ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

La mancinelli arriva il 6 gennaio

Siamo sbalorditi dalle dichiarazioni del Sindaco di Ancona degli assessori Urbinati e Capogrossi che non sapevano dell'emergenza abitativa che da anni affligge Ancona, forse dovrebbero cambiare lavoro.
Visto che non facciamo parte dei firmatari dell'occupazione di via Ragusa non potranno certo accusarci di strumentalizzazione nè tantomeno di non aver aperto un dialogo con le istituzioni, visto che avevamo già denunciato l'emergenza casa dal 2012 rispettando tutti i canali istituzionali, risultato? oggi c'è più gente in strada da allora.
Non sanno che i progetti sprar sono a termine? non sanno che un tetto per tutti offre una brevissima accoglienza che non può certo andare incontro alle esigenze di chi cerca di ricostruirsi una vita... non sanno.
Se non sapete ve lo diciamo noi, in questi anni abbiamo intercettato diversi casi di famiglie e singoli che si sono ritrovati in mezzo ad una strada, nel cercare di dare loro risposte ed aiuto la musica era sempre la stessa: le case di emergenza sono tutte piene, ci sono tante persone in graduatoria, l'edilizia popolare è ferma etc.
Spesso siamo ricorsi ad associazioni caritatevoli (es. suor Pia, circolo africa) o ad autofinanziamento per colmare le lacune del wealfere anconetano, ma orami c'è una saturazione del fenomeno e il volontariato non può dare oltre.
Attenzione non vogliamo fare un attacco agli operatori dei servizi sociali che si trovano a svuotare il mare con un cucchiaino, ma a chi ha la responsabilità politica dell'emergenza, a chi in questi anni non ha saputo prevedere soluzioni alternative, siamo di nuovo al punto zero.
Le case vuote ci sono cosi come le scuole, perchè non dar vita a progetti di auto-ristrutturazione? il comune mette gli immobili e chi ha bisogno il lavoro manuale magari in forma solidale come avviene nelle autocostruzioni. Perchè nascondersi sempre dietro la mancanza di fondi?
Visto che la crisi morde sopratutto le fasce più deboli ed in particolar modo i migranti come mai il comune non ha dato continuità al tavolo dei migranti? uno strumento utilissimo per capire dove ci sono criticità, un tavolo che interessi tutto il terzo settore e non solo alcune individualità.
Sarebbe bastato ascoltare un pò più attentamente chi gestisce i progetti sprar, gli assistenti sociali, le varie associazioni di volontariato o le comunità dei migranti per sapere.
Non è insultando chi da voce ai deboli che si risolve il problema, l'emergenza c'è! nessuno dormirebbe in 60 all'interno di una scuola ora caro sindaco che intende fare? li lascia al freddo?
Invece di organizzare festicciole per la città per il natale e capodanno sarebbe stato molto più solidale ascoltare e dare risposte a tutte le situazioni disperate presenti e visibilissime in città

Buon natale

Ambasciata dei Diritti di Ancona
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Ringraziamento al mueso Omero

Con la seguente intendiamo ringraziare il museo Omero che ha donato all'Ambasciata dei Diritti" beni di prima necessità raccolti con la manisfestazione "Il terso paradiso" che si è svolta sabato scorso alla mole vanvitelliana.
Questa mattina abbiamo raccolto il materiale e iniziato subito la distribuzione di vesti e generi alimentari.
Vista la situazione di emergenza che colpisce molte persone abbiamo pensato di distribuire una parte del materiale raccolto alla casa di Niantri e l'altra parte a cittadini bisognosi che hanno apprezzato tantissimo il gesto. Speriamo in questo modo di aver dato buon fine alle intenzioni di solidarietà espresse dal museo.

http://www.museoomero.it/

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Solidarietà con l'occupazione della scuola di via Ragusa

Diamo il benvenuto all'occupazione dell'ex scuola di via Ragusa con la quale si da una risposta concreta all'emergenza abitativa che da anni affligge la nostra città, alla quale le varie amministrazioni che si sono succedute non sona mai riuscite a dare una risposta, ricordiamo che la gravità della situazione era stata segnalata più volte anche nel febbraio 2012 con presidi in comune e picchetti antisfratto, da allora ad oggi non si è fatto nulla. Con l'aggravarsi della crisi ed i fondi "a tempo" destinati a molto richiedenti asilo le persone per strada sono aumentate a dismisura. Un comune che si permette il lusso di tenere chiusi tantissimi edifici che con strumenti di autogestione potrebbero essere subito convertiti ad uso abitativo e dare risposte serie a chi ha veramente bisogno merita queste ed altre forme di disobbedienza.
Occupare per bisogno è un diritto, adesso chi governa si celerà dietro la scusa della mancanza di fondi, dietro le graduatorie etc. Questa musica ha stancato, nessuno mertita di dormire per strada questa è l'unica angolazione con cui guardare il problema. Per questo e molto altra diamo la nostra piena solidarità aglioccupanti e siamo lieti di averli come vicini di casa.
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IN CAMMINO VERSO LA CARTA DI LAMPEDUSA

L’Ambasciata dei Diritti Marche è una delle organizzazioni che promuove la Carta di Lampedusa. Alla prima webconference realizzata grazie alla piattaforma messa a disposizione da Global Project (www.globalproject.info) oltre settanta associazioni, collettivi, piccole e grandi organizzazioni, hanno partecipato ad uno straordinario momento di discussione ed elaborazione collettiva.
Al centro del dibattito l’incontro a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio del prossimo anno.
Una necessità impellente, come hanno ribadito i diversi interventi, dettata da ciò che è accaduto il 3 ottobre con la tragedia di Lampedusa, dalla necessità di mettere fine alle morti nel Mediterraneo, ma anche e soprattutto dalla consapevolezza che quella tragedia ha richiamato anche i movimenti a rimettersi in gioco.
Perché il 3 ottobre ha certamente messo in crisi la legittimità delle politiche europee in materia di immigrazione, ma al tempo stesso, come accade con l’operazione Mare Nostrum, ha aperto al rischio che quegli stessi avvenimenti vengano utilizzati ancora una volta dalla politica per riaffermare le sue strategie, fatte di pattugliamenti e militarizzazione, di uso del confine per costruire cittadinanza gerarchica e diritti differenziati.
Ecco perché i movimenti sono richiamati a mettersi in cammino: per riempire quello spazio, per non lasciare che tutto rimanga uguale a prima, perché il 3 ottobre sia un punto di svolta per il cambiamento.
La Carta di Lampedusa, non sarà una nuova organizzazione, ma un patto, un manifesto, una dichiarazione, una convergenza di intenti: una fonte di diritto dal basso, non dato, ma legato all’immediata necessità di difenderlo e conquistarlo.
A breve, attraverso un docuwiki inizierà un percorso di scrittura collettiva della proposta da discutere sull’isola: una dichiarazione di ampio respiro, che guarda oltre le questioni specifiche perché è impossibile segmentare le diverse dimensioni che hanno a che vedere con l’Europa e le sue frontiere, ma capace di perseguire immediatamente anche l’obbiettivo.
L’istituto del confine, il diritto d’asilo e le possibilità di circolare liberamente dentro e fuori l’Europa sono indissolubilmente legati ai diritti di cittadinanza, allo sfruttamento, alle discriminazioni che proprio all’interno dell’Europa si ripresentano come confini imposti nuovamente a chi li ha attraversati producendo una cittadinanza, per tutti, gerarchizzata e impoverita.
Per questo a gennaio si discuterà di frontiere e della loro militarizzazione, di cooperazione ed accordi con gli “Stati Terzi”, di diritto d’asilo e di accoglienza, di circolazione europea (Shengen-Dublino-Direttiva/38) e detenzione dei migranti, di sfruttamento e discriminazioni, di Bossi Fini e di burocrazia del dispresso, di diritti di cittadinanza e del loro allargamento a partire da tanti no, che senza ambiguità è venuto il tempo di dire e di ordinare quasi come rappresentassero l’immediata applicazione della carta di Lampedusa, i primi obbiettivi su cui lavorare affinché questa fonte di diritto costruita dal basso possa affermarsi.
L’appuntamento ora è per i primi giorni di gennaio quando si riunirà nuovamente online l’assemblea per la costruzione della Carta di Lampedusa.

Per info: ambasciata@glomeda.org Continua...

ANCONA RESPINGE IL 90% DEI MIGRANTI CHE APPRODANO AL PORTO.

Porti insicuri


E' appena uscito il rapporto di MEDU (Medici per i diritti Umani) sui porti adriatici e sui respingimenti arbitrari compiuti dall'autorità italiana verso la Grecia.
A nostro avviso questo è uno dei migliori lavori scritti sull'argomento, contente una documentazione completa e sopratutto fatto sul campo tra Italia e Grecia.
Ancona insieme a Venezia, Bari e Brindisi è al centro dell'inchiesta, il porto dorico risulta in testa per il numero di riammissioni arbitrarie, compresi minori e potenziali richiedenti asilo. Nel 2012 sono stati 691 i migranti rintracciati ad Ancona di questi 622 sono stati riammessi in Grecia ovvero il 90%.
Le percentuali peggiorano quando i migranti non intercettano in nessun modo l'ente incaricato per l'orientamento socio legale, infatti in presenza dell'ente le riammissioni scendono all'87% mentre in sua assenza salgono al 98%. Questi valori sono stati ottenuti incrociando i dati forniti dal GUS e dal Ministero degli Interni.
I numeri parlano chiaro, nel porto dorico vengono respinti il maggior numero dei migranti che cercano una forma di accoglienza, lo stesso accade a Venezia Bari e Brindisi.
I volontari di MEDU hanno raccolto la testimonianza di 102 riammissioni di migranti provenienti da diversi paesi, l'82% da zone di guerra (Afghanistan, Siria, Sudan etc). Otto migranti su dieci dichiarano di aver richiesto protezione internazionale ma di non esser stati ascoltati dalle autorità italiane, a nessuno di loro è stato rilasciato nessun documento testimoniante il loro respingimento (l'affidamento al capitano senza alcuna documentazione è una prassi della polizia di frontiera).
Il 23% degli intervistati erano minori non accompagnati, la maggior parte di loro ha denunciato trattamenti disumani e in diversi casi violenza da parte della polizia (in maggioranza da parte di quella greca).
Dal rapporto esce una fotografia chiara della situazione alle porte della fortezza europa, miglia di migranti che scappano da zone di guerra (sarebbe più corretto chiamarli profughi) restano vittime di tutta una serie di violenze che sembrano non avere mai fine ma cambiare solo di intensità. Ci sono le violenze dei trafficanti di vite umane a cui diversi affidano il loro viaggio di speranza, ci sono le frontiere con muri e sorveglianza militare che contengono le persone tra Bulgaria, Grecia e Turchia, ci sono le violenze xenofobe e violenze burocratiche che imprigionano migranti in centri di detenzioni o sistemazioni ancor più estreme. Anche la frontiera verso est ha la sua Lampedusa si chiama isola di Lesbo ma essendo fuori dal territorio italiano se ne parla poco o nulla.
Qui si può scaricare l'intero rapporto:
http://www.mediciperidirittiumani.org/
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Progetto Open Doors: conclusioni



Il progetto "Open Doors: Europe for Citizens" affronta la problematica dei migranti forzati in alcuni dei paesi di confine dell'Unione Europea (Italia, Grecia Spagna, Ungheria, Cipro) al fine di migliorare i meccanismi di inclusione sociale.

Obiettivi specifici:

- Fornire un quadro completo del sistema di inclusione sociale per i rifugiati e richiedenti asilo in Italia, Grecia Spagna, Ungheria e Cipro. Ciò contribuirà a promuovere la dimensione europea della coesione sociale con gli immigrati e i rifugiati e permetterà di migliorare reciprocamente le capacità di lavorare sulla questione e stimolerà le istituzioni a migliorare le pratiche per l'integrazione sociale.

- Sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla necessità di migliorare l'inclusione sociale dei migranti forzati in Europa: questa campagna mira a coinvolgere la società civile e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di rivedere le politiche dei rifugiati e dei richiedenti asilo per migliorare l'inclusione sociale, che attualmente rientra nell'ambito delle politiche umanitarie.

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Lampedusa chiama, noi rispondiamo.

Una web conference per iniziare a costruire l’incontro dei movimenti euromediterranei sull’isola.

Appuntamento per il 29 novembre all'Ambasciata dei Diritti alle 18,30.

 
Lampedusa ha bisogno di noi. Perché è già passato oltre un mese dal naufragio del 3 ottobre scorso ed in questo periodo abbiamo visto ancora sbarchi, ancora morti, perché non è finita l’attesa dei superstiti e non si è risolto il dramma delle vittime e delle loro famiglie.
Perché nonostante tutto quello che è successo, ancora, l’Europa ed i suoi Stati propongono come unica ricetta di “gestione” dei fenomeni migratori la politica del confine, della detenzione, del rafforzamento di Frontex, delle operazioni militari/umanitarie di controllo delle frontiere.

Lampedusa ha bisogno di noi perché rischia di essere utilizzata per l’ennesima volta dalla politica istituzionale. Perché mentre le telecamere dei media si sforzano di raccontare la vita di un’isola accogliente, l’operazione Mare Nostrum l’ha trasformata in un’enorme caserma, polo logistico delle operazioni di pattugliamento del controllo del Mediterraneo.

Lampedusa ha bisogno di noi perché deve poter sperare in un futuro diverso, così come milioni di cittadini che vivono lo spazio Euromediterraneo hanno bisogno di poter sperare in un’Europa diversa.

Per questo rispondiamo all’appello lanciato dall’isola per dare vita ad un percorso di cambiamento vero dell’Europa, delle sue politiche e delle regole nazionali e comunitarie che la costringono a vivere una vita di frontiera: “la carta di Lampedusa”. Un patto, una coalizione, un incontro, una campagna nazionale ed euromediterranea.

Perché Lampedusa ha bisogno di tutti quelli che vorranno mettersi in movimento a partire dal rifiuto della logica del controllo delle frontiere, dei respingimenti, dell’arretramento del diritto d’asilo, della detenzione, della clandestinizzazione, della discriminazione, dello sfruttamento, della negazione dei diritti di cittadinanza.

Noi tutti abbiamo bisogno di Lampedusa, della sua verità, della tenacia di chi ci vive, della voglia di non farsi utilizzare per l’ennesima volta da chi dice di voler cambiare per poi non cambiare mai nulla se non in peggio.

A partire da questo, invitiamo tutti ad una assemblea on-line il prossimo venerdì 29 novembre alle ore 18.30, una web conference per discutere insieme la costruzione di un grande incontro Euromediterraneo, di una campagna di lotta e di proposta per un’Europa diversa.

Aprirà l’assemblea l’Associazione culturale Askavusa di Lampedusa

Partecipano e promuovono:
Edda Pando, Prendiamo la parola - Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa - Gabriella Guido, LasciateCIEntrare - Filippo Miraglia, Arci - Paolo Cognini, Ambasciata dei Diritti Marche - Dagmawi Yimer, Archivio delle Memorie Migranti - Alberto Biondo, Laici Missionari Comboniani - Judith Gleidze, Borderline Sicilia/Borderline Europe - Sergio Bontempelli, Ass.Africa Insieme Pisa - Serena Fondelli, ex Colorificio Liberato/Progetto Rebeldia Pisa - Francesca Di Pasquale, Osservatorio contro le discriminazioni razziali Nourredine Adnane - Grazia Naletto, Lunaria - Alessandra Sciurba, Progetto Melting Pot Europa - Patrizio Gonnella, Associazione Antigone - Piero Soldini, CGIL - Alfonso Di Stefano, Rete Antirazzista catanese - Luca Bertolino, Razzismo Stop - Fulvio Vassallo Paleologo - Martina Pignatti Morano, Un Ponte Per - Federica Sossi, Venticinqueundici - Antonio Sanguinetti, Esc Infomigrante - Stefano Galieni, Rifondazione Comunista - Laura Greco, A Sud - Neva Cocchi, Cs TPO - Pamela Marelli, Associazione Diritti per Tutti Brescia - Alessandra Ballerini, Terre des Hommes - Manila Ricci, Associazione Rumori Sinistri - Mimma D’Amico, Csa Ex Canapificio Caserta - Valeria Gambino, Un Ponte Per - Stefano Corradio, Articolo 21 - Ahmed Id Bella, Razzismo Stop - Federica Zambelli, Associazione Città Migrante - Marco Furfaro, SEL - Cecilia Mingarelli, Labpuzzle - Cinzia Greco, CIPSI - Bruna Serio, YoMigro - Stefania Ragusa, Corriere delle migrazioni - Anna Lodeserto, European Alternatives - Daniele Frigerio, Giù le Frontiere - Giovanna Cavallo, Action
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Portiamo l'appello per un canale umanitario sul tavolo del Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre

Inviamo migliaia di mail a presse.centre@consilium.europa.eu!
  In oltre 20.000 abbiamo chiesto l'immediata apertura di un canale umanitario fino all'Europa come risposta a quanto avvenuto lo scorso giovedì 3 ottobre nelle acque del Canale di Sicilia.
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Lettera aperta -


Al Presidente Gian Mario Spacca con richiesta di lettura durante i vertice Italia Serbia del 15 ottobre.
Si invita a sottoporre la lettera aperta in particolare ai Ministri del governo italiano e a Angiolino Alfano.

Scricchiolano vent’anni di politiche europee in materia di immigrazione ed asilo: "distribuzione" dei richiedenti asilo tra Stati Membri, recepimento nell’ordinamento italiano delle Direttive UE, nuovi finanziamenti, rinnovamento delle operazioni di Frontex e degli accordi bilaterali con i Paesi Terzi.
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Tutelare la Speranza: la Protezione dei Minori Stranieri non accompagnati che arrivano in Italia

Il Garante nazionale dell’infanzia e i Garanti regionali riuniti ad Ancona per un confronto sull’accoglienza dei Msna. Spadafora: “Lavorare sul fronte della revisione della Bossi - Fini, e sulla legislazione europea per arrivare a prassi condivise”
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Apriamo l'Europa dei Diritti


Il nostro intervento all'incontro con il Garante nazionale dei minorenni e i Garanti regionali di Marche, Veneto, Puglia, Calabria. Oltre a noi sono intervenuti i rappresentanti di Melting Pot Venezia, Medici per i diritti umani e Gus Ancona.
 
E' chiaro che le riammissioni dei minorenni sono strettamente legate alle gestione generale dei flussi migratori che attraversano l'Italia. Nella maggior parte dei casi uno degli aspetti più complicati è definire con certezza l'età del presunto minore: uno dei nodi più difficile da sciogliere.
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ANCONA BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI PER L'APERTURA DI UN CORRIDORIO UMANITARIO


BLITZ DELL'AMBASCIATA DEI DIRITTI DI ANCONA - STRISCIONI APPESI AL PORTO E ALLA GALLERIA SAN MARTINO PER RICHIEDERE L'APERTURA DI UN CORRIDOIO UMANITARIO PER IL DIRITTO DI ASILO. L’Ambasciata dei diritti Marche promuove l’appello lanciato da Melting pot e chiede a tutte le associazioni, organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati a mobilitarsi per affermare il diritto d’asilo europeo. La tragedia di Lampedusa, la più grande mai accaduta, è solo l’ultima di quelle che si sono consumate nel Mediterraneo. I morti di ieri sono richiedenti asilo, donne, bambini e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni. Lo spettacolo della frontiera sul mare ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni tragedia sia l’ultima. Non basta più chiedersi perché accadono queste tragedie. Bisogna riconoscere che le politiche messe in campo dall’Europa in questi anni per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere hanno prodotto solo morte e violazione dei diritti fondamentali della persona. Da oggi vanno esternalizzati i diritti, va messa al bando la legge Bossi-Fini,che criminalizza i migranti e tutte le persone che cercano di aiutare questi disperati. Da oggi bisogna aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. Il pietismo non serve. E neppure serve evocare l'inasprimento dei controlli di frontiera. Anche il porto di Ancona deve essere aperto per chi viene da paesi in guerra e cerca una vita migliore.
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Replica al GUS

Riteniamo importante rispondere all’intervista fatta al presidente del GUS Sig. Bernabucci e pubblicata da Anconatoday il 4 settembre 2013. Siamo spinti a fare ciò per la passione e l'impegno che, come Ambasciata dei Diritti, dedichiamo volontariamente ai temi dell’immigrazione da anni. Da giugno 2009 inizia il nostro lavoro di osservazione sul porto di Ancona: con la pubblicazione de Il porto sequestrato (http://www.coessenza.org/news159-Il-porto-sequestrato-159.htm), un nostro report costruito sulla base di interviste fatte al CIR, organizzazione al tempo gestore del presidio alla frontiera del porto e intervistatori per le domande di asilo politico, alla Polizia di Frontiera e all’Autorità Portuale. Per la redazione di questo libro-inchiesta ci siamo inoltre serviti di interviste qualitative sul campo effettuate nell’allora campo profughi esistente a Patrasso occupato principalmente da cittadini afgani che tentavano di raggiungere le coste italiane (a questo link trovate il report effettuato da un’associazione con cui collaboriamo da allora che intraprese lo stesso viaggio http://www.meltingpot.org/Storie-dal-campo-di-Patrasso-Ordinaria-violenza-dall.html#.Ui8UVT_M_IU). All’interno de Il porto sequestrato denunciavamo l’esiguità di risorse destinate ad ogni settore e/o servizio deputati all’accoglienza dei migranti. Quel servizio presente al porto di Ancona che allora era gestito dal CIR e oggi dal GUS, adibito come già detto all’accoglienza, ne rappresenta un esempio eclatante. Si tratta infatti di un ufficio aperto in orari che non vanno di pari passo con l’arrivo delle navi. L’ufficio resta infatti chiuso nei giorni del sabato pomeriggio e dell’intera domenica e chiude nei giorni feriali alle ore 18. La stessa carenza di mediatori linguistici, solo a chiamata, è conseguenza del fatto che non ci sono risorse sufficienti a coprire tutto il target di utenza straniera che giunge nella nostra città e che presumibilmente desidera chiedere Protezione in Italia. Questi aspetti e molti altri che non stiamo a rielencare, ma che sono leggibili nel lavoro da noi effettuato e prima citato, ci hanno portato ad affermare con sicurezza e cognizione di causa che qualunque sia il soggetto presente al porto, con un’esiguità tale di risorse non può intercettare il 100% dei migranti che raggiungono il porto dorico. Lo diciamo forte e chiaro nel nostro lavoro e lo continuiamo a ribadire: il problema del diritto d’asilo nei nostri porti non sta tanto e solo nel riconoscimento dello stesso ma nella possibilità di accedere al diritto di fare richiesta e questo è causa, a prescindere dalla professionalità di chi di competenza, dell’esiguità delle risorse destinate ai servizi competenti. D’altra parte riteniamo altrettanto carente il livello di sensibilizzazione ed informazione che spesso viene destinato a chi chiede asilo. Chi proviene da paesi di guerra e persecuzione dove non vi è traccia da sempre di democrazia, non conosce l’esistenza della procedura di asilo, nè tanto meno conosce banalmente il termine “asilo”. Si tratta spesso di persone che giungono ai nostri porti dopo viaggi lunghi mesi, dopo aver subito violenze fisiche e psicologiche da parte di militari, o trafficanti e che quindi vivono una condizione psicologica che impedisce loro, in un intervista di pochi minuti, di esprimersi in maniera chiara. La paura e lo stato di shock psicologico in cui si trovano a vivere molti di loro, crea una barriera emotiva (oltre che culturale) talmente forte che a volte li porta a pensare che dire “guerra”, “persecuzione”, “esercito” possa andare a loro discapito. È forse questa, a nostro avviso, una delle motivazioni per le quali non viene espressamente fatta domanda di asilo. All’affermazione del Sig. Bernabucci “Uno può dire quello che vuole ma non c'è controllo sulle affermazioni. Lasciano il tempo che trovano. Di certo non è vero che vengono rimandati indietro e non possiamo confutare l'affermazione di uno che in Grecia dice quello che gli pare” rispondiamo che il nostro lavoro si svolge da anni in collaborazione con associazioni nazionali ed internazionali, composte da gente comune come noi, medici, legali, sociologi, professori universitari. Ci riferiamo per esempio a Medici per i Diritti Umani, il Progetto Melting Pot Europa, l’ASGI e altri. La relazione con questi ci ha permesso e ci permette dimonitorare, per quanto possibile, la situazione dei flussi al porto di Ancona. Detto questo, ci sembra paradossale e inutile relegare al “ognuno può dire quello che gli pare” un lavoro di inchiesta sul campo, visto che il nostro lavoro e quello del Sig. Bernabucci si costruisce principalmente su un lavoro a contatto con le storie delle persone. All’affermazione che l'Ambasciata dei diritti” abbia avuto dati, informazioni” rispondiamo che in qualità di associazione onlus non governativa che svolge la propria attività di studio e azione volontaria, abbiamo molta difficoltà ad accedere ai dati ufficiali su quelli che sono i numeri delle persone accolte e riammesse in Grecia e quando ne facemmo richiesta sia al CIR e successivamente al GUS ci è stato sempre risposto di rivolgerci alla Prefettura che ci ha sempre rimandato al Ministero dell’Interno. All’interno del rapporto stilato dal Greek council for Refugees ( http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/humancargo.pdf ) si ritrovano interviste analoghe a quelle svolte da noi nel viaggio in Grecia di cui parliamo ne Il porto sequestrato. Riportiamo alcuni stralci di dichiarazioni di minori che raccontano di essere stati riammessi dal porto dorico. A.A. ragazzo afgano di 15 anni : One month and twenty days ago, we were two hiding under a truck, that had arrived at the port of Ancona. It was around 6pm. I am a minor. It is even written on my Greek paper. I showed it later to the Italian authorities. They took the paper and tore it up... Ragazzo Afghano di 17 anni: I was also readmitted with the same ship on the 4thof April (2012) from Ancona, together with H.A and A. (17). When we were in Ancona, I asked for asylum. I told the authorities my family is in Sweden. The Italian police just wrote my name down and returned me with the others back to Greece... Sono tanti i rapporti sulle riammissioni, svolti da tante associazioni ed organizzazioni, in Grecia dai porti italiani. A questo link http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/lostatborder_bericht_web.pdf se ne trova un altro. Di interviste, inchieste e ricerche ce ne sono molte. Non è questa la sede per elencarle. Di cose ne abbiamo dette molte le continueremo a dire, come molti altri che si occupano di questi temi, con serietà e con l’obiettivo di tentare prima un po’ di chiarezza e poi un po’ di cambiamento, per veder riconosciuti a tutti il diritto fondamentale all’esistere. Le polemiche non ci interessano, tutt’al più ci fanno sorridere.. Continua...

L’ACQUA E’ UN DIRITTO, NON ELEMOSINA

Il Comitato Acqua Bene Comune del Comune di Ancona denuncia la privazione del diritto umano all’acqua, per mano del gestore del servizio idrico Multiservizi SpA e nel silenzio delle giunte comunali. Ribadisce la sua contrarietà ad alcune proposte circolate in questi giorni sulla stampa locale, avanzate nel tentativo di rimediare alla grave situazione dei distacchi delle utenze domestiche (1.000 distacchi per morosità nella città di Ancona, che si sommano alle richieste di rateizzazione dei pagamenti e alle richieste di tariffe agevolate per bassi redditi).
Siamo contrari a contenere l’odiosa pratica dei distacchi con atti di carità o con “gentili concessioni”: l’accesso all’acqua è un diritto universale, al di là del reddito, e come tale va garantito.

Come già indicato durante la Conferenza stampa del 18 luglio, L’UNICA PROPOSTA praticabile si basa sulla GARANZIA dei 50 litri gratuiti e garantiti a persona e sulla RIMODULAZIONE della TARIFFA del servizio idrico per assicurare i principi di equità e diritto di accesso alla risorsa, nel rispetto dell’esito referendario, garantendo comunque la sostenibilità della gestione del servizio idrico integrato.
Questi obiettivi si possono e si devono raggiungere ridisegnando le fasce tariffarie, prima di tutto tenendo conto del numero di persone servite da ogni utenza domestica: oggi le famiglie numerose sono fortemente penalizzate. L’attuale sistema comporta che il costo unitario dell’acqua (per metro cubo) per una famiglia di quattro persone sia sostanzialmente il doppio del costo sostenuto dall’utente singolo. Ovvero, a parità di consumo a persona, se l’utente singolo spende 10, il nucleo di 4 persone spende 80.
I 50 litri al giorno gratuiti per persona (fabbisogno essenziale, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), non rinunciabili in nessun caso, devono essere garantiti: questo determina che vengano rivisitate le fasce di consumo e le relative tariffe, ma non implica che altri utenti paghino per il mancato incasso derivante dalle situazioni di morosità.

Queste proposte affermano l’universalità del diritto di accesso all’acqua con SOLUZIONI EFFICACI, DURATURE E RISPETTOSE: rendono la tariffa più equa, e quindi più difficile arrivare a situazioni di morosità. Nel caso si determini comunque una morosità diventa impraticabile staccare il contatore privando le persone dell’acqua, mentre verrebbe installato un limitatore di portata tale da erogare un massimo di 50 litri/giorno a persona.
Nell’attesa di rendere più equa la tariffa, se dobbiamo parlare di interventi emergenziali proponiamo una moratoria provvisoria dei distacchi.

Censuriamo inoltre le dichiarazioni del direttore di Multiservizi SpA Ciotti, nelle quali esprime una disponibilità verso gli utenti in difficoltà nei pagamenti, della serie “chiedeteci aiuto e vi faremo uno sconto”. Quando il direttore Ciotti si rivolge agli utenti in difficoltà suggerendogli di attivarsi e di chiedere aiuto, si rende conto di avere a che fare con le fasce più deboli ed emarginate della nostra società, spesso con evidenti difficoltà di dialogo con le istituzioni? Pensiamo alle famiglie sotto sfratto, agli stranieri, agli anziani soli, e in generale a tutti i poveri.
"Non dimentichiamo che dietro al pubblico ci sono i diritti fondamentali delle persone" ha detto recentemente il prof. Stefano Rodotà. La sofferenza espressa dai numeri riguardanti i distacchi rende evidente la concretezza della battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, che deve essere sottratto alle logiche di mercato e di speculazione. Ribadiamo che la gestione di un bene comune come l’acqua deve essere affidata ad un’azienda speciale e non ad un’azienda di diritto privato come una SpA.

CHIEDIAMO PERTANTO AL SINDACO DI ANCONA, comune socio di Multiservizi SpA e socio dell’Ambito Territoriale Ottimale ATO2, nonché autorità sanitaria e rappresentante della totalità dei cittadini
  • di intervenire con urgenza per porre fine alla pratica dei distacchi, in attesa di dotarsi degli strumenti in grado di rendere più equa la tariffa;
  • di farsi portatore nell’Assemblea dei Soci di Multiservizi SpA e nell’Assemblea dell’ATO2 delle proposte per un nuovo piano tariffario in grado di assicurare i principi di equità e diritto universale di accesso alla risorsa, nel rispetto dell’esito referendario del giugno 2011.
Comitato Acqua Bene Comune – Ancona
comitatoacquabenecomuneancona@gmail.com Continua...

Contro i tagli alle mense scolastiche


 Mercoledì 10 luglio i genitori di diversi Istituti Comprensivi di Senigallia si sono autoconvocati per discutere dei tagli alle mense scolastiche e sull’assetto stabilito dall’Amministrazione Comunale in questo settore a partire dal prossimo anno scolastico.
Il piano comunale, stabilito con Delibera del 18/06/2013 prevede:
  1. chiusura delle cucine di Marzocca e Parco delle Pace, tra l’altro rinnovate in parte nel 2011 con impegno economico da parte del Comune;
  2. accorpamento delle suddette cucine presso la struttura della CIMAS che fornirebbe l’uso delle sue cucine, il pagamento delle utenze, la consegna dei pasti nei vari plessi, la distribuzione delle merci crude ed anche uno sconto di 25.000 euro rispetto al prezzo iniziale proposto (praticamente una ONLUS); 
  3. il mancato rinnovo del contratto annuale di n° 2 lavoratori che da circa 9 anni venivano chiamati con regolarità a prestare la loro opera nelle cucine. 
  4. la fornitura di tutti gli alimenti biologici da parte della CIMAS.

Il Comitato dei genitori si è espresso in modo molto critico rispetto a questa decisione partendo dal presupposto che i tagli determinati dalla crisi non devono sempre ricadere sui cittadini e sulle famiglie ne’ tantomeno sui servizi ai bambini della città. La scuola pubblica e la di refezione scolastica non devono essere toccati e questa riorganizzazione non può assolutamente garantire un servizio accettabile.
Continua...

Asilo - Ecco il nuovo Regolamento Dublino III

da www.meltingpot.org

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) n. 604/2013 che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide.
Il Regolamento, che andrà a breve ad abrogare il Regolamento (CE) 343/2003, detto Dublino II, modifica alcune delle disposizioni previste per la determinazione dello Stato membro UE competente all’esame della domanda di protezione internazionale e le modalità e tempistiche per la determinazione. Il regolamento dovrà essere recepito dagli stati membri entro il 20 luglio 2015.
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L’ACQUA E’ UN DIRITTO: BASTA DISTACCHI, BASTA PROFITTI !!

Il Comitato Acqua Bene Comune della provincia di Ancona denuncia la privazione del diritto umano all’acqua, per mano del gestore del servizio idrico Multiservizi SpA, nel colpevole silenzio di quasi tutte le giunte comunali. Come denunciato nei mesi scorsi dalla stampa e dal Comitato, i numeri dei distacchi delle forniture idriche domestiche per morosità nei 45 Comuni serviti da Multiservizi SpA sono drammatici. Nel solo 2012 sono stati eseguiti oltre 2.800 distacchi, di cui ben 1.000 nel Comune capoluogo, circa 300 a Falconara e Jesi, 200 a Fabriano e Senigallia, mentre i restanti sono più o meno distribuiti nei rimanenti Comuni (fonte: AATO 2). Questo, in relazione alla popolazione residente, si traduce ad Ancona (tra i Comuni più colpiti) in 1 distacco ogni 100 abitanti e in 1 distacco ogni 48 famiglie.

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WELCOME 2013 - ANCONA

Guerra e flussi migratori, diritti negati e respingimenti alla frontiera del porto di Ancona.
 

Il 20, 21 e 22 giugno 2013, l’Ambasciata dei Diritti organizza tre giorni di incontri, proiezioni e concerti in occasione della giornata mondiale del rifugiato.
Le iniziative si inseriscono nel progetto Open Doors sullo status del sistema di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo: il progetto fornirà a cittadini dell'Unione europea, responsabili politici e all'opinione pubblica un monitoraggio sul sistema di inclusione sociale in Italia, Spagna Grecia, Ungheria e Cipro.

PROGRAMMA


Sabato 22 giugno dalle ore 20.00 - PORTO APERTO
BANCHINA 13 porto di Ancona (calata piazza del Teatro)
“Riappropriarsi del porto, di quegli spazi isolati dalle reti, vedere il tramonto del sole sul mare dalla banchina, parlare di tutte le persone che cercano di arrivare al porto di Ancona in cerca di sicurezza e di una nuova vita”

CONCERTI:
FULL VACUUM - https://www.facebook.com/full.vacuum.9?fref=ts

NUJU https://www.facebook.com/nujuband?fref=ts

Inoltre banchetti informativi, “Open doors point” per conoscere i dati sul rispetto del diritto di asilo ad Ancona, area bar.

Venerdì 21 giugno ore 21.00 – Ambasciata dei Diritti via Urbino 18 Ancona
PROIEZIONE DEL FILM "5 BROKEN CAMERAS"
di Emad Burnat (palestinese) e Guy Davidi (israeliano)

Il documentario palestinese ha vinto il Sundance Festival ed è stato il primo film palestinese candidato all’Oscar. La pellicola racconta la storia del piccolo,povero e angusto villaggio cisgiordano di Bili’n, che ha subito l’ulteriormente riduzione di territorio dalla costruzione del muro israeliano, che lo spacca in due. Il titolo fa riferimento alle cinque telecamere che l’esercito israeliano ha distrutto per impedire le riprese.

Sarà presente alla proiezione Ronnie Barkan uno dei tanti attivisti israeliani che si batte ogni giorno al fianco dei palestinesi per impedire la costruzione del muro dell’Apartheid, un muro di oltre 700 KM che divide la Palestina da Israele. Un muro che isola e imprigiona gli abitanti di Gaza, facendoli vivere in una prigione a cielo aperto.
Anarchists Against The Wall è nato nel 2003. Sin dalla sua nascita il gruppo ha partecipato a centinaia di manifestazioni. Condotte “con responsabili palestinesi che vivono nei villaggi soggetti ad espropri”. Manifestazioni congiunte perché “è un diritto dei cittadini israeliani resistere a tutte le azioni immorali compiute nel suo nome”. Disobbedienza civile e non violenza, perché “l'apartheid realizzata da Israele e la sua occupazione non finirà da sola; finirà quando sarà ingovernabile e inimmaginabile”.


Giovedì 20 giugno ore 11.00 - Partenza da Porta Pia
CONOSCERE IL SISTEMA DI SECURITY DEL PORTO

Le tre giornate dedicate ai rifugiati iniziano con la narrazione di quello che succede quotidianamente al porto di Ancona: controlli di sicurezza, persone che scappano, potenziali richiedenti asilo che non riescono ad accedere alle procedure, minorenni stranieri intrappolati nei traghetti provenienti dalla Grecia.
Come funziona le security del porto? perché ci sono le reti? come si può rendere il porto accogliente?
Iscrizioni: 3475349286 -3398102187






________________FULL VACUUM________________

FULL VACUUM nasce da un’idea di Davide Barca, e dalla sua voglia di sperimentare nell’ambito della produzione musicale, finora strettamente legata al suo ruolo di liricista del noto gruppo hip-hop anconetano BananaSpliff. Full Vacuum è un progetto musicale che viene dallo spazio profondo. Concept: Tutto è suono. Una spiritualità diffusa e libera che trova numerosi punti di tangenza con le teorie di David Bohm, Krishnamurti, Fritjof Capra, Bruce Lee e alcune filosofie orientali come, ad esempio, il taoismo. Il viaggio musicale è un sentiero che va verso la santità, in alcuni casi abbandonato coscientemente per sentirsi umani, immergendosi nel mare pesante e sporco della realtà che ci cerca e ci trova. Sostanzialmente apolide dal punto di vista musicale, Full Vacuum esplora, fonde e forgia un suono che naviga tra vibrazioni appartenenti a diversi generi, dalla musica elettronica al reggae, dal dub alla musica cantautoriale, dai ritmi latini alla dancehall. Anche dal vivo, infatti, Full Vacuum è concepito come un’unica storia in cui confluiscono varie espressioni d’arte.
L’esecuzione sul palco delle canzoni viene inframezzata da inserti teatrali ad opera dell’attore e musicista Alberto Antomarini, e performance di live paint a cura dello stesso Davide Barca.
Il vuoto è pieno. Punto zero. Potete camminare e correre ad occhi chiusi, in questo cerchio col raggio infinito non esistono muri, recinti, barriere, trappole, pericoli. FV è il buco nero che inghiotte le spade arrugginite dalla vita, FV è il buco bianco che genera germogli di stelle. Il suono elettrico accarezza le tempie, la voce multiforme suona i nervi candidi come membrane tese, ninna nanna di urla eruttate. La santità è una città che sta dappertutto, non ha sentieri né strade, ci cammini dentro sempre. Unità di coscienza lava pensieri, sangue, anima, cuore in ogni istante minuscolo. In ogni minuscolo istante c’è sotto un fiume di fango degno di grazie perché ci fa sporcare mani, piedi, faccia, cuore. Umano. la vita non ha nome la musica non ha nome. Fermati, o viandante, ascolta e poi vattene. Poi torna con le birre e l’erba. Poi resta. Ascolta FullVacuum: elettroni elettronici, note reggae scorrette, Buddha in dub, autoricambi cantautoriali / spiritualità spiritosa, soprannaturalismo, gastronomia astronomica. Il pieno è vuoto.VACUUM FULL.”

________________NUJU________________

Il gruppo nasce nei primi mesi del 2009 e vede la sua prima uscita pubblica il 30 maggio 2009 al Fuori Orario di Reggio Emilia. Nel progetto prende corpo la volontà di unire la vena autorale con quella pop rock [world ed etnica] (e non solo) della musica italiana, il genere verrà definito dai giornalisti URBAN-FOLK.
I Nuju si definiscono Comico Drammatici come i film di Monicelli e Totò o Brutti Sporchi e Cattivi come il film di Ettore Scola.
A ottobre 2009 esce Voci di marinai, poi eletto la miglior canzone indipendente emergente italiana del 2010 secondo il MEI.
Lo stesso brano è presente nel libro-cd Ad esempio a me piace... Un viaggio in Calabria, progetto di artisti calabresi uscito a luglio 2009, il cui ricavato va all’associazione Libera Terra che lavora sulle terre confiscate alla mafia. Nello stesso anno i Nuju vincono il premio “Acusticamente - Città di Cervia”, il concorso “Generazione Musicale a Progetto”, organizzato da Keepon e dal Mei (Meeting delle etichette indipendenti). Nel 2010 i Nuju sono tra i 12 finalisti di “Primo Maggio tutto l’anno” e vincono il “Radici EtnoContest”.
Il primo album, omonimo, ha visto la luce il 30 aprile 2010.
Il 15 marzo 2011 è uscito Disegnerò, singolo e video che hanno anticipato il secondo album, Atto secondo, pubblicato ad aprile 2011 su etichetta MK Records/VLC/Venus e che ha ottenuto ottime recensioni ed è diventato disco del mese a maggio su Caterpillar, storico programma di Rai Radio 2.
A luglio 2011 è uscito il secondo video, Parto, che ha anticipato la presenza della band come Opening Act per il concertone di Ligabue Campovolo 2.0.
A settembre 2011 il brano Mare ha vinto il premio Eros Pizzi – la tua musica per il lavoro, indetto da Fistel-Cisl.
A novembre 2011 sono ospiti di Caterpillar su Rai Radio 2, dopo mesi di programmazione del brano Movement e della cover Acida, realizzata per la compilation Cantanovanta.
A febbraio 2012 vincono la menzione speciale Radio Ohm/Balla Coi Cinghiali al Premio Buscaglione e il premio speciale “Questi fanno brutto!” con M’illumino a Caterpillar (Rai Radio2).
Il 29 maggio 2012 è uscito “3° (mondo)”, anticipato dal singolo “La Rapina” e a settembre vincono il premio “4 Sounds 1 Label” al MEI Supersound.
A novembre 2012 “La rapina” è tra i 25 migliori videoclip dell’anno al PIVI/Medimex ed è ripartito il tour che durerà fino all’estate 2013.
A gennaio 2013 il brano Il Mafiologo è inserito nel libro/cd “Musica contro le Mafie”.
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Ambasciata dei diritti da Cipro

Da alcuni giorni alcuni attivisti dell'Ambasciata dei Diritti e della Cupa sono a Cipro per il progetto internazionale "open doors" che avrà la sua tapa italiana ad Ancona il 22 giugno all'interno del porto dorico.
Ecco i primi video con le interviste (in inglese) ai profughi presenti a Cipro

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Ragazzi in fuga. Sabato 11-05-2013

Oggi al porto di Ancona si è consumato l'ennesimo episodio che testimonia come i diritti umani siano costantemente violati, a causa di una normativa assurda che crea le condizioni affinché molti ragazzi provenienti da paesi in guerra o poveri, debbano mettere a repentaglio la propria vita per cercare di approdare nel nostro paese, con la speranza di costruirsi un futuro migliore.
Diversamente da molte volte precedenti oggi tutto è accaduto sotto lo sguardo di un nutrito numero di persone, che seguendo distrattamente le operazioni di sbarco da una nave proveniente dalla Grecia, hanno visto improvvisamente scappare da un camion due ragazzi che hanno poi scavalcato le reti del porto cercando rifugio tra le vie cittadine. Purtroppo per loro, la fuga è stata resa vana dalle forze dell'ordine che si sono prodigate nell'inseguimento.
Di questi ragazzi non sappiamo nulla ma tutto ci fa pensare che la loro storia sia simile alle migliaia di storie che da anni stiamo monitorando.
In attesa di sapere dalle solite veline quale sarà la versione ufficiale abbiamo notato con piacere come sia scattata una rete di solidarietà invisibile, segno che comunque una certa sensibilità lentamente si stia formando in città. Infatti dopo appena un minuto dall'accadimento dei fatti ci sono arrivate le prime telefonate e quando siamo arrivati in porto c'erano già altre persone di associazioni legate al mondo dei migranti che avevano allertato il GUS, altri ancora avevano chiamato degli avvocati di movimento pronti a farsi carico della difesa nel caso qualche profugo fosse riuscito a divincolarsi dalla rete dei controlli. Probabilmente quei ragazzi non ci hanno nemmeno visto, come non si sono accorti di nulla i centinaia di turisti che si stavano imbarcando ma noi c'eravamo e ci saremo sempre per far urlare che nessun uomo può essere clandestino.
(nella foto il camion da cui sono usciti i due ragazzi).
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ACQUA BENE COMUNE: ABC della conoscenza

Con TEATRO VALLE OCCUPATO

FESTA da Ballo

Mercatino di PRIMAVERA

APERITIVO Godereccio

LiVe CONcERt



c/o LA CUPA di Posatora
dalle ore 17.00 Continua...

A e BC: Acqua e Beni Comuni: mettiamoli in comune!

Il 22 aprile 2013 il Comitato Acqua Bene Comune invita a partecipare all'incontro che si terrà alla Facoltà di Economia e Commercio di Ancona alle ore 18.00.
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Tre leggi per la giustizia e i diritti

Nelle Marche le prime firme possono essere apposte il 9 aprile dalle 9 alle 13 nell’Ufficio Relazioni col Pubblico del Comune di Ancona, Piazza XXIV Maggio, ed in seguito nello stesso in orari di lavoro; in seguito sarà possibile firmare nelle piazze e nelle segreterie dei principali comuni.

L’Ambasciata dei Diritti di Ancona sostiene la Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe promossa dall’associazione Antigone Onlus, osservatorio sulle condizioni di detenzione nel territorio nazionale nato nel 1998. Si tratta di tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. La prima proposta di legge vuole sopperire ad una lacuna normativa grave: nell’ordinamento italiano manca, infatti, il reato di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Lo stesso testo proposto da Antigone è infatti quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite ratificata nel novembre 1988. L’Italia, con un vuoto che dura quindi da 25 anni, è di fatto l’unico Paese europeo che tenacemente rifiuta di assumere questo reato nel proprio Codice Penale. Riteniamo centrale la proibizione legale della tortura e indice di democrazia di un sistema politico: la sua assenza ci ha dimostrato più volte come ciò significa anteporre la difesa della proprietà all’incolumità fisica e morale del singolo. La tortura non è solo un trattamento crudele, degradante ed efferato, ma anche un atto volontario di sottomissione finalizzato alla negazione della verità e al diritto alla giustizia. La tortura non si determina semplicemente quando un singolo o un gruppo agisce in deroga a ogni legge o regolamento nei confronti di chi è affidato alla custodia dello Stato, in quanto sono le normative che possono creare o tollerare esplicitamente situazioni di degrado oltre a punizioni sia per l'individuo sia collettive. Tortura, infatti, è anche l'insieme di quelle pratiche discrezionali ampiamente utilizzate nelle nostri carceri e città, che consentono ai “superiori” di perseguitare altri. Con questa proposta di legge, Antigone offre un’alternativa all'imperante populismo penale che pretende di tenere a bada il disagio sociale con un sovraccarico di criminalizzazione o illude, in varie sfumature, di combattere la corruzione con la retorica garantista. La seconda proposta di legge intende ripristinare legalità e rispetto della Costituzione nelle carceri. Intende, infatti, intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità. Sono oltre 24 mila, su un totale dei detenuti di circa 65 mila(affollamento penitenziario più alto della Unione Europea), quelli che sono in carcere per pene inferiori ai tre anni e che quindi non accedono alla possibilità di scontarle in misura alternativa al carcere. Segnale questo della stessa discrezionalità di cui parlavamo prima: la magistratura di sorveglianza sempre meno, autorizza, per i reati minori, la possibilità di scontarli fuori dalle mura del carcere. . . Il 50% della popolazione carceraria è di nazionalità straniera: ciò dimostra che queste persone sono in carcere per aver subito il reato di clandestinità o per reati ad esso collegato. La clandestinità è una vera e propria invenzione di uno Stato razzista ed espulsivo che tatua su persone che fuggono da guerre e persecuzioni il marchio indelebile dell’illegalità e irregolarità consegnandoli per sempre –perché dalla clandestinità non se ne esce né con un lavoro, né con una famiglia né con una casa –a vivere una vita di nascosto. Vivere una vita da invisibili significa doversi nascondere per lavorare, per dormire, per portare i figli a scuola e ciò, è ovvio, incrementa la possibilità di fare scelte “illegali” e finire così nelle maglie della “giustizia”. Infine, la terza proposta vuole modificare la legge sulle sostanze stupefacenti che produce la maggior percentuale di carcerazione: la Fini-Giovanardi. E’ da notare che, come per il reato di tortura anche la Fini-Giovanardi del 2006, intervenuta a modifica della legge 309/1990, mostra la scelta di un inasprimento della normativa italiana negli anni in cui in Europa si affermava la strategia dei “quattro pilastri” (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione), caratterizzata da un riequilibrio, di enfasi e di risorse, dal pilastro “repressione” verso i pilastri sociosanitari. Il 3° Libro Bianco sugli effetti della Legge Fini-Giovanardi dimostra come la repressione “punti al basso”: cresce il numero delle persone segnalate all’autorità giudiziaria; aumenta in maniera impressionante il numero delle sanzioni amministrative contro un abbattimento delle richieste di invio a programma terapeutico; aumenta la percentuale dei tossicodipendenti in carcere sul totale dei detenuti e quella sul totale degli ingressi; gli affidamenti terapeutici continuano ad essere inferiori e si è invertita la tendenza che vedeva la maggioranza degli affidamenti per soggetti in libertà, mentre ora la gran parte ottiene la misura alternativa provenendo dal carcere; cresce il numero di chi singolarmente produce o spaccia droga (il pesce piccolo), mentre diminuiscono le segnalazioni per gli ex art. 74, ovvero per la grande produzione e il grande spaccio (il pesce grosso), che non è sostanzialmente intaccato nella sua attività criminale dalla legge Fini-Giovanardi. Sosteniamo quindi anche questa terza legge di iniziativa popolare, per ridare alla comunità pubblica il potere di rimettere la persona al centro, rifiutando il ruolo di controllo e punizione, tipici di un ambiente culturale pre-Basaglia che poggiava su normalizzazione, medicalizzazione, esclusione e la reclusione.
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10 e non piu' 10: presentazione di +KAOS ad Ancona

    E' passata un'era informatica, piena di idee, esperimenti e novita' che hanno caratterizzato questi ultimi 20 anni. Ci siamo ritrovati all'improvviso tutti vicini, culture e lingue hanno perso di importanza, una sola cosa in comune ovvero accedere liberamente e a proprio modo alla conoscenza e ai servizi che la societa' aveva prodotto. Due sono le reti che nascono, quella fisica e quella sociale, ora imbrigliate entrambe, senza un'organizzazione ben precisa, ma chi entrava a farne parte maturava idee chiare sulle potenzialita' e sviluppi futuri; quello che esiste ora ha radici "antiche" in quei primi passi, dove si esploravano stanze buie, aperte con la fantasia dei semplici, di chi un tempo credevano non fosse in grado, e oggi non debba capire come funzionino.
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+Kaos: 10 anni di hacking e mediattivismo


Presentazione del libro +Kaos: 10 anni di hacking e mediattivismo. 

L’esperienza collettiva di un gruppo di ragazze e ragazzi appassionati di tecnologia e comunicazione che hanno fatto proprio il motto di Primo Moroni “Condividere saperi, senza fondare poteri”.

“All’inizio la lista era un casino” – Pinke

“Era il 2000, no, no, no, era il 2001, aspetta guardiamo... ah sì (sospiro). Era maggio” – Cojote.

Alla fine del XX secolo la scena hacker era avanguardia pura. Quando le idee, le pratiche e le scorribande nella rete di questa nicchia di sperimentatori telematici iniziarono ad attirare l’attenzione del mainstream, in Italia un manipolo di attivisti ebbe l’intuizione che la comunicazione fosse davvero la sostanza in cui si sarebbero espressi i processi sociali, politici e culturali dell’immediato futuro.

Il collettivo A/I, o Autistici/Inventati, nasce nel 2001 con l’obiettivo di creare un server autogestito e fornire gratuitamente servizi web nel rispetto dell’anonimato e della privacy. Il loro veicolo informatico è sopravvissuto a molti tentativi di repressione, a denunce, sequestri, inchieste giudiziarie. Nel tempo, ha costruito una rete di server collocati in molti paesi del mondo che gli permette di offrire a diverse migliaia di utenti gli strumenti per una navigazione consapevole, che tutela la loro libertà di informazione e comunicazione.

Questo libro è prima di tutto un azzardo, un tentativo di narrazione pensato a partire dai ricordi di chi in A/I c’è stato, di chi passava di lì per caso ed è rimasto, di chi ha dato una mano, di chi ancora, ogni giorno decide che ne vale la pena. È, al contempo, il racconto di un’avventura abbastanza unica nel mondo del digitale e la ricostruzione di una serie di percorsi formativi mai lineari, al limite tra gioco e impegno politico.

A seguire aperitivo a KM0
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Costruiamo una coalizione per l'accoglienza degna.

Appello per una mobilitazione nazionale con i rifugiati

Il prossimo 28 febbraio è prevista la fine della cosiddetta “Emergenza Nordafrica” e migliaia di rifugiati in tutta Italia rischiano di essere abbandonati una seconda volta.
Già nel corso di quest’ anno e mezzo trascorso dall’inizio del Piano di Accoglienza, infatti, sono stati lasciati soli dalla colpevole inerzia del Governo e di chi ha gestito l’accoglienza.
Strutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffari, come ci hanno raccontato i reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times, non sono però gli unici “scandali” di questa vicenda.
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FILM - Palestina per principianti


La proiezione è organizzata dall'Ambasciata dei diritti con la Campagna Palestina Solidarietà Marche.

Dalle 20.00 aperitivo.

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Adriatico a porti chiusi

Erano nascosti in minuscole gabbie metalliche rivestite in pietra per confondersi nel carico i 19 profughi iraqeni e siriani scoperti il 31 gennaio dalla Guardia di Finanza nel porto di Ancona, su un tir appena sbarcato. Non è un caso isolato, sui traghetti turistici provenienti dai porti greci capita spesso che siano imbarcati clandestinamente dei migranti che cercano di raggiungere il nord Europa in cerca di asilo, di una vita migliore, o per ricongiugersi con altri parenti il cui viaggio della speranza ha avuto un lieto fine. Spesso però il loro viaggio ed il sogno di costruirsi una nuova vita lontano da guerre e persecuzioni si infrange contro il confine italiano, dove vengono individuati ne rispediti in Grecia senza tanti complimenti o accertamenti sull’identità o l’età...
continua sul sito di amisnet ed ascolata le interviste

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Come uccidere la Democrazia durante le vacanze


Il Coordinamento Provincia di Ancona Acqua Bene Comune ha indetto per le 9,30 di venerdì 25 gennaio presidio davanti alla SEDE dell’AATO2 Marche Jesi – Via Gallodoro, 69 per chiedere che il nuovo metodo tariffario nel conteggio delle bollette dell’acqua venga ritirato, che l’AATO2 Marche non lo recepisca e che i membri dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas si dimettano perché non stanno facendo scelte contrarie al risultato referendario.
 
 
 
Il 28 dicembre 2012, confidando nella distrazione per le feste natalizie, l’AAEG (Autorità per l’energia elettrica e il gas) ha deliberato il nuovo Metodo Tariffario per il Servizio Idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione del Referendum del giugno 2011, con il quale 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione pubblica dell’acqua, fuori dalle logiche di mercato e per l’eliminazione dalla bolletta della “remunerazione del capitale investito”, ossia dei profitti.

L’Autorità, infatti, ha varato un sistema di calcolo della tariffa che reinserisce il profitto, sotto le mentite spoglie del “costo della risorsa finanziaria” con il quale si riconosce ai gestori la copertura, tramite tariffa, di una percentuale standard del capitale investito.

Ma l’Autorità non si limita a questo.
Viene prevista la costituzione di un fondo per nuovi investimenti (FONI), nei fatti un tributo,  considerato, però, costo di servizio e quindi inserito in bolletta, sulla quale, peraltro, inciderà anche l’ammortamento dei finanziamenti a fondo perduto (pubblici).

L’Autorità, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall’acqua, in perfetta coerenza con l’impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni seguita, e confermata nella sua agenda per il prossimo governo, da Monti.

Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.

PERCHE’ SI SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA.
E VOGLIAMO RIPUBBLICIZZARLE ENTRAMBE.

Coordinamento Provincia di Ancona Acqua Bene Comune

Per info:
348 3701690 - 3925039566
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