Sono scappati tutti i migranti provenienti da Lampedusa che erano destinati ad essere accolti ad Ancona su richiesta del Ministero
dell'Interno. Ieri infatti circa cinquanta migranti su richiesta del
prefetto di Ancona erano stati accompagnati ad un “tetto per tutti”
scortati da un ingente spiegamento di forze dell'ordine. Erano in
prevalenza donne con bambini, alcuni con gravi lesioni, sembra di
provenienza eritrea. Verso le 22.00 approfittando del momentaneo
allontanamento delle forze dell'ordine sono scappati con i bambini in
braccio, abbandonando le poche cose che avevano pur di fuggire
dall'Italia. E' noto infatti come la maggior parte dei migranti che
approdano nel nostro paese intenda in realtà rifugiarsi nel nord Europa
dove le condizioni di accoglienza e di tutela dei diritti sono molto più
garantisti. L'episodio evidenzia inoltre come tutto l'apparato di
accoglienza messo in piedi dal ministero dell'interno sia completamente
fallimentare e percepito dai migranti per quello che effettivamente è,
ovvero uno sfruttamento economico fatto sulla loro pelle che ha solo una
funzione detentiva e non di inclusione sociale.
L'arrivo dei
migranti era stato anticipato due giorni fa da una circolare
(n.14100/27) in cui il ministero dell'interno informava i vari prefetti
regionali e la pubblica sicurezza che “in questi ultimi giorni sono
arrivate oltre 2.800 migranti che si vanno a sommare ai 1.049 già
arrivati nei giorni precedenti. La circolare continua affermando la
necessità, data l'emergenza, di suddividere i migranti per le varie
città italiane (secondo un elenco allegato) che siano assegnati ai
vincitori dei progetti SPRAR che nel 2014 sono stati ampliati a 19.000
posti contro il 9.400 degli anni precedenti.”
Nell'elenco allegato
figurano 74 città a cui verranno assegnati un totale di 3700 migranti,
ad esempio nelle marche sono previsti 50 posti ad Ancona, 50 ad Ascoli
Piceno e 60 a Pesaro.
Ecco spiegato il numero dei migranti giunti ad Ancona,
Il 19 marzo un altra circolare del Ministero dell'interno (praticamente
identica tranne che nei numeri) distribuiva 2290 migranti per tutte le
regioni italiane.
Fin qui sembrerebbe una normalissima procedura di
accoglienza, tutto sommato condivisibile, poiché tende ad accogliere
tutti ed a suddividere i migranti per impedire situazioni di
concentramento che peserebbero troppo su un unico luogo.
Ma per
decifrare bene questi numeri va letta bene l'ennesima circolare dell'
otto gennaio 2014, con la quale il ministero dell'interno pianifica il
business legato agli sbarchi. Viene infatti deliberato che per il
triennio 2014/2016 le strutture di accoglienza dovranno ospitare 21.000
posti. (oltre agli SPRAR sono conteggiati anche i CARA ). La circolare
sottolinea inoltre che si dovrebbero evitare strutture alberghiere e
comunque con una capienza oltre le 100 persone, nota evidentemente
aggiunta a seguito dello scandalo legato all'emergenza nord Africa. Ma
l'aspetto più interessante è la monetizzazione del migrante infatti per
ogni persona è previsto un costo giornaliero di 32, 50 € (2,5€ al giorno
vanno direttamente al migrante sotto la voce pocket money), facendo
delle semplici moltiplicazioni si ottiene che in tre anni verranno spesi
per questo sistema di accoglienza 747.337.500 milioni di euro. Una
cifra enorme ma che è solo la fine della catena legata al business
dell'accoglienza.
Qualcuno potrebbe facilmente sostenere che,
comunque sia, l'Italia investendo queste risorse dà una risposta
efficace all'emergenza legata all'immigrazione, ma approfondendo un po'
più lo sguardo i nodi vengono al pettine. I progetti SPRAR non sono
ancora del tutto attivati, ed in sostituzione di essi si improvvisano
situazioni di accoglienza legittimate dalle innumerevoli circolari
ministeriali che periodicamente annunciano l'ennesima emergenza, ecco
che tornano gli alberghi come il cara di Arcevia (an) dove i migranti
vengono parcheggiati per periodi più o meno lunghi con il solo risultato
di incassare i 30 euro giornalieri dando in cambia nessuna prospettiva
per il futuro. Gli stessi progetti SPRAR possono essere più o meno
buoni, e comunque resta il limite dell'accoglienza a tempo non legata ad
effettivi percorsi personali di inclusione sociale. Ma dicevamo che
l'accoglienza è solo l'ultimo anello della catena degli affari legati
agli sbarchi, infatti ai 740 milioni in tre anni destinati alle
strutture di accoglienza vanno sommati i 360 milioni spesi per mare
nostrum (fonte sole 24 ore che stima un costo di 10 milioni al mese) e
altre decine di milioni di euro finanziate dalla comunità europea e
fagocitate dai soliti intrallazzi clamoroso il caso di “Connecting
People la capofila di una rete di associazioni che hanno scalato le
graduatorie del ministero e si sono aggiudicate per ben due volte un
milione e mezzo di euro per uno studio intitolato “Nautilus” sulle
prospettive dei rifugiati politici in Italia. “ (l'Espresso).
Più si va a fondo più i conti non tornano, non tornano sopratutto perché
sono fatti sulla pelle dei migranti e la dove lo stato non riesce a
dare una risposta appropriata crea interesse economico. Ci sono migranti
che valgono 30 euro al giorno ma ce ne sono altri che non valgono nulla
e vanno rispediti al mittente.
Prendiamo il caso di due siriani che
scappando dalla guerra cercano di approdare in Italia uno si imbarca in
traghetto dalla Grecia, l'altro sale in un barcone dalla Tunisia o
dalla Libia. Entrambi rischiano la vita poiché non essendo stato
istituito un modo sicuro di arrivare, la loro sorte è legata agli
scafisti, alle condizioni del mare e alle autorità italiane. Il siriano
intercettato nel barcone vale 30 euro al giorno poiché rientra
nell'operazione Mare Nostrum, perché al suo sbarco non troverà un
accoglienza degna e perché il ministero dell'interno produrrà l'ennesima
circolare per smistarlo in una struttura di accoglienza. Giustamente
non può essere respinto poiché potenziale richiedente asilo
conseguentemente necessità del tempo adatto per essere ascoltato e per
verificare se rientri nei termini di legge per essere accolto.
L'altro siriano nascosto in un doppio fondo di un camion approda al
porto di Ancona con altri sedici connazionali, (caso veramente accaduto
giorni fa) ma lui non vale niente, seppur sia un potenziale richiedente
asilo (visto che viene da un paese in guerra) viene riammesso in Grecia
nel giro di poche ore nella stessa nave che lo ha “portato” in Italia.
L'interesse economico supera il testo unico sull'immigrazione e gli
accordi internazionali, se vali qualcosa hai una speranza altrimenti no.
Ma Grecia ed Italia fiutato l'affare si stanno già accordando per
creare anche nell'adriatico una task force stile Mare nostrum, infatti i
ministeri dei due paesi hanno già tessuto la trama che verrà realizzata
nei semestri europei 2014 a guida Grecia-Italia.
Ma al di là di
tutti i calcoli la vicenda di Ancona dimostra che l'istinto vince sempre
e quando ti senti braccato la fuga rappresenta la soluzione
migliore...evviva le mamme in fuga che cercano la libertà.
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