ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

URGENTE APPELLO - DIVIETO DI SEGNALAZIONE

Dal giuramento d’Ippocrate:
Giuro di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato

APPELLO “DIVIETO DI SEGNALAZIONE”
siamo medici ed infermieri, non siamo spie
Le organizzazioni firmatarie esprimono preoccupazione ed allarme per le conseguenze dellapossibile approvazione dell’emendamento 39.306 presentato in sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato, volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità”.
Il suddetto comma 5 attualmente prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.
Questa disposizione normativa è presente nell’ordinamento italiano già dal 1995, attraverso l’art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La “logica” della norma non è solo quella di “aiutare/curare l’immigrato irregolare”, ma anche quella di dare piena attuazione all’art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese – nello specifico – quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione sanitaria” di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute. Appare pertanto priva di significato l’ipotesi di affidare alla libera scelta del personale sanitario se procedere o meno alla segnalazione dello straniero poiché ciò, in contrasto con il principio della certezza della norma, lascerebbe al mero arbitrio dei singoli l’applicazione di principi normativi di portata fondamentale.
La cancellazione di questo comma vanificherebbe inoltre un’impostazione che nei 13 anni di applicazione ha prodotto importanti successi nella tutela sanitaria degli stranieri testimoniato, ad esempio, dalla riduzione dei tassi di Aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla
Tubercolosi, dalla riduzione degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso alla nascita, mortalità perinatale e neonatale ...). E tutto questo con evidente effetto sul contenimento dei costi, in quanto l’utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilità) si dimostra non solo più efficace, ma anche più “efficiente” in termini di economia Sanitaria.
Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:
- spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
- incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti, ...);
- creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
- avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
- produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati.
Hanno espresso posizioni analoghe gli Ordini ed i Collegi che rappresentano, su base nazionale, le principali categorie di operatori impegnati nell’assistenza socio-sanitaria alle persone immigrate: Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri
(FnOMCEO), Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI), Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (FNCO), Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).
Per le ragioni sopraesposte rivolgiamo un sentito appello affinché i senatori di qualunque schieramento respingano la citata proposta emendativa all'art. 35 del Dlgs.286/98 e comunque, nell’incertezza di una eventuale riformulazione di emendamenti specifici, chiediamo
che l’articolo 35 del Dlgs.286/98 rimanga per intero nella sua attuale formulazione.
Si prega di comunicare l’adesione all’appello all’indirizzo mail: ombretta.scattoni@rome.msf.org
Per informazioni: 06/4486921 – 329/9636533

Primi firmatari
Medici senza Frontiere (MSF)
Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM)
Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI)
Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG)
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Lo Zimbawe ridotto alla fame - Metà popolazione nutrita dall'ONU

tratto da repubblica
Sette milioni di persone, secondo il Pam, dipendono dagli aiuti Manca il lavoro, medici e insegnanti fuggono all'estero
Lo Zimbabwe è ridotto alla fame. Fame vera. Cibo che non si trova, che costa troppo caro. Oltre al dramma del colera ormai fuori controllo (3100 morti, 57 mila contagiati), ad un governo fantasma che non si riesce a formare da sei mesi, oltre ad un'inflazione che ha raggiunto l'iperbolica cifra di 231 milioni per cento, i 12 milioni di abitanti dell'ex granaio dell'Africa adesso si trovano a fare i conti con problemi di nutrizione quotidiana.
Sette milioni di abitanti, sostiene un allarmato rapporto del Pam, per sopravvivere dipendono da un aiuto alimentare. Hanno bisogno di assistenza, devono ricorrere agli aiuti degli organismi internazionali e delle ong che a fatica distribuiscono cibi primari e medicine di base. Il Pam, spiega il portavoce del Programma alimentare mondiale nell'Africa australe, Richard Lee, aveva inizialmente previsto che cinque milioni di abitanti dovevano essere sostenuti entro giugno di quest'anno. Ma la gravissima crisi economica e alimentare del paese ha fatto rivedere al rialzo questa stima e ad anticipare i tempi. Già oggi, a fine gennaio, il Pam è costretto a razionare gli aiuti per riuscire a sfamare tutta la popolazione bisognosa. Ogni famiglia riceverà solo 5 chili di cereali al mese, rispetto ai dieci ottenuti fino a dicembre scorso e ai 12 distribuiti nel 2008. Se a questo drammatico dato si somma anche il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 94 per cento della popolazione attiva, non è esagerato parlare di disastro umanitario. Soltanto 480 mila persone, su una popolazione di 12 milioni di abitanti, avrebbero un lavoro pagato. Male e poco, ma pagato. Il resto, praticamente la stragrande maggioranza, resta a zonzo tutto il giorno, spesso tappata in casa perché non è in grado di comprare niente.Molti hanno rinunciato al lavoro, come i docenti, gli infermieri e i medici, perché il biglietto del bus con cui si spostano ogni mattina costa più di quanto percepiscono ogni mese. Tra i sei e i sette milioni sono fuggiti nei paesi vicini. Il governo corre di nuovo ai ripari. Ma con soluzioni tampone che servono solo a rinviare un dramma che domani sarà ancora più grave. Il ministro delle Finanze ha autorizzato l'uso del dollaro statunitense come moneta corrente. Nessuno, nemmeno i piccoli commercianti, i venditori ai mercati, accetta più la moneta locale. La continua emissione di biglietti di taglio sempre più grande, fino ai trilioni, per evitare che la gente facesse le piccole spese quotidiane portandosi valige di carta straccia, non è servita a nulla. La decisione, che provocherà un altro balzo del tasso d'inflazione, è stata presa quando il prezzo di una pagnotta è arrivato a tre miliardi di dollari zimbabwesi. Dopo l'ultimo, lunghissimo vertice mediato dal Sudafrica, è stato raggiunto un accordo per la formazione di un governo. Il presidente Robert Mugabe e il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai hanno accettato l'idea di un compromesso. Grazie alle pressioni dello stesso presidente statunitense Barack Obama, che ha chiamato il presidente sudafricano invitandolo ad accelerare i tempi, è stata accolta la data del 12 febbraio prossimo come termine ultimo per il giuramento dell'esecutivo. Tra molti malumori e il dubbio che, una volta formato un governo, le grandi scelte per risollevare il paese dalla catastrofe saranno al centro di nuove e infinite trattative.
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Raggiunta l'intesa con la Tunisia per i rimpatri

Identificazioni più rapide per i cittadini tunisini presenti nei Cie italiani e rimpatrio graduale da Lampedusa entro due mesi.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha incontrato ieri a Tunisi il ministro dell’Interno e dello Sviluppo locale Rafik Belhaj Kacem, col quale ha discusso dello stato della cooperazione bilaterale in materia di immigrazione tra Italia e Tunisia.
L’incontro ha consentito di raggiungere un’intesa su alcuni punti specifici:
1) intensificazione della lotta al fenomeno della tratta degli esseri umani e di ogni forma di organizzazione criminale che sfrutta l’immigrazione clandestina;
2) definizione di un piano che prevede da un lato la semplificazione e l’accelerazione delle procedure necessarie all’identificazione degli immigrati tunisini presenti nei Cie italiani, e dall’altro il rimpatrio graduale e costante di coloro che sono già stati identificati e che si trovano attualmente nelle strutture di Lampedusa, entro il termine massimo di due mesi;
3) prosecuzione dell’azione di sostegno alla Tunisia, come già previsto dagli accordi che si sono succeduti a partire dal ’98, per prevenire e contrastare il fenomeno dell’immigrazione illegale.
Sarà, inoltre, avviato un progetto che, attraverso l’utilizzo di fondi europei e il sostegno di organizzazioni internazionali, incentivi forme di rimpatrio assistito.

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Torino scrontri sotto la prefettura - si protesta per le condizioni dei profughi che vivono in una ex clinica occupata

TORINO - Scontri a Torino durante una manifestazione di giovani dei centri sociali e immigrati fuori dalla Prefettura. I manifestanti avevano chiesto di essere ricevuti dal prefetto per spiegare la loro protesta relativa alle condizioni di decine di profughi che occupano una ex clinica della città. Secondo la polizia hanno assaltato l'edificio. Diversa la versione fornita dai dimostranti.
Le forze dell'ordine hanno caricato i manifestanti, poco meno di un centinaio, a più riprese, allontanandoli dagli uffici in piazza Castello, fino a disperderli, dopo avere sparato alcuni fumogeni.
I giovani dei centri sociali negano di aver preso d'assalto la Prefettura: "Ma quale assalto, è la polizia che ci ha caricato selvaggiamente!". "A Torino, come a Massa e Lampedusa - dice un esponente (italiano) del Comitato di solidarietà per i profughi e i migranti - c'è un filo diretto che unisce la repressione contro chi chiede diritti per i rifugiati, mentre le istituzioni li lasciano nell'isolamento totale".
Il rappresentante del comitato spiega i motivi di tanta tensione in una vicenda dove i protagonisti sono 300 immigrati di Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan che occupano un edificio del Comune in via Bologna e un altro privato in corso Peschiera: "Oggi c'è stato un incontro in Comune con gli assessori Borgogno (Polizia municipale, ndr) e Borgione (Servizi sociali), ma si è concluso con un nulla di fatto. Non è stata presa alcuna decisione per garantire la residenza ai profughi, a dispetto del loro status di rifugiati politici. Così abbiamo chiesto ascolto al Prefetto". "Un ragazzo - aggiunge il portavoce del comitato - è stato accerchiato da dieci poliziotti, buttato a terra, perso a calci. E' finito all'ospedale, altri di noi sono rimasti contusi"
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SAVE CHILDREN, A LAMPEDUSA POCA TUTELA MINORI

Lampedusa, Centro di Accoglienza: Save the Children, 2646 i minori, la gran parte dei quali non accompagnati, ospitati nel centro nel corso del 2008 spesso in condizioni critiche e inadeguate. 81 gli arrivi di minorenni, 1035 di adulti a gennaio 2009
Nonostante l'impegno delle istituzioni nella gestione dei flussi migratori nel corso degli ultimi mesi, Save the Children rileva alcune criticità relative all'accoglienza e protezione dei minori all'interno del Centro di Soccorso e Prima Accoglienza (Cspa) di Lampedusa.
Fino anche a 37 giorni la permanenza dei ragazzi nel Cspa prima del trasferimento nelle comunità d'accoglienza siciliane; mancanza di posti letto, con minori costretti a dormire per terra su materassi; inadeguate condizioni igieniche; inadeguate procedure per l'accertamento medico dell'età.
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Massa, scontri tra immigrati e forze dell'ordine

I profughi fanno parte dei 104 stranieri arrivati a Lampedusa quest'estate, Richiedono la status di rifugiati politici.
Scontro tra le forze dell'ordine e i profughi sbarcati a Lampedusa questa estate e ospiti del centro della Croce Rossa Italiana in località Marina di Massa. I profughi, circa 50 tra cui molte donne, hanno manifestato senza autorizzazione, occupando piazza della Liberazione, nel centro di Massa, intorno alle 11, e bloccando il traffico.
Dopo aver più volte invitato gli extracomunitari a porre fine alla protesta, le forze dell'ordine in tenuta antisommossa sono intervenute per disperderli. Il gruppo ha però cercato di opporsi sedendosi a terra. Durante l'intervento di polizia e carabinieri alcuni manifestanti sono rimasti feriti, altri sono stati fatti salire su una camionetta e una parte è stata scortata al centro Cri. I profughi, per lo più eritrei e somali, manifestavano per il ritardo di richiesta dello status di rifugiato politico e per sollecitare le autorità ad esaminare le loro richieste di permesso di soggiorno.
In mattinata è intervenuta anche la vicesindaco della città, Martina Nardi, per cercare una mediazione. Gli immigrati hanno chiesto di parlare con un delegato dell'Onu e, in attesa, hanno dichiarato lo sciopero della fame.
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27 Gennaio 2009 - Giornata della Memoria

Anche quest'anno il Comune di Ancona partecipa alla "Giornata della Memoria" indetta per martedì 27 gennaio con una serie di iniziative. La giornata è istituita infatti a livello nazionale in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, da celebrare il giorno 27 gennaio di ogni anno, con l'auspicio che tale anniversario venga ricordato attraverso l'organizzazione di iniziative, incontri e momenti di formazione su quei tragici eventi, con particolare attenzione alle scuole ed ai giovani.

IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE

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Lampedusa come Alcatraz

ll sindaco Bernardino De Rubeis, la scorsa notte ha convocato un consiglio comunale straordinario sull'emergenza sbarchi.
Un ordine del giorno votato all'unanimità da tutti i consiglieri comunali ha proclamato lo stato di agitazione contro la decisione del ministro dell'Interno Roberto Maroni di costruire sull’isola un nuovo centro di accoglienza. Un caso che ha portato il sindaco a revocare la delega alla sua vice, la senatrice leghista Angela Maraventano, che ha difeso la linea del governo.
Intanto, il Canale di Sicilia ha fatto da teatro all’ennesima tragedia del mare. Ieri sono sbarcate altre 66 persone e sulla spiaggia è stato trovato un cadavere; i sopravvissuti raccontano che durante la traversata sono decedute altre persone per il freddo e la fame.

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La camera approva il trattato Italia-Libia

Con 413 voti a favore, 63 contrari, e 36 astenuti.La Camera ha dato ieri il via libera alla ratifica del trattato di “Amicizia, partenariato e cooperazione” tra Italia e Libia. Il testo passa ora all’esame del Senato.
A società italiane sarà inoltre affidata la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, pagato per il 50% dall’Italia, per il 50% dall’Unione Europea. Sono infine previste iniziative congiunte per prevenire i flussi clandestini direttamente nei Paesi d’origine.
IL TESTO DEL TRATTATO
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Milano, blitz anticlandestini nei bus

“Biglietto, prego. E permesso di soggiorno”. Sugli autobus di Milano è caccia agli irregolari.
Ventitre clandestini, di cui tre arrestati per la legge sull’immigrazione e novantasette passeggeri multati perché sprovvisti di biglietto. Questo è l’esito del blitz che Polizia Municipale e Atm hanno effettuato sulla linea 56 a Milano.
I ventitre fermati, secondo il dettagliato bollettino di guerra pubblicato dal Comune, sono per la maggior parte cittadini bangladesi e tre di loro in passato erano già stati espulsi.
A quanto pare i trasporti pubblici milanesi stanno diventando delle vere e proprie trappole per chi non ha il permesso. Sulle linee di superficie e metropolitane nel 2008 sono stati scoperti 471 clandestini, di cui 32 arrestati, 286 denunciati e 153 accompagnati in Questura per identificazioni.


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Asilo: 138 progetti territoriali ammessi ai finanziamenti

138 progetti territoriali, sui 178 progetti pervenuti, sono stati ammessi al contributo del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo: 107 saranno destinati all’accoglienza della categoria ordinari, 31 all’accoglienza della categoria vulnerabili.
La graduatoria dei progetti ammissibili è stata decisa dalla Commissione di valutazione, istituita ai sensi dell’art. 7 del DM 22 luglio 2008, riunita presso il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione.
La rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - Sprar è stata ampliata con l’inserimento, rispetto al 2008, di 23 progetti in più. Complessivamente i posti finanziati sono 3.000.L’attribuzione del contributo sarà disposta con successivo decreto ministeriale di ripartizione del Fondo.

LA GRADUATORIA DEGLI ENTI LOCALI AMMESSI

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