ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Qui l'inizio o sommario. E qui la fine del post. Continua...

11.11 Cena Vegan

Ambasciata dei Diritti/LaCupa/Associazione 6VeganX
presentano

Cena Vegana 
domenica 11 novembre ore 20,30
all'Ambasciata dei Diritti - via urbino 18, Ancona


cena di finanziamento per i lavori di ristrutturazione dell'area danneggiata in seguito all'incendio del 25 agosto a La Cupa Spazio Autogestito

////Menù////

Insalata d'autunno
Pasta dell'acciuga felice
Lenticchie all'Indiana
Fagioli Fuoco e Fiamme

acqua,vino,dolce e caffè

quota di partecipazione euro 15

prenotazioni entro venerdì 9 novembre al 349 2806659 - 3398102187

Vi aspettiamo!
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La Sanatoria truffa

Più che di una sanatoria siamo di fronte ad una voce di bilancio è così che il governo Monti intende la regolarizzazione di quei cittadini migranti presenti sul territorio italiano senza permesso di soggiorno. La “sanatoria 2012” nasce come un truffa e favorisce tutti coloro che hanno intenzione di speculare sulla pelle dei disperati.
Per accedere alla sanatoria servono all'incirca 2.000 euro (1000 contributo forfettario+i contributi previdenziali+spese varie), cifra astronomica per chiunque in questo periodo di crisi, inarrivabile per la stragrande maggioranza di migranti che non avendo un permesso di soggiorno vivono alla giornata.
Mai come in questo caso la realtà vera e quella descritta dalla legge sono così lontane. Chiunque sia informato o lavori a contatto con i migranti sa che in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone “irregolari” ed il 99% percento di queste sono disperate, poiché senza documenti, costretti a vivere in una condizione di clandestinità che preclude l'accesso al lavoro e al diritto alla casa. Questa condizione fa si che le disponibilità economiche di questi uomini e donne sia a malapena sufficiente per arrivare al giorno successivo. La crisi ha gonfiato ulteriormente questo esercito, infatti anche altri migranti che erano riusciti ad ottenere un permesso, con la perdita del posto di lavoro non riescono neanche a rinnovare il titolo di soggiorno e cadono anch'essi in una condizione di clandestinità (spesso famiglie intere) entrando in un vortice di povertà estremamente rapido. In questi ultimi quattro anni sono sempre più numerose le famiglie migranti (ma anche italiane) che non riescono a pagare le bollette e si ritrovano a vivere in abitazioni senza gas, luce ed acqua, senza documenti e senza nessuna prospettiva di lavoro. Naturalmente molti vivono di lavoro nero, visto che non c'è nessuna alternativa, ma è un lavoro nero strutturale che non si risolve con una legge sull'emersione. Il caso del datore di lavoro che fa lavorare in nero un migrante ma che vorrebbe regolarizzarlo rappresenta soltanto l'eccezione della regola.
La stragrande maggioranza dei migranti che accedono alla sanatoria si devono pagare tutto da soli, dando in mano il denaro ad un datore di lavoro improvvisato che nel migliore dei casi fa un favore ad un amico. Nel 2009 le truffe furono molteplici quest'anno raddoppieranno.
Cosa sta succedendo questi giorni nelle strade? molti migranti senza documenti stanno cercando di recuperare i soldi per la sanatoria attraverso collette, indebitamenti etc. Parallelamente cercano qualcuno che dichiari che ha lavorato per lui, ma anche questa ricerca non è facile perché comunque la clandestinità ti relega alla marginalità, quindi se non trovano nulla si rivolgono a degli intermediari che chiedono soldi per trovare un datore di lavoro posticcio, in questi casi ti possono chiedere anche 4000 euro. Come è evidente al moltiplicarsi dei problemi cala il numero di coloro che possono accedere alla sanatoria.
I pochi che riusciranno a raggranellare la cifra per pagarsi il permesso poi devono fare i conti con le truffe implicite della legge, questa sanatoria tutela al 100% il datore di lavoro mentre è totalmente a discapito del lavoratore, infatti se dopo avere pagato il contributo forfettario dai controlli dello sportello unico dovesse emergere che il datore di lavoro non aveva tutti i requisiti per fare la domanda automaticamente questa viene respinta ed i soldi non vengono restituiti, quindi il migrante che si era indebitato si trova senza permesso e in una situazione economica drammatica.

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Gli esempi di truffe sono molteplici, la classica è quella di una persona che si offre di fare il datore di lavoro dietro un compenso e naturalmente i mille euro della cifra forfettaria e questo gioco lo fa con più persone, nel migliore dei casi presenta le domande intascandosi solo il compenso, nei peggiori non presenta nulla e si intasca tutto, ma in entrambi i casi se la domanda è fatta da un privato è destinata ad essere bocciata poiché solitamente queste domande vengono fatte per l'assunzione di domestici e non se ne possono regolarizzare più di uno. La conseguenza è che tutti restano senza permesso.
Ci sarebbe anche molto da dire sulle così dette “prove di presenza sul territorio italiano” se uno è clandestino la prima cosa che fa è proprio di evitare di lasciare tracce, non certo di accumulare prove della sua presenza.
Una sanatoria seria avrebbe dovuto partire da una analisi obiettiva della realtà e cominciare con queste parole” tenuto conto della situazione di crisi in cui versa il nostro paese, che in particolar modo colpisce i cittadini migranti senza permesso di soggiorno concediamo a tutti coloro che ne fanno richiesta documenti regolari senza oneri in denaro”. Ma oramai parlare di diritti in Italia è utopico ma noi restiamo dei grandi sognatori.
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il Movimento che trasforma

I Centri Sociali nel tempo della crisi tra soggettività, conflitto e cooperazione sociale
Siamo oramai prossimi all'appuntamento di Jesi, il Social Meeting lanciato dal documento condiviso da molte realtà e reso pubblico in estate. Inutile dire che innanzitutto questa tre giorni sarà un modo per incontrarci, per stare insieme, per confrontarci liberamente. Lo faremo grazie all’ospitalità di un centro sociale, e alla rete di realtà e spazi di lotta delle comunità marchigiane, e questo è anche un modo per sostenerne l’azione politica, partecipando ad un evento che, di questi tempi, va in controtendenza rispetto allo stato di cose che si vorrebbe semplicemente immutabile.
Fare politica, o meglio costruire società, praticare in forma concreta il comune nei nostri territori, non è mai stata cosa semplice e scontata. Mille sirene, comprese a volte quelle della polizia, continuano a suggerire di lasciar perdere, di rientrare nell’alveo di ciò che è compatibile, normale, tradizionale. I movimenti, secondo quello che ci vorrebbe far credere la vulgata, sono folklore, esercizi di gratificazione personale per chi è in cerca di identità. I movimenti arrivano fino ad un certo punto, poi ci pensa la politica, quella con la “P” maiuscola.
Ecco a Jesi noi speriamo invece di sperimentare ancora una volta la potenza dell’essere altro. I movimenti, che non si creano a tavolino e nemmeno si cristallizzano eternamente come istituzioni, sono ciò che consideriamo fondamentale per trascinare quel cambiamento, quel mondo diverso, di cui continuiamo disperatamente a sentire il bisogno. Siamo così convinti di questo che non possiamo che incontrarci, parlarci e pensare da movimenti.
Non possiamo che investire sulla soggettività collettiva che si genera a partire da una messa in comune delle piccole e grandi lotte che conduciamo ognuno nei nostri luoghi. Non possiamo che immaginarci questa tre giorni come uno spazio aperto, attraversabile, denso ma non opaco. E a questo proposito è bene chiarire che in questi giorni non vogliamo che si crei una ritualità triste o dalle movenze scontate.
Vogliamo discutere insieme senza nessun pregiudizio, senza schemini già pronti e utili all’autocompiacimento. Vogliamo interrogarci su un momento come quello attuale che, dal punto di vista del cambiamento, è complicato, difficile, a volte quasi insopportabile. Resteranno tanti dubbi, forse costruiremo per noi qualche certezza per le cose da fare subito, magari riusciremo insieme ad inventarci le forme e i modi per lottare, per resistere e progettare. Di sicuro “la sintesi” non sarà sulle parole, sulle formule o sugli slogan.
La sintesi vorremmo che fosse racchiusa nel nostro modo di stare insieme, dell’essere complici nello sfidare il potere, nell’essere tra di noi altro dalla politica ufficiale. C’è bisogno di un nuovo stile, di una freschezza nei rapporti, nelle relazioni che ci consenta, contro le tendenze consolidate, di rilanciare le battaglie comuni. Ci vediamo tutti e tutte a Jesi, liberi nella testa e nel cuore.
PROGRAMMA
Per favorire la massima partecipazione la discussione sarà articolata in assemblee tematiche plenarie.
Venerdì 28 settembre sarà dedicato all'arrivo, all'accoglienza ed alla sistemazione dei partecipanti.
L'inizio dei lavori è previsto per Sabato 29 settembre alle ore 10.00 (puntuali) e proseguiranno per tutta la giornata con pausa pranzo e cena.
La conclusione è prevista per domenica 30 settembre con assemblea che inizierà alle ore 10.00 e terminerà nelle prime ore del pomeriggio, per favorire il rientro dei partecipanti.
Al fine di garantire un'adeguata organizzazione dei pasti e dei pernottamenti è necessario che vengano effettuate le prenotazioni compilando le apposite schede riportate nel Virtual Convergence Center.

Per quanto riguarda l'articolazione tematica, la griglia proposta è la seguente:
Sabato 29 settembre - ore 10.00
Relazione introduttiva
Panel 1 - Le lotte sociali
Crisi, precarietà, reddito di cittadinanza, migranti e cooperazione sociale. Scuola, università, formazione, cultura: le lotte della conoscenza. Oltre il Sindacato di base.
Panel 2 - Il territorio
I territori della/nella crisi: beni comuni, diritti, ambiente e difesa della salute. La questione della terra e dell’energia. Nessi amministrativi e sovranità nella crisi, postdemocrazia.
Focus serale (ore 22,00) - Sport autogestito come pratica del comune contro le discriminazioni  e per il libero accesso di tutti.
Domenica 30 settembre - ore 10.00
Panel 3 - Le pratiche
La rete, la comunicazione, la decisione collettiva. Interventi e proposte sulle scadenze dell'autunno.  
Conclusioni
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Sanatoria 2012 come fare

Giovedi alle ore 21.00 presso la sede dell'ambasciata dei diritti verrà illustrata la nuova sanatoria del 2012 Continua...

REFERENDUM ACQUA: LA RISPOSTA POCO CHIARA DI MULTISERVIZI AI RECLAMI

In questi giorni sta arrivando la ettera di risposta da parte di Multiservizi S.p.A, alle persone che hanno sottoscritto il reclamo per la restituzione della quota di bolletta corrispondente alla remunerazione del capitale investito dal gestore, abrogata dal referendum del giugno 2011.
La lettera contiene alcuni passaggi poco chiari o addirittura palesemente inesatti, perciò vi invitiamo a leggere quanto riportato sotto per chiarirvi come stanno le cose.
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ASUR MARCHE: DISCRIMINATORIA L'ESCLUSIONE DALLE GRADUATORIE DEGLI INFERMIERI NON COMUNITARI


Stanno arrivando in questi giorni le missive con le quali l'Asur delle Marche comunica agli infermieri non comunitari l'esclusione dalle graduatorie per il conferimento degli incarichi a tempo determinato corrispondenti al profilo professionale di “Collaboratore sanitario – infermiere”. L'esclusione, determinata dalla carenza del requisito della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione Europea, è assolutamente illegittima. 
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STOP TRAGEDIE DEL MARE ACCOGLIENZA PER TUTTI



Proprio nel giorno in cui le comunità di accoglienza della provincia di Ancona, gli assistenti sociali e tante associazioni erano con noi al porto per le iniziative collegate alla giornata mondiale del rifugiato, è arrivato in banchina un traghetto Superfast proveniente dalla Grecia, dove erano stati rintracciati 17 ragazzi afgani nascosti in un pullman. Due di loro sono morti durante il viaggio e altri due erano in condizioni gravissime e sono stati ricoverati in ospedale.
Appena appresa la notizia una nostra delegazione ha raggiunto la Superfast con uno striscione con la scritta «Stop tragedie del mare. Accoglienza per tutti».
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Pericolo riammissioni migranti in Grecia

Pubblichiamo una nota stampa che avevamo scritto lo scorso 23 maggio ed inviato a stampa e istituzuoni locali dove chiedevamo d'accordo con le associazioni greche con cui collaboriamo, di non fermare le riammissioni verso la Grecia.
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Welcome: porto aperto 23 giugno 2012

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2012, l’Ambasciata dei Diritti organizza “Welcome: porto aperto” un’iniziativa che si svolgerà all’interno del porto di Ancona per portare al centro della discussione politica la questione irrisolta dell’accoglienza e della security alla frontiera dorica.
Abbiamo voluto programmare tutte le attività, dai “Giochi senza frontiere” ai reading, dai concerti agli spettacoli teatrali, all’interno del porto per affermare con forza che i rifugiati non sono solo quelli che riescono ad accedere ai servizi di protezione internazionale, ma anche tutti quelli che pur vivendo nella condizione di rifugiato non hanno la possibilità di richiedere protezione quando arrivano al porto nascosti in qualche traghetto. Come un faro vogliamo illuminare tutte quelle pratiche indegne con cui la polizia di frontiera riammette i migranti in Grecia. Tanti di loro, come ci dicono le associazioni di Patrasso ed Atene, quando arrivano al porto di Ancona non hanno la possibilità di entrare in contatto con l’ufficio del Gus per chiedere asilo.
Il 23 giugno vogliamo stare dentro il porto per ricordare a tutte le autorità e alle istituzioni che in questo periodo di profonda crisi, rimandare in Grecia i migranti che arrivano significa condannarli ad un destino di violenze dove la loro sopravvivenza è messa in forte pericolo.
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