Sono passati pochi giorni da quando la mano armata di un neo-fascista
ha sparato all’impazzata nelle vie di una nostra città alla ricerca
delle sue vittime “di razza”. Sono passati pochi giorni da quando
migliaia di persone hanno deciso che ad ogni costo il silenzio e le
ritualità andavano frantumati, che il clima di complicità con quel gesto
infame e l’arroganza di un potere convinto di poter imporre i suoi
diktat andavano rovesciati.
E’ passato poco tempo. Eppure nel volgere di pochi giorni è nata una
storia, una grande storia, che sembra impossibile possa essere contenuta
nel suo breve involucro temporale. Una storia che ha restituito ai
movimenti una capacità di protagonismo fino a qualche settimana fa
inimmaginabile, che ha reso le piazze di tante città impraticabili per i
neofascisti, che ha dissestato la già miserabile campagna elettorale,
che ha trasformato un intero contesto culturale e comunicativo in cui si
era ad arte costruita la percezione dell’assenza di opzioni, della
cultura razzista e della propaganda xenofoba come sfondo dominante,
della sicurezza come negazione delle libertà.
Continua...