GIÙ LE MANI DALL'AMBASCIATA DEI DIRITTI!
Quando un comune fa politica con Equitalia
Con una lettera il comune di Ancona intende chiudere la sede dell'Ambasciata dei Diritti di Ancona, utilizzando l'arma più meschina, la messa in mora attraverso Equitalia.
Cos' è l'Ambasciata dei Diritti: l'Ambasciata dei Diritti è una Onlus che si occupa di migranti dal 2005, molto conosciuta in città ha la propria sede in va Urbino 18 all'interno di locali dei quali ha curato la progettazione degli spazi e la loro destinazione ad uso sociale.
All'interno della propria sede si svolgono innumerevoli attività (assistenza legale gratuita, organizzazione sportiva, radio solidale, corsi di vario genere, cicli di proiezioni, raccolta fondi etc..) spesso in collaborazione con i servizi sociali e con altre organizzazioni cittadine ha svolto una attività estremamente utile per risolvere criticità legate all'emergenza abitativa e ai bisogni primari di alcune famiglie in difficoltà.
Come nasce il contenzioso con il comune di Ancona. Dopo l'assegnazione dei locali nel 2009 l'Ambasciata dei Diritti ha subito iniziato una trattativa con il comune di Ancona per rendere gli spazi adeguati all'attività dell'associazione (possibilità di avere una linea telefonica, un impianto elettrico ben funzionante e sopratutto dotato di differenziatori per il calcolo del reale consumo elettrico di ogni associazione come previsto dal contratto). Ad oggi, nonostante l'avvicendarsi di vari assessori, nulla è stato risolto. A peggiorare la situazione nel 2010 il comune ha deciso di assegnare temporaneamente per alcuni mesi alla FITEL (Associazione per il tempo libero di cgil, cisl e uil) la sala principale di via Urbino 18, che da progetto iniziale doveva essere sala comune per tutte le associazioni da utilizzare per le iniziative con più ampia partecipazione. La presenza della FITEL ha obbligato spesso l'Ambasciata dei Diritti e le altre associazioni ad affittare sale esterne vista l'occupazione dell'associazione sindacale, causando a queste un danno evidente. Oltretutto la presenza di detta associazione che svolge attività da ufficio ha aumentato esponenzialmente il consumo di energia elettrica (il riscaldamento infatti è elettrico).
La trattativa con il comune. Per questi ed altri motivi abbiamo deciso di intavolare una trattativa con il comune che vertesse su 4 punti:
- Lo spostamento della Fitel nella sua sede originaria visto che è vuota e disponibile
- La decurtazione di una parte degli affitti dovuti per la non adeguatezza dei locali ad uso associativo come da progetto iniziale
- Il pagamento dell'energia elettrica effettivamente consumata così come previsto dal contratto
- Il rinnovo del contratto con l'adeguamento dei costi agli effettivi valori di mercato
E' legale che il comune assegni uno spazio pubblico ad una associazione come la Fitel formata dai 3 principali sindacati che hanno decine di edifici a disposizione?
E' legale che la Fitel stia senza contratto per 6 anni con una decisione temporanea di giunta?
Che la stessa occupi la stanza destinata a tutti e che tutti debbano pagare i suoi consumi elettrici?
Perchè dopo decine di incontri e raccomandate inviate il comune non ha mai risposto ufficialmente?
Ambasciata dei Diritti
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