Jesi, 16 maggio - A difesa di tutti gli spazi sociali
Ci sono fatti nella storia che per una serie di circostanze assumono un carattere simbolico.
La volontà di chiudere il Centro Sociale Autogestito TNT di Jesi è uno di questi.
Il governo delle destre opera veloce a colpi di decreti legge e in nome della sicurezza mette i militari nelle strade delle nostre città, impedisce i cortei nei centri cittadini, accresce i poteri dei Prefetti, infonde la paura, adotta leggi razziste, alimenta l´ignoranza tagliando fondi e personale alla scuola pubblica, spinge i Sindaci ad adottare ordinanze che regolamentano la nostra quotidianità, controlla tutti i mezzi di comunicazione e di informazione...
La crisi, prodotta dai grandi potentati della Finanza mondiale e dalla cattiva gestione dei fondi pubblici che troppo spesso vanno a finire nelle tasche degli speculatori, viene fatta ripagare tutta ai lavoratori, ai precari, a chi è più in difficoltà.
Lo slogan adottato da tutti è quello della "legalità", ma grazie ad un gioco perverso in nome della legalità si restringono sempre più le libertà e i diritti fondamentali delle persone.
In tutto questo i Centri Sociali rappresentano oggi molto più che spazi di aggregazione e produzione di cultura alternativa. I Centri sociali sono luoghi di autorganizzazione, di cooperazione sociale, di costruzione del comune, frontiere di difesa dei diritti, veri e propri presidi della Democrazia.
Una Democrazia viva, che produce conflitto salutare, pensiero e pratica critica, sperimentazione di nuove forme di comunità resistenti, laboratori di partecipazione attiva e collettiva alla vita della città. I Centri sociali sono alternativa di vita, luoghi di innovazione e costruzione di nuove relazioni sociali. Ogni Centro Sociale è un transito di chi cerca libertà oltre i recinti, è l´incrocio delle lotte e dei sogni, è lo spazio di aggregazione e di mobilitazione di desideri e aspettative, è una macchina che autogestisce e autoproduce.
Oggi i Centri Sociali sono spazi scomodi, sono spazi in pericolo. Il tentativo di chiudere il TNT non ha solo un significato locale, ma è un simbolo dell´attacco frontale che tutti gli spazi e i movimenti sociali stanno subendo: Falconara (Csa Kontatto), Senigallia (Csa Mezza Canaja), Civitanova (Csa Jolly Roger), Fabriano (Csa Luigi Fabbri), Pergola (Squola spa). Nelle Marche come nel resto d´Italia.
Oggi, in linea con la tendenza generale, per tentare di chiudere il TNT si usa l´arma della Magistratura. Ciò che sta avvenendo è paradigmatico di un periodo in cui ogni traccia di pensiero critico va eliminata, ogni resistenza va repressa con la forza, ogni dimensione collettiva di partecipazione va riportata all´individualismo e alla passività, ogni insicurezza va tranquillizzata col carcere e il manganello.
Tutto va riportato a norma, ma quale è la normalità?
Io non sono a norma
Per il diritto di resistenza
Libertà contro la crisi! Tnt vive!
Io non sono a norma
i migranti lasciati morire in mezzo al mare: sono a norma
finanziare le banche che hanno prodotto la crisi usando i nostri soldi : è a norma
lavorare da precario e in affitto: è a norma
mettere i militari nelle strade delle nostre città: è a norma
vietare le manifestazioni il sabato e la domenica: è a norma
controllare tutti i mezzi di comunicazione: è a norma
tagliare i fondi della scuola pubblica: è a norma
curare l´insicurezza col manganello : è a norma
manifestare sotto i simboli delle svastiche: è a norma
ma c´è ancora chi non è a norma : per questo deve resistere!
- ogni tentativo di eliminarci, ci ha reso più forti
- ogni volta che hanno tentato di toglierci lo spazio, non ci sono riusciti
- ogni volta che hanno provato a tapparci la bocca, abbiamo gridato più forte
Jesi, sabato 16 maggio - Manifestazione
ore 16.00 - Concentramento al Centro Sociale Autogestito Tnt, Via Politi (200 metri dalla Stazione fs)
ore 20.00 - Al termine del corteo Concerto Live in Piazza delle Monnighette (vicino Piazza della Repubblica)
Assemblea permanente a difesa del Csoa TNT
Ci sono fatti nella storia che per una serie di circostanze assumono un carattere simbolico.
La volontà di chiudere il Centro Sociale Autogestito TNT di Jesi è uno di questi.
Il governo delle destre opera veloce a colpi di decreti legge e in nome della sicurezza mette i militari nelle strade delle nostre città, impedisce i cortei nei centri cittadini, accresce i poteri dei Prefetti, infonde la paura, adotta leggi razziste, alimenta l´ignoranza tagliando fondi e personale alla scuola pubblica, spinge i Sindaci ad adottare ordinanze che regolamentano la nostra quotidianità, controlla tutti i mezzi di comunicazione e di informazione...
La crisi, prodotta dai grandi potentati della Finanza mondiale e dalla cattiva gestione dei fondi pubblici che troppo spesso vanno a finire nelle tasche degli speculatori, viene fatta ripagare tutta ai lavoratori, ai precari, a chi è più in difficoltà.
Lo slogan adottato da tutti è quello della "legalità", ma grazie ad un gioco perverso in nome della legalità si restringono sempre più le libertà e i diritti fondamentali delle persone.
In tutto questo i Centri Sociali rappresentano oggi molto più che spazi di aggregazione e produzione di cultura alternativa. I Centri sociali sono luoghi di autorganizzazione, di cooperazione sociale, di costruzione del comune, frontiere di difesa dei diritti, veri e propri presidi della Democrazia.
Una Democrazia viva, che produce conflitto salutare, pensiero e pratica critica, sperimentazione di nuove forme di comunità resistenti, laboratori di partecipazione attiva e collettiva alla vita della città. I Centri sociali sono alternativa di vita, luoghi di innovazione e costruzione di nuove relazioni sociali. Ogni Centro Sociale è un transito di chi cerca libertà oltre i recinti, è l´incrocio delle lotte e dei sogni, è lo spazio di aggregazione e di mobilitazione di desideri e aspettative, è una macchina che autogestisce e autoproduce.
Oggi i Centri Sociali sono spazi scomodi, sono spazi in pericolo. Il tentativo di chiudere il TNT non ha solo un significato locale, ma è un simbolo dell´attacco frontale che tutti gli spazi e i movimenti sociali stanno subendo: Falconara (Csa Kontatto), Senigallia (Csa Mezza Canaja), Civitanova (Csa Jolly Roger), Fabriano (Csa Luigi Fabbri), Pergola (Squola spa). Nelle Marche come nel resto d´Italia.
Oggi, in linea con la tendenza generale, per tentare di chiudere il TNT si usa l´arma della Magistratura. Ciò che sta avvenendo è paradigmatico di un periodo in cui ogni traccia di pensiero critico va eliminata, ogni resistenza va repressa con la forza, ogni dimensione collettiva di partecipazione va riportata all´individualismo e alla passività, ogni insicurezza va tranquillizzata col carcere e il manganello.
Tutto va riportato a norma, ma quale è la normalità?
Io non sono a norma
Per il diritto di resistenza
Libertà contro la crisi! Tnt vive!
Io non sono a norma
i migranti lasciati morire in mezzo al mare: sono a norma
finanziare le banche che hanno prodotto la crisi usando i nostri soldi : è a norma
lavorare da precario e in affitto: è a norma
mettere i militari nelle strade delle nostre città: è a norma
vietare le manifestazioni il sabato e la domenica: è a norma
controllare tutti i mezzi di comunicazione: è a norma
tagliare i fondi della scuola pubblica: è a norma
curare l´insicurezza col manganello : è a norma
manifestare sotto i simboli delle svastiche: è a norma
ma c´è ancora chi non è a norma : per questo deve resistere!
- ogni tentativo di eliminarci, ci ha reso più forti
- ogni volta che hanno tentato di toglierci lo spazio, non ci sono riusciti
- ogni volta che hanno provato a tapparci la bocca, abbiamo gridato più forte
Jesi, sabato 16 maggio - Manifestazione
ore 16.00 - Concentramento al Centro Sociale Autogestito Tnt, Via Politi (200 metri dalla Stazione fs)
ore 20.00 - Al termine del corteo Concerto Live in Piazza delle Monnighette (vicino Piazza della Repubblica)
Assemblea permanente a difesa del Csoa TNT
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