ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

A e BC: Acqua e Beni Comuni: mettiamoli in comune!

Il 22 aprile 2013 il Comitato Acqua Bene Comune invita a partecipare all'incontro che si terrà alla Facoltà di Economia e Commercio di Ancona alle ore 18.00.
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Tre leggi per la giustizia e i diritti

Nelle Marche le prime firme possono essere apposte il 9 aprile dalle 9 alle 13 nell’Ufficio Relazioni col Pubblico del Comune di Ancona, Piazza XXIV Maggio, ed in seguito nello stesso in orari di lavoro; in seguito sarà possibile firmare nelle piazze e nelle segreterie dei principali comuni.

L’Ambasciata dei Diritti di Ancona sostiene la Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe promossa dall’associazione Antigone Onlus, osservatorio sulle condizioni di detenzione nel territorio nazionale nato nel 1998. Si tratta di tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. La prima proposta di legge vuole sopperire ad una lacuna normativa grave: nell’ordinamento italiano manca, infatti, il reato di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Lo stesso testo proposto da Antigone è infatti quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite ratificata nel novembre 1988. L’Italia, con un vuoto che dura quindi da 25 anni, è di fatto l’unico Paese europeo che tenacemente rifiuta di assumere questo reato nel proprio Codice Penale. Riteniamo centrale la proibizione legale della tortura e indice di democrazia di un sistema politico: la sua assenza ci ha dimostrato più volte come ciò significa anteporre la difesa della proprietà all’incolumità fisica e morale del singolo. La tortura non è solo un trattamento crudele, degradante ed efferato, ma anche un atto volontario di sottomissione finalizzato alla negazione della verità e al diritto alla giustizia. La tortura non si determina semplicemente quando un singolo o un gruppo agisce in deroga a ogni legge o regolamento nei confronti di chi è affidato alla custodia dello Stato, in quanto sono le normative che possono creare o tollerare esplicitamente situazioni di degrado oltre a punizioni sia per l'individuo sia collettive. Tortura, infatti, è anche l'insieme di quelle pratiche discrezionali ampiamente utilizzate nelle nostri carceri e città, che consentono ai “superiori” di perseguitare altri. Con questa proposta di legge, Antigone offre un’alternativa all'imperante populismo penale che pretende di tenere a bada il disagio sociale con un sovraccarico di criminalizzazione o illude, in varie sfumature, di combattere la corruzione con la retorica garantista. La seconda proposta di legge intende ripristinare legalità e rispetto della Costituzione nelle carceri. Intende, infatti, intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità. Sono oltre 24 mila, su un totale dei detenuti di circa 65 mila(affollamento penitenziario più alto della Unione Europea), quelli che sono in carcere per pene inferiori ai tre anni e che quindi non accedono alla possibilità di scontarle in misura alternativa al carcere. Segnale questo della stessa discrezionalità di cui parlavamo prima: la magistratura di sorveglianza sempre meno, autorizza, per i reati minori, la possibilità di scontarli fuori dalle mura del carcere. . . Il 50% della popolazione carceraria è di nazionalità straniera: ciò dimostra che queste persone sono in carcere per aver subito il reato di clandestinità o per reati ad esso collegato. La clandestinità è una vera e propria invenzione di uno Stato razzista ed espulsivo che tatua su persone che fuggono da guerre e persecuzioni il marchio indelebile dell’illegalità e irregolarità consegnandoli per sempre –perché dalla clandestinità non se ne esce né con un lavoro, né con una famiglia né con una casa –a vivere una vita di nascosto. Vivere una vita da invisibili significa doversi nascondere per lavorare, per dormire, per portare i figli a scuola e ciò, è ovvio, incrementa la possibilità di fare scelte “illegali” e finire così nelle maglie della “giustizia”. Infine, la terza proposta vuole modificare la legge sulle sostanze stupefacenti che produce la maggior percentuale di carcerazione: la Fini-Giovanardi. E’ da notare che, come per il reato di tortura anche la Fini-Giovanardi del 2006, intervenuta a modifica della legge 309/1990, mostra la scelta di un inasprimento della normativa italiana negli anni in cui in Europa si affermava la strategia dei “quattro pilastri” (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione), caratterizzata da un riequilibrio, di enfasi e di risorse, dal pilastro “repressione” verso i pilastri sociosanitari. Il 3° Libro Bianco sugli effetti della Legge Fini-Giovanardi dimostra come la repressione “punti al basso”: cresce il numero delle persone segnalate all’autorità giudiziaria; aumenta in maniera impressionante il numero delle sanzioni amministrative contro un abbattimento delle richieste di invio a programma terapeutico; aumenta la percentuale dei tossicodipendenti in carcere sul totale dei detenuti e quella sul totale degli ingressi; gli affidamenti terapeutici continuano ad essere inferiori e si è invertita la tendenza che vedeva la maggioranza degli affidamenti per soggetti in libertà, mentre ora la gran parte ottiene la misura alternativa provenendo dal carcere; cresce il numero di chi singolarmente produce o spaccia droga (il pesce piccolo), mentre diminuiscono le segnalazioni per gli ex art. 74, ovvero per la grande produzione e il grande spaccio (il pesce grosso), che non è sostanzialmente intaccato nella sua attività criminale dalla legge Fini-Giovanardi. Sosteniamo quindi anche questa terza legge di iniziativa popolare, per ridare alla comunità pubblica il potere di rimettere la persona al centro, rifiutando il ruolo di controllo e punizione, tipici di un ambiente culturale pre-Basaglia che poggiava su normalizzazione, medicalizzazione, esclusione e la reclusione.
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10 e non piu' 10: presentazione di +KAOS ad Ancona

    E' passata un'era informatica, piena di idee, esperimenti e novita' che hanno caratterizzato questi ultimi 20 anni. Ci siamo ritrovati all'improvviso tutti vicini, culture e lingue hanno perso di importanza, una sola cosa in comune ovvero accedere liberamente e a proprio modo alla conoscenza e ai servizi che la societa' aveva prodotto. Due sono le reti che nascono, quella fisica e quella sociale, ora imbrigliate entrambe, senza un'organizzazione ben precisa, ma chi entrava a farne parte maturava idee chiare sulle potenzialita' e sviluppi futuri; quello che esiste ora ha radici "antiche" in quei primi passi, dove si esploravano stanze buie, aperte con la fantasia dei semplici, di chi un tempo credevano non fosse in grado, e oggi non debba capire come funzionino.
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+Kaos: 10 anni di hacking e mediattivismo


Presentazione del libro +Kaos: 10 anni di hacking e mediattivismo. 

L’esperienza collettiva di un gruppo di ragazze e ragazzi appassionati di tecnologia e comunicazione che hanno fatto proprio il motto di Primo Moroni “Condividere saperi, senza fondare poteri”.

“All’inizio la lista era un casino” – Pinke

“Era il 2000, no, no, no, era il 2001, aspetta guardiamo... ah sì (sospiro). Era maggio” – Cojote.

Alla fine del XX secolo la scena hacker era avanguardia pura. Quando le idee, le pratiche e le scorribande nella rete di questa nicchia di sperimentatori telematici iniziarono ad attirare l’attenzione del mainstream, in Italia un manipolo di attivisti ebbe l’intuizione che la comunicazione fosse davvero la sostanza in cui si sarebbero espressi i processi sociali, politici e culturali dell’immediato futuro.

Il collettivo A/I, o Autistici/Inventati, nasce nel 2001 con l’obiettivo di creare un server autogestito e fornire gratuitamente servizi web nel rispetto dell’anonimato e della privacy. Il loro veicolo informatico è sopravvissuto a molti tentativi di repressione, a denunce, sequestri, inchieste giudiziarie. Nel tempo, ha costruito una rete di server collocati in molti paesi del mondo che gli permette di offrire a diverse migliaia di utenti gli strumenti per una navigazione consapevole, che tutela la loro libertà di informazione e comunicazione.

Questo libro è prima di tutto un azzardo, un tentativo di narrazione pensato a partire dai ricordi di chi in A/I c’è stato, di chi passava di lì per caso ed è rimasto, di chi ha dato una mano, di chi ancora, ogni giorno decide che ne vale la pena. È, al contempo, il racconto di un’avventura abbastanza unica nel mondo del digitale e la ricostruzione di una serie di percorsi formativi mai lineari, al limite tra gioco e impegno politico.

A seguire aperitivo a KM0
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Costruiamo una coalizione per l'accoglienza degna.

Appello per una mobilitazione nazionale con i rifugiati

Il prossimo 28 febbraio è prevista la fine della cosiddetta “Emergenza Nordafrica” e migliaia di rifugiati in tutta Italia rischiano di essere abbandonati una seconda volta.
Già nel corso di quest’ anno e mezzo trascorso dall’inizio del Piano di Accoglienza, infatti, sono stati lasciati soli dalla colpevole inerzia del Governo e di chi ha gestito l’accoglienza.
Strutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffari, come ci hanno raccontato i reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times, non sono però gli unici “scandali” di questa vicenda.
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FILM - Palestina per principianti


La proiezione è organizzata dall'Ambasciata dei diritti con la Campagna Palestina Solidarietà Marche.

Dalle 20.00 aperitivo.

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Adriatico a porti chiusi

Erano nascosti in minuscole gabbie metalliche rivestite in pietra per confondersi nel carico i 19 profughi iraqeni e siriani scoperti il 31 gennaio dalla Guardia di Finanza nel porto di Ancona, su un tir appena sbarcato. Non è un caso isolato, sui traghetti turistici provenienti dai porti greci capita spesso che siano imbarcati clandestinamente dei migranti che cercano di raggiungere il nord Europa in cerca di asilo, di una vita migliore, o per ricongiugersi con altri parenti il cui viaggio della speranza ha avuto un lieto fine. Spesso però il loro viaggio ed il sogno di costruirsi una nuova vita lontano da guerre e persecuzioni si infrange contro il confine italiano, dove vengono individuati ne rispediti in Grecia senza tanti complimenti o accertamenti sull’identità o l’età...
continua sul sito di amisnet ed ascolata le interviste

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Come uccidere la Democrazia durante le vacanze


Il Coordinamento Provincia di Ancona Acqua Bene Comune ha indetto per le 9,30 di venerdì 25 gennaio presidio davanti alla SEDE dell’AATO2 Marche Jesi – Via Gallodoro, 69 per chiedere che il nuovo metodo tariffario nel conteggio delle bollette dell’acqua venga ritirato, che l’AATO2 Marche non lo recepisca e che i membri dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas si dimettano perché non stanno facendo scelte contrarie al risultato referendario.
 
 
 
Il 28 dicembre 2012, confidando nella distrazione per le feste natalizie, l’AAEG (Autorità per l’energia elettrica e il gas) ha deliberato il nuovo Metodo Tariffario per il Servizio Idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione del Referendum del giugno 2011, con il quale 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione pubblica dell’acqua, fuori dalle logiche di mercato e per l’eliminazione dalla bolletta della “remunerazione del capitale investito”, ossia dei profitti.

L’Autorità, infatti, ha varato un sistema di calcolo della tariffa che reinserisce il profitto, sotto le mentite spoglie del “costo della risorsa finanziaria” con il quale si riconosce ai gestori la copertura, tramite tariffa, di una percentuale standard del capitale investito.

Ma l’Autorità non si limita a questo.
Viene prevista la costituzione di un fondo per nuovi investimenti (FONI), nei fatti un tributo,  considerato, però, costo di servizio e quindi inserito in bolletta, sulla quale, peraltro, inciderà anche l’ammortamento dei finanziamenti a fondo perduto (pubblici).

L’Autorità, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall’acqua, in perfetta coerenza con l’impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni seguita, e confermata nella sua agenda per il prossimo governo, da Monti.

Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.

PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA.
E VOGLIAMO RIPUBBLICIZZARLE ENTRAMBE.

Coordinamento Provincia di Ancona Acqua Bene Comune

Per info:
348 3701690 - 3925039566
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Human Rights Watch: respingimenti, Ancona TRA Le città citate Nel Rapporto Internazionale. Una quotidianità di Diritti Gestiti negati

Tutti i media ne parlano da un paio di giorni, da quando Human Rights Watch ha reso pubblico “Restituiti al mittente”, il Rapporto sui respingimenti di migranti dai porti dell’Adriatico (Venezia, Ancona, Bari e Brindisi) verso la Grecia. E ancora una volta Ancona è uno dei nessi del mare Adriatico dove sistematicamente vengono negati diritti e dove l’ingiustizia è quotidiana.
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