ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Lampedusa chiama, noi rispondiamo.

Una web conference per iniziare a costruire l’incontro dei movimenti euromediterranei sull’isola.

Appuntamento per il 29 novembre all'Ambasciata dei Diritti alle 18,30.

 
Lampedusa ha bisogno di noi. Perché è già passato oltre un mese dal naufragio del 3 ottobre scorso ed in questo periodo abbiamo visto ancora sbarchi, ancora morti, perché non è finita l’attesa dei superstiti e non si è risolto il dramma delle vittime e delle loro famiglie.
Perché nonostante tutto quello che è successo, ancora, l’Europa ed i suoi Stati propongono come unica ricetta di “gestione” dei fenomeni migratori la politica del confine, della detenzione, del rafforzamento di Frontex, delle operazioni militari/umanitarie di controllo delle frontiere.

Lampedusa ha bisogno di noi perché rischia di essere utilizzata per l’ennesima volta dalla politica istituzionale. Perché mentre le telecamere dei media si sforzano di raccontare la vita di un’isola accogliente, l’operazione Mare Nostrum l’ha trasformata in un’enorme caserma, polo logistico delle operazioni di pattugliamento del controllo del Mediterraneo.

Lampedusa ha bisogno di noi perché deve poter sperare in un futuro diverso, così come milioni di cittadini che vivono lo spazio Euromediterraneo hanno bisogno di poter sperare in un’Europa diversa.

Per questo rispondiamo all’appello lanciato dall’isola per dare vita ad un percorso di cambiamento vero dell’Europa, delle sue politiche e delle regole nazionali e comunitarie che la costringono a vivere una vita di frontiera: “la carta di Lampedusa”. Un patto, una coalizione, un incontro, una campagna nazionale ed euromediterranea.

Perché Lampedusa ha bisogno di tutti quelli che vorranno mettersi in movimento a partire dal rifiuto della logica del controllo delle frontiere, dei respingimenti, dell’arretramento del diritto d’asilo, della detenzione, della clandestinizzazione, della discriminazione, dello sfruttamento, della negazione dei diritti di cittadinanza.

Noi tutti abbiamo bisogno di Lampedusa, della sua verità, della tenacia di chi ci vive, della voglia di non farsi utilizzare per l’ennesima volta da chi dice di voler cambiare per poi non cambiare mai nulla se non in peggio.

A partire da questo, invitiamo tutti ad una assemblea on-line il prossimo venerdì 29 novembre alle ore 18.30, una web conference per discutere insieme la costruzione di un grande incontro Euromediterraneo, di una campagna di lotta e di proposta per un’Europa diversa.

Aprirà l’assemblea l’Associazione culturale Askavusa di Lampedusa

Partecipano e promuovono:
Edda Pando, Prendiamo la parola - Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa - Gabriella Guido, LasciateCIEntrare - Filippo Miraglia, Arci - Paolo Cognini, Ambasciata dei Diritti Marche - Dagmawi Yimer, Archivio delle Memorie Migranti - Alberto Biondo, Laici Missionari Comboniani - Judith Gleidze, Borderline Sicilia/Borderline Europe - Sergio Bontempelli, Ass.Africa Insieme Pisa - Serena Fondelli, ex Colorificio Liberato/Progetto Rebeldia Pisa - Francesca Di Pasquale, Osservatorio contro le discriminazioni razziali Nourredine Adnane - Grazia Naletto, Lunaria - Alessandra Sciurba, Progetto Melting Pot Europa - Patrizio Gonnella, Associazione Antigone - Piero Soldini, CGIL - Alfonso Di Stefano, Rete Antirazzista catanese - Luca Bertolino, Razzismo Stop - Fulvio Vassallo Paleologo - Martina Pignatti Morano, Un Ponte Per - Federica Sossi, Venticinqueundici - Antonio Sanguinetti, Esc Infomigrante - Stefano Galieni, Rifondazione Comunista - Laura Greco, A Sud - Neva Cocchi, Cs TPO - Pamela Marelli, Associazione Diritti per Tutti Brescia - Alessandra Ballerini, Terre des Hommes - Manila Ricci, Associazione Rumori Sinistri - Mimma D’Amico, Csa Ex Canapificio Caserta - Valeria Gambino, Un Ponte Per - Stefano Corradio, Articolo 21 - Ahmed Id Bella, Razzismo Stop - Federica Zambelli, Associazione Città Migrante - Marco Furfaro, SEL - Cecilia Mingarelli, Labpuzzle - Cinzia Greco, CIPSI - Bruna Serio, YoMigro - Stefania Ragusa, Corriere delle migrazioni - Anna Lodeserto, European Alternatives - Daniele Frigerio, Giù le Frontiere - Giovanna Cavallo, Action
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Portiamo l'appello per un canale umanitario sul tavolo del Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre

Inviamo migliaia di mail a presse.centre@consilium.europa.eu!
  In oltre 20.000 abbiamo chiesto l'immediata apertura di un canale umanitario fino all'Europa come risposta a quanto avvenuto lo scorso giovedì 3 ottobre nelle acque del Canale di Sicilia.
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Lettera aperta -


Al Presidente Gian Mario Spacca con richiesta di lettura durante i vertice Italia Serbia del 15 ottobre.
Si invita a sottoporre la lettera aperta in particolare ai Ministri del governo italiano e a Angiolino Alfano.

Scricchiolano vent’anni di politiche europee in materia di immigrazione ed asilo: "distribuzione" dei richiedenti asilo tra Stati Membri, recepimento nell’ordinamento italiano delle Direttive UE, nuovi finanziamenti, rinnovamento delle operazioni di Frontex e degli accordi bilaterali con i Paesi Terzi.
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Tutelare la Speranza: la Protezione dei Minori Stranieri non accompagnati che arrivano in Italia

Il Garante nazionale dell’infanzia e i Garanti regionali riuniti ad Ancona per un confronto sull’accoglienza dei Msna. Spadafora: “Lavorare sul fronte della revisione della Bossi - Fini, e sulla legislazione europea per arrivare a prassi condivise”
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Apriamo l'Europa dei Diritti


Il nostro intervento all'incontro con il Garante nazionale dei minorenni e i Garanti regionali di Marche, Veneto, Puglia, Calabria. Oltre a noi sono intervenuti i rappresentanti di Melting Pot Venezia, Medici per i diritti umani e Gus Ancona.
 
E' chiaro che le riammissioni dei minorenni sono strettamente legate alle gestione generale dei flussi migratori che attraversano l'Italia. Nella maggior parte dei casi uno degli aspetti più complicati è definire con certezza l'età del presunto minore: uno dei nodi più difficile da sciogliere.
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ANCONA BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI PER L'APERTURA DI UN CORRIDORIO UMANITARIO


BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI DI ANCONA - STRISCIONI APPESI AL PORTO E ALLA GALLERIA SAN MARTINO PER RICHIEDERE L'APERTURA DI UN CORRIDOIO UMANITARIO PER IL DIRITTO DI ASILO. L’Ambasciata dei diritti Marche promuove l’appello lanciato da Melting pot e chiede a tutte le associazioni, organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati a mobilitarsi per affermare il diritto d’asilo europeo. La tragedia di Lampedusa, la più grande mai accaduta, è solo l’ultima di quelle che si sono consumate nel Mediterraneo. I morti di ieri sono richiedenti asilo, donne, bambini e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni. Lo spettacolo della frontiera sul mare ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni tragedia sia l’ultima. Non basta più chiedersi perché accadono queste tragedie. Bisogna riconoscere che le politiche messe in campo dall’Europa in questi anni per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere hanno prodotto solo morte e violazione dei diritti fondamentali della persona. Da oggi vanno esternalizzati i diritti, va messa al bando la legge Bossi-Fini,che criminalizza i migranti e tutte le persone che cercano di aiutare questi disperati. Da oggi bisogna aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. Il pietismo non serve. E neppure serve evocare l'inasprimento dei controlli di frontiera. Anche il porto di Ancona deve essere aperto per chi viene da paesi in guerra e cerca una vita migliore.
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Replica al GUS

Riteniamo importante rispondere all’intervista fatta al presidente del GUS Sig. Bernabucci e pubblicata da Anconatoday il 4 settembre 2013. Siamo spinti a fare ciò per la passione e l'impegno che, come Ambasciata dei Diritti, dedichiamo volontariamente ai temi dell’immigrazione da anni. Da giugno 2009 inizia il nostro lavoro di osservazione sul porto di Ancona: con la pubblicazione de Il porto sequestrato (http://www.coessenza.org/news159-Il-porto-sequestrato-159.htm), un nostro report costruito sulla base di interviste fatte al CIR, organizzazione al tempo gestore del presidio alla frontiera del porto e intervistatori per le domande di asilo politico, alla Polizia di Frontiera e all’Autorità Portuale. Per la redazione di questo libro-inchiesta ci siamo inoltre serviti di interviste qualitative sul campo effettuate nell’allora campo profughi esistente a Patrasso occupato principalmente da cittadini afgani che tentavano di raggiungere le coste italiane (a questo link trovate il report effettuato da un’associazione con cui collaboriamo da allora che intraprese lo stesso viaggio http://www.meltingpot.org/Storie-dal-campo-di-Patrasso-Ordinaria-violenza-dall.html#.Ui8UVT_M_IU). All’interno de Il porto sequestrato denunciavamo l’esiguità di risorse destinate ad ogni settore e/o servizio deputati all’accoglienza dei migranti. Quel servizio presente al porto di Ancona che allora era gestito dal CIR e oggi dal GUS, adibito come già detto all’accoglienza, ne rappresenta un esempio eclatante. Si tratta infatti di un ufficio aperto in orari che non vanno di pari passo con l’arrivo delle navi. L’ufficio resta infatti chiuso nei giorni del sabato pomeriggio e dell’intera domenica e chiude nei giorni feriali alle ore 18. La stessa carenza di mediatori linguistici, solo a chiamata, è conseguenza del fatto che non ci sono risorse sufficienti a coprire tutto il target di utenza straniera che giunge nella nostra città e che presumibilmente desidera chiedere Protezione in Italia. Questi aspetti e molti altri che non stiamo a rielencare, ma che sono leggibili nel lavoro da noi effettuato e prima citato, ci hanno portato ad affermare con sicurezza e cognizione di causa che qualunque sia il soggetto presente al porto, con un’esiguità tale di risorse non può intercettare il 100% dei migranti che raggiungono il porto dorico. Lo diciamo forte e chiaro nel nostro lavoro e lo continuiamo a ribadire: il problema del diritto d’asilo nei nostri porti non sta tanto e solo nel riconoscimento dello stesso ma nella possibilità di accedere al diritto di fare richiesta e questo è causa, a prescindere dalla professionalità di chi di competenza, dell’esiguità delle risorse destinate ai servizi competenti. D’altra parte riteniamo altrettanto carente il livello di sensibilizzazione ed informazione che spesso viene destinato a chi chiede asilo. Chi proviene da paesi di guerra e persecuzione dove non vi è traccia da sempre di democrazia, non conosce l’esistenza della procedura di asilo, nè tanto meno conosce banalmente il termine “asilo”. Si tratta spesso di persone che giungono ai nostri porti dopo viaggi lunghi mesi, dopo aver subito violenze fisiche e psicologiche da parte di militari, o trafficanti e che quindi vivono una condizione psicologica che impedisce loro, in un intervista di pochi minuti, di esprimersi in maniera chiara. La paura e lo stato di shock psicologico in cui si trovano a vivere molti di loro, crea una barriera emotiva (oltre che culturale) talmente forte che a volte li porta a pensare che dire “guerra”, “persecuzione”, “esercito” possa andare a loro discapito. È forse questa, a nostro avviso, una delle motivazioni per le quali non viene espressamente fatta domanda di asilo. All’affermazione del Sig. Bernabucci “Uno può dire quello che vuole ma non c'è controllo sulle affermazioni. Lasciano il tempo che trovano. Di certo non è vero che vengono rimandati indietro e non possiamo confutare l'affermazione di uno che in Grecia dice quello che gli pare” rispondiamo che il nostro lavoro si svolge da anni in collaborazione con associazioni nazionali ed internazionali, composte da gente comune come noi, medici, legali, sociologi, professori universitari. Ci riferiamo per esempio a Medici per i Diritti Umani, il Progetto Melting Pot Europa, l’ASGI e altri. La relazione con questi ci ha permesso e ci permette dimonitorare, per quanto possibile, la situazione dei flussi al porto di Ancona. Detto questo, ci sembra paradossale e inutile relegare al “ognuno può dire quello che gli pare” un lavoro di inchiesta sul campo, visto che il nostro lavoro e quello del Sig. Bernabucci si costruisce principalmente su un lavoro a contatto con le storie delle persone. All’affermazione che l'Ambasciata dei diritti” abbia avuto dati, informazioni” rispondiamo che in qualità di associazione onlus non governativa che svolge la propria attività di studio e azione volontaria, abbiamo molta difficoltà ad accedere ai dati ufficiali su quelli che sono i numeri delle persone accolte e riammesse in Grecia e quando ne facemmo richiesta sia al CIR e successivamente al GUS ci è stato sempre risposto di rivolgerci alla Prefettura che ci ha sempre rimandato al Ministero dell’Interno. All’interno del rapporto stilato dal Greek council for Refugees ( http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/humancargo.pdf ) si ritrovano interviste analoghe a quelle svolte da noi nel viaggio in Grecia di cui parliamo ne Il porto sequestrato. Riportiamo alcuni stralci di dichiarazioni di minori che raccontano di essere stati riammessi dal porto dorico. A.A. ragazzo afgano di 15 anni : One month and twenty days ago, we were two hiding under a truck, that had arrived at the port of Ancona. It was around 6pm. I am a minor. It is even written on my Greek paper. I showed it later to the Italian authorities. They took the paper and tore it up... Ragazzo Afghano di 17 anni: I was also readmitted with the same ship on the 4thof April (2012) from Ancona, together with H.A and A. (17). When we were in Ancona, I asked for asylum. I told the authorities my family is in Sweden. The Italian police just wrote my name down and returned me with the others back to Greece... Sono tanti i rapporti sulle riammissioni, svolti da tante associazioni ed organizzazioni, in Grecia dai porti italiani. A questo link http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/lostatborder_bericht_web.pdf se ne trova un altro. Di interviste, inchieste e ricerche ce ne sono molte. Non è questa la sede per elencarle. Di cose ne abbiamo dette molte le continueremo a dire, come molti altri che si occupano di questi temi, con serietà e con l’obiettivo di tentare prima un po’ di chiarezza e poi un po’ di cambiamento, per veder riconosciuti a tutti il diritto fondamentale all’esistere. Le polemiche non ci interessano, tutt’al più ci fanno sorridere.. Continua...

L’ACQUA E’ UN DIRITTO, NON ELEMOSINA

Il Comitato Acqua Bene Comune del Comune di Ancona denuncia la privazione del diritto umano all’acqua, per mano del gestore del servizio idrico Multiservizi SpA e nel silenzio delle giunte comunali. Ribadisce la sua contrarietà ad alcune proposte circolate in questi giorni sulla stampa locale, avanzate nel tentativo di rimediare alla grave situazione dei distacchi delle utenze domestiche (1.000 distacchi per morosità nella città di Ancona, che si sommano alle richieste di rateizzazione dei pagamenti e alle richieste di tariffe agevolate per bassi redditi).
Siamo contrari a contenere l’odiosa pratica dei distacchi con atti di carità o con “gentili concessioni”: l’accesso all’acqua è un diritto universale, al di là del reddito, e come tale va garantito.

Come già indicato durante la Conferenza stampa del 18 luglio, L’UNICA PROPOSTA praticabile si basa sulla GARANZIA dei 50 litri gratuiti e garantiti a persona e sulla RIMODULAZIONE della TARIFFA del servizio idrico per assicurare i principi di equità e diritto di accesso alla risorsa, nel rispetto dell’esito referendario, garantendo comunque la sostenibilità della gestione del servizio idrico integrato.
Questi obiettivi si possono e si devono raggiungere ridisegnando le fasce tariffarie, prima di tutto tenendo conto del numero di persone servite da ogni utenza domestica: oggi le famiglie numerose sono fortemente penalizzate. L’attuale sistema comporta che il costo unitario dell’acqua (per metro cubo) per una famiglia di quattro persone sia sostanzialmente il doppio del costo sostenuto dall’utente singolo. Ovvero, a parità di consumo a persona, se l’utente singolo spende 10, il nucleo di 4 persone spende 80.
I 50 litri al giorno gratuiti per persona (fabbisogno essenziale, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), non rinunciabili in nessun caso, devono essere garantiti: questo determina che vengano rivisitate le fasce di consumo e le relative tariffe, ma non implica che altri utenti paghino per il mancato incasso derivante dalle situazioni di morosità.

Queste proposte affermano l’universalità del diritto di accesso all’acqua con SOLUZIONI EFFICACI, DURATURE E RISPETTOSE: rendono la tariffa più equa, e quindi più difficile arrivare a situazioni di morosità. Nel caso si determini comunque una morosità diventa impraticabile staccare il contatore privando le persone dell’acqua, mentre verrebbe installato un limitatore di portata tale da erogare un massimo di 50 litri/giorno a persona.
Nell’attesa di rendere più equa la tariffa, se dobbiamo parlare di interventi emergenziali proponiamo una moratoria provvisoria dei distacchi.

Censuriamo inoltre le dichiarazioni del direttore di Multiservizi SpA Ciotti, nelle quali esprime una disponibilità verso gli utenti in difficoltà nei pagamenti, della serie “chiedeteci aiuto e vi faremo uno sconto”. Quando il direttore Ciotti si rivolge agli utenti in difficoltà suggerendogli di attivarsi e di chiedere aiuto, si rende conto di avere a che fare con le fasce più deboli ed emarginate della nostra società, spesso con evidenti difficoltà di dialogo con le istituzioni? Pensiamo alle famiglie sotto sfratto, agli stranieri, agli anziani soli, e in generale a tutti i poveri.
"Non dimentichiamo che dietro al pubblico ci sono i diritti fondamentali delle persone" ha detto recentemente il prof. Stefano Rodotà. La sofferenza espressa dai numeri riguardanti i distacchi rende evidente la concretezza della battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, che deve essere sottratto alle logiche di mercato e di speculazione. Ribadiamo che la gestione di un bene comune come l’acqua deve essere affidata ad un’azienda speciale e non ad un’azienda di diritto privato come una SpA.

CHIEDIAMO PERTANTO AL SINDACO DI ANCONA, comune socio di Multiservizi SpA e socio dell’Ambito Territoriale Ottimale ATO2, nonché autorità sanitaria e rappresentante della totalità dei cittadini
  • di intervenire con urgenza per porre fine alla pratica dei distacchi, in attesa di dotarsi degli strumenti in grado di rendere più equa la tariffa;
  • di farsi portatore nell’Assemblea dei Soci di Multiservizi SpA e nell’Assemblea dell’ATO2 delle proposte per un nuovo piano tariffario in grado di assicurare i principi di equità e diritto universale di accesso alla risorsa, nel rispetto dell’esito referendario del giugno 2011.
Comitato Acqua Bene Comune – Ancona
comitatoacquabenecomuneancona@gmail.com Continua...

Contro i tagli alle mense scolastiche


 Mercoledì 10 luglio i genitori di diversi Istituti Comprensivi di Senigallia si sono autoconvocati per discutere dei tagli alle mense scolastiche e sull’assetto stabilito dall’Amministrazione Comunale in questo settore a partire dal prossimo anno scolastico.
Il piano comunale, stabilito con Delibera del 18/06/2013 prevede:
  1. chiusura delle cucine di Marzocca e Parco delle Pace, tra l’altro rinnovate in parte nel 2011 con impegno economico da parte del Comune;
  2. accorpamento delle suddette cucine presso la struttura della CIMAS che fornirebbe l’uso delle sue cucine, il pagamento delle utenze, la consegna dei pasti nei vari plessi, la distribuzione delle merci crude ed anche uno sconto di 25.000 euro rispetto al prezzo iniziale proposto (praticamente una ONLUS); 
  3. il mancato rinnovo del contratto annuale di n° 2 lavoratori che da circa 9 anni venivano chiamati con regolarità a prestare la loro opera nelle cucine. 
  4. la fornitura di tutti gli alimenti biologici da parte della CIMAS.

Il Comitato dei genitori si è espresso in modo molto critico rispetto a questa decisione partendo dal presupposto che i tagli determinati dalla crisi non devono sempre ricadere sui cittadini e sulle famiglie ne’ tantomeno sui servizi ai bambini della città. La scuola pubblica e la di refezione scolastica non devono essere toccati e questa riorganizzazione non può assolutamente garantire un servizio accettabile.
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Asilo - Ecco il nuovo Regolamento Dublino III

da www.meltingpot.org

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) n. 604/2013 che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide.
Il Regolamento, che andrà a breve ad abrogare il Regolamento (CE) 343/2003, detto Dublino II, modifica alcune delle disposizioni previste per la determinazione dello Stato membro UE competente all’esame della domanda di protezione internazionale e le modalità e tempistiche per la determinazione. Il regolamento dovrà essere recepito dagli stati membri entro il 20 luglio 2015.
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L’ACQUA E’ UN DIRITTO: BASTA DISTACCHI, BASTA PROFITTI !!

Il Comitato Acqua Bene Comune della provincia di Ancona denuncia la privazione del diritto umano all’acqua, per mano del gestore del servizio idrico Multiservizi SpA, nel colpevole silenzio di quasi tutte le giunte comunali. Come denunciato nei mesi scorsi dalla stampa e dal Comitato, i numeri dei distacchi delle forniture idriche domestiche per morosità nei 45 Comuni serviti da Multiservizi SpA sono drammatici. Nel solo 2012 sono stati eseguiti oltre 2.800 distacchi, di cui ben 1.000 nel Comune capoluogo, circa 300 a Falconara e Jesi, 200 a Fabriano e Senigallia, mentre i restanti sono più o meno distribuiti nei rimanenti Comuni (fonte: AATO 2). Questo, in relazione alla popolazione residente, si traduce ad Ancona (tra i Comuni più colpiti) in 1 distacco ogni 100 abitanti e in 1 distacco ogni 48 famiglie.

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