Da Rosarno ad Ancona:
Solidarietà e Dignità per tutti i migranti!
Presidio antirazzista contro ogni forma di respingimento
Domenica 24 genn. Ore 16
Piazza Della Repubblica
Guardando a ciò che è accaduto a Rosarno ci risulta evidente che l’operazione politica, portata avanti dal ministro Maroni, di addossare la colpa di ciò che è accaduto alla presenza di troppi migranti, sia ad oggi fallita.
È sotto agli occhi di tutti la realtà di Rosarno: la produzione di sfruttamento, il lavoro nero piuttosto che la manodopera a bassissimo costo a cui viene negata qualsiasi tipo di tutela, colpiscono migliaia di stranieri che nel nostro paese cercano condizioni di vita migliori.
Le trame reticolate dello sfruttamento sono oggi sostenute da molteplici attori organizzati che intrappolano migliaia di esseri umani che vengono costretti dall’attuale legge sull’immigrazione ad accettare condizioni di vita disumane.
Condizioni di vita che spogliano l’uomo di tutti quei diritti che ontologicamente gli appartengono come il diritto all’ essere libero, il diritto di condurre una vita degna, il diritto di poter rivendicare la propria essenza culturale che da sempre ci contraddistingue.
Ma quando ciò ti viene negato è legittimo ribellarsi, è legittimo rendersi visibili là dove il bulimico mercato del lavoro produce nuovi schiavi, nuova esclusione. Questo è quello che è accaduto a Rosarno. La genesi della ribellione si colloca strutturalmente nelle conseguenze che la legge oggi in vigore in tema di immigrazione sta producendo. Una legge che lega indissolubilmente il migrante al mercato del lavoro, una legge che costringe alla clandestinità forzata. La giusta ribellione di Rosarno ha palesato ciò che quotidianamente avviene ovunque. L’attuale sfruttamento selvaggio di questo modello economico che si sostiene grazie alle complicità mafiose produce vittime anche “sotto casa nostra”. Basti pensare alle condizioni di molti lavoratori e lavoratrici migranti all’interno delle industrie della nostra Regione. Industrie che, con il pretesto dalla crisi, esternalizzano il lavoro appaltandolo a ditte che non garantiscono né una retribuzione giusta né tutele sul posto di lavoro. La Fincantieri di questo è un esempio. È necessario svelare il mondo sommerso di coloro che oggi vivono in condizioni di schiavitù e condannare le politiche razziste dell’attuale governo che, come a Rosarno, si rivolge ai migranti per criminalizzarli o espellerli quando alzano la voce mentre al contrario fanno comodo alla nostra economia quando in silenzio accettano i ricatti dei padroni. La campagna di criminalizzazione verso i cittadini stranieri alimenta al contempo il clima di odio che in tanti casi , purtroppo, sfocia contro di loro in atti di violenza ed emarginazione. Insieme dobbiamo costruire una risposta che metta al centro la dignità umana e sappia costruire spazi di inclusione sociale dove siano rispettati i diritti di tutti.
Per questo non possiamo accettare ciò che avviene quotidianamente al di là delle reti metalliche che sottraggono il porto alla città di Ancona. Porto che con i suoi sofisticati sistemi di sicurezza è oggi diventato laboratorio dove si sperimentano i dispositivi di controllo e di respingimento.
Vi invitiamo ad essere presenti alla mobilitazione di domenica 24 gennaio alle ore 16 davanti al teatro delle Muse per esprimere solidarietà ai migranti di Rosarno, per dire basta allo sfruttamento del lavoro, per dire che Ancona non è razzista, per affermare il diritto di accoglienza contro ogni forma di respingimento.
Ambasciata dei Diritti
Associazione senegalese Diappo
Associazione Bangladesh Marche
Collettivo studentesco O.P.S.
Spazio Autogestito La Cupa
Solidarietà e Dignità per tutti i migranti!
Presidio antirazzista contro ogni forma di respingimento
Domenica 24 genn. Ore 16
Piazza Della Repubblica
Guardando a ciò che è accaduto a Rosarno ci risulta evidente che l’operazione politica, portata avanti dal ministro Maroni, di addossare la colpa di ciò che è accaduto alla presenza di troppi migranti, sia ad oggi fallita.
È sotto agli occhi di tutti la realtà di Rosarno: la produzione di sfruttamento, il lavoro nero piuttosto che la manodopera a bassissimo costo a cui viene negata qualsiasi tipo di tutela, colpiscono migliaia di stranieri che nel nostro paese cercano condizioni di vita migliori.
Le trame reticolate dello sfruttamento sono oggi sostenute da molteplici attori organizzati che intrappolano migliaia di esseri umani che vengono costretti dall’attuale legge sull’immigrazione ad accettare condizioni di vita disumane.
Condizioni di vita che spogliano l’uomo di tutti quei diritti che ontologicamente gli appartengono come il diritto all’ essere libero, il diritto di condurre una vita degna, il diritto di poter rivendicare la propria essenza culturale che da sempre ci contraddistingue.
Ma quando ciò ti viene negato è legittimo ribellarsi, è legittimo rendersi visibili là dove il bulimico mercato del lavoro produce nuovi schiavi, nuova esclusione. Questo è quello che è accaduto a Rosarno. La genesi della ribellione si colloca strutturalmente nelle conseguenze che la legge oggi in vigore in tema di immigrazione sta producendo. Una legge che lega indissolubilmente il migrante al mercato del lavoro, una legge che costringe alla clandestinità forzata. La giusta ribellione di Rosarno ha palesato ciò che quotidianamente avviene ovunque. L’attuale sfruttamento selvaggio di questo modello economico che si sostiene grazie alle complicità mafiose produce vittime anche “sotto casa nostra”. Basti pensare alle condizioni di molti lavoratori e lavoratrici migranti all’interno delle industrie della nostra Regione. Industrie che, con il pretesto dalla crisi, esternalizzano il lavoro appaltandolo a ditte che non garantiscono né una retribuzione giusta né tutele sul posto di lavoro. La Fincantieri di questo è un esempio. È necessario svelare il mondo sommerso di coloro che oggi vivono in condizioni di schiavitù e condannare le politiche razziste dell’attuale governo che, come a Rosarno, si rivolge ai migranti per criminalizzarli o espellerli quando alzano la voce mentre al contrario fanno comodo alla nostra economia quando in silenzio accettano i ricatti dei padroni. La campagna di criminalizzazione verso i cittadini stranieri alimenta al contempo il clima di odio che in tanti casi , purtroppo, sfocia contro di loro in atti di violenza ed emarginazione. Insieme dobbiamo costruire una risposta che metta al centro la dignità umana e sappia costruire spazi di inclusione sociale dove siano rispettati i diritti di tutti.
Per questo non possiamo accettare ciò che avviene quotidianamente al di là delle reti metalliche che sottraggono il porto alla città di Ancona. Porto che con i suoi sofisticati sistemi di sicurezza è oggi diventato laboratorio dove si sperimentano i dispositivi di controllo e di respingimento.
Vi invitiamo ad essere presenti alla mobilitazione di domenica 24 gennaio alle ore 16 davanti al teatro delle Muse per esprimere solidarietà ai migranti di Rosarno, per dire basta allo sfruttamento del lavoro, per dire che Ancona non è razzista, per affermare il diritto di accoglienza contro ogni forma di respingimento.
Ambasciata dei Diritti
Associazione senegalese Diappo
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Collettivo studentesco O.P.S.
Spazio Autogestito La Cupa
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