L'Ambasciata dei Diritti di Ancona parteciperà al presidio di Giovedì 23 aprile in piazza Roma (ore 17,30) ad Ancona, sottoscritto da diverse associazioni ed organizzazioni sindacali per ribadire, insieme a tanti altri, che siamo per un mondo diverso nel quale i confini vanno abbattuti e non costruiti e che sopratutto tutti e tutte abbiano la possibilità di muoversi liberamente da una parte all'altra del mondo senza dover rischiare la vita.
Ora più che mai vi è la necessità di :
- aprire dei percorsi autorizzati e sicuri di ingresso per chi fugge dalle persecuzioni
- una degna accoglienza a partire dal riconoscimento del titolo di soggiorno e da percorsi di inserimento nella realtà sociale e lavorativa del territorio
- un’immediata apertura dei confini interni all’Europa che privano migliaia di persone del diritto di scegliere dove arrivare.
Il canale umanitario è l’unica risposta degna che si può dare a questo immane dramma che si sta consumando, il fatto di denunciarlo a gran voce da anni non rende meno dolorosa la morte di tanti uomini e donne. E’ una strage talmente dolorosa da diventare insopportabile, perché è evidente che anche in questo caso , come in tanti altri, si sarebbe potuta evitare.
Il nostro sguardo deve avere la capacità di guardare lontano, ma allo stesso tempo la sensibilità di denunciare quello che accade nella nostra città.
Ancona è città di frontiera e di accoglienza, purtroppo troppe volte anche qui si sono consumate tragedie drammatiche. L'ultimo ragazzo morto è di soli pochi mesi fa, vittima del sistema Dublino e degli accordi bilaterali Italia-Grecia. Nonostante la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo abbia condannato l'Italia per le riammissioni arbitrarie compiute nei porti adriatici, ad Ancona si continua a respingere migranti e potenziali richiedenti asilo, troppo spesso nel silenzio generale.
La prefettura di Ancona ha ridotto drasticamente gli orari dello sportello portuale per i richiedenti asilo, questa scelta peserà gravemente sulla sorte di molti migranti ed aumenterà di conseguenza i respingimenti verso la Grecia.
La Commissione Territoriale per i rifugiati di Ancona, sta rispondendo in maniera negativa alla stragrande maggioranza delle richieste di asilo, presentate da coloro che sono sopravvissuti all'attraversata del canale di Sicilia, ed ora sono ospitati nei centri di accoglienza cittadini.
Attraverso questi dinieghi si uccide chi è scampato al mare, lo si uccide perché lo si consegna alla clandestinità, gli si preclude ogni percorso formativo e di fatto si riempie la città di fantasmi.
Fantasmi che si aggiungono ai morti sotto i tir, e che si aggiungono a quei fantasmi che neanche vediamo passare perché nascosti dentro un camion.
Chiediamo quindi con forza:
- Che la polizia di frontiera rispetti la sentenza della CEDU e non respinga più nessuno
- Che la Commissione asilo territoriale valuti più accuratamente le richieste di Asilo ed in caso di mancanza di requisiti assegni comunque un permesso per motivi umanitari a chi ha messo a repentaglio la propria vita per entrare nel nostro paese
- Che la prefettura rafforzi lo sportello per i richiedenti asilo al porto ampliandone gli orari di esercizio per tutto l'orario previsto degli sbarchi delle navi traghetto
- aprire dei percorsi autorizzati e sicuri di ingresso per chi fugge dalle persecuzioni
- una degna accoglienza a partire dal riconoscimento del titolo di soggiorno e da percorsi di inserimento nella realtà sociale e lavorativa del territorio
- un’immediata apertura dei confini interni all’Europa che privano migliaia di persone del diritto di scegliere dove arrivare.
Il canale umanitario è l’unica risposta degna che si può dare a questo immane dramma che si sta consumando, il fatto di denunciarlo a gran voce da anni non rende meno dolorosa la morte di tanti uomini e donne. E’ una strage talmente dolorosa da diventare insopportabile, perché è evidente che anche in questo caso , come in tanti altri, si sarebbe potuta evitare.
Il nostro sguardo deve avere la capacità di guardare lontano, ma allo stesso tempo la sensibilità di denunciare quello che accade nella nostra città.
Ancona è città di frontiera e di accoglienza, purtroppo troppe volte anche qui si sono consumate tragedie drammatiche. L'ultimo ragazzo morto è di soli pochi mesi fa, vittima del sistema Dublino e degli accordi bilaterali Italia-Grecia. Nonostante la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo abbia condannato l'Italia per le riammissioni arbitrarie compiute nei porti adriatici, ad Ancona si continua a respingere migranti e potenziali richiedenti asilo, troppo spesso nel silenzio generale.
La prefettura di Ancona ha ridotto drasticamente gli orari dello sportello portuale per i richiedenti asilo, questa scelta peserà gravemente sulla sorte di molti migranti ed aumenterà di conseguenza i respingimenti verso la Grecia.
La Commissione Territoriale per i rifugiati di Ancona, sta rispondendo in maniera negativa alla stragrande maggioranza delle richieste di asilo, presentate da coloro che sono sopravvissuti all'attraversata del canale di Sicilia, ed ora sono ospitati nei centri di accoglienza cittadini.
Attraverso questi dinieghi si uccide chi è scampato al mare, lo si uccide perché lo si consegna alla clandestinità, gli si preclude ogni percorso formativo e di fatto si riempie la città di fantasmi.
Fantasmi che si aggiungono ai morti sotto i tir, e che si aggiungono a quei fantasmi che neanche vediamo passare perché nascosti dentro un camion.
Chiediamo quindi con forza:
- Che la polizia di frontiera rispetti la sentenza della CEDU e non respinga più nessuno
- Che la Commissione asilo territoriale valuti più accuratamente le richieste di Asilo ed in caso di mancanza di requisiti assegni comunque un permesso per motivi umanitari a chi ha messo a repentaglio la propria vita per entrare nel nostro paese
- Che la prefettura rafforzi lo sportello per i richiedenti asilo al porto ampliandone gli orari di esercizio per tutto l'orario previsto degli sbarchi delle navi traghetto
Ambasciata dei Diritti Ancona
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