Tratto da Ansa
Nel 2008 in Italia viene superata la soglia dei 60 milioni di residenti: un traguardo storico, raggiunto grazie ai 4 milioni di stranieri, che costituiscono il 6,5% della popolazione. E' la fotografia dell'Istat (in base ad "indicatori demografici" ancora però provvisori), che descrive anche un Paese molto longevo, e quindi che invecchia, con donne più propense ad avere figli, ma oltre i 30 anni.
ABBATTUTO IL MURO DEI 60 MLN - La popolazione residente cresce di oltre 434 mila unità, "determinando così lo storico superamento della soglia dei 60 milioni di abitanti al primo gennaio 2009". Sono serviti così 50 anni (dal 1959) per il passaggio della popolazione da 50 a 60 milioni; ne occorsero invece soltanto 33, per passare da 40 a 50. Un risultato che è stato possibile solo grazie all'arrivo degli immigrati. Se infatti la "dinamica naturale", vale a dire la differenza tra nascite e morti, presenta un saldo negativo di 3.700 unità rispetto al 2007, la "dinamica migratoria" ha un saldo positivo di 438mila. Per effetto dei saldi migratori la crescita totale è positiva soprattutto nel nord-est (Emilia Romagna in testa, +14,7 per mille), e del centro, mentre nel Mezzogiorno la crescita totale è inferiore alla media nazionale.
3,9 MLN STRANIERI, 6,5% POPOLAZIONE - Complessivamente, gli stranieri residenti in Italia ammontano a circa 3 milioni 900 mila al primo gennaio 2009, facendo così registrare un incremento di 462 mila unità (una cifra inferiore al saldo migratorio, di cui costituisce solo una voce). Si tratta del 6,5% del totale della popolazione (era il 5,8% nel 2007).
ROMENI I PIU' NUMEROSI - Le cittadinanze straniere più rappresentate sono quella romena (772 mila), albanese (438 mila) e marocchina (401 mila) che, cumulate, costituiscono il 40% delle presenze. La distribuzione degli stranieri sul territorio nazionale è nettamente più elevata nelle regioni del nord dove risiede il 62% degli stranieri (23% nella sola Lombardia), contro il 25% di residenti del centro e il 12% del mezzogiorno.
AUMENTANO LE CICOGNE, MAMME A 31,5 ANNI - Nel 2008, secondo le stime dell'Istat, sono nati 12mila bambini in più rispetto al 2007. Le nascite sono state 576 mila, per un tasso di natalità pari a 9,6 per mille residenti. L'incremento, secondo l'Istat, è legato essenzialmente a due fattori: il contributo alla natalità delle madri straniere - 88 mila nascite, pari al 15,3% del totale - e il "recupero di natalità delle madri di cittadinanza italiana", che hanno spostato in avanti il calendario riproduttivo a 31,5 anni (1,7 in più rispetto al 1995). Il numero medio di figli per donna è pari a 1,41 (2,12 per le sole donne straniere): un record, dopo il minimo storico nazionale toccato nel 1995, quando la media fu di appena 1,19 figli per donna. L'incremento della fecondità nel periodo 1995-2008 si concentra prevalentemente nel centro-nord.
ITALIANI PIU' VECCHI, ETA' MEDIA 43,1 ANNI - "L'eccezionale longevità degli italiani" è la causa dell'invecchiamento della popolazione: al primo gennaio 2009, rileva l'Istat, "gli individui con 65 anni e oltre rappresentano il 20,1% della popolazione (erano il 17,8% nel 1999), mentre i minorenni sono soltanto il 17% (17,6% nel 1999)". I residenti in Italia hanno in media 43,1 anni, circa 2 in più rispetto a dieci anni prima. La stima della speranza di vita alla nascita è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 anni per le donne: una differenza di 5,3 anni, in calo continuo dal 1979, quando erano 6,9. Gli stranieri hanno un'età media di soli 31,2 anni e sono sempre più "tappabuchi" dei vuoti generazionali lasciati dagli italiani. Le aree più longeve nel 2008 sono, per gli uomini, le Marche (79,6 anni) e per le donne la Provincia autonoma di Bolzano (85,2 anni).
Nel 2008 in Italia viene superata la soglia dei 60 milioni di residenti: un traguardo storico, raggiunto grazie ai 4 milioni di stranieri, che costituiscono il 6,5% della popolazione. E' la fotografia dell'Istat (in base ad "indicatori demografici" ancora però provvisori), che descrive anche un Paese molto longevo, e quindi che invecchia, con donne più propense ad avere figli, ma oltre i 30 anni.
ABBATTUTO IL MURO DEI 60 MLN - La popolazione residente cresce di oltre 434 mila unità, "determinando così lo storico superamento della soglia dei 60 milioni di abitanti al primo gennaio 2009". Sono serviti così 50 anni (dal 1959) per il passaggio della popolazione da 50 a 60 milioni; ne occorsero invece soltanto 33, per passare da 40 a 50. Un risultato che è stato possibile solo grazie all'arrivo degli immigrati. Se infatti la "dinamica naturale", vale a dire la differenza tra nascite e morti, presenta un saldo negativo di 3.700 unità rispetto al 2007, la "dinamica migratoria" ha un saldo positivo di 438mila. Per effetto dei saldi migratori la crescita totale è positiva soprattutto nel nord-est (Emilia Romagna in testa, +14,7 per mille), e del centro, mentre nel Mezzogiorno la crescita totale è inferiore alla media nazionale.
3,9 MLN STRANIERI, 6,5% POPOLAZIONE - Complessivamente, gli stranieri residenti in Italia ammontano a circa 3 milioni 900 mila al primo gennaio 2009, facendo così registrare un incremento di 462 mila unità (una cifra inferiore al saldo migratorio, di cui costituisce solo una voce). Si tratta del 6,5% del totale della popolazione (era il 5,8% nel 2007).
ROMENI I PIU' NUMEROSI - Le cittadinanze straniere più rappresentate sono quella romena (772 mila), albanese (438 mila) e marocchina (401 mila) che, cumulate, costituiscono il 40% delle presenze. La distribuzione degli stranieri sul territorio nazionale è nettamente più elevata nelle regioni del nord dove risiede il 62% degli stranieri (23% nella sola Lombardia), contro il 25% di residenti del centro e il 12% del mezzogiorno.
AUMENTANO LE CICOGNE, MAMME A 31,5 ANNI - Nel 2008, secondo le stime dell'Istat, sono nati 12mila bambini in più rispetto al 2007. Le nascite sono state 576 mila, per un tasso di natalità pari a 9,6 per mille residenti. L'incremento, secondo l'Istat, è legato essenzialmente a due fattori: il contributo alla natalità delle madri straniere - 88 mila nascite, pari al 15,3% del totale - e il "recupero di natalità delle madri di cittadinanza italiana", che hanno spostato in avanti il calendario riproduttivo a 31,5 anni (1,7 in più rispetto al 1995). Il numero medio di figli per donna è pari a 1,41 (2,12 per le sole donne straniere): un record, dopo il minimo storico nazionale toccato nel 1995, quando la media fu di appena 1,19 figli per donna. L'incremento della fecondità nel periodo 1995-2008 si concentra prevalentemente nel centro-nord.
ITALIANI PIU' VECCHI, ETA' MEDIA 43,1 ANNI - "L'eccezionale longevità degli italiani" è la causa dell'invecchiamento della popolazione: al primo gennaio 2009, rileva l'Istat, "gli individui con 65 anni e oltre rappresentano il 20,1% della popolazione (erano il 17,8% nel 1999), mentre i minorenni sono soltanto il 17% (17,6% nel 1999)". I residenti in Italia hanno in media 43,1 anni, circa 2 in più rispetto a dieci anni prima. La stima della speranza di vita alla nascita è pari a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 anni per le donne: una differenza di 5,3 anni, in calo continuo dal 1979, quando erano 6,9. Gli stranieri hanno un'età media di soli 31,2 anni e sono sempre più "tappabuchi" dei vuoti generazionali lasciati dagli italiani. Le aree più longeve nel 2008 sono, per gli uomini, le Marche (79,6 anni) e per le donne la Provincia autonoma di Bolzano (85,2 anni).
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