L'ambasciata dei diritti lancia la campagna per l'abbattimento delle reti al porto di Ancona.
firma la petizione on line
http://www.firmiamo.it/abbattiamoleretidelporto
Con il pretesto della sicurezza e del declassamento del porto ci hanno tolto una parte importante della città. Hanno recintato il porto trasformandolo in un carcere a cielo aperto impedendo la sua libera fruizione da parte dei cittadini. Hanno distrutto un sentimento.
Le reti, orrende nell'aspetto servono solo a deturpare il paesaggio che fino a pochi anni fa si poteva godere dalle banchine. Dal punto di vista della sicurezza sono inutili poiché erigono una barriera a dieci metri da un muro già esistente. Come tutti sanno il porto di Ancona è storicamente il frutto di una stratificazione urbanistica strettamente legata alla sicurezza dello scalo marittimo e alla difesa della città. Due millenni di storia hanno dato vita ad un sistema difensivo composto da mura e porte che si sono perfettamente integrati con il resto della città e che mai sono state un ostacolo per i propri abitanti. Le reti i cancelli ed i tornelli attuali rappresentano soltanto un impedimento gratuito che danneggia tutti i fruitori del porto turisti, commercianti, marittimi visitatori occasionali etc.
Il decreto con il quale hanno giustificato l'innalzamento delle reti(6 novembre 2007, n. 203.) non prevede assolutamente tale forma di recinzione, indica genericamente che i porti devono avere delle aree protette che possono essere più o meno interdette in caso di pericolo o minaccia. Il decreto lascia ampio margine di discrezionalità e sottolinea che comunque le misure di sicurezza non devono ostacolare i normali fruitori del porto compresi i visitatori occasionali.
Sarebbe bastato migliorare i controlli nelle porte già esistenti invece di creare quel carcere, controlli che però devono essere intensificati solo in caso di percezione di minaccia e non quotidianamente, lasciando come sempre è stato la libera possibilità di poter usufruire della parte più bella della città.
Anche l'eventuale declassamento è una bugia studiata ad arte da chi in qualche modo ha interesse a che le reti ci siano, la classe del porto non deriva dal livello di sicurezza ma dalla movimentazione delle merci e dal numero di passeggeri che vi transitano (Legge 28 gennaio 1994, n. 84 ).
Il porto è sempre stato un bene comune, uno spazio importante di relazione commercio ed incontri, dove andare per fare una semplice foto su una bitta od una passeggiata, dove i nonni portavano per mano i bambini per fargli ammirare la grandiosità delle navi. Chi ha deciso di installare quello scempio delle reti immagina la sua terra come un gigantesco carcere sorvegliato da telecamere e protetto da filo spinato. A questo progetto è possibile opporsi firma la petizione che ne chiede la rimozione sostieni la campagna per abbattere le reti del porto.
La tranquillità è importante ma la libertà è tutto
Ambasciata dei Diritti Ancona
firma la petizione on line
http://www.firmiamo.it/abbattiamoleretidelporto
Con il pretesto della sicurezza e del declassamento del porto ci hanno tolto una parte importante della città. Hanno recintato il porto trasformandolo in un carcere a cielo aperto impedendo la sua libera fruizione da parte dei cittadini. Hanno distrutto un sentimento.
Le reti, orrende nell'aspetto servono solo a deturpare il paesaggio che fino a pochi anni fa si poteva godere dalle banchine. Dal punto di vista della sicurezza sono inutili poiché erigono una barriera a dieci metri da un muro già esistente. Come tutti sanno il porto di Ancona è storicamente il frutto di una stratificazione urbanistica strettamente legata alla sicurezza dello scalo marittimo e alla difesa della città. Due millenni di storia hanno dato vita ad un sistema difensivo composto da mura e porte che si sono perfettamente integrati con il resto della città e che mai sono state un ostacolo per i propri abitanti. Le reti i cancelli ed i tornelli attuali rappresentano soltanto un impedimento gratuito che danneggia tutti i fruitori del porto turisti, commercianti, marittimi visitatori occasionali etc.
Il decreto con il quale hanno giustificato l'innalzamento delle reti(6 novembre 2007, n. 203.) non prevede assolutamente tale forma di recinzione, indica genericamente che i porti devono avere delle aree protette che possono essere più o meno interdette in caso di pericolo o minaccia. Il decreto lascia ampio margine di discrezionalità e sottolinea che comunque le misure di sicurezza non devono ostacolare i normali fruitori del porto compresi i visitatori occasionali.
Sarebbe bastato migliorare i controlli nelle porte già esistenti invece di creare quel carcere, controlli che però devono essere intensificati solo in caso di percezione di minaccia e non quotidianamente, lasciando come sempre è stato la libera possibilità di poter usufruire della parte più bella della città.
Anche l'eventuale declassamento è una bugia studiata ad arte da chi in qualche modo ha interesse a che le reti ci siano, la classe del porto non deriva dal livello di sicurezza ma dalla movimentazione delle merci e dal numero di passeggeri che vi transitano (Legge 28 gennaio 1994, n. 84 ).
Il porto è sempre stato un bene comune, uno spazio importante di relazione commercio ed incontri, dove andare per fare una semplice foto su una bitta od una passeggiata, dove i nonni portavano per mano i bambini per fargli ammirare la grandiosità delle navi. Chi ha deciso di installare quello scempio delle reti immagina la sua terra come un gigantesco carcere sorvegliato da telecamere e protetto da filo spinato. A questo progetto è possibile opporsi firma la petizione che ne chiede la rimozione sostieni la campagna per abbattere le reti del porto.
La tranquillità è importante ma la libertà è tutto
Ambasciata dei Diritti Ancona
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