L'intervento del commissario europeo delle pari opportunità Vladimir Spidla
La direttiva comunitaria non consente "un trattamento diverso su base etnica"
BRUXELLES - "Non tollereremo il razzismo". Sono le parole del commissario europeo responsabile delle pari opportunità, Vladimir Spidla, che è intervenuto sulla difficile situazione dei rom in Europa. Non è un giudizio nel merito sul provvedimento previsto nel pacchetto sicurezza del governo Berlusconi che prevede di prendere le impronte digitali ai rom, bambini compresi, perché, dice il commissario, "la Commissione può reagire solo di fronte a una situazione reale ed ora non è il caso". Ma ha tutta l'aria di un monito: "La direttiva - ha ricordato Spidla - dice chiaramente che non è possibile riservare un trattamento diverso su base etnica".
Proprio oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rispondendo a un'interrogazione durante il question time alla Camera, ha specificato che non si tratta di "una schedatura", ma di "un censimento che identifichi i minori". Poi, illustrando tempi e modi dell'ordinanza, ancora una volta ha difeso il provvedimento: "Non c'è nessuna violazione delle norme europee, delle Carte dei diritti dei minori, nessuna violazione di nessuna norma".
Dunque, secondo l'Ue, il rilevamento delle impronte ai rom non è un caso concreto, per ora, ma "un problema teorico abbastanza grave". Un problema sul quale l'Unione Europea si era già espress, ricordando che l'iniziativa di Maroni è un caso "mai successo prima in Europa". Il commissario, nel corso di una conferenza stampa per la presentazione dell'agenda sociale europea rinnovata, ha spiegato che "il problema teorico è abbastanza grave", ma non può immaginare ora quale potrebbe essere la reazione della Commissione. Gli sviluppi della situazione italiana sono "importanti". "Certamente seguiremo attentamente il caso concreto e non quello teorico - ha detto - La Commissione può reagire solo a una situazione reale e questo non è ancora il caso perché non ho le informazioni".
La direttiva comunitaria non consente "un trattamento diverso su base etnica"
BRUXELLES - "Non tollereremo il razzismo". Sono le parole del commissario europeo responsabile delle pari opportunità, Vladimir Spidla, che è intervenuto sulla difficile situazione dei rom in Europa. Non è un giudizio nel merito sul provvedimento previsto nel pacchetto sicurezza del governo Berlusconi che prevede di prendere le impronte digitali ai rom, bambini compresi, perché, dice il commissario, "la Commissione può reagire solo di fronte a una situazione reale ed ora non è il caso". Ma ha tutta l'aria di un monito: "La direttiva - ha ricordato Spidla - dice chiaramente che non è possibile riservare un trattamento diverso su base etnica".
Proprio oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rispondendo a un'interrogazione durante il question time alla Camera, ha specificato che non si tratta di "una schedatura", ma di "un censimento che identifichi i minori". Poi, illustrando tempi e modi dell'ordinanza, ancora una volta ha difeso il provvedimento: "Non c'è nessuna violazione delle norme europee, delle Carte dei diritti dei minori, nessuna violazione di nessuna norma".
Dunque, secondo l'Ue, il rilevamento delle impronte ai rom non è un caso concreto, per ora, ma "un problema teorico abbastanza grave". Un problema sul quale l'Unione Europea si era già espress, ricordando che l'iniziativa di Maroni è un caso "mai successo prima in Europa". Il commissario, nel corso di una conferenza stampa per la presentazione dell'agenda sociale europea rinnovata, ha spiegato che "il problema teorico è abbastanza grave", ma non può immaginare ora quale potrebbe essere la reazione della Commissione. Gli sviluppi della situazione italiana sono "importanti". "Certamente seguiremo attentamente il caso concreto e non quello teorico - ha detto - La Commissione può reagire solo a una situazione reale e questo non è ancora il caso perché non ho le informazioni".
Spidla ha ricordato che "i rom sono una delle più grandi minoranze etniche nell'Ue, ma troppo spesso essi sono anche i cittadini dimenticati dell'Europa". Un'Europa dove "'l'eguaglianza è il valore primordiale, la non discriminazione e le pari opportunità sono la cosa più importante". Due le emergenze principali: "Occorre fare di più nel campo dell'istruzione e dell'accesso al lavoro". Per contrastarle è necessaria una strategia comune: "L'Ue e gli Stati membri hanno la responsabilità condivisa di por fine a questo stato di cose".
Il commissario europeo ha poi evocato la possibilità di una eventuale richiesta di "spiegazioni" all'Italia sulla vicenda dei rom. Per il momento non ci sono stati contatti diretti, ma Spidla ha chiarito: "Se necessario potrò chiedere spiegazioni".
"Censimento concluso entro il 15 ottobre". Oggi Maroni ha annunciato che il censimento avviato nei campi nomadi, compresa l'identificazione di "tutti i minori che ci vivono", verrà concluso entro il 15 ottobre. Nello specifico, i mesi di luglio e agosto saranno utilizzati per "l'identificazione", mentre da settembre verrà avviato il programma di scolarizzazione, che ora "è in studio con il ministro della Pubblica Istruzione".
''Abbiamo incaricato i prefetti di Roma, Napoli e Milano - ha spiegato il titolare del Viminale - per programmare l'azione di censimento dei minori nei campi nomadi, non solo dei rom, ma di tutti coloro che vivono nei campi, italiani e extracomunitari, per vedere chi c'è e chi ha diritto di rimanere. Chi non ha questo diritto sarà rimpatriato". Quanto alla tempistica per arrivare alla soluzione dell'emergenza rom, il ministro ha spiegato che il governo intende "affrontare e risolvere la questione in tempi molto rapidi, al più tardi entro la prima metà del prossimo anno".
Il commissario europeo ha poi evocato la possibilità di una eventuale richiesta di "spiegazioni" all'Italia sulla vicenda dei rom. Per il momento non ci sono stati contatti diretti, ma Spidla ha chiarito: "Se necessario potrò chiedere spiegazioni".
"Censimento concluso entro il 15 ottobre". Oggi Maroni ha annunciato che il censimento avviato nei campi nomadi, compresa l'identificazione di "tutti i minori che ci vivono", verrà concluso entro il 15 ottobre. Nello specifico, i mesi di luglio e agosto saranno utilizzati per "l'identificazione", mentre da settembre verrà avviato il programma di scolarizzazione, che ora "è in studio con il ministro della Pubblica Istruzione".
''Abbiamo incaricato i prefetti di Roma, Napoli e Milano - ha spiegato il titolare del Viminale - per programmare l'azione di censimento dei minori nei campi nomadi, non solo dei rom, ma di tutti coloro che vivono nei campi, italiani e extracomunitari, per vedere chi c'è e chi ha diritto di rimanere. Chi non ha questo diritto sarà rimpatriato". Quanto alla tempistica per arrivare alla soluzione dell'emergenza rom, il ministro ha spiegato che il governo intende "affrontare e risolvere la questione in tempi molto rapidi, al più tardi entro la prima metà del prossimo anno".
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