Questa mattina alla manifestazione indetta dal “Comitato contro la crisi: casa, lavoro, famiglia” lavoratori italiani e migranti hanno scelto di stare insieme, uniti dalla consapevolezza che il razzismo istituzionalizzato, le politiche di esclusione, lo sfruttamento del lavoro, le violazioni dei diritti sono tasselli di un’unica strategia repressiva che, colpisce tutti precarizzando ogni vita.
Durante le due ore di presidio, una delegazione del Comitato ha partecipato alla riunione della consulta per la casa del Comune di Ancona per far capire ai partecipanti al tavolo che la situazione è sempre più disperata, che tantissime famiglie non riescono più a pagare affitto e bollette, che è sempre più difficile fare la spesa e tanti hanno paura di perdere i figli perché con la mancanza del lavoro i servizi sociali possono portarli via.
Anche questa volta nessuna risposta concreta da parte del Comune, incapace di trovare una soluzione che possa venire incontro alle esigenze delle famiglie dei migranti: non ci sono case private disponibili, non ci sono fondi per la ristrutturazione delle abitazioni sfitte e nemmeno per fare i lavori di manutenzione nelle case popolari. Il motivo ancora una volta è economico, si guardano i numeri invece che le persone in faccia.
Non ci si è resi conto che il clima è cambiato, che gli immigrati ora chiedono con forza e tutti uniti, un reddito minino per sopravvivere, dato che il lavoro non c’è. Chiedono di modificare la legge sull’immigrazione, di svincolare il rinnovo del permesso di soggiorno dal contratto di lavoro e dalla casa.Tanti proprio sotto il ricatto del rinnovo del permesso di soggiorno, hanno continuato a lavorare gratis per mesi pur di mantenere un contratto.
Altri chiedono il riconoscimento dei contributi che hanno versato per anni all’INPS perché invece che vivere per strada, preferiscono tornare nel Paese di origine con i soldi che hanno pagato per i contributi.
Tutti chiedono di essere riconosciuti come cittadini di Ancona.
I migranti hanno raccontato storie personali, non più storie di fuga dai paesi di origine, ma storie italiane. Storie di persone arrivate nelle Marche e ad Ancona da più di venti anni, che non riescono più a pagare l’affitto, che ricevono solleciti di pagamenti per le bollette di acqua luce e gas, persone che non si accontentano della spesa offerta dai servizi sociali, storie di sacrifici fatti con il sogno di mettere su famiglia.
Il Comitato non è rimasto assolutamente soddisfatto dall’andamento dell’incontro di questa mattina e si riunirà mercoledì 2 marzo alle 21,00 presso la sede dell’Ambasciata dei Diritti di Ancona (via Urbino 18) per decidere le prossime iniziative.
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