Tratto da repubblica
A incastrarli sono stati i filmati delle telecamere e l'autopsia che avrebbero accertato una vicenda diversa da quella messa a rapporto dai poliziotti.
Era stata, da subito, una morte sospetta. Giuseppe Turrisi, 58 anni, che viveva tra il dormitorio di viale Ortles e la Centrale, lo scorso 6 settembre è arrivato negli uffici del posto di polizia della Polfer accompagnato da due agenti, ne è uscito poco dopo in barella per essere ricoverato in ospedale, dove è arrivato cadavere. Dopo mesi d´indagine, grazie alle verifiche del pm Isidoro Palma (che ha disposto l´autopsia), la procura ha ricostruito la dinamica dei fatti e ha chiesto l´arresto - convalidato dal gip Marina Zelante - dei due agenti della Polfer. Le accuse sono di omicidio volontario col dolo eventuale e falso, mentre un loro superiore è indagato per favoreggiamento.
Secondo l´accusa avrebbero pestato a morte Turrisi, che aveva il corpo e il volto coperto da ecchimosi, fratture a due costole, una scomposta che aveva perforato la milza provocando un´emorragia interna. Nel racconto dei poliziotti - un agente pugliese e un agente scelto romano, 27 e 28 anni, tre e cinque anni di servizio - diverse incongruenze: l´intervento sarebbe nato da una rissa scoppiata nella vicina piazza IV Novembre davanti a una delle entrate laterali della Stazione, dove i due sarebbero stati chiamati da alcuni passanti, anche se al loro arrivo c´era solo Turrisi, a terra dopo aver bevuto troppo, che si lamentava. Così i poliziotti avrebbero deciso di accompagnarlo barcollante in ufficio per identificarlo e segnalarlo per ubriachezza molesta.
Qui l´uomo sarebbe diventato violento, tentando di aggredire uno dei due agenti con un coltellino. Dopo essere stato disarmato, sarebbe stato chiamato il 118 e trasportato in ambulanza, dov´è poi morto. I fotogrammi delle telecamere in stazione però non mostrano alcuna rissa all´ingresso di piazza IV Novembre: c´è piuttosto Turrisi che cammina normalmente e viene accompagnato dagli agenti verso gli uffici. Il coltellino che la vittima ha in tasca si rivela essere un semplice taglierino. E poi ci sono i risultati dell´autopsia che fanno pensare a un pestaggio nato - secondo gli accertamenti e i racconti di alcuni amici del senzatetto - da un precedente diverbio tra il pensionato e i poliziotti.
Una frase innocua avrebbe indispettito gli agenti, che avrebbero deciso di portare via l´uomo e pestarlo, in un momento in cui erano soli. Ora i due poliziotti sono reclusi nel carcere di Opera dove sono stati interrogati: solo il più giovane, assistito dall´avvocato Giuseppe Fiorella, ha risposto alle domande, respingendo le accuse. Non ci sarebbe movente, nessuna ragione per immaginare un pestaggio - è la tesi della difesa - che ora sta valutando di chiedere al gip la revoca dell´ordinanza di custodia cautelare e la modifica dell´accusa, da omicidio volontario a preterintezionale.
A incastrarli sono stati i filmati delle telecamere e l'autopsia che avrebbero accertato una vicenda diversa da quella messa a rapporto dai poliziotti.
Era stata, da subito, una morte sospetta. Giuseppe Turrisi, 58 anni, che viveva tra il dormitorio di viale Ortles e la Centrale, lo scorso 6 settembre è arrivato negli uffici del posto di polizia della Polfer accompagnato da due agenti, ne è uscito poco dopo in barella per essere ricoverato in ospedale, dove è arrivato cadavere. Dopo mesi d´indagine, grazie alle verifiche del pm Isidoro Palma (che ha disposto l´autopsia), la procura ha ricostruito la dinamica dei fatti e ha chiesto l´arresto - convalidato dal gip Marina Zelante - dei due agenti della Polfer. Le accuse sono di omicidio volontario col dolo eventuale e falso, mentre un loro superiore è indagato per favoreggiamento.
Secondo l´accusa avrebbero pestato a morte Turrisi, che aveva il corpo e il volto coperto da ecchimosi, fratture a due costole, una scomposta che aveva perforato la milza provocando un´emorragia interna. Nel racconto dei poliziotti - un agente pugliese e un agente scelto romano, 27 e 28 anni, tre e cinque anni di servizio - diverse incongruenze: l´intervento sarebbe nato da una rissa scoppiata nella vicina piazza IV Novembre davanti a una delle entrate laterali della Stazione, dove i due sarebbero stati chiamati da alcuni passanti, anche se al loro arrivo c´era solo Turrisi, a terra dopo aver bevuto troppo, che si lamentava. Così i poliziotti avrebbero deciso di accompagnarlo barcollante in ufficio per identificarlo e segnalarlo per ubriachezza molesta.
Qui l´uomo sarebbe diventato violento, tentando di aggredire uno dei due agenti con un coltellino. Dopo essere stato disarmato, sarebbe stato chiamato il 118 e trasportato in ambulanza, dov´è poi morto. I fotogrammi delle telecamere in stazione però non mostrano alcuna rissa all´ingresso di piazza IV Novembre: c´è piuttosto Turrisi che cammina normalmente e viene accompagnato dagli agenti verso gli uffici. Il coltellino che la vittima ha in tasca si rivela essere un semplice taglierino. E poi ci sono i risultati dell´autopsia che fanno pensare a un pestaggio nato - secondo gli accertamenti e i racconti di alcuni amici del senzatetto - da un precedente diverbio tra il pensionato e i poliziotti.
Una frase innocua avrebbe indispettito gli agenti, che avrebbero deciso di portare via l´uomo e pestarlo, in un momento in cui erano soli. Ora i due poliziotti sono reclusi nel carcere di Opera dove sono stati interrogati: solo il più giovane, assistito dall´avvocato Giuseppe Fiorella, ha risposto alle domande, respingendo le accuse. Non ci sarebbe movente, nessuna ragione per immaginare un pestaggio - è la tesi della difesa - che ora sta valutando di chiedere al gip la revoca dell´ordinanza di custodia cautelare e la modifica dell´accusa, da omicidio volontario a preterintezionale.
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