Oggi al porto di Ancona si è consumato
l'ennesimo episodio che testimonia come i diritti umani siano
costantemente violati, a causa di una normativa assurda che crea le
condizioni affinché molti ragazzi provenienti da paesi in guerra o
poveri, debbano mettere a repentaglio la propria vita per cercare di
approdare nel nostro paese, con la speranza di costruirsi un futuro
migliore.
Diversamente da molte volte precedenti
oggi tutto è accaduto sotto lo sguardo di un nutrito numero di
persone, che seguendo distrattamente le operazioni di sbarco da una
nave proveniente dalla Grecia, hanno visto improvvisamente scappare
da un camion due ragazzi che hanno poi scavalcato le reti del porto
cercando rifugio tra le vie cittadine. Purtroppo per loro, la fuga è
stata resa vana dalle forze dell'ordine che si sono prodigate
nell'inseguimento.
Di questi ragazzi non sappiamo nulla ma
tutto ci fa pensare che la loro storia sia simile alle migliaia di
storie che da anni stiamo monitorando.
In attesa di sapere dalle solite veline
quale sarà la versione ufficiale abbiamo notato con piacere come sia
scattata una rete di solidarietà invisibile, segno che comunque una
certa sensibilità lentamente si stia formando in città. Infatti
dopo appena un minuto dall'accadimento dei fatti ci sono arrivate le
prime telefonate e quando siamo arrivati in porto c'erano già altre
persone di associazioni legate al mondo dei migranti che avevano
allertato il GUS, altri ancora avevano chiamato degli avvocati di
movimento pronti a farsi carico della difesa nel caso qualche profugo
fosse riuscito a divincolarsi dalla rete dei controlli. Probabilmente
quei ragazzi non ci hanno nemmeno visto, come non si sono accorti di
nulla i centinaia di turisti che si stavano imbarcando ma noi
c'eravamo e ci saremo sempre per far urlare che nessun uomo può
essere clandestino.
(nella foto il camion da cui sono
usciti i due ragazzi).
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