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REFERENDUM ACQUA: LA RISPOSTA POCO CHIARA DI MULTISERVIZI AI RECLAMI

In questi giorni sta arrivando la ettera di risposta da parte di Multiservizi S.p.A, alle persone che hanno sottoscritto il reclamo per la restituzione della quota di bolletta corrispondente alla remunerazione del capitale investito dal gestore, abrogata dal referendum del giugno 2011.
La lettera contiene alcuni passaggi poco chiari o addirittura palesemente inesatti, perciò vi invitiamo a leggere quanto riportato sotto per chiarirvi come stanno le cose.

  1. La lettera di riferimento non e` necessariamente di un attivista, è di un utente che reclama la restituzione di soldi; e` probabile che sapere se Multiservizi S.p.A. distribuisce utili non gliene importi proprio niente.
  2. La consequenzialità per la quale un'azienda a totale capitale pubblico non distribuisce utili è del tutto infondata; anzi, trattandosi di società per azioni, è proprio il non distribuirli a costituire eccezione. Siamo di fronte ad un "pertanto" mistificatorio, che lascia grossi dubbi sul fatto che Multiservizi S.p.A. rientri nell'eccezione.
  3.  A proposito di questa delibera... Abbiamo raccolto alcuni documenti di pubblico dominio dai quali si evince che questa deliberazione è avvenuta in violazione della prassi. E siamo convinti che se chi può la sottoponesse a verifica di un organo od autorità preposti si potrebbe anche sentenziare una violazione dello statuto (a suo tempo vigente) dell'AATO 2. Giusto per dare un'idea... L'articolazione tariffaria per il 2010 e` stata approvata con il 71,74% di voti favorevoli, quella per il 2011 con il 74,772%, mentre quella richiamata qui da Multiservizi S.p.A. (cioè relativa al 2012) con il 49,583%!
  4.  Attenzione, l'assoggettamento del gestore all'AATO vale fintanto che le disposizioni di quest'ultima sono conformi alla legge; altrimenti, per esempio non rispettando la normativa risultante dal referendum del 2011, non si tratta più di scaricabarile ma di complicità in indebita appropriazione.
  5. Da questa parte della lettera traspare la caratteristica di fondo della stessa, ovvero l'inconsistenza. Multiservizi S.p.A. si limita ad esprimere la propria posizione senza indicare normative a supporto (quantomeno presunto); bellamente ignorando quelle invece rigorosamente elencate nel reclamo (una su tutte il DPR del 18/07/2011 che sanciva il risultato referendario dichiarando immediatamente applicabile l’abrogazione della quota corrispondente al 7% del capitale investito); al punto che ci sorgono dubbi sul fatto che questa risposta possa formalmente considerarsi tale. Prima sostiene... "il quadro normativo di regolamentazione delle tariffe non è cambiato" e immediatamente sotto... "In sostanza, prima del referendum, si calcolavano le tariffe ..." ma allora è cambiato! Che il metodo normalizzato faccia "coincidere la remunerazione del capitale investito con il costo del capitale necessario al finanziamento degli investimenti" non sta (ne` stava) scritto in alcuna norma del nostro ordinamento. Per farla semplice... Il metodo normalizzato prevedeva sostanzialmente tre componenti per il calcolo della tariffa: i costi operativi, gli ammortamenti e la remunerazione del capitale investito. Dopo il referendum del 2011 esso andava ancora applicato ma con esclusione di quest'ultima dal calcolo.
  6.  Non crediamo che l'abrogazione cui ci si riferisce fosse finalizzata a "mutare il senso complessivo"... Era finalizzata ad abolire la remunerazione del capitale e l'ha abolita.
  7.  L'"incertezza del quadro legislativo di riferimento" la vede solo chi ha interesse a far finta che il popolo sovrano non si sia espresso sulla questione, colpevolmente ignorando anche le sentenze della Corte costituzionale. "In attesa di nuove disposizioni di legge" vanno rispettate quelle vigenti.

Insomma, la risposta di Multiservizi ai nostri reclami, è proprio il caso di dirlo, FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI!
Per questo motivo continueremo la battaglia perché il voto dei cittadini venga rispettato. Nei prossimi giorni definiremo le iniziative e le mobilitazioni da mettere in campo nei confronti dell'illegittimità di Multiservizi, dei Comuni e dell'AATO 2, non escludendo il ricorso alle vie legali.

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Comitato cittadino “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” – via Urbino, 18 – Ancona

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