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Sullo sgombero di Casa de nialtri, ex asilo di via Ragusa

 
5 / 2 / 2014

L’atto di forza del Comune di Ancona e delle forze dell’ordine per lo sgombero dell’occupazione pacifica dell’ex asilo di via Ragusa è inaccettabile. Lo spiegamento di poliziotti in tenuta antisommossa, ha nascosto agli occhi di chi vive al Piano il trasferimento forzato degli occupanti, migranti e senza tetto, che avevano occupato lo stabile abbandonato.
 
La giunta Mancinelli è responsabile dell’utilizzo della forza nella soluzione di un problema non di ordine pubblico, ma sociale: la politica istituzionale ha dimostrato di essere incapace di accettare, riconoscere e ascoltare soluzioni politiche nuove che potessero rispondere in modo autogestito a povertà ed emarginazione.
 
L’occupazione di via Ragusa va interpretata come un atto di resistenza degli occupanti a condizioni di vita insostenibili: è stato un modo collettivo per resistere a quelle politiche tese a creare divisione, discriminazione, sfruttamento e precarietà degli esseri umani, e che generano diseguaglianza e disparità. Agli occupanti va riconosciuto di aver conquistato una fetta di libertà: sono passati dall’essere invisibili ad esistere. 
 
Con lo sgombero di oggi si cerca di cancellare questa storia, di riportare i poveri e i migranti in quello stato di invisibilità per riprodurre quell’effimera condizione di sicurezza portata avanti solo con la scusa dell’ordine pubblico, delle telecamere, dei militari per le strade della città, con la militarizzazione del porto.
 
Responsabili e complici dello sgombero vanno tutti condannati.
Dal sindaco alla giunta, che hanno fatto diventare Ancona una città in cui si chiamano i poliziotti per risolvere problemi sociali.
 
Da chi ha dato l’ordine di intervenire all’alba chiudendo il quartiere e facendo tornare alla memoria le deportazioni, non serve tornare alla seconda guerra mondiale, basta ricordare quelle più recenti della ex Juguslavia.

Noi dal basso ancora una volta siamo per la libertà di resistere.

Ambasciata dei Diritti Marche

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