Un approfondimento a cura del Laboratorio Falkatraz alla vigilia dell’apertura di uno dei procedimenti penali a carico di Api
Dopo il rinvio a giudizio del marzo 2020 si apre domani, giovedì 26 gennaio, il processo contro la raffineria Api per le ipotesi di reato di getto di cose pericolose, inquinamento ambientale e violazione di prescrizioni in materia ambientale. Sul banco degli imputati l’amministratore delegato Giancarlo Cogliati e il responsabile dell’ufficio ambiente e sicurezza Giovanni Bartolini. Secondo la procura i vertici dell’Api sarebbero responsabili di diverse inadempienze, relative al periodo 2013-2018, che avrebbero contribuito a peggiorare la qualità dell’aria nella zona attorno all’impianto. Le numerose emissioni inquinanti, che eccedevano lo storico caratteristico di una città come Falconara, area (ex!) AERCA (area ad alto rischio di crisi ambientale) e Sin (sito di interesse nazionale da bonificare) dal 2002, sembravano provenire da ripetuti incidenti e malfunzionamenti avvenuti nella fase di attracco allo stabilimento delle navi cisterna, come nella fase di carico e scarico del greggio. Alla faccia delle BAT, la presunta applicazione delle migliori tecnologie disponibili, pare invece che si risparmiasse sui costi di manutenzione ed investimento per tirare a produrre.
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