ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Assemblea aperta per la condivisione di pratiche di autotutela legale e sanitaria per i richiedenti asilo


Quali sono i diritti di un richiedente asilo? Come si accede al sistema di accoglienza?Come e dove ci si può curare gratuitamente ? A quali servizi si può accedere con o senza documenti?.
Martedì 7 Marzo presso la sede dell'Ambasciata dei Diritti, via Urbino 18 Ancona daremo vita ad una assemblea aperta per dare una risposta a questi ed altri quesiti. La finalità sarà quella di creare un "sapere collettivo" e diffuso che dia a tutti gli strumenti per autotutelarsi o semplicemente per essere informati rispetto alla salvaguardia legale e sanitaria di chi non ha ancora un permesso di soggiorno o è in attesa dell'inserimento nelle strutture di accoglienza.
Per l'aspetto sanitario darà il suo importante contributo la dott. Patrizia Carletti Osservatorio diseguaglianze nella salute/ ARS/ Regione Marcheommario. E qui la fine del post.

 


 

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Contro i governi delle nuove leggi razziali, stop alle deportazioni navali


Ci risiamo. Come ad inizio gennaio, il porto di Ancona è stato nuovamente scelto per far attraccare la GeoBarents di MSF e far sbarcare le persone soccorse in mare a largo della Libia.
Ancora una volta, in barba al diritto internazionale che tutela i diritti umani, il Ministro dell'Interno Piantedosi costringe ad un inutile viaggio punitivo sia le persone soccorse che i soccorritori.
Queste politiche razziali, a difesa di confini e paradigmi che non ci rappresentano, portano indietro l'Italia ad un vergognoso passato coloniale, con cui non si è mai davvero fatto i conti. Oggi, con al governo i nostalgici di quel periodo, vengono approvate leggi che costringono i naufraghi ad una vera e propria deportazione.
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Breve corso intensivo di Fundraising


Per progettare insieme una campagna di autofinanziamento
Iscriviti entro il 13 febbraio. Numero massimo partecipanti 25.
Il corso si terrà in via Urbino 18 ad Ancona. Alcune lezioni si svolgeranno on line.
 
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La raffineria API di Falconara tra continue emissioni, nuovi processi, crisi climatica e disastro ambientale


Un approfondimento a cura del Laboratorio Falkatraz alla vigilia dell’apertura di uno dei procedimenti penali a carico di Api

Dopo il rinvio a giudizio del marzo 2020 si apre domani, giovedì 26 gennaio, il processo contro la raffineria Api per le ipotesi di reato di getto di cose pericolose, inquinamento ambientale e violazione di prescrizioni in materia ambientale. Sul banco degli imputati l’amministratore delegato Giancarlo Cogliati e il responsabile dell’ufficio ambiente e sicurezza Giovanni Bartolini. Secondo la procura i vertici dell’Api sarebbero responsabili di diverse inadempienze, relative al periodo 2013-2018, che avrebbero contribuito a peggiorare la qualità dell’aria nella zona attorno all’impianto. Le numerose emissioni inquinanti, che eccedevano lo storico caratteristico di una città come Falconara, area (ex!) AERCA (area ad alto rischio di crisi ambientale) e Sin (sito di interesse nazionale da bonificare) dal 2002, sembravano provenire da ripetuti incidenti e malfunzionamenti avvenuti nella fase di attracco allo stabilimento delle navi cisterna, come nella fase di carico e scarico del greggio. Alla faccia delle BAT, la presunta applicazione delle migliori tecnologie disponibili, pare invece che si risparmiasse sui costi di manutenzione ed investimento per tirare a produrre.

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Respingimenti illegali dall’Italia alla Grecia: richiedenti asilo detenuti in prigioni segrete Una nuova inchiesta di Lighthouse Reports

Grafico di Lighthouse Reports
Foto tratte da Lighthouse Reports

«Mentre i vacanzieri sorseggiano birra fresca e cocktail sul ponte di un traghetto passeggeri tra Italia e Grecia, una situazione molto diversa si sta svolgendo sottocoperta. Nel ventre di queste imbarcazioni ci sono persone, compresi bambini, incatenate e rinchiuse in luoghi bui contro la loro volontà». E’ quanto hanno i documentato i giornalisti investigativi di Lighthouse Reports. Una odiosa pratica di respingimento poco conosciuta in Europa, in cui le prigioni segrete su navi private sono utilizzate per riportare illegalmente i richiedenti asilo dall’Italia ai porti ellenici.

Lighthouse Reports, in collaborazione con SRF, ARD Monitor, Al Jazeera, Il Domani e Solomon, ha ottenuto fotografie, riprese video e testimonianze che rivelano le modalità con cui le persone che rischiano la vita nascondendosi sui traghetti diretti ai porti adriatici italiani di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi nella speranza di chiedere asilo si vedono negare l’opportunità di farlo.

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Diritto all'accoglienza

Nel corso delle varie battaglie condotte nell’ultimo anno a fianco dei richiedenti asilo costretti a dormire per strada dalla Questura che non avviava la procedura di accoglienza così come previsto dalla normativa vigente, e ai quali non veniva fatta formalizzare la domanda di protezione, avevamo promesso che avremmo fatto ricorso anche alle vie legali.

Ebbene avevamo ragione!
Il tribunale di Ancona, in risposta al ricorso presentato dall’avvocato Paolo Cognini, si è espresso con un’ordinanza chiara che obbliga la questura di Ancona di “formalizzare la ricezione della domanda di protezione internazionale entro 5 giorni dal provvedimento.”

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Stato di insicurezza


Attorno alla vicenda delle navi da ricerca e soccorso, costrette inutilmente ad approdare nel porto di Ancona, si è fatto giustamente più volte notare come questa scelta sia in evidente violazione delle norme internazionali, che l'Italia ha sottoscritto in materia di diritti umani e soccorso in mare. Ma queste non sono le uniche violazioni gravi commesse in questa vicenda, essendoci dei minori a bordo il governo avrebbe dovuto attivarsi immediatamente per disporre tutte quelle misure a loro tutela per cui esiste una normativa chiara in tal senso (Convenzione di New York sui diritti del fanciullo - Ratificata e resa esecutiva con Legge n. 176/1991;Convenzione Europea de l'Aja sul rimpatrio dei minori - Ratificata con Legge n. 396 del 30 giugno 1975; solo per citare le più importanti). Continua...

Indicare Ancona come porto di sbarco significa infierire su chi non si può difendere

E’ evidente come il governo italiano nell’assegnare il porto di Ancona alle due navi da soccorso Geo Barents e Ocean Viking volesse esporre l’equipaggio, gli armatori ed i naufraghi al pubblico ludibrio. Nelle stanze al calduccio del ministero degli interni chissà con quale sadico divertimento si sono immaginati il loro elettorato deridere e farsi beffe di clandestini e zecche costretti ad un viaggio tanto penoso quanto inutile.

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Arrivano la Ocean Viking e la Geo Barents al porto di Ancona

Ancona è in fermento per l'arrivo della Ocean Viking e la Geo Barents con a bordo migranti il cui arrivo è previsto per la prima, nella serata di oggi e la seconda nella giornata di mercoledì. Vogliono farlo passare come un evento straordinario per legittimare un operato governativo razzista, ormai insito da anni, che specula sulla vita di essere umani e criminalizza chi salva vite in mare. 

Immagine disegnata dal fumettista Nicola Gobbi 

 

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CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE ONG E DEI NAUFRAGH


Il porto di Ancona è stato assegnato alla Ocean Viking e Geo Barents per far sbarcare un centinaio  di persone, tra cui decine di ragazzi minorenni, soccorsi al largo della Libia; la notizia che sta velocemente facendo il giro dei media locali e nazionali in poche righe riassume il fallimento non solo (se mai ce ne fosse stata la volontà) di una politica di accoglienza, ma anche il naufragio del velleitario tentativo di tutelare i basilari diritti umani, nonché il definitivo tramonto dello stato di diritto. Continua...

Richiedenti asilo lasciati per strada


Da alcune settimane si sono intensificate le segnalazioni di diversi richiedenti asilo che recandosi presso la questura di Ancona provavano inutilmente ad accedere alla procedura di protezione internazionale.

A queste persone non è stata fatta formalizzare la richiesta e la motivazione riportata dai responsabili è stata la mancanza di posti disponibili nel sistema di accoglienza gestito dalla Prefettura di Ancona. Questa situazione fuori dalla legge, continua da tempo e alle varie segnalazioni già presentate ai due enti otteniamo come risposta solo il rimpallo delle responsabilità. Che di seguito vogliamo sottolineare.

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