ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

A Enrico, Zeno, Mattia e Marco, esprimiamo tutta la solidarietà, vicinanza, complicità!

La giornata del 14 novembre scorso è ancora nitida nei nostri occhi. Una grande giornata di lotta europea, con scioperi, blocchi stradali, occupazioni, manifestazioni e cortei, che ha visto scendere in piazza tutti coloro che desiderano, lavorano e mettono ogni giorno i proprio corpi per la difesa del posto di lavoro, per reclamare reddito, per i diritti di cittadinanza, per una scuola e un’università di tutt@. Il 14 novembre è stata una giornata ribelle e gioiosa in cui donne e uomini di tutta Europa si sono organizzati per manifestare in piazza il proprio dissenso alle politiche di austerity targate BCE e rivendicare un futuro di diritti e libertà contro i grandi della finanza internazionale e dei loro “delegati” territoriali chiamati ad emanare leggi che inculcano sottomissione e paura per un futuro che quotidianamente ci viene negato. Ma è stata anche una giornata di inaudita violenza delle “forze dell'ordine” (e dei lacrimogeni che cadendo dal tetto del Ministero di Giustizia “rimbalzavano contro i muri” abbattendosi “accidentalmente” sui manifestanti), oltretutto ampiamente documentata. Liberi tutti, subito!. A quasi due mesi da quella grande giornata di mobilitazione europea la risposta che riceviamo è, come sempre più spesso accade, un’operazione giudiziaria sproporzionata e repressiva: ieri mattina infatti la Questura di Padova ha notificato a due nostri fratelli gli arresti domiciliari e ad altri due l’obbligo di firma, con le assurde accuse di interruzione di pubblico servizio, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni in concorso. Questa manovra rappresenta l’ennesima forma di intimidazione legalitaria agita verso i movimenti, per tentare di intimidire le centinaia di migliaia di persone che, rompendo l’indifferenza e il silenzio, rivendicano il diritto di vivere una vita senza il ricatto di un debito che non hanno contratto e di una crisi che non hanno prodotto. La risposta della magistratura di Padova evidenzia il vuoto politico italiano e risponde ad una precisa logica che vorrebbe risolvere la gravissima situazione sociale criminalizzando il dissenso e privando della libertà chi mette il proprio corpo in prima fila a rivendicare e determinare un radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali. Chi oggi ha colpito quattro nostri fratelli, voleva colpire anche tutt@ noi. Ma si sbagliano di grosso. Le loro gabbie, possono starne certi, non fermeranno la nostra voglia e la nostra determinazione di costruire un’alternativa alla miseria del presente. A Enrico, Zeno, Mattia e Marco, esprimiamo tutta la solidarietà, vicinanza, complicità!.

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