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Afghanistan, una nuova legge autorizza lo stupro dei mariti

Secondo fonti Onu il provvedimento obbliga le donne a chiedere il permesso al consorte anche per uscire di casa o andare dal medico. E la custodia dei figli va solo a padri e nonni.
KABUL - Malgrado l'intervento armato in Afghanistan, con l'Italia incaricata della ricostruzione del sistema giuridico del paese, il governo afgano ha recentemente votato una legge (ancora non pubblicata) che rappresenta un duro colpo ai diritti delle donne afgane. Secondo fonti delle Nazioni Unite, la nuova legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, obbliga le donne a "concedersi" al marito senza opporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni.
Insomma, rispetto al passato, poco o nulla sembra cambiare per le donne afgane. La mossa del governo rappresenta, secondo alcuni parlamentari contrari e molti gruppi umanitari, il tentativo del presidente Hamid Karzai di incassare il sostengo dei fondamentalisti islamici, in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Secondo il quotidiano britannico Independent, il provvedimento di legge è frutto delle pressioni esercitate dall'Iran, che mantiene uno stretto legame con la minoranza sciita afgana.
"E' una delle peggiori leggi mai votate dal Parlamento in tutto il secolo" ha tuonato Shinkai Karokhail, deputata afgana impegnata a battersi contro la legge: "è totalmente sfavorevole alle donne e renderà loro ancora più vulnerabili".
La Costituzione afgana permette agli sciiti, che rappresentano circa il 10 per cento della popolazione, di avere una legge sulla famiglia basata sulla giurisprudenza sciita tradizionale. Ma al tempo stesso sia la Costituzione che vari trattati internazionali firmati dall'Afghanistan, garantiscono pari diritti alle donne.
E proprio oggi Karzai partecipa al Forum dell'Aja, dove si svolge la Conferenza internazionale sull'Afghanistan: "E' importante che tutto il mondo stia guardando al nostro Paese", ha dichiarato. Al summit sono presenti circa 80 nazioni, tra cui tutte e 41 gli stati che partecipano alla missione Isaf guidata dalla Nato, e poi Russia, Cina, Giappone, India, Iran e organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

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