Il nostro intervento all'incontro con il Garante nazionale dei minorenni e i Garanti regionali di Marche, Veneto, Puglia, Calabria. Oltre a noi sono intervenuti i rappresentanti di Melting Pot Venezia, Medici per i diritti umani e Gus Ancona.
E' chiaro che le riammissioni dei minorenni sono
strettamente legate alle gestione generale dei flussi migratori che
attraversano l'Italia. Nella maggior parte dei casi uno degli aspetti più
complicati è definire con certezza l'età del presunto minore: uno dei nodi più
difficile da sciogliere.
Chi lavora nel settore sa che è “normale” che i
ragazzi migranti non abbiano con sé documenti validi, ma sa anche che non ci
sono strumenti scientifici in grado di determinare con certezza l'età di un
individuo. L'esame auxologico (raggi
x a polso e mano) porta con sé due ordini di problemi: primo l'errore nella
stima dell’età può essere anche superiore ai due anni; secondo si espone il
minore ad un esame invasivo e pericoloso senza che ce ne siano le esigenze
terapeutiche necessarie. Questo aspetto andrebbe sicuramente normato
diversamente poiché contrasta con tutta una serie di diritti riservati ai
minori.
Quindi non riuscendo a delimitare
con certezza la differenza tra un minore e un maggiorenne un primo punto di
partenza è quello di analizzare l'intero fenomeno nella sua interezza per poi
concentrarsi sulle specificità degli eventuali minori e gli strumenti di
tutela.
Respingimenti / riammissioni
Dagli studi da noi effettuati
oltre che dalle innumerevoli testimonianze raccolte è indubbio che all'interno
della discutibilissima prassi delle riammissioni si annidano casi di minori e
richiedenti asilo. Solo prendendo
atto di questo aspetto si può dar vita ad un insieme di misure atte a ridurre
questi illeciti.
Rotte e prassi
In questi ultimi due anni vi è stato un calo sensibile di
migranti rintracciati nei porti adriatici e quindi conseguentemente di
minorenni, ma parallelamente si è assistito ad un cambio di prassi da parte di chi gestisce l'immigrazione
irregolare, i ritrovamenti ora svelano scelte più ingegnose e raffinate,
diversi sono staiti casi di camion camuffati ad arte per nascondere migranti
all’interno di costruzioni estremamente difficili da individuare (barattoli di
olive, gomme manufatti in cemento etc). Alcuni giustificano questo calo con una
diversificazione delle rotte verso il nord Europa, altri sospettano una
migliore organizzazione dei traffici.
Per farsi un’idea dei dati basta
guardare il rapporto 2012 del UNHCR.
In Germania nei primi mesi del
2013 le richieste di asilo sono cresciute del 73% mentre in Italia sono più che
dimezzate. Afghanistan, Pakistan e Siria sono sempre ai primi posti nella
richieste. Visto che la Germania non è il primo paese europeo di transito, da
dove passano?
Sentenze storiche
Dopo numerose sentenze di
Corti interne, in Germania ed in Italia, in particolare, anche la Corte di
Giustizia dell’Unione Europea, gli stati dell’Unione
Europea sono tenuti a non trasferire un richiedente asilo verso la Grecia a
causa delle carenze sistemiche nella procedura di asilo e nelle condizioni di
accoglienza dei richiedenti asilo in tale Stato membro poiché il richiedente
corre un rischio reale di subire trattamenti inumani e il non rispetto dei
diritti umani fondamentali.
Numerose sentenze di giudici
tedeschi, da ultimo quella emessa dal Tribunale amministrativo di Francoforte
qualche mese fa, hanno bloccato trasferimenti Dublino dalla Germania
all’Italia, non tanto per la mancanza di una normativa di implementazione delle
Direttive dell’Unione Europea, quanto per la mancanza di un sistema efficace di
accoglienza, per la eccessiva durata delle procedure e per la incertezza della
fase di ammissione alla procedura governata da una totale discrezionalità da
parte delle autorità di polizia.
Taglio dei fondi
In un
momento in cui i tagli ai bilanci sono all'ordine del giorno, uno dei pericoli
maggiori è che vengano sottratte ulteriormente risorse a tutti quei meccanismi
di tutela nei confronti dei minori e dei migranti in genere. Oltre che dalla
crisi i tagli potrebbero essere giustificati da una diminuzione degli arrivi,
ma ciò sarebbe un errore grave perché come ci insegna la vicenda della Siria,
gli equilibri mondiali sono sempre precari ed è facile che possano nascere
emergenze improvvise. L'Italia paese di confine non può trovarsi debole nel
momento dell'accoglienza.
Proposte
1) Canale
umanitario europeo, esternalizzazione dei diritti e principi giuridici
La recentissima vicenda di Lampedusa rinnova alcune
questioni fondamentali che interessano sia i confini dell’Ue che quelli extraeuropei.
Da più parti sta prendendo corpo l'idea di istituire
un canale umanitario che faciliti la via di fuga a coloro che scappano da zone
di guerra; giunti in Libia o Tunisia i profughi non dovrebbero trovare navi
militari a contenerli nel continente africano, ma strutture di accoglienza in
grado si ospitarli e uffici della Unione europea in grado di valutare la
possibilità di accesso attraverso percorsi di asilo politico. Queste strutture
contrasterebbero anche con la sola istituzione, i trafficanti che sfruttano i
migranti.
Si tratta di esternalizzare i diritti e non
esternalizzare i confini.
Nel caso della Grecia il sistema di accoglienza
evidenzia ancor di più il suo carattere paradossale se visto in una dimensione
europea. Tutti ricordano come l'unione europea e la troika siano intervenute in
maniera estremamente invasiva per evitare il default finanziario della nazione
ellenica, allo stesso modo si dovrebbe procedere quando si ha una palese
violazione dei diritti, ovvero se la Grecia non è in grado di riconoscere a
minori, richiedenti asilo e migranti in generale gli standard minimi di
accoglienza andrebbe commissariata nella gestione di questi diritti.
Su questo ragionamento si dovrebbe lavorare affinché
si creino i termini giuridici per istituire degli sportelli europei per il
diritto d'asilo e la tutela dei minori, in cui gli standard siano unificati (al
livello migliore naturalmente).
2) Immediata revisione della
legge Bossi Fini per garantire a tutti gli stessi diritti.
3) Istituzione
di un Osservatorio sul porto di Ancona, indipendente dalle forze dell’ordine
costituito da associazioni e istituzioni locali in grado di garantire terzietà
e controlli su quello che accade al di là delle reti del porto e dentro il
sistema di sicurezza. Per garantire il rispetto dei diritti delle persone che
arrivano al porto di Ancona, che deve essere ricordato arrivano da situazioni
di guerra e devono essere messe in condizioni di ricevere assistenza legale,
psicologica e medica.
4) Proposte di
modifica della convenzione della prefettura per il valico della frontiera del
porto di Ancona.
· copertura
dell’attività di frontiera sempre in corrispondenza dell’arrivo dei traghetti.
· ampliamento
degli orari di attività anche al sabato e alla domenica
· intervista
più mirata a chi proviene da zone di guerra in cui si chieda se vuole asilo
politico in Italia e spiegazione particolareggiata delle procedure agli
intervistati
5) Maggiori tutele per i minorenni nel momento in cui vengono
rintracciati, quando vengono sottoposti ad esami di controllo: in
caso di incertezza circa la minore età, occorre accordare al sedicente minore
il beneficio del dubbio e trattarlo come tale;
L’accertamento dell’età deve
essere considerato come un processo che non conduce a risultati esatti né
univoci ed è pertanto necessario che il margine di errore venga sempre indicato
nel certificato medico.
La minore età deve essere sempre
presunta qualora, anche dopo la perizia di accertamento, permangano dubbi circa
l'età del minore.
Qualsiasi esame relativo a tale
accertamento non deve essere mai eseguito senza il consenso informato ed
esplicito da parte del minore in questione o del suo rappresentante legale. A
tale proposito, il minore ha il diritto di ricevere copia del certificato
medico relativo all’accertamento dell’età. Gli esami medici devono inoltre
essere sempre condotti in un ambiente idoneo ed in un momento opportuno.
L'Ambasciata dei diritti è una onlus completamente
indipendente ed autorganizzata che dal 2006 si occupa dei diritti dei migranti,
e dal 2008 ha iniziato una attività di monitoraggio sui
respingimenti/riammissioni dal porto di Ancona.
Nel corso di questi anni abbiamo avuto innumerevoli
testimonianze di riammissioni in Grecia da parti di migranti tra cui anche
minori e richiedenti asilo. Ne citiamo una delle emblematiche delle centinaia
che si possono rintracciare leggendo la bibliografia citata in seguito.
«Sono stato in
Italia e poi sono stato espulso verso Igoumenitsa. Mi hanno trovato nel porto
di Ancona e mi hanno espulso con la nave che partiva subito dopo. Mi hanno
rinchiuso nei bagni con altri due rifugiati dandoci solo un cartone per
dormire. Quando siamo arrivati a Igoumenitsa, sono stato rinchiuso per quindici
giorni dentro un locale del porto. Avevo un documento che provava
che ero un
minorenne. Mi hanno trasferito nella prigione di Kozani dove sono rimasto un
mese. Quando mi hanno liberato mi hanno restituito tutti i soldi che avevo,
circa 100 euro, e il mio telefono cellulare. Poi mi hanno trasferito in un
centro di accoglienza per minori dove sono rimasto ancora un altro mese. Non
era poi così male. A Kozani la situazione era stata ben peggiore: eravamo quasi
tutti malati, avevamo la scabbia, non potevamo uscire, e ogni volta che ci
lamentavamo venivamo picchiati». (testimonianza di un minorenne somalo).
La
documentazione a riguardo è cospicua, citiamo una parte:
·Human cargo luglio 2012
·Benedettelli, M.,
Mastromatteo, G., Il Porto dell’eterno ritorno (cronaca di un respingimento),
Il Manifesto, 08/05/2010
·Mar
Ionio e Mar Adriatico Diritti respinti tra la Grecia e l’Italia (Scurba Furri).
·MIGR EUROP
Rapporti 2009-2011
·L'Italia volta le spalle ai
bambini in cerca di rifugio da soli Repubblica.it
·Rapporto human rights watch
gennaio 2013
·I fantasmi dell'adriatico
L'espresso Agosto 2013
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