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Un cpt a Falconara? Dalla devastazione ambientale a quella sociale

A proposito di un eventuale Centro di Permanenza Temporanea nella città di Falconara.

In questa settimana da più parti si alimentano voci circa una futura localizzazione nella nostra Città di un Cpt. Se oltre le semplici deduzioni politiche i diffusori di simili voci, che alimentano la preoccupazione non solo dei migranti ma anche dei cittadini sensibili ai valori di democrazia libertà e diritti civili, sono a conoscenza di altre più circostanziate informazioni, le rendano pubbliche, senza gettare altra benzina sul fuoco. Per parte nostra richiediamo con fermezza e celerità alle opposizioni presenti in consiglio comunale di presentare una immediata interrogazione al prossimo consiglio comunale per fare chiarezza sulla vicenda e rendere pubblica la posizione della nuova amministrazione Brandoni in materia.
Sembra dedursi infatti che, in linea con il nuovo indirizzo politico del Governo Berlusconi che prevede l’istituzione di almeno un Cpt per regione, localizzato tendenzialmente in ogni capoluogo d’Italia, sarà probabile (in barba alle velleità di riconoscimento del ruolo di servizio che la nostra Città ricopre verso gli enti locali provinciali e regionali ed alla necessità di una riduzione del peso di questo scomodo ruolo, in termini e ambientali e di sicurezza) scaricare questa ennesima patata bollente a Falconara.
Perché no? Visto che abbiamo l’API, la Quadrilatero, il By Pass ferroviario, le future centrali elettriche, i rigurgiti xenofobi e chi più ne ha più ne metta...
Non tollereremo la presenza di questi centri di violenza e barbarie, questi moderni “lager” a sfondo razziale, né, come un tempo alcuni prefiguravano (scatenando una contrarietà generalizzata che ha rispedito al mittente il progetto...), nelle aree dismesse dell’Aereonautica militare nei pressi del nostro aereoporto, né tantomeno alla caserma Saracini, come sembra prefigurino alcuni oggi.
Seconda la nuova giunta la ex caserma Saracini dovrebbe diventare un “polo per la sicurezza”, parole che vogliono dire tutto e niente, ma che certo delimitano e circostanziano il suo utilizzo. Ma tra la sede dei mezzi della Protezione Civile e un CPT, ce ne passa...
Attualmente la Saracini è in via di alienazione da parte del Demanio Pubblico, ed è interessata dalla “grande opera” del Bypass ferroviario, l’ennesimo favore all’Api, ai danni dei cittadini falconaresi.
Pochi mesi orsono il Cipe ha stanziato i fondi per il By Pass ferroviario, il cui progetto attuale prevedrebbe il drastico ridimensionamento o addirittura l’abbattimento della ex caserma.
L’utilizzo della Saracini per realizzare un Cpt in quella zona, insieme all’arretramento della ferrovia, trasformerebbero il quartiere di Fiumesino in un autentico ghetto, schiacciato tra raffineria, Cpt e ferrovia. Geniale soluzione dei nuovi urbanisti della segregazione e delle banlieus, che controbilancia la chiusura della “moschea” (che tale non è, trattandosi di una semplice associazione) di Villanova, giustificata dall’amministrazione comunale con presunti problemi di integrazione e sicurezza.
Ricordiamo che i Cpt, luoghi di detenzione amministrativa finalizzati alla preparazione dell’espulsione dei cittadini privi di documenti, “san papiers”, sono in realtà, luoghi di sospensione del diritto, dalla dubbia legittimità costituzionale, all’interno dei quali vige un regime arbitrario, spesso disumano, e di continua violazione dei diritti umani, verso soggetti che non hanno realmente commesso alcuna lesione della sfera personale altrui. Queste strutture, dovunque sono sorte, sono state soggette in più riprese a polemiche e conflitti, circa il trattamento inumano cui vengono sottoposti i detenuti e per i problemi di ordine pubblico provocati nei territori che le ospitano. Il nuovo pacchetto sicurezza di Maroni, con l’istituzione del reato di clandestinità, l’allungamento dei tempi di detenzione nei cpt e la legalizzazione della figura del “sindaco-sceriffo”, certo peggiorerà la situazione già resa precaria e drammatica dalla Bossi-Fini, e comporterà la necessaria estensione di queste carceri illegali. Ricordiamo come la Bossi Fini in oltre 5 anni di applicazione non solo non ha migliorato né gestito il fenomeno immigrazione, ma si è posta come il principale ostacolo a reali forme di integrazione e regolarizzazione, costringendo la monodopera migrante a sorreggere la nostra economia secondo un modello di “lavoro nero senza diritti”, accelerando i drastici fenomeni di precarizzazione e clandestinizzazione del lavoro, e approfondendo i conflitti sociali e lo scontro di civiltà...altro che la sbandierata sicurezza, siamo sull’orlo di un apartheid di fatto!
Ricordiamo come già nel 2004 il tentativo di installare un cpt, specificatamente a Corridonia nel maceratese, scatenò una campagna generalizzata di opposizione dei cittadini e delle reti marchigiane in difesa dei diritti civili, conclusasi con l’occupazione e la sospensione del consiglio comunale del 4 marzo (e l’uso della forza per sgomberare l’aula), ove si sarebbe dovuta votare l’approvazione della struttura, e il ritiro da parte della giunta, fortemente delegittimata dalla vicenda, della proposta.
Qui a Falconara simili politiche razziste e antidemocratiche, lesive dei diritti e degli interessi di tutta la comunità falconarese, troveranno la stessa accoglienza.

Centro Sociale Autogestito Kontatto
Ambasciata dei Diritti - Falconara Marittima

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