ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

A Enrico, Zeno, Mattia e Marco, esprimiamo tutta la solidarietà, vicinanza, complicità!

La giornata del 14 novembre scorso è ancora nitida nei nostri occhi. Una grande giornata di lotta europea, con scioperi, blocchi stradali, occupazioni, manifestazioni e cortei, che ha visto scendere in piazza tutti coloro che desiderano, lavorano e mettono ogni giorno i proprio corpi per la difesa del posto di lavoro, per reclamare reddito, per i diritti di cittadinanza, per una scuola e un’università di tutt@. Il 14 novembre è stata una giornata ribelle e gioiosa in cui donne e uomini di tutta Europa si sono organizzati per manifestare in piazza il proprio dissenso alle politiche di austerity targate BCE e rivendicare un futuro di diritti e libertà contro i grandi della finanza internazionale e dei loro “delegati” territoriali chiamati ad emanare leggi che inculcano sottomissione e paura per un futuro che quotidianamente ci viene negato. Ma è stata anche una giornata di inaudita violenza delle “forze dell'ordine” (e dei lacrimogeni che cadendo dal tetto del Ministero di Giustizia “rimbalzavano contro i muri” abbattendosi “accidentalmente” sui manifestanti), oltretutto ampiamente documentata. Liberi tutti, subito!. A quasi due mesi da quella grande giornata di mobilitazione europea la risposta che riceviamo è, come sempre più spesso accade, un’operazione giudiziaria sproporzionata e repressiva: ieri mattina infatti la Questura di Padova ha notificato a due nostri fratelli gli arresti domiciliari e ad altri due l’obbligo di firma, con le assurde accuse di interruzione di pubblico servizio, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni in concorso. Questa manovra rappresenta l’ennesima forma di intimidazione legalitaria agita verso i movimenti, per tentare di intimidire le centinaia di migliaia di persone che, rompendo l’indifferenza e il silenzio, rivendicano il diritto di vivere una vita senza il ricatto di un debito che non hanno contratto e di una crisi che non hanno prodotto. La risposta della magistratura di Padova evidenzia il vuoto politico italiano e risponde ad una precisa logica che vorrebbe risolvere la gravissima situazione sociale criminalizzando il dissenso e privando della libertà chi mette il proprio corpo in prima fila a rivendicare e determinare un radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali. Chi oggi ha colpito quattro nostri fratelli, voleva colpire anche tutt@ noi. Ma si sbagliano di grosso. Le loro gabbie, possono starne certi, non fermeranno la nostra voglia e la nostra determinazione di costruire un’alternativa alla miseria del presente. A Enrico, Zeno, Mattia e Marco, esprimiamo tutta la solidarietà, vicinanza, complicità!. Continua...
Ieri sera più di cento persone hanno preso parte al presidio organizzato dalla “Campagna Palestina Solidarietà” e dall'Ambasciata dei Diritti di Ancona, in solidarietà con il popolo palestinese di Gaza da giorni vittima di bombardamenti indiscriminati da parte di Israele. Sono state accese 130 candele a fianco dei biglietti che ricordavano il nome e il cognome dei morti sotto le bombe, per ricordare che i palestinesi non sono solo numeri ma persone, in molti casi bambini, con una loro storia e dei sogni spezzati dalle bombe israeliane. I vari interventi dal microfono hanno sottolineato il fatto di non voler essere complici in nessun modo di questo genocidio, anche il silenzio sarebbe una forma di complicità. Chi era in piazza, non è indifferente, non tace ma continua a denunciare il crimine in atto, non vuole nemmeno essere neutrale perché è chiaro che la ragione sta dalla parte delle vittime, dei bambini e degli anziani uccisi. Il nostro governo come quello americano nelle sue forme di solidarietà ad Israele è invece complice di quello che sta succedendo a Gaza, cosi come lo sono i media che continuano a mistificare gli eventi. Durante il sit in abbiamo ascoltato, con collegamenti telefonici, le drammatiche testimonianze di Michele Giorgio giornalista del manifesto che non ha lasciato Gaza e sta raccontando il paese sotto le bombe e Meri Calvelli, internazionale italiana che tre giorni fa è uscita da Gaza ed ora ha trovato rifugio in Cisgiordania. Entrambi hanno testimoniato come le bombe non risparmino nessuno, la stessa colonna di mezzi di cooperanti internazionali che ha lasciato Gaza è stata colpita dall'aviazione israeliana, come obiettivi sono anche i giornalisti, l'intento è quello di diffondere morte e terrore.
“Faranno il deserto, e lo chiameranno pace. Il silenzio del «mondo civile» è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte" Continua...

Martedi 20 novembre ore 18.30 presidio per fermare l'attacco a Gaza

I PALESTINESI UCCISI SONO 94. QUASI UN MIGLIAIO LE PERSONE FERITE. TRA LORO MOLTI I MUTILATI GRAVI. SONO IN CORSO MANIFESTAZIONI DURAMENTE REPRESSE IN TUTTA LA WEST BANK SI PARLA DI 54 FERITI, POCO FA A BETLEMME ERANO IN CORSO DURI SCONTRI VICINO AL CHECK POINT DELLA TOMBA DI RACHELE. IERI SONO GIRATI VIDEO ALLARMANTI SULLA REPRESSIONE DELLE E DEI MANIFESTANTI A NABLUS E RAMALLAH. GAZA E' UNA STRISCIA DI TERRA LUNGA 40 KM E DI UN AREA COMPLESSIVA DI 365 KM2 (MENO DELL'ISOLA Saintes-Maries-de-la-Mer /Bouches-du-Rhône. per chi la conosce) CI VIVONO 1.7 MILIONI DI PERSONE. DI QUESTE 1.1 SONO RIFUGIATI E PERSONE INTERNAMENTE DISLOCATE. IL 56% SONO BAMBINI. E'UNA DELEL ZONE PIU' DENSAMENTE POPOLATE AL MONDO. E' UNA PRIGIONE A CIELO APERTO. CHI E' SOTTO LE BOMBE NON PUO' SCAPPARE. DA SEI GIORNI PIOVONO LE BOMBE DAL CIELO DI GAZA E DAL MARE. REPUBBLICA TITOLA: UN TERZO SONO CIVILI.. LE NAZIONI UNITE STANNO CALCOLANDO CHE I CIVILI SIANO ALMENO L'80%. PAGLIARA, INVIATO RAI, MENTE, MENTE E POI MENTE ANCORA. NOI IN ITALIA NON ABBIAMO MODO DI CAPIRE QUANTO ACCADE IN QUEI LUOGHI SE CI AFFIDIAMO ALLA NOSTRA STAMPA E ALLA TELEVISIONE. A SEGUIRE TROVATE I NOMI E LE ETA' DEI MORTI. AGGIORNATO ALLE 5.30 DI QUESTA MATTINA. (SONO 89, GLI ALTRI CORPI DEVONO ANCORA ESSERE IDENTIFICATI) ABBIAMO IL DOVERE DI SCENDERE IN PIAZZA E MOSTRARE IL NOSTRO SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE INERME DI GAZA. ABBIAMO IL DOVERE DI INFORMARCI E NON COMPRARE NESSUN PRODOTTO ISRAELIANO, DIFFONDENDO I CONTENUTI DELLA CAMPAGNA PER IL BOICOTTAGGIO IL DISINVESTIMENTO E LE SANZIONI CONTRO ISRAELE: http://www.bdsitalia.org/ QUESTO L'APPELLO DEI COOPERANTI ITALIANI A GAZA (18/11): http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41487&typeb=0&Loid=200&L-appello-dei-cooperanti-italiani QUESTA LA TESTIMONIANZA DI UN PARROCO TOSCANO SPESSO IN VISITA NEI TERRITORI: http://abunamario.wordpress.com/2012/11/19/il-massacro-di-gaza-la-mia-testimonianza/ QUESTO L'ULTIMO REPORT DI ROSA SCHIANO, VOLONTARIA ISM A GAZA: http://ilblogdioliva.blogspot.co.il/2012/11/dallo-shifa-hospital-report-18-novembre.html QUESTO IL LINK A NENA NEWS, UNICA SORGENTE INFORMATIVA DEGNA DI ESSERE CONSULTATA: http://nena-news.globalist.it/ ...up until 05.30 confirmed names 1. Ahmad Al-Ja’bary, 52 years old. 2. Mohammed Al-Hams, 28 years old. 3. Rinan Arafat, 4 years old. 4. Omar Al-Mashharawi, 11 Month old 5. Essam Abu-Alma’za, 20 years old. 6. Mohammed Al-qaseer, 20 years old. 7. Heba Al-Mashharawi, six-months pregnant, 19 years old. 8. Mahmoud Abu Sawawin, 65 years old. 9. Habis Hassan Mismih, 29 years old. 10. Wael Haidar Al-Ghalban, 31 years old. 11. Hehsam Mohammed Al-Ghalban, 31 years old. 12. Rani Hammad, 29 years old. 13. Khaled Abi Nasser, 27 year old. 14. Marwan Abu Al-Qumsan, 52 years old. 15. Walid Al-Abalda, 2 years old. 16. Hanin Tafesh, 10 months old. 17. Oday Jammal Nasser, 16 years old. 18. Fares Al-Basyouni, 11 years old. 19. Mohammed Sa’d Allah, 4 years old. 20. Ayman Abu Warda, 22 years old. 21. Tahrir Suliman, 20 years old. 22. Ismael Qandil, 24 years old. 23. Younis Kamal Tafesh, 55 years old. 24. Mohammed Talal Suliman,28 years old. 25. Amjad Mohammed Abu-Jalal, 32 years old. 26. Ziyad Farhan Abu-Jalal, 23 years old. 27. Ayman Mohammed Abu Jalal, 44 years old. 28. Hassan Salem Al-Heemla’, 27 years old. 29. Khaled Khalil Al-Shaer, 24 years old. 30. Ayman Rafeeq Saleem, 26 years old. 31. Ashraf Hassan Darwish, 22 years old 32. Osama Mousa Abdel Jawwad, 27 years old 33. Ali Abdul Hakim Almana'ama, 20 years old 34. Mokhlis Adwan, 30 years old 35. Ahmed Osama Al-Atrash, 22 years old 36. Mohammed Saleh Allolhai, 22 years old 37. Awad Hamdy Al-Nahhal, 23 years old 38. Abdel Rahman Salem Al-Masri, 31 years old 39. Mohammed Mahmoud Yassin, 24 years old 40. Osama Abdel Jawad, 25 years old 41. Ali Hassan Ali bin Said, 25 years old, killed in an attack on his motorbike in Deer Al-Balah, central Gaza, at 8:10 pm, November 17. 42. Mohammed Sabri Alouidat, 25 years old 43. Osama Yousif Al-Qadi, 26 years old. 44. Ahmed Salem Salama Said, 42 years old 45. Hani Abdel Majid Aberriam, 21 years old 46. Samaher Khalil Qudeih, 28 years old 47. Tamer Al Hemry, 26 years old 48. Tamer Salameh Abu Sufyan, 3 years old 49. Jumana Salameh Abu Sufyan, 1 years old 50. Muhamed Abu Nuqira 51. Iyad Abu Khousa, 18 monthss old 52. Tasneem Zuhaer Al Halal, 13 years old 53. Ahmad Essam Al-Nahhal, 25 years old 54. Nawal Farag Abdelaal, 52 years old 55. Ahmed Hassan, 27 years old 56. Mohammed Jamal Al Dalou, (grandfather of Dalou family), Age Unconfirmed 57. Ibrahm Mohammed Jamal Al Dalou, 1 year old 58. Raneen Mohammed Jamal Al Dalou, 5 years old 59. Jamal Mohammed Jamal Al Dalou, 7 years old 60. Yousef Mohammed Jamal Al Dalou, 10 years old 61. Samah Al Dalou, 25 years old 62. Sulafa Al Dalou, 46 years old 63. Tahani Al Dalou, 50 years old 64. Amina Matar Al-Mzanner, 83 years old 65. Abdallah Mohammed Al-Mzanner, 23 years old 66. Jamal Al Dalou, (father of Dalou family), age unconfirmed 67. Hussam Abu Shaweesh, 37 years old 68. Suhail Hammad, 45 years old 69. NourAmin Hammad, 15 years old 70. Atiyyeh Mubarak, 54 years old 71. Hussam Abu Shaweish 72. Mohammed Bakr Al-Of, 24 years old, killed in an attack on A-Yarmouk st. in Gaza city. 73. Samy Al Ghfeir, 22 years old, killed in an attack on Shijaiyya area, west Gaza. 74. Nabeel Ahmad Abu Amrra, age unconfirmed 75. Ahmed Abu Amra, age unconfirmed 76. Hussein Jalal Nasser, 8 years old 77. Jalal Nasr, 39 years old 78- Sabha Al-Hashash, 60 years old. 79- Saif Al-Deen Sadeq 80- Ahmad Hussein Al-Agha. 81- Emad Abu Hamda, 30 years old, killed after being seriously injured in as a drone fired a rocket at Beach camp, west Gaza. 82- Mohammed Salama Jindiyya, 31 years old and mentally disabled, killed in an attack on Helles roundabout in Shijaiyya, west Gaza. 83. Saadiyeh Al Tayyub, age unconfirmed 84. Nawal Abdel Ali, age unconfirmed 85. Ahmad Najeeb, age unconfirmed 86. Nisma Abu Zour, 19 years old 87. Mohammed Iyad Abu Zour, 5 years old 88. Sahar Abu Zour, age unconfirmed 89. Ahed Al Qattati, 38 years old Continua...
Qui l'inizio o sommario. E qui la fine del post. Continua...

11.11 Cena Vegan

Ambasciata dei Diritti/LaCupa/Associazione 6VeganX
presentano

Cena Vegana 
domenica 11 novembre ore 20,30
all'Ambasciata dei Diritti - via urbino 18, Ancona


cena di finanziamento per i lavori di ristrutturazione dell'area danneggiata in seguito all'incendio del 25 agosto a La Cupa Spazio Autogestito

////Menù////

Insalata d'autunno
Pasta dell'acciuga felice
Lenticchie all'Indiana
Fagioli Fuoco e Fiamme

acqua,vino,dolce e caffè

quota di partecipazione euro 15

prenotazioni entro venerdì 9 novembre al 349 2806659 - 3398102187

Vi aspettiamo!
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La Sanatoria truffa

Più che di una sanatoria siamo di fronte ad una voce di bilancio è così che il governo Monti intende la regolarizzazione di quei cittadini migranti presenti sul territorio italiano senza permesso di soggiorno. La “sanatoria 2012” nasce come un truffa e favorisce tutti coloro che hanno intenzione di speculare sulla pelle dei disperati.
Per accedere alla sanatoria servono all'incirca 2.000 euro (1000 contributo forfettario+i contributi previdenziali+spese varie), cifra astronomica per chiunque in questo periodo di crisi, inarrivabile per la stragrande maggioranza di migranti che non avendo un permesso di soggiorno vivono alla giornata.
Mai come in questo caso la realtà vera e quella descritta dalla legge sono così lontane. Chiunque sia informato o lavori a contatto con i migranti sa che in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone “irregolari” ed il 99% percento di queste sono disperate, poiché senza documenti, costretti a vivere in una condizione di clandestinità che preclude l'accesso al lavoro e al diritto alla casa. Questa condizione fa si che le disponibilità economiche di questi uomini e donne sia a malapena sufficiente per arrivare al giorno successivo. La crisi ha gonfiato ulteriormente questo esercito, infatti anche altri migranti che erano riusciti ad ottenere un permesso, con la perdita del posto di lavoro non riescono neanche a rinnovare il titolo di soggiorno e cadono anch'essi in una condizione di clandestinità (spesso famiglie intere) entrando in un vortice di povertà estremamente rapido. In questi ultimi quattro anni sono sempre più numerose le famiglie migranti (ma anche italiane) che non riescono a pagare le bollette e si ritrovano a vivere in abitazioni senza gas, luce ed acqua, senza documenti e senza nessuna prospettiva di lavoro. Naturalmente molti vivono di lavoro nero, visto che non c'è nessuna alternativa, ma è un lavoro nero strutturale che non si risolve con una legge sull'emersione. Il caso del datore di lavoro che fa lavorare in nero un migrante ma che vorrebbe regolarizzarlo rappresenta soltanto l'eccezione della regola.
La stragrande maggioranza dei migranti che accedono alla sanatoria si devono pagare tutto da soli, dando in mano il denaro ad un datore di lavoro improvvisato che nel migliore dei casi fa un favore ad un amico. Nel 2009 le truffe furono molteplici quest'anno raddoppieranno.
Cosa sta succedendo questi giorni nelle strade? molti migranti senza documenti stanno cercando di recuperare i soldi per la sanatoria attraverso collette, indebitamenti etc. Parallelamente cercano qualcuno che dichiari che ha lavorato per lui, ma anche questa ricerca non è facile perché comunque la clandestinità ti relega alla marginalità, quindi se non trovano nulla si rivolgono a degli intermediari che chiedono soldi per trovare un datore di lavoro posticcio, in questi casi ti possono chiedere anche 4000 euro. Come è evidente al moltiplicarsi dei problemi cala il numero di coloro che possono accedere alla sanatoria.
I pochi che riusciranno a raggranellare la cifra per pagarsi il permesso poi devono fare i conti con le truffe implicite della legge, questa sanatoria tutela al 100% il datore di lavoro mentre è totalmente a discapito del lavoratore, infatti se dopo avere pagato il contributo forfettario dai controlli dello sportello unico dovesse emergere che il datore di lavoro non aveva tutti i requisiti per fare la domanda automaticamente questa viene respinta ed i soldi non vengono restituiti, quindi il migrante che si era indebitato si trova senza permesso e in una situazione economica drammatica.

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Gli esempi di truffe sono molteplici, la classica è quella di una persona che si offre di fare il datore di lavoro dietro un compenso e naturalmente i mille euro della cifra forfettaria e questo gioco lo fa con più persone, nel migliore dei casi presenta le domande intascandosi solo il compenso, nei peggiori non presenta nulla e si intasca tutto, ma in entrambi i casi se la domanda è fatta da un privato è destinata ad essere bocciata poiché solitamente queste domande vengono fatte per l'assunzione di domestici e non se ne possono regolarizzare più di uno. La conseguenza è che tutti restano senza permesso.
Ci sarebbe anche molto da dire sulle così dette “prove di presenza sul territorio italiano” se uno è clandestino la prima cosa che fa è proprio di evitare di lasciare tracce, non certo di accumulare prove della sua presenza.
Una sanatoria seria avrebbe dovuto partire da una analisi obiettiva della realtà e cominciare con queste parole” tenuto conto della situazione di crisi in cui versa il nostro paese, che in particolar modo colpisce i cittadini migranti senza permesso di soggiorno concediamo a tutti coloro che ne fanno richiesta documenti regolari senza oneri in denaro”. Ma oramai parlare di diritti in Italia è utopico ma noi restiamo dei grandi sognatori.
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il Movimento che trasforma

I Centri Sociali nel tempo della crisi tra soggettività, conflitto e cooperazione sociale
Siamo oramai prossimi all'appuntamento di Jesi, il Social Meeting lanciato dal documento condiviso da molte realtà e reso pubblico in estate. Inutile dire che innanzitutto questa tre giorni sarà un modo per incontrarci, per stare insieme, per confrontarci liberamente. Lo faremo grazie all’ospitalità di un centro sociale, e alla rete di realtà e spazi di lotta delle comunità marchigiane, e questo è anche un modo per sostenerne l’azione politica, partecipando ad un evento che, di questi tempi, va in controtendenza rispetto allo stato di cose che si vorrebbe semplicemente immutabile.
Fare politica, o meglio costruire società, praticare in forma concreta il comune nei nostri territori, non è mai stata cosa semplice e scontata. Mille sirene, comprese a volte quelle della polizia, continuano a suggerire di lasciar perdere, di rientrare nell’alveo di ciò che è compatibile, normale, tradizionale. I movimenti, secondo quello che ci vorrebbe far credere la vulgata, sono folklore, esercizi di gratificazione personale per chi è in cerca di identità. I movimenti arrivano fino ad un certo punto, poi ci pensa la politica, quella con la “P” maiuscola.
Ecco a Jesi noi speriamo invece di sperimentare ancora una volta la potenza dell’essere altro. I movimenti, che non si creano a tavolino e nemmeno si cristallizzano eternamente come istituzioni, sono ciò che consideriamo fondamentale per trascinare quel cambiamento, quel mondo diverso, di cui continuiamo disperatamente a sentire il bisogno. Siamo così convinti di questo che non possiamo che incontrarci, parlarci e pensare da movimenti.
Non possiamo che investire sulla soggettività collettiva che si genera a partire da una messa in comune delle piccole e grandi lotte che conduciamo ognuno nei nostri luoghi. Non possiamo che immaginarci questa tre giorni come uno spazio aperto, attraversabile, denso ma non opaco. E a questo proposito è bene chiarire che in questi giorni non vogliamo che si crei una ritualità triste o dalle movenze scontate.
Vogliamo discutere insieme senza nessun pregiudizio, senza schemini già pronti e utili all’autocompiacimento. Vogliamo interrogarci su un momento come quello attuale che, dal punto di vista del cambiamento, è complicato, difficile, a volte quasi insopportabile. Resteranno tanti dubbi, forse costruiremo per noi qualche certezza per le cose da fare subito, magari riusciremo insieme ad inventarci le forme e i modi per lottare, per resistere e progettare. Di sicuro “la sintesi” non sarà sulle parole, sulle formule o sugli slogan.
La sintesi vorremmo che fosse racchiusa nel nostro modo di stare insieme, dell’essere complici nello sfidare il potere, nell’essere tra di noi altro dalla politica ufficiale. C’è bisogno di un nuovo stile, di una freschezza nei rapporti, nelle relazioni che ci consenta, contro le tendenze consolidate, di rilanciare le battaglie comuni. Ci vediamo tutti e tutte a Jesi, liberi nella testa e nel cuore.
PROGRAMMA
Per favorire la massima partecipazione la discussione sarà articolata in assemblee tematiche plenarie.
Venerdì 28 settembre sarà dedicato all'arrivo, all'accoglienza ed alla sistemazione dei partecipanti.
L'inizio dei lavori è previsto per Sabato 29 settembre alle ore 10.00 (puntuali) e proseguiranno per tutta la giornata con pausa pranzo e cena.
La conclusione è prevista per domenica 30 settembre con assemblea che inizierà alle ore 10.00 e terminerà nelle prime ore del pomeriggio, per favorire il rientro dei partecipanti.
Al fine di garantire un'adeguata organizzazione dei pasti e dei pernottamenti è necessario che vengano effettuate le prenotazioni compilando le apposite schede riportate nel Virtual Convergence Center.

Per quanto riguarda l'articolazione tematica, la griglia proposta è la seguente:
Sabato 29 settembre - ore 10.00
Relazione introduttiva
Panel 1 - Le lotte sociali
Crisi, precarietà, reddito di cittadinanza, migranti e cooperazione sociale. Scuola, università, formazione, cultura: le lotte della conoscenza. Oltre il Sindacato di base.
Panel 2 - Il territorio
I territori della/nella crisi: beni comuni, diritti, ambiente e difesa della salute. La questione della terra e dell’energia. Nessi amministrativi e sovranità nella crisi, postdemocrazia.
Focus serale (ore 22,00) - Sport autogestito come pratica del comune contro le discriminazioni  e per il libero accesso di tutti.
Domenica 30 settembre - ore 10.00
Panel 3 - Le pratiche
La rete, la comunicazione, la decisione collettiva. Interventi e proposte sulle scadenze dell'autunno.  
Conclusioni
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Sanatoria 2012 come fare

Giovedi alle ore 21.00 presso la sede dell'ambasciata dei diritti verrà illustrata la nuova sanatoria del 2012 Continua...

REFERENDUM ACQUA: LA RISPOSTA POCO CHIARA DI MULTISERVIZI AI RECLAMI

In questi giorni sta arrivando la ettera di risposta da parte di Multiservizi S.p.A, alle persone che hanno sottoscritto il reclamo per la restituzione della quota di bolletta corrispondente alla remunerazione del capitale investito dal gestore, abrogata dal referendum del giugno 2011.
La lettera contiene alcuni passaggi poco chiari o addirittura palesemente inesatti, perciò vi invitiamo a leggere quanto riportato sotto per chiarirvi come stanno le cose.
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ASUR MARCHE: DISCRIMINATORIA L'ESCLUSIONE DALLE GRADUATORIE DEGLI INFERMIERI NON COMUNITARI


Stanno arrivando in questi giorni le missive con le quali l'Asur delle Marche comunica agli infermieri non comunitari l'esclusione dalle graduatorie per il conferimento degli incarichi a tempo determinato corrispondenti al profilo professionale di “Collaboratore sanitario – infermiere”. L'esclusione, determinata dalla carenza del requisito della cittadinanza italiana o di uno dei Paesi dell'Unione Europea, è assolutamente illegittima. 
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