LA SOLUZIONE LEGHISTA PER GLI STRANIERI.
Ricetta anti crisi del sindaco del comune veneto Spresiano. Duemila euro per lasciare la città. "Abbiamo troppe spese".
TREVISO - "Immigrato disoccupato, ti pago se te ne vai". L'idea risolutiva di tutti i problemi legati al dramma delle famiglie di stranieri che nel Nord Est stanno perdendo in massa il lavoro, travolti dalla crisi economica, è venuta a una giovane assessore al Sociale della giunta leghista di Spresiano, in provincia di Treviso, Manola Spolverato, 39 anni, di professione medico di base. La proposta, molto essenziale, prevede di dare 2mila euro a ogni immigrato rimasto senza lavoro, purché se ne vada ad abitare altrove, e non pesi così sulle casse comunali.
"Una provocazione - la definisce l'assessore - che ho voluto lanciare affinché tutti capiscano la situazione in cui si trovano i comuni come il nostro, costretti a spendere un sacco di soldi per garantire i contributi e l'assistenza alle famiglie in difficoltà. Mentre sarebbe meglio per tutti dar loro 2mila euro purché vadano via. E non se ne parli più".
A Udine, intanto, la Giunta Regionale ha deciso di dimezzare le quote per i lavoratori stranieri cui consentire l'ingresso, passando da 6mila a 3mila. Ma alla Lega non basta. Il Carroccio pretende infatti l'azzeramento delle quote. Spiega Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega: "Ci troviamo di fronte a una crisi che causa l'espulsione dal mondo produttivo della mano d'opera non qualificata. Far entrare altre persone, non ancora qualificate, non fa che aggravare la situazione".
Gli immigrati, anello debole del mondo del lavoro, sono quelli che più duramente stanno pagando in questo momento, nel Nord Est, i costi della crisi. "Quando la mano d'opera a basso costo faceva comodo alle aziende in crescita, venivano assunti in grande quantità - racconta Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso, che la settimana scorsa aveva denunciato, anche lui, la necessità di bloccare i flussi. - Oggi che le cose vanno decisamente peggio, i primi a trovarsi sulla strada naturalmente sono loro. Ma il problema non si risolve con le sparate come il bonus di 2mila euro. Nella provincia di Treviso abbiamo 95 comuni. Cosa facciamo fare agli immigrati? Il giro di tutti i comuni, così si prendono da ognuno dei soldi purché se ne vadano? Non scherziamo. Il problema è serio. E si risolve innanzitutto regolarizzando tutti gli stranieri che lavorano. E ricordandosi che se non ci fossero loro a lavorare non ci sarebbe neppure il benessere".
Ma per i leghisti veneti la pasionaria di Spresiano è ormai un modello cui guardare con ammirazione. Gianantonio Da Re, segretario provinciale trevigiano e consigliere regionale della Lega, chiede di estendere l'iniziativa a tutti i comuni leghisti.
Una semplificazione che non può trovare il consenso delle organizzazioni sindacali. "In proposte come quelle fatte a Spresiano si nasconde l'idea, che ci sia "un esercito di lavoratori di riserva" che possa essere utilizzato quando serve e che si debba togliere dai piedi quando non è più necessario - avverte Franco Lorenzon, segretario della Cisl di Treviso. - Ma abbiamo a che fare con persone e non con braccia-lavoro".
"Una provocazione - la definisce l'assessore - che ho voluto lanciare affinché tutti capiscano la situazione in cui si trovano i comuni come il nostro, costretti a spendere un sacco di soldi per garantire i contributi e l'assistenza alle famiglie in difficoltà. Mentre sarebbe meglio per tutti dar loro 2mila euro purché vadano via. E non se ne parli più".
A Udine, intanto, la Giunta Regionale ha deciso di dimezzare le quote per i lavoratori stranieri cui consentire l'ingresso, passando da 6mila a 3mila. Ma alla Lega non basta. Il Carroccio pretende infatti l'azzeramento delle quote. Spiega Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega: "Ci troviamo di fronte a una crisi che causa l'espulsione dal mondo produttivo della mano d'opera non qualificata. Far entrare altre persone, non ancora qualificate, non fa che aggravare la situazione".
Gli immigrati, anello debole del mondo del lavoro, sono quelli che più duramente stanno pagando in questo momento, nel Nord Est, i costi della crisi. "Quando la mano d'opera a basso costo faceva comodo alle aziende in crescita, venivano assunti in grande quantità - racconta Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso, che la settimana scorsa aveva denunciato, anche lui, la necessità di bloccare i flussi. - Oggi che le cose vanno decisamente peggio, i primi a trovarsi sulla strada naturalmente sono loro. Ma il problema non si risolve con le sparate come il bonus di 2mila euro. Nella provincia di Treviso abbiamo 95 comuni. Cosa facciamo fare agli immigrati? Il giro di tutti i comuni, così si prendono da ognuno dei soldi purché se ne vadano? Non scherziamo. Il problema è serio. E si risolve innanzitutto regolarizzando tutti gli stranieri che lavorano. E ricordandosi che se non ci fossero loro a lavorare non ci sarebbe neppure il benessere".
Ma per i leghisti veneti la pasionaria di Spresiano è ormai un modello cui guardare con ammirazione. Gianantonio Da Re, segretario provinciale trevigiano e consigliere regionale della Lega, chiede di estendere l'iniziativa a tutti i comuni leghisti.
Una semplificazione che non può trovare il consenso delle organizzazioni sindacali. "In proposte come quelle fatte a Spresiano si nasconde l'idea, che ci sia "un esercito di lavoratori di riserva" che possa essere utilizzato quando serve e che si debba togliere dai piedi quando non è più necessario - avverte Franco Lorenzon, segretario della Cisl di Treviso. - Ma abbiamo a che fare con persone e non con braccia-lavoro".
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