
delle associazioni greche di Patrasso e Igoumenitsa e quelli della rete Tuttiidirittiumanip
per il diritto allo studio dei nostri compagni palestinesi per fermare il genocidio in corso nella striscia e la pulizia etnica in Cisgiordania
Il 27 dicembre 2008 iniziava contro la popolazione civile di Gaza uno dei più orrendi delitti della storia dell'umanità, una aggressione senza precedenti contro il diritto alla vita di bambini, giovani, donne, uomini e anziani.
Nella striscia di terra più densamente popolata al mondo (lunga circa 40 Km e larga 6-12 Km) , abitata per il 65 % da profughi del ’48 creati dalla pulizia etnica israeliana del 1948 vengono riversate migliaia di tonnellate di tritolo dal cielo, facendo 1,415 morti in soli 22 giorni di attacchi.
La popolazione di Gaza soffriva da oltre due anni di un embargo disumano che la riduceva alla fame e strangolava la sua economia. A tutt’oggi, il 90 % della popolazione dipende dagli aiuti umanitari.
Nonostante Israele dichiari di essersi ritirato dalla Striscia nel 2005, in realtà ne controlla direttamente e indirettamente l’economia e la vita del milione e mezzo di persone che la abitano, continuando a controllare tutti i confini, sia per mare che per terra e chiudendoli al passaggio delle merci e delle persone. A tutt’oggi, ci viene riferito dalle associazioni umanitarie che la Striscia rimane chiusa alla gran parte degli aiuti umanitari e a materiali quali cemento, ferro e vetro, essenziali per la ricostruzione del paese.
Il recente rapporto dell'ONU, noto come rapporto Goldstone, inchioda il governo e l'esercito israeliano ai crimini di guerra e contro l'umanità commessi a Gaza.
Ma USA ed Europa sostengono Israele. L'Italia sostiene Israele.
Pochissimi hanno preso una posizione dura e definitiva contro gli obiettivi del sionismo e contro la ferocia israeliana che a gennaio a Gaza, ha provocato oltre 1.400 morti, più di 5,000 feriti, 1,900 disabili, 1346 orfani, 20,000 senza tetto e 50,000 sfollati e la distruzione delle poche strutture produttive, delle reti fognarie e dei pozzi per l’acqua.
I media continuano a funzionare come cassa di risonanza della propaganda israeliana.
E’contro questa politica di oppressione che vogliamo oggi protestare. Ci dissociamo dalla voce quasi univoca che ha da sempre sostenuto e continua a sostenere i crimini di guerra dello stato di Israele, a Gaza come nei Territori Occupati, e ci impegniamo a sostenere l’azione di quanti si adoperano con strumenti di resistenza non violenti quali la campagna di boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni e la Free Gaza March per la liberazione della Palestina dalla politica colonialista, segregazionista e oppressiva del governo israeliano.
Noi studenti di Ancona e provincia, ci uniamo all’appello degli studenti palestinesi che reclamano il loro diritto allo studio, ricordando come diverse strutture educative sono state bombardate e distrutte durante gli attacchi, incluse la scuola dell’UNWRA e l’Islamic University e come molte rimangano ancora unico rifugio e alloggio per famiglie sfollate.
Questa sera si imbarcherà dal porto di Ancona un convoglio di un centinaio di veicoli carico di aiuti umanitari, partito il 6 dicembre dalla Gran Bretagna e diretto a Gaza attraversando Europa, Grecia, Turchia, Siria, Egitto, fine al valico di Rafah. Il convoglio entrerà a Gaza, assieme a migliaia di attivisti per i diritti umani provenienti da tutto il mondo il 27 Dicembre, a ricordare un anno dal terribile massacro e con lo scopo di rompere l’assedio da Rafah fino al valico con Israele.
Come cittadini anconetani, come studenti e come persone che credono al valore della vita, della libertà e della dignità umana, vogliamo portare oggi la nostra solidarietà alla delegazione inglese di ‘vivapalestina’ in partenza dal Porto di Ancona.
Campagna Palestina Solidarietà
Ambasciata dei diritti
Collettivo OPS
www.ambasciatadeidiritti.blogspot.com
www.glomeda.org
Continua...Quotidianamente al porto di Ancona vengono respinti ragazzi minorenni. E’ successo anche ieri sera. 11 afgani sono arrivati al Porto di Ancona sperando di essersi per sempre lasciati alle spalle le coste greche. Sono stati fatti sbarcare, invece, solo per qualche ora, prima di essere nuovamente rispediti in Grecia. Già il primo dicembre erano stati scoperti otto immigrati irregolari di nazionalità afghana e affidati al comandante della nave diretta in Grecia per il rimpatrio, mentre ieri pomeriggio un’altra nave è partita riportando verso la Repubblica ellenica queste 11 persone. Queste però erano riuscite a lanciare una richiesta di aiuto.
Dopo essere stati scoperti dall’equipaggio e ammassati tutti insieme, come prassi, in una cabina della nave, i ragazzi erano riusciti a chiamare alcune organizzazioni umanitarie e a dire: "siamo rinchiusi, tra noi ci sono 5 minorenni, non vogliamo tornare in Grecia, aiutateci". All’arrivo al porto di Ancona, sembra che tutti siano stati intervistati dal Consiglio Italiano per i Rifugiati e, seppur telefonicamente avessero detto di voler chiedere asilo politico in Italia, pare che nessuno l’abbia fatto.
Dei cinque che si sono dichiarati minorenni solo tre sono stati sottoposti all’esame radiologico del polso perché una prima scrematura è stata fatta secondo criteri personali. Fare quest’esame è la prassi, per stabilire la maggiore o minore età, e il Ministero dell’Interno nel 2007 ha stabilito chiaramente che, in caso di dubbio, i potenziali minorenni vadano accolti e mai espulsi o respinti come invece è accaduto anche ieri al porto.
L’accoglienza dei minorenni è stabilita da leggi internazionali e una volta che arrivano ad Ancona i minori devono essere presi in carico dai servizi sociali del Comune di Ancona.