pochi che riusciranno a raggranellare la cifra per pagarsi il permesso poi devono fare i conti con le truffe implicite della legge, questa sanatoria tutela al 100% il datore di lavoro mentre è totalmente a discapito del lavoratore, infatti se dopo avere pagato il contributo forfettario dai controlli dello sportello unico dovesse emergere che il datore di lavoro non aveva tutti i requisiti per fare la domanda automaticamente questa viene respinta ed i soldi non vengono restituiti, quindi il migrante che si era indebitato si trova senza permesso e in una situazione economica drammatica.

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Gli esempi di truffe sono molteplici, la classica è quella di una persona che si offre di fare il datore di lavoro dietro un compenso e naturalmente i mille euro della cifra forfettaria e questo gioco lo fa con più persone, nel migliore dei casi presenta le domande intascandosi solo il compenso, nei peggiori non presenta nulla e si intasca tutto, ma in entrambi i casi se la domanda è fatta da un privato è destinata ad essere bocciata poiché solitamente queste domande vengono fatte per l'assunzione di domestici e non se ne possono regolarizzare più di uno. La conseguenza è che tutti restano senza permesso.
Ci sarebbe anche molto da dire sulle così dette “prove di presenza sul territorio italiano” se uno è clandestino la prima cosa che fa è proprio di evitare di lasciare tracce, non certo di accumulare prove della sua presenza.
Una sanatoria seria avrebbe dovuto partire da una analisi obiettiva della realtà e cominciare con queste parole” tenuto conto della situazione di crisi in cui versa il nostro paese, che in particolar modo colpisce i cittadini migranti senza permesso di soggiorno concediamo a tutti coloro che ne fanno richiesta documenti regolari senza oneri in denaro”. Ma oramai parlare di diritti in Italia è utopico ma noi restiamo dei grandi sognatori.
Continua...

il Movimento che trasforma

I Centri Sociali nel tempo della crisi tra soggettività, conflitto e cooperazione sociale
Siamo oramai prossimi all'appuntamento di Jesi, il Social Meeting lanciato dal documento condiviso da molte realtà e reso pubblico in estate. Inutile dire che innanzitutto questa tre giorni sarà un modo per incontrarci, per stare insieme, per confrontarci liberamente. Lo faremo grazie all’ospitalità di un centro sociale, e alla rete di realtà e spazi di lotta delle comunità marchigiane, e questo è anche un modo per sostenerne l’azione politica, partecipando ad un evento che, di questi tempi, va in controtendenza rispetto allo stato di cose che si vorrebbe semplicemente immutabile.
Fare politica, o meglio costruire società, praticare in forma concreta il comune nei nostri territori, non è mai stata cosa semplice e scontata. Mille sirene, comprese a volte quelle della polizia, continuano a suggerire di lasciar perdere, di rientrare nell’alveo di ciò che è compatibile, normale, tradizionale. I movimenti, secondo quello che ci vorrebbe far credere la vulgata, sono folklore, esercizi di gratificazione personale per chi è in cerca di identità. I movimenti arrivano fino ad un certo punto, poi ci pensa la politica, quella con la “P” maiuscola.
Ecco a Jesi noi speriamo invece di sperimentare ancora una volta la potenza dell’essere altro. I movimenti, che non si creano a tavolino e nemmeno si cristallizzano eternamente come istituzioni, sono ciò che consideriamo fondamentale per trascinare quel cambiamento, quel mondo diverso, di cui continuiamo disperatamente a sentire il bisogno. Siamo così convinti di questo che non possiamo che incontrarci, parlarci e pensare da movimenti.
Non possiamo che investire sulla soggettività collettiva che si genera a partire da una messa in comune delle piccole e grandi lotte che conduciamo ognuno nei nostri luoghi. Non possiamo che immaginarci questa tre giorni come uno spazio aperto, attraversabile, denso ma non opaco. E a questo proposito è bene chiarire che in questi giorni non vogliamo che si crei una ritualità triste o dalle movenze scontate.
Vogliamo discutere insieme senza nessun pregiudizio, senza schemini già pronti e utili all’autocompiacimento. Vogliamo interrogarci su un momento come quello attuale che, dal punto di vista del cambiamento, è complicato, difficile, a volte quasi insopportabile. Resteranno tanti dubbi, forse costruiremo per noi qualche certezza per le cose da fare subito, magari riusciremo insieme ad inventarci le forme e i modi per lottare, per resistere e progettare. Di sicuro “la sintesi” non sarà sulle parole, sulle formule o sugli slogan.
La sintesi vorremmo che fosse racchiusa nel nostro modo di stare insieme, dell’essere complici nello sfidare il potere, nell’essere tra di noi altro dalla politica ufficiale. C’è bisogno di un nuovo stile, di una freschezza nei rapporti, nelle relazioni che ci consenta, contro le tendenze consolidate, di rilanciare le battaglie comuni. Ci vediamo tutti e tutte a Jesi, liberi nella testa e nel cuore.
PROGRAMMA
Per favorire la massima partecipazione la discussione sarà articolata in assemblee tematiche plenarie.
Venerdì 28 settembre sarà dedicato all'arrivo, all'accoglienza ed alla sistemazione dei partecipanti.
L'inizio dei lavori è previsto per Sabato 29 settembre alle ore 10.00 (puntuali) e proseguiranno per tutta la giornata con pausa pranzo e cena.
La conclusione è prevista per domenica 30 settembre con assemblea che inizierà alle ore 10.00 e terminerà nelle prime ore del pomeriggio, per favorire il rientro dei partecipanti.
Al fine di garantire un'adeguata organizzazione dei pasti e dei pernottamenti è necessario che vengano effettuate le prenotazioni compilando le apposite schede riportate nel Virtual Convergence Center.

Per quanto riguarda l'articolazione tematica, la griglia proposta è la seguente:
Sabato 29 settembre - ore 10.00
Relazione introduttiva
Panel 1 - Le lotte sociali
Crisi, precarietà, reddito di cittadinanza, migranti e cooperazione sociale. Scuola, università, formazione, cultura: le lotte della conoscenza. Oltre il Sindacato di base.
Panel 2 - Il territorio
I territori della/nella crisi: beni comuni, diritti, ambiente e difesa della salute. La questione della terra e dell’energia. Nessi amministrativi e sovranità nella crisi, postdemocrazia.
Focus serale (ore 22,00) - Sport autogestito come pratica del comune contro le discriminazioni  e per il libero accesso di tutti.
Domenica 30 settembre - ore 10.00
Panel 3 - Le pratiche
La rete, la comunicazione, la decisione collettiva. Interventi e proposte sulle scadenze dell'autunno.  
Conclusioni
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Sanatoria 2012 come fare

Giovedi alle ore 21.00 presso la sede dell'ambasciata dei diritti verrà illustrata la nuova sanatoria del 2012 Continua...

REFERENDUM ACQUA: LA RISPOSTA POCO CHIARA DI MULTISERVIZI AI RECLAMI

In questi giorni sta arrivando la ettera di risposta da parte di Multiservizi S.p.A, alle persone che hanno sottoscritto il reclamo per la restituzione della quota di bolletta corrispondente alla remunerazione del capitale investito dal gestore, abrogata dal referendum del giugno 2011.
La lettera contiene alcuni passaggi poco chiari o addirittura palesemente inesatti, perciò vi invitiamo a leggere quanto riportato sotto per chiarirvi come stanno le cose.
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ASUR MARCHE: DISCRIMINATORIA L'ESCLUSIONE DALLE GRADUATORIE DEGLI INFERMIERI NON COMUNITARI


Stanno arrivando in questi giorni le missive con le quali l'Asur delle Marche comunica agli infermieri non comunitari l'esclusione dalle graduatorie per il conferimento degli incarichi a tempo determinato corrispondenti al profilo professionale di “Collaboratore sanitario – infermiere”. L'esclusione, determinata dalla carenza del requisito della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione Europea, è assolutamente illegittima. 
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STOP TRAGEDIE DEL MARE ACCOGLIENZA PER TUTTI



Proprio nel giorno in cui le comunità di accoglienza della provincia di Ancona, gli assistenti sociali e tante associazioni erano con noi al porto per le iniziative collegate alla giornata mondiale del rifugiato, è arrivato in banchina un traghetto Superfast proveniente dalla Grecia, dove erano stati rintracciati 17 ragazzi afgani nascosti in un pullman. Due di loro sono morti durante il viaggio e altri due erano in condizioni gravissime e sono stati ricoverati in ospedale.
Appena appresa la notizia una nostra delegazione ha raggiunto la Superfast con uno striscione con la scritta «Stop tragedie del mare. Accoglienza per tutti».
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Pericolo riammissioni migranti in Grecia

Pubblichiamo una nota stampa che avevamo scritto lo scorso 23 maggio ed inviato a stampa e istituzuoni locali dove chiedevamo d'accordo con le associazioni greche con cui collaboriamo, di non fermare le riammissioni verso la Grecia.
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Welcome: porto aperto 23 giugno 2012

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2012, l’Ambasciata dei Diritti organizza “Welcome: porto aperto” un’iniziativa che si svolgerà all’interno del porto di Ancona per portare al centro della discussione politica la questione irrisolta dell’accoglienza e della security alla frontiera dorica.
Abbiamo voluto programmare tutte le attività, dai “Giochi senza frontiere” ai reading, dai concerti agli spettacoli teatrali, all’interno del porto per affermare con forza che i rifugiati non sono solo quelli che riescono ad accedere ai servizi di protezione internazionale, ma anche tutti quelli che pur vivendo nella condizione di rifugiato non hanno la possibilità di richiedere protezione quando arrivano al porto nascosti in qualche traghetto. Come un faro vogliamo illuminare tutte quelle pratiche indegne con cui la polizia di frontiera riammette i migranti in Grecia. Tanti di loro, come ci dicono le associazioni di Patrasso ed Atene, quando arrivano al porto di Ancona non hanno la possibilità di entrare in contatto con l’ufficio del Gus per chiedere asilo.
Il 23 giugno vogliamo stare dentro il porto per ricordare a tutte le autorità e alle istituzioni che in questo periodo di profonda crisi, rimandare in Grecia i migranti che arrivano significa condannarli ad un destino di violenze dove la loro sopravvivenza è messa in forte pericolo.
Continua...

campagna obbedienza civile







Sabato 24 Marzo anche ad Ancona è stato dato il via alla campagna di obbedienza civile, con la quale si chiede rispetto della volontà popolare denunciando e reclamando che venga immediatamente eliminata la voce che fa riferimento alla quota della remunerazione del capitale investito.
Diverse decine di cittatini si sono fermati al banchetto e attraverso la compilazione del reclano hanno aderito alla campagna.
E qui la fine del post. Continua...

sostieni il tnt

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il Kontatto non si tocca…lo difenderemo con la lotta!



Per saperne di più

Abbiamo appreso solo pochi giorni fa e solo dai giornali locali che l’amministrazione comunale ha deciso di inserire le ex Scuole Rurali di Via Pojole, immobile gestito dal CSA Kontatto, nella sua quasi ventennale stohttp://www.blogger.com/img/blank.gifria da oltre un decennio, in un’asta da tenersi il prossimo 28 marzo.


E’ chiaro come questa decisione, per le modalità, i tempi e le sue finalità sarà per noi motivo di legittime proteste e contestazioni, che accompagneranno questa giunta lungo il suo ultimo anno di mandato e fino a che l’annosa vicenda che riguarda la sede di uno dei centri sociali più caratteristici e conosciuti delle Marche non troverà una degna soluzione che possa soddisfare tutti.

In occasione dell’inserimento della nostra sede nel piano triennale dei beni alienabili, nell’aprile 2010, dopo che oltre un centinaio di attivisti del Kontatto assediarono il consiglio comunale, questa amministrazione aveva assunto impegni precisi. Le loro rassicuazioni circa le scarse reali condizioni e volontà di vendita, non ci avevano a dire il vero convinto, ma sulla parola data riguardo le necessarie . preventive comunicazioni e la disponibilità a concertare soluzioni alternative e comuni, fino a prova contraria ci attendevamo una correttezza ed una integrità nel proprio operato, che evidentemente sono qualità che non appartengono loro. Allora, come oggi, contestammo duramente sia quella decisione specifica che malcelava la precisa volontà di reprimere e attaccare il centro sociale, sia quella più generale e scellerata di svendita al ribasso del patrimonio comunale (quindi un bene comune non di questa amministrazione ma della cittadinanza falconarese tutta) in forma autoritaria e senza una preventiva e consapevole discussione partecipativa da aprire alla Città.. Continua...

NoTav. Cariche a freddo fuori dalla stazione fs

Ancona -
Il presidio di 200 manifestanti si sposta sulla statale, traffico bloccato
1 / 3 / 2012


Raccogliendo l'appello lanciato dall'assemblea NoTav di Bussoleno ieri notte, anche nelle Marche l'appuntamento di mobilitazione era fissato attorno alle 18.00 davanti alla stazione fs.
Il piazzale antistante lo snodo ferroviario aveva già ospitato lunedì il presidio convocato dall'Assemblea Permanente Movimenti Marche in solidarietà alla ValSusa, al fianco di Luca Abbà.
Sono bastati solo pochi secondi per comprendere oggi le diverse intenzioni da parte dei tutori dell'ordine pubblico.
Stavolta sono state le manganellate ad aspettare i manifestanti alla stazione.
Una carica a freddo che ha atteso gli attivisti prima che riuscissero a raggiungere l'ingresso della stazione.
Almeno 4 i feriti, diversi i contusi. Nonostante l'accoglienza brutale della polizia, le oltre 200 persone presenti hanno resistito mantenendosi davanti all'entrata della sede ferroviaria.
Con determinazione gli attivisti hanno voluto sostenere la parola d'ordine che arrivava dalla ValSusa: blocchiamo tutto!
Dopo la carica, blocco totale del traffico nell'ora di punta sulla statale Flaminia, arteria fondamentale della circolazione cittadina.
Un blocco portato avanti per 2 ore, che si è concluso con un corteo non autorizzato. I manifestanti si sono diretti verso il centro, continuando a paralizzare la viabilità fino a raggiungere la sede dell'Ambasciata dei Diritti per riunirsi insieme all'Assemblea Permanente dei Movimenti.

Siamo tutti e ovunque No Tav. La Valle non si arrende!. Quando cala la sera la luna scopre il vero volto della gestione dell'ordine pubblico al tempo del governo tecnico: lo sgombero violento del blocco dell'A 32 a Chianocco come le manganellate preventive a vietare un presidio annunciato pubblicamente.
La giornata di oggi ha dimostrato come sia fallito il tentativo di isolamento mediatico e di forzatura sul piano militare ai danni del movimento NoTav.t.
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NO TAV

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LA NEVE HA MILLE COLORI


Voglio raccontare l’esperienza da spalatore. In tempi di crisi la nevicata ha portato alla città di Ancona anche un po’ di lavoro per disoccupati e cassaintegrati. Alla chiamata del Comune, io che sono cassaintegrato della Fincantieri, in una gelida mattina ho trovato tanti nuovi cittadini come me che hanno risposto all’appello di aiutare la città in un momento di estrema difficoltà. Mi registro nella lista, e con me trovo diversi miei compagni di lavoro e tantissimi migranti uomini e donne del Bangladesh, della Tunisia, del Camerun, dell’India, della Romania,dell’Albania e di tanti altri Paesi che, come me, si sono resi disponibili alla causa.
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IL TETTO DEL TNT CROLLA SOTTO LA NEVE

COMUNICATO STAMPA

DA SUBITO L’ALTERNATIVA!


“Wow, ha davvero nevicato stanotte! Non è fantastico? Tutto ciò che era familiare è scomparso e il mondo sembra nuovo di zecca! Un nuovo anno… un nuovo inizio! E’ come avere una gigantesca pagina bianca su cui disegnare. Un giorno pieno di possibilità! E’ come un magico mondo, Hobbes, vecchio amico mio… andiamo ad esplorarlo!”
Bill Watterson, E’ un magico mondo, Calvin & Hobbes


Neve: una parola che si associa con soffice, fiocco, ovatta, bianco, silenzio, risa di bambini che giocano liberi e grandi che si ritrovano bambini... Con la neve tutto si ferma e assume un altro ritmo, ci fa camminare a piedi o restare dentro casa al calduccio.
Ma quando la neve cade a metri in un territorio come quello delle Marche, accumulandosi per giorni e giorni, allora diventa tragedia.
E così, sotto un monte di macerie di tegole, mattoni e neve, cade il TNT, Centro Sociale storico delle Marche, dopo 26 anni di storia: un accumulo di cooperazione sociale, autogestione, impegno sociale, autorganizzazione di lotte di movimento, battaglie di resistenza, aggregazione giovanile, cultura underground, azione costante, ricerca e sperimentazione di forme alternative del vivere in comune…un mondo distrutto dalla NEVE!
Alla vista del crollo rimaniamo senza parole.. sono rimasti solo i muri esterni, come una scatola senza coperchio: unici a resistere i meravigliosi murales di “BLU”, uno dei più grandi artisti viventi della nostra terra. Come se la forza dell’arte prodotta dal TNT sia stata l’unica in grado di opporsi al peso del disastro.
In questo momento non riusciamo neanche a entrare per vedere se qualcosa del tanto materiale che avevamo all’interno si sia salvato: un valore inestimabile visto che ogni più piccola cosa, dall’amplificazione al bicchierino di caffè è il frutto di un lavoro collettivo di generazioni che si sonno susseguite nella gestione del Centro in tutti questi anni!
E ci sentiamo immedesimati nei volti di chi ha perso tutto: gli anziani rimasti isolati in mezzo alla neve, i piccoli imprenditori artigiani, vicini di casa, che hanno subito tutti identici crolli, i senza tetto terremotati, tutti coloro che hanno vissuto sotto i bombardamenti…
E il ricordo va ai tanti momenti magici che il TNT ha prodotto.
La perdita del TNT è la perdita di un pezzo di città, e per questo non possiamo rassegnarci.
Oggi proviamo un grande senso di rabbia!
Ma la storia non si cancella , e la neve si scioglie con la Primavera che è alle porte.
Dopo un primo momento di shock, in una riunione assembleare straordinaria, abbiamo subito reagito con la volontà di proseguire il nostro percorso. Abbiamo resistito a tutto, non siamo disposti ad arrenderci ora!
L’Amministrazione deve trovare da subito una soluzione all’emergenza: il TNT è un bene pubblico che va salvato!
La neve è adesso, per noi, una pagina bianca su cui riscrivere il nostro futuro. E il futuro lo pensiamo sempre migliore del presente!

Centro Sociale TNT
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Picchetto antisfratto





Fermato lo sfratto!

Questa mattina una ventina di persone, la maggior parte migranti sono riusciti a bloccarre uno sfratto esecutivo in via Giannelli 30 ad Ancona. La famiglia Houssain compasta da padre, madre e tre figli piccolissimi possono restare ancora al caldo per altri trenta giorni, questo il risultato di una dura trattativa tra manifestanti, forze dell'ordine e ufficiale giudiziario.
Particolarmente fastidioso è stato il comportamento dei servizi sociali del comune di Ancona, le assistenti sociali infatti erano intervenute in prima battuta per portare via i bambini in modo da non farli assistere allo sgombero, ma il picchetto ha impedito questa manovra. Poi una volta avviata la trattativa sono nuovamente intervenute accompagnate dall'assessore, e facendo battute di cattivo gusto verso alcuni manifestanti sul tono "andate a spalare la neve", non considerando affatto che nel picchetto c'erano diverse padri di famiglia anche anziani con grandissimi problemi di sopravvivenza ma che erano li a testimoniare la loro solidarietà con la famiglia Houssain.


L'ufficiale giudiziare è stato bloccato all'ingresso del portone per diversi minuti nei quali si è cercato di portare avanti le ragioni del presidio.
Oltre la situazione specifica particolarmente drammatica è da più di un anno che denunciamo l'emergenza sociale per quello che riguarda il problema della casa, ed ad oggi non è stato fatto nulla, il comune di ancona tenta di svuotare il mare con un cucchiaino, nonostante vi siano diversi immobili vuoti nessuno di esso viene adibito ad abitazione e le soluzioni che si cercano di dare a famiglie anche numerose sono insufficienti. . Gravemente insuficienti. I colpiti in prima persona sono come al solito le fasce deboli, anziani, disoccupati e migranti.
Ad un anno di distanza non è cambiato nulla, alla incapacità di chi governa anteporremmo la nostra determinazione, nessuno sfratto passerà più.

Ambasciata dei Diritti
Comitato casa Lavoro Famiglia
Unione inquilinit.
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Monti fa marcia indietro: la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile!


La lotta paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.
La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.
www.acquabenecomune.org Continua...

PORTO BENE COMUNE, LAVORO E REDDITO CONTRO LA CRISI!



PORTO BENE COMUNE, LAVORO E REDDITO CONTRO LA CRISI!
E finalmente un cancello si apre!

E’ quello dei lavoratori della Fincantieri di Ancona, che dopo una lunghissima trattativa durata 12 ore nella sede di Confindustria, hanno siglato un accordo che allontana l’incubo degli esuberi forzati e riporta il lavoro nel porto dorico.
La giornata di ieri è trascorsa con un presidio di 400 lavoratori che hanno assediato i cancelli della sede degli industriali, con lo striscione “Siamo solo lavoratori, siamo lavoratori soli”.
Questa mattina l'assemblea dei lavoratori hanno approvato l’accordo ed hanno festeggiato davanti allo stabilimento, togliendo il presidio che durava da 3 mesi, riaprendo il cancello per riprendersi dignità e lavoro, calpestata con l’inizio della crisi nell’ottobre 2009, con l’annuncio della cassa integrazione.

Ora che si è aperto il cancello del cantiere navale, il porto di Ancona ha bisogno di un rilancio a partire da questa straordinaria vittoria sul lavoro.
Insieme bisogna aprire il porto alla dignità, ai diritti umani, aprire fin da subito le reti metalliche che soffocano il nostro bene comune, quel bene che i lavoratori del cantiere navale oggi si sono ripresi. Continua...

Monti vuole privatizzare l'acqua!

In risposta al decreto Monti, il coordinamento regionale dell'acqua ha indetto una conferenza stampa/presidio in Piazza Roma (alle tredici cannelle) ad Ancona domani 18 Gennaio dalle 17.30 all 18.30 per ricordare a Monti e al suo governo che il popolo dell'acqua si oppone al decreto che va in altra direzione rispetto alla vittoria referendaria.
E' importante essere in tanti perchè è un momento di urgenza democratica di portata gravissima.
Chi può porti bandiere e fischietti.


Tradimento Monti - Salviamo il referendum dell'acqua
Padre_AlexEra il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune: ”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!" (Salmo, 126).
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto...” (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale Governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori. Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A. Catricalà, Sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato. E C. Passera, Ministro allo Sviluppo Economico, ha affermato: ”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G. Polillo ha rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico. E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato”. E non meno clamorosa è l’affermazione del Ministro dell’ambiente C. Clini: ”Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso…. La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione”.


Napoli, 13 gennaio 2012. Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del Governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art. 20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico (ARIN) in ABC (Acqua Bene Comune - Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro. E’ il tradimento del Governo dei professori. E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell’acqua (Veolia,Suez,Coca-Cola…) che da Bruxelles spingono il Governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso - ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua - si sta impossessando dell’acqua del pianeta. E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce: l’acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale. Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana”.
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo Governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica.
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico disobbedendo così al Governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone, uno striscione con la scritta: ”Giù le mani dall’acqua”!
In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
"E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia" (Salmo,126)

Alex Zanotelli.
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