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Il Cdm impugna le leggi regionali sull'immigrazione di Marche e Toscana

15/07/2009 Il Consiglio dei Ministri di oggi, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha impugnato la legge della Regione Marche n.13/2009 e la legge regionale della Toscana n.29/2009, entrambe in materia di sostegno e integrazione di cittadini stranieri. Lo rende noto l'ufficio stampa del ministero precisando che la legge delle Marche prevede una serie di interventi in favolo non solo di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio regionale, ma rivolti anche a "cittadini stranieri immigrati in attesa della conclusione del procedimento di regolarizzazione". Pertanto, essa richiama la condizione giurdica dell'immigrato che, ancora privo di regolare permesso di soggiorno, risulta sprovvisto dei documenti necessari affinchè la sua presenza sul territorio nazionale possa essere qualificata, ai sensi della normativa statale, come legittima.
La legge della Regione Toscana, invece, contiene alcune disposizioni che prevedono specifici interventi (in materia di assistenza socio-sanitaria, di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, di incidenza sui flussi migratori) in favori di cittadini stranieri immigrati privi di regolare permesso di soggiorno, eccedendo in tal modo dalla competenza regionale.
"Tali leggi - prosegue la nota - disciplinando ed agevolando il soggiorno degli stranieri che dimorano irregolarmente nel territorio nazionale, incidono sulla disciplina dell'ingresso e del soggiorno degli immigrati che, come più volte affermato dalla Corte Costituzionale è riservata allo Stato, in quanto ricompresa nelle materie diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea e immigrazione".
In proposito il Ministro Fitto, ha dichiarato: "Ho proposto l'impugnativa di queste specifiche leggi ovviamente in punto di diritto ma non mi sfugge un punto di fatto, la presumibile volontà da parte delle due regioni di eccedere le proprie competenze legislative anche con uno spirito di polemica nei confronti di leggi e norme decise dal Parlamento e quindi leggi dello Stato. Non mi pare che questo sia un un atteggiamento utile al necessario dialogo tra Governo e Regioni e soprattutto vedo il pericolo di un inutile e dannoso implemento del contenzioso presso la Corte Costituzionale. Credo anche che ciò contraddica un costume, assunto dal ministero per i Rapporti con le Regioni teso a comporre ogn eventuale contenzioso ben prima che questo approdi nelle sedi competenti per evidenti moditi di rapidità, efficienza ed efficacia dell'azione legislativa regionale".

Articolo Corriere Adriatico del 16/07/2009 - Il ministro impugna la legge sugli stranieri

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