ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Ringraziamento al mueso Omero

Con la seguente intendiamo ringraziare il museo Omero che ha donato all'Ambasciata dei Diritti" beni di prima necessità raccolti con la manisfestazione "Il terso paradiso" che si è svolta sabato scorso alla mole vanvitelliana.
Questa mattina abbiamo raccolto il materiale e iniziato subito la distribuzione di vesti e generi alimentari.
Vista la situazione di emergenza che colpisce molte persone abbiamo pensato di distribuire una parte del materiale raccolto alla casa di Niantri e l'altra parte a cittadini bisognosi che hanno apprezzato tantissimo il gesto. Speriamo in questo modo di aver dato buon fine alle intenzioni di solidarietà espresse dal museo.

http://www.museoomero.it/

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Solidarietà con l'occupazione della scuola di via Ragusa

Diamo il benvenuto all'occupazione dell'ex scuola di via Ragusa con la quale si da una risposta concreta all'emergenza abitativa che da anni affligge la nostra città, alla quale le varie amministrazioni che si sono succedute non sona mai riuscite a dare una risposta, ricordiamo che la gravità della situazione era stata segnalata più volte anche nel febbraio 2012 con presidi in comune e picchetti antisfratto, da allora ad oggi non si è fatto nulla. Con l'aggravarsi della crisi ed i fondi "a tempo" destinati a molto richiedenti asilo le persone per strada sono aumentate a dismisura. Un comune che si permette il lusso di tenere chiusi tantissimi edifici che con strumenti di autogestione potrebbero essere subito convertiti ad uso abitativo e dare risposte serie a chi ha veramente bisogno merita queste ed altre forme di disobbedienza.
Occupare per bisogno è un diritto, adesso chi governa si celerà dietro la scusa della mancanza di fondi, dietro le graduatorie etc. Questa musica ha stancato, nessuno mertita di dormire per strada questa è l'unica angolazione con cui guardare il problema. Per questo e molto altra diamo la nostra piena solidarità aglioccupanti e siamo lieti di averli come vicini di casa.
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IN CAMMINO VERSO LA CARTA DI LAMPEDUSA

L’Ambasciata dei Diritti Marche è una delle organizzazioni che promuove la Carta di Lampedusa. Alla prima webconference realizzata grazie alla piattaforma messa a disposizione da Global Project (www.globalproject.info) oltre settanta associazioni, collettivi, piccole e grandi organizzazioni, hanno partecipato ad uno straordinario momento di discussione ed elaborazione collettiva.
Al centro del dibattito l’incontro a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio del prossimo anno.
Una necessità impellente, come hanno ribadito i diversi interventi, dettata da ciò che è accaduto il 3 ottobre con la tragedia di Lampedusa, dalla necessità di mettere fine alle morti nel Mediterraneo, ma anche e soprattutto dalla consapevolezza che quella tragedia ha richiamato anche i movimenti a rimettersi in gioco.
Perché il 3 ottobre ha certamente messo in crisi la legittimità delle politiche europee in materia di immigrazione, ma al tempo stesso, come accade con l’operazione Mare Nostrum, ha aperto al rischio che quegli stessi avvenimenti vengano utilizzati ancora una volta dalla politica per riaffermare le sue strategie, fatte di pattugliamenti e militarizzazione, di uso del confine per costruire cittadinanza gerarchica e diritti differenziati.
Ecco perché i movimenti sono richiamati a mettersi in cammino: per riempire quello spazio, per non lasciare che tutto rimanga uguale a prima, perché il 3 ottobre sia un punto di svolta per il cambiamento.
La Carta di Lampedusa, non sarà una nuova organizzazione, ma un patto, un manifesto, una dichiarazione, una convergenza di intenti: una fonte di diritto dal basso, non dato, ma legato all’immediata necessità di difenderlo e conquistarlo.
A breve, attraverso un docuwiki inizierà un percorso di scrittura collettiva della proposta da discutere sull’isola: una dichiarazione di ampio respiro, che guarda oltre le questioni specifiche perché è impossibile segmentare le diverse dimensioni che hanno a che vedere con l’Europa e le sue frontiere, ma capace di perseguire immediatamente anche l’obbiettivo.
L’istituto del confine, il diritto d’asilo e le possibilità di circolare liberamente dentro e fuori l’Europa sono indissolubilmente legati ai diritti di cittadinanza, allo sfruttamento, alle discriminazioni che proprio all’interno dell’Europa si ripresentano come confini imposti nuovamente a chi li ha attraversati producendo una cittadinanza, per tutti, gerarchizzata e impoverita.
Per questo a gennaio si discuterà di frontiere e della loro militarizzazione, di cooperazione ed accordi con gli “Stati Terzi”, di diritto d’asilo e di accoglienza, di circolazione europea (Shengen-Dublino-Direttiva/38) e detenzione dei migranti, di sfruttamento e discriminazioni, di Bossi Fini e di burocrazia del dispresso, di diritti di cittadinanza e del loro allargamento a partire da tanti no, che senza ambiguità è venuto il tempo di dire e di ordinare quasi come rappresentassero l’immediata applicazione della carta di Lampedusa, i primi obbiettivi su cui lavorare affinché questa fonte di diritto costruita dal basso possa affermarsi.
L’appuntamento ora è per i primi giorni di gennaio quando si riunirà nuovamente online l’assemblea per la costruzione della Carta di Lampedusa.

Per info: ambasciata@glomeda.org Continua...

ANCONA RESPINGE IL 90% DEI MIGRANTI CHE APPRODANO AL PORTO.

Porti insicuri


E' appena uscito il rapporto di MEDU (Medici per i diritti Umani) sui porti adriatici e sui respingimenti arbitrari compiuti dall'autorità italiana verso la Grecia.
A nostro avviso questo è uno dei migliori lavori scritti sull'argomento, contente una documentazione completa e sopratutto fatto sul campo tra Italia e Grecia.
Ancona insieme a Venezia, Bari e Brindisi è al centro dell'inchiesta, il porto dorico risulta in testa per il numero di riammissioni arbitrarie, compresi minori e potenziali richiedenti asilo. Nel 2012 sono stati 691 i migranti rintracciati ad Ancona di questi 622 sono stati riammessi in Grecia ovvero il 90%.
Le percentuali peggiorano quando i migranti non intercettano in nessun modo l'ente incaricato per l'orientamento socio legale, infatti in presenza dell'ente le riammissioni scendono all'87% mentre in sua assenza salgono al 98%. Questi valori sono stati ottenuti incrociando i dati forniti dal GUS e dal Ministero degli Interni.
I numeri parlano chiaro, nel porto dorico vengono respinti il maggior numero dei migranti che cercano una forma di accoglienza, lo stesso accade a Venezia Bari e Brindisi.
I volontari di MEDU hanno raccolto la testimonianza di 102 riammissioni di migranti provenienti da diversi paesi, l'82% da zone di guerra (Afghanistan, Siria, Sudan etc). Otto migranti su dieci dichiarano di aver richiesto protezione internazionale ma di non esser stati ascoltati dalle autorità italiane, a nessuno di loro è stato rilasciato nessun documento testimoniante il loro respingimento (l'affidamento al capitano senza alcuna documentazione è una prassi della polizia di frontiera).
Il 23% degli intervistati erano minori non accompagnati, la maggior parte di loro ha denunciato trattamenti disumani e in diversi casi violenza da parte della polizia (in maggioranza da parte di quella greca).
Dal rapporto esce una fotografia chiara della situazione alle porte della fortezza europa, miglia di migranti che scappano da zone di guerra (sarebbe più corretto chiamarli profughi) restano vittime di tutta una serie di violenze che sembrano non avere mai fine ma cambiare solo di intensità. Ci sono le violenze dei trafficanti di vite umane a cui diversi affidano il loro viaggio di speranza, ci sono le frontiere con muri e sorveglianza militare che contengono le persone tra Bulgaria, Grecia e Turchia, ci sono le violenze xenofobe e violenze burocratiche che imprigionano migranti in centri di detenzioni o sistemazioni ancor più estreme. Anche la frontiera verso est ha la sua Lampedusa si chiama isola di Lesbo ma essendo fuori dal territorio italiano se ne parla poco o nulla.
Qui si può scaricare l'intero rapporto:
http://www.mediciperidirittiumani.org/
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Progetto Open Doors: conclusioni



Il progetto "Open Doors: Europe for Citizens" affronta la problematica dei migranti forzati in alcuni dei paesi di confine dell'Unione Europea (Italia, Grecia Spagna, Ungheria, Cipro) al fine di migliorare i meccanismi di inclusione sociale.

Obiettivi specifici:

- Fornire un quadro completo del sistema di inclusione sociale per i rifugiati e richiedenti asilo in Italia, Grecia Spagna, Ungheria e Cipro. Ciò contribuirà a promuovere la dimensione europea della coesione sociale con gli immigrati e i rifugiati e permetterà di migliorare reciprocamente le capacità di lavorare sulla questione e stimolerà le istituzioni a migliorare le pratiche per l'integrazione sociale.

- Sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla necessità di migliorare l'inclusione sociale dei migranti forzati in Europa: questa campagna mira a coinvolgere la società civile e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di rivedere le politiche dei rifugiati e dei richiedenti asilo per migliorare l'inclusione sociale, che attualmente rientra nell'ambito delle politiche umanitarie.

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Lampedusa chiama, noi rispondiamo.

Una web conference per iniziare a costruire l’incontro dei movimenti euromediterranei sull’isola.

Appuntamento per il 29 novembre all'Ambasciata dei Diritti alle 18,30.

 
Lampedusa ha bisogno di noi. Perché è già passato oltre un mese dal naufragio del 3 ottobre scorso ed in questo periodo abbiamo visto ancora sbarchi, ancora morti, perché non è finita l’attesa dei superstiti e non si è risolto il dramma delle vittime e delle loro famiglie.
Perché nonostante tutto quello che è successo, ancora, l’Europa ed i suoi Stati propongono come unica ricetta di “gestione” dei fenomeni migratori la politica del confine, della detenzione, del rafforzamento di Frontex, delle operazioni militari/umanitarie di controllo delle frontiere.

Lampedusa ha bisogno di noi perché rischia di essere utilizzata per l’ennesima volta dalla politica istituzionale. Perché mentre le telecamere dei media si sforzano di raccontare la vita di un’isola accogliente, l’operazione Mare Nostrum l’ha trasformata in un’enorme caserma, polo logistico delle operazioni di pattugliamento del controllo del Mediterraneo.

Lampedusa ha bisogno di noi perché deve poter sperare in un futuro diverso, così come milioni di cittadini che vivono lo spazio Euromediterraneo hanno bisogno di poter sperare in un’Europa diversa.

Per questo rispondiamo all’appello lanciato dall’isola per dare vita ad un percorso di cambiamento vero dell’Europa, delle sue politiche e delle regole nazionali e comunitarie che la costringono a vivere una vita di frontiera: “la carta di Lampedusa”. Un patto, una coalizione, un incontro, una campagna nazionale ed euromediterranea.

Perché Lampedusa ha bisogno di tutti quelli che vorranno mettersi in movimento a partire dal rifiuto della logica del controllo delle frontiere, dei respingimenti, dell’arretramento del diritto d’asilo, della detenzione, della clandestinizzazione, della discriminazione, dello sfruttamento, della negazione dei diritti di cittadinanza.

Noi tutti abbiamo bisogno di Lampedusa, della sua verità, della tenacia di chi ci vive, della voglia di non farsi utilizzare per l’ennesima volta da chi dice di voler cambiare per poi non cambiare mai nulla se non in peggio.

A partire da questo, invitiamo tutti ad una assemblea on-line il prossimo venerdì 29 novembre alle ore 18.30, una web conference per discutere insieme la costruzione di un grande incontro Euromediterraneo, di una campagna di lotta e di proposta per un’Europa diversa.

Aprirà l’assemblea l’Associazione culturale Askavusa di Lampedusa

Partecipano e promuovono:
Edda Pando, Prendiamo la parola - Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa - Gabriella Guido, LasciateCIEntrare - Filippo Miraglia, Arci - Paolo Cognini, Ambasciata dei Diritti Marche - Dagmawi Yimer, Archivio delle Memorie Migranti - Alberto Biondo, Laici Missionari Comboniani - Judith Gleidze, Borderline Sicilia/Borderline Europe - Sergio Bontempelli, Ass.Africa Insieme Pisa - Serena Fondelli, ex Colorificio Liberato/Progetto Rebeldia Pisa - Francesca Di Pasquale, Osservatorio contro le discriminazioni razziali Nourredine Adnane - Grazia Naletto, Lunaria - Alessandra Sciurba, Progetto Melting Pot Europa - Patrizio Gonnella, Associazione Antigone - Piero Soldini, CGIL - Alfonso Di Stefano, Rete Antirazzista catanese - Luca Bertolino, Razzismo Stop - Fulvio Vassallo Paleologo - Martina Pignatti Morano, Un Ponte Per - Federica Sossi, Venticinqueundici - Antonio Sanguinetti, Esc Infomigrante - Stefano Galieni, Rifondazione Comunista - Laura Greco, A Sud - Neva Cocchi, Cs TPO - Pamela Marelli, Associazione Diritti per Tutti Brescia - Alessandra Ballerini, Terre des Hommes - Manila Ricci, Associazione Rumori Sinistri - Mimma D’Amico, Csa Ex Canapificio Caserta - Valeria Gambino, Un Ponte Per - Stefano Corradio, Articolo 21 - Ahmed Id Bella, Razzismo Stop - Federica Zambelli, Associazione Città Migrante - Marco Furfaro, SEL - Cecilia Mingarelli, Labpuzzle - Cinzia Greco, CIPSI - Bruna Serio, YoMigro - Stefania Ragusa, Corriere delle migrazioni - Anna Lodeserto, European Alternatives - Daniele Frigerio, Giù le Frontiere - Giovanna Cavallo, Action
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Portiamo l'appello per un canale umanitario sul tavolo del Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre

Inviamo migliaia di mail a presse.centre@consilium.europa.eu!
  In oltre 20.000 abbiamo chiesto l'immediata apertura di un canale umanitario fino all'Europa come risposta a quanto avvenuto lo scorso giovedì 3 ottobre nelle acque del Canale di Sicilia.
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Lettera aperta -


Al Presidente Gian Mario Spacca con richiesta di lettura durante i vertice Italia Serbia del 15 ottobre.
Si invita a sottoporre la lettera aperta in particolare ai Ministri del governo italiano e a Angiolino Alfano.

Scricchiolano vent’anni di politiche europee in materia di immigrazione ed asilo: "distribuzione" dei richiedenti asilo tra Stati Membri, recepimento nell’ordinamento italiano delle Direttive UE, nuovi finanziamenti, rinnovamento delle operazioni di Frontex e degli accordi bilaterali con i Paesi Terzi.
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Tutelare la Speranza: la Protezione dei Minori Stranieri non accompagnati che arrivano in Italia

Il Garante nazionale dell’infanzia e i Garanti regionali riuniti ad Ancona per un confronto sull’accoglienza dei Msna. Spadafora: “Lavorare sul fronte della revisione della Bossi - Fini, e sulla legislazione europea per arrivare a prassi condivise”
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Apriamo l'Europa dei Diritti


Il nostro intervento all'incontro con il Garante nazionale dei minorenni e i Garanti regionali di Marche, Veneto, Puglia, Calabria. Oltre a noi sono intervenuti i rappresentanti di Melting Pot Venezia, Medici per i diritti umani e Gus Ancona.
 
E' chiaro che le riammissioni dei minorenni sono strettamente legate alle gestione generale dei flussi migratori che attraversano l'Italia. Nella maggior parte dei casi uno degli aspetti più complicati è definire con certezza l'età del presunto minore: uno dei nodi più difficile da sciogliere.
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ANCONA BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI PER L'APERTURA DI UN CORRIDORIO UMANITARIO


BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI DI ANCONA - STRISCIONI APPESI AL PORTO E ALLA GALLERIA SAN MARTINO PER RICHIEDERE L'APERTURA DI UN CORRIDOIO UMANITARIO PER IL DIRITTO DI ASILO. L’Ambasciata dei diritti Marche promuove l’appello lanciato da Melting pot e chiede a tutte le associazioni, organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati a mobilitarsi per affermare il diritto d’asilo europeo. La tragedia di Lampedusa, la più grande mai accaduta, è solo l’ultima di quelle che si sono consumate nel Mediterraneo. I morti di ieri sono richiedenti asilo, donne, bambini e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni. Lo spettacolo della frontiera sul mare ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni tragedia sia l’ultima. Non basta più chiedersi perché accadono queste tragedie. Bisogna riconoscere che le politiche messe in campo dall’Europa in questi anni per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere hanno prodotto solo morte e violazione dei diritti fondamentali della persona. Da oggi vanno esternalizzati i diritti, va messa al bando la legge Bossi-Fini,che criminalizza i migranti e tutte le persone che cercano di aiutare questi disperati. Da oggi bisogna aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. Il pietismo non serve. E neppure serve evocare l'inasprimento dei controlli di frontiera. Anche il porto di Ancona deve essere aperto per chi viene da paesi in guerra e cerca una vita migliore.
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