ORARI DI APERTURA
Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org
Incontro Pubblico con Arnoldo Curruchich Cùmezdirigente del Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca
Vedi la videointervista fatta dall'ambasciata dei diritti.
INTERVISTA di Geraldina Colotti
GUATEMALA
«Enel Green ci ruba le sorgenti»
Arnoldo Curruchich, portavoce indigeno del Consejo de las Juventudes «I nostri fiumi vengono contaminati, l'energia prodotta non serve allo sviluppo delle comunità locali»
«Le multinazionali italiane prendono la nostra acqua, sono qui per dire ai movimenti che abbiamo un problema comune», dice al manifesto il guatemalteco Maximo Arnoldo Curruchich, dirigente del Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca. Curruchich, in Italia per un giro di conferenze, ieri a Roma è intervenuto durante la manifestazione per l'acqua pubblica.
Di cosa si occupa la sua organizzazione?
Nel Consiglio della gioventù Maya Garifuna e Xinca sono rappresentate le tre culture indigene del Guatemala. Su 14 milioni di abitanti, noi maya siamo 9 milioni. Io sono uno degli otto portavoce del Consejo. Abbiamo scelto di non avere un presidente perché una sola persona è più facilmente cooptabile dai poteri forti, mentre il rischio si riduce con una modalità assembleare. Difendiamo i diritti delle nostre popolazioni, che vengono depredate delle proprie risorse naturali. Siamo qui per fare informazione e cercare soluzioni comuni. Da anni esiste un lavoro di mutuo sostegno fra i movimenti italiani e i nostri, anche gli attivisti che cercano di sostenerci e di informare subiscono pressioni e minacce. In Guatemala viviamo una nuova forma di colonizzazione, portata avanti dalle grandi multinazionali minerarie e idroelettriche. Obbiettivo principale delle grandi imprese come Enel è quello di appropriarsi dell'acqua delle comunità indigene che è ancora incontaminata, i nostri fiumi fanno gola, per questo le persone che vivono in quelle zone vengono espropriate ed espulse. Le comunità, però, si stanno organizzando e così si scontrano con i grandi interessi appoggiati dal governo. Il mio compito è anche quello di preparare la visita di tre sindaci indigeni, che arriveranno in Italia ad aprile e che affrontano in prima persona i danni provocati da Enel.
Cosa sta facendo Enel?
. Da tre anni, Enel Green Power è arrivata nella comunità di San Juan Cotzal per costruire l'idroelettrica chiamata Palo Viejo, un impianto ad acqua fluente da 84 Mw che sfrutta il corso del fiume Cotzal e quello dei suoi 3 affluenti. Dovrebbe entrare in funzione nella prima parte del 2012 per produrre ogni anno 370 milioni di Kw. Enel e il sindaco di Cotzal non hanno però consultato le comunità indigene, come prevede la convenzione 169 della Oit, l'Organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dallo stato del Guatemala. E ora sta devastando i nostri territori. Nelle sue campagne pubblicitarie, Enel dice che produce energia «verde», ma le cose stanno in modo diverso: i nostri fiumi sono contaminati da sostanze chimiche, l'acqua non si può più bere e la gente non può più fare il bagno al fiume secondo la nostra tradizione perché rischia di ammalarsi. L'energia che viene prodotta in Guatemala non serve al benessere delle nostre popolazioni, e viene esportata all'estero, soprattutto nel vicino Messico. La nostra richiesta principale è che almeno il 20% dell'energia prodotta rimanga nelle comunità, che ne sono prive. Enel però risponde che questo tipo di sviluppo non fa parte della sua politica, e questo suscita grandi conflitti. Ci sono stati già due morti. L'ambasciatore italiano in Guatemala, Mainardo Benardelli, ha anche minacciato gli attivisti che denunciano questa situazione all'estero. Ha fatto pressione sul presidente uscente Alvaro Colom perché inviasse la polizia a reprimere la popolazione. Sono arrivati oltre 1.000 soldati e poliziotti. Quando abbiamo visto gli elicotteri, ci sembrava di essere tornati al terrore di 15-20 anni fa quando l'esercito arrivava per violentare le donne e bruciare le case. Anni in cui sono stati compiuti 114 massacri nelle nostre comunità.
L'ex generale Otto Pérez Molina, accusato di quei massacri, è oggi presidente della Repubblica. E si presenta come un uomo di pace perché ha firmato gli accordi del '96, che hanno messo fine alla guerra civile. Chi avete sostenuto durante la campagna presidenziale del 6 novembre scorso?
Il Consejo de las Juventudes Maya Garifuna y Xinca è composto da giovani sotto il 18 anni, che non hanno ancora il diritto di voto, secondo la nostra costituzione. Abbiamo sostenuto il Frente amplio, la coalizione di sinistra guidata da Rigoberta Menchu. Ho portato con me un video, tradotto in italiano, che contiene le dichiarazioni dell'attuale presidente Molina, detto Manodura: una delle persone che ha comandato il genocidio delle nostre comunità durante la guerra civile. Molina, che assumerà l'incarico il 4 gennaio prossimo, allora rivendicava lo sterminio dei maya come politica di stato: per togliere l'acqua ai pesci (ovvero alla guerriglia), diceva. La commissione delle Nazioni unite, detta del Chiarimento, e uno studio della chiesa cattolica hanno constatato che sono stati uccisi 250.000 indigeni, un milione è stato espulso dalle loro terre, un altro milione è andato in esilio, soprattutto in Messico. Una parte degli esiliati stava cominciando a rientrare, ma con questa nuova situazione, teme che ritorni il terrore..
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