ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Uniti per la libertà: primo aggiornamento


Tunisi 8 Aprile 2011

Arrivato a Tunisi il gruppo dei 60 volontari italiani della carovana Uniti per la libertà coordinata dall'Ambasciata dei diritti Marche, Ya Basta e Centri sociali delle Marche.
Il gruppo è stato accolto dai volontari tunisini e dagli operatori della Mezza Luna Rossa cui sono stati consegnati i medicinali, strumentazioni mediche e alimenti per bambini arrivati in mattinata in aereo e quelli arrivati ieri per nave da Civitavecchia.

In un albergo del centro della città di Tunisi è ancora in corso la conferenza stampa cui stanno partecipando i giornalisti delle principali testate giornalistiche tunisine e le televisioni di Tunisi.

"I tunisini - racconta una volontaria marchigiana- dopo la lezione di democrazia, ci stanno dando anche lezione di accoglienza, una lezione che dovremmo subito applicare a Lampedusa e in tutti i centri di accoglienza dove sono trattenute le persone arrivate dai paesi del mediterraneo in rivolta.
Domani mattina il gruppo partirà alle 3,00 per il campo profughi di Ras Jadire, nel sud est della Tunisia che ospita persone fuggite dalla Libia, dalla Somalia e dall'Eritrea e Bangladesh (queste persone che hanno diritto di asilo erano rimaste "intrappolate in Libia con l'accordo Italia-Libia")
Gli aiuti umanitari raccolti tramite le donazioni di singoli, associazioni, asur e comuni verranno distribuiti domani alle persone che vivono al campo autogestito da studenti, medici e tutte le persone che hanno messo in campo la "rivolta dei gelsomini".
I volontari tunisini che hanno accolto quelli marchigiani hanno raccontato che al campo di Ras Jadire "C'è chi chiede asilo politico, chi vuole tornare nel proprio paese, chi vuole fermarsi in Tunisia e chi vuole tornare in una Libia libera.

Vi terremo continuamente aggiornati

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È partita dalle Marche la carovana


Ancona 7 aprile 2011

Una risposta sperata, ma inaspettata quella riscossa dall´appello per la carovana umanitaria in Tunisia, lanciato dalle associazioni marchigiane Ambasciata dei Diritti, Ya Basta! e dai Centri Sociali delle Marche.

Inaspettata perché quando è nata l´idea di Uniti per la Libertà (questo il nome della carovana) e dopo i primi contatti con la Mezza Luna Rossa abbiamo assistito alla mobilitazione e al coinvolgimento di tantissime associazioni da tutte le regioni italiane.
Il primo carico di medicinali è arrivato oggi a Tunisi e verrà affidato alla Mezza Luna Rossa per la distribuzione al campo profughi di Ras Jadir. Già da questa sera partiranno i primi volontari e domani gli oltre 60 volontari italiani, tra studenti, docenti, medici, avvocati e giornalisti pianificheranno le fasi organizzative per l´ingresso al campo profughi che ospita circa 10mila persone che si sono rifugiate nella parte sud est del paese, al confine con la Libia.

Tra le persone che vivono al campo profughi non ci sono solo libici, ma anche somali, eritrei e tutte quelle persone che nel tentativo di raggiungere l´Europa sono state incarcerate, torturate e violentate nelle prigioni di Gheddafi, in base e grazie all´accordo di amicizia Italia-Libia.
La carovana incontrerà tutte queste persone per portare dal basso un aiuto reale, per dire stop alle bombe, per dimostrare che in tanti in Italia sostengono le rivolte per la libertà, e che in tanti credono ancora nell´accoglienza e nella solidarietà come valori da praticare concretamente. Continua...

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Uniti Per La Libertà! Carovana dalla Tunisia alla Libia


Unis pour la libertè! United for freedom! Uniti per la libertà!

Nel sud est della Tunisia, al confine con la Libia, migliaia di persone vivono nel campo profughi di Ras Jadire. La situazione è drammatica: migliaia di uomini, donne e bambini in fuga dalla Libia, ma anche dalla Somalia e dall'Eritrea, sono ammassate nel campo. Si pensa che nei prossimi giorni la situazione peggiorerà ulteriormente per l'intensificarsi del numero delle persone con ferite da arma da fuoco.

Le organizzazioni di soccorso hanno allestito tende, sotto le quali medici e volontari stanno cercando di affrontare le emergenze più gravi. La Mezzaluna Rossa distribuisce i pasti, ma mancano medicinali, strumentazioni mediche e chirurgiche, latte per bambini.
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Dopo gli stadi e i centri, un’ isola: Lampedusa.


Eccedenze di libertà e nuovi dispositivi di controllo
di Pietro Fanesi e Stefano Re, Campagna Welcome.

Appena tornati da Lampedusa tutto sembra strano e senza senso, leggere quella realtà in assenza della percezione diretta di ciò che sta accadendo fa risaltare come il filtro imposto dall’ordinarietà mediatica mainstream nulla dice e nulla denuncia della complessità della catastrofe lampedusana. Le immagini ripetitive e ridondanti degli ‘sbarchi’ al porto non possono raccontare la cruda fisionomia che l’isola ha assunto ormai da qualche settimana.

La notizia della chiusura del porto ai giornalisti fa però venire a galla ciò che accade e ciò che con i nostri occhi abbiamo visto durante i primi giorni del presidio della campagna Welcome!. A chi ha avuto la possibilità di toccare con mano la situazione drammatica di queste ore, appare evidente che Lampedusa non è l’avamposto di un’invasione ‘biblica’, ma rappresenta piuttosto una delle nuove forme di confinamento, una modalità nuova (e se possibile ancora più degradante) nella quale la forma-campo si esprime, attingendo dalle esperienze ormai decennali di detenzione amministrativa dei migranti: dalle prime sperimentazioni degli anni ’90 nelle quali venivano utilizzati gli stadi, all’istituzione dei primi Centri di Permanenza Temporanea ( e assistenza), poi divenuti Centri di Identificazione ed Espulsione, fino alla ‘cittadella di transizione’ rappresentata dal villaggio di Mineo.
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L’Ambasciata dei Diritti Marche a Lampedusa

In questi giorni in cui il governo propone complessi e irrealistici piani per l’accoglienza dei profughi libici fantasma, le strutture di accoglienza locali si svuotano e le persone che hanno richiesto protezione vengono trasferite a Mineo Cattaneo nel “villaggio di accoglienza d’eccellenza”. Ma in questa situazione tutt’altro che chiara, non si capisce perché sono stati liberati dei posti, se al momento attuale non ci sono richiedenti asilo che arriveranno da Lampedusa alle Marche. Anzi osservando i vari movimenti degli ultimi giorni sembra di percepire che non si stia attuando un piano di accoglienza. Infatti da Lampedusa è salpata la nave Militare San Marco, direzione Mineo Cattaneo: ciò che fino a ieri doveva essere il villaggio dell’accoglienza d’eccellenza da mostrare con gloria a tutta l’Europa, oggi è diventato il centro in cui si stanno portando tantissime persone da tutta Italia, Lampedusa compresa. Fino a ieri le persone che si trovano a Lampedusa non potevano essere accolti invece quello che vogliamo denunciare è che non è stata data la possibilità a tante persone, tra cui anche i minori, di poter accedere a percorsi di protezione. Per portare sostegno ai lampedusani e ai migranti, nonché denunciare il mancato rispetto dei diritti umani e per dire no all’isola prigione, una delegazione dell’Ambasciata dei Diritti è da oggi a Lampedusa insieme al gruppo di Melting Pot Europa. Da Lampedusa alle Marche, Gradisca a Mineo diciamo no alla detenzione ed al confinamento, costruiamo dal basso il diritto d’asilo europeo.

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LA QUESTIONE NUCLEARE

Dal referendum del 1987 ad oggi, la cultura, la società e la politica italiana continua ad interrogarsi sull'energia nucleare. Una laureanda decide di incontrare personaggi di spicco in ogni campo - ambientalisti, economisti, medici, premi Nobel - al fine di comprendere la tematica in ogni sua implicazione, conseguenza e scoperta. Viaggiando tra l'Italia e la Francia, tra lo scettiscimo degli ambientalisti e l'entusiasmo di chi crede nella costruzione di nuve centrali, Erica scopre che il futuro dell'energia in italia è tutt'altro che scontato.
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26 marzo 2011 Manifestazione nazionale

Ore 14.00 - Piazza della Repubblica- ROMA

VOTA SI' AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!

SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,

dei diritti, della democrazia

Leggi l'appello...

Pulman prenotazioni e informazioni

ANCONA Cell. 3206199819 e-mail michechc@gmail.com partenza P.zza d'Armi ore 7.00

SENIGALLIA Cell. 3483927697- 3883249419 e-mail: acquasenigallia@gmail.com partenza Stazione Ferroviaria ore 7.00

JESI Cell. 3338235503 partenza Porta Valle ore 7.30

FABRIANO partenza Giardini ore 8.15


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Corso di formazione per migranti


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UN TANGO PER L'ACQUA







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