TORINO - Scontri a Torino durante una manifestazione di giovani dei centri sociali e immigrati fuori dalla Prefettura. I manifestanti avevano chiesto di essere ricevuti dal prefetto per spiegare la loro protesta relativa alle condizioni di decine di profughi che occupano una ex clinica della città. Secondo la polizia hanno assaltato l'edificio. Diversa la versione fornita dai dimostranti.
Le forze dell'ordine hanno caricato i manifestanti, poco meno di un centinaio, a più riprese, allontanandoli dagli uffici in piazza Castello, fino a disperderli, dopo avere sparato alcuni fumogeni.
I giovani dei centri sociali negano di aver preso d'assalto la Prefettura: "Ma quale assalto, è la polizia che ci ha caricato selvaggiamente!". "A Torino, come a Massa e Lampedusa - dice un esponente (italiano) del Comitato di solidarietà per i profughi e i migranti - c'è un filo diretto che unisce la repressione contro chi chiede diritti per i rifugiati, mentre le istituzioni li lasciano nell'isolamento totale".
Il rappresentante del comitato spiega i motivi di tanta tensione in una vicenda dove i protagonisti sono 300 immigrati di Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan che occupano un edificio del Comune in via Bologna e un altro privato in corso Peschiera: "Oggi c'è stato un incontro in Comune con gli assessori Borgogno (Polizia municipale, ndr) e Borgione (Servizi sociali), ma si è concluso con un nulla di fatto. Non è stata presa alcuna decisione per garantire la residenza ai profughi, a dispetto del loro status di rifugiati politici. Così abbiamo chiesto ascolto al Prefetto". "Un ragazzo - aggiunge il portavoce del comitato - è stato accerchiato da dieci poliziotti, buttato a terra, perso a calci. E' finito all'ospedale, altri di noi sono rimasti contusi"
Le forze dell'ordine hanno caricato i manifestanti, poco meno di un centinaio, a più riprese, allontanandoli dagli uffici in piazza Castello, fino a disperderli, dopo avere sparato alcuni fumogeni.
I giovani dei centri sociali negano di aver preso d'assalto la Prefettura: "Ma quale assalto, è la polizia che ci ha caricato selvaggiamente!". "A Torino, come a Massa e Lampedusa - dice un esponente (italiano) del Comitato di solidarietà per i profughi e i migranti - c'è un filo diretto che unisce la repressione contro chi chiede diritti per i rifugiati, mentre le istituzioni li lasciano nell'isolamento totale".
Il rappresentante del comitato spiega i motivi di tanta tensione in una vicenda dove i protagonisti sono 300 immigrati di Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan che occupano un edificio del Comune in via Bologna e un altro privato in corso Peschiera: "Oggi c'è stato un incontro in Comune con gli assessori Borgogno (Polizia municipale, ndr) e Borgione (Servizi sociali), ma si è concluso con un nulla di fatto. Non è stata presa alcuna decisione per garantire la residenza ai profughi, a dispetto del loro status di rifugiati politici. Così abbiamo chiesto ascolto al Prefetto". "Un ragazzo - aggiunge il portavoce del comitato - è stato accerchiato da dieci poliziotti, buttato a terra, perso a calci. E' finito all'ospedale, altri di noi sono rimasti contusi"
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