ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Solidarietà ai condannati. Stop ai CPT!

Apprendiamo con rabbia e purtroppo non con stupore che il processo ai compagni che hanno bloccato la costruzione di un C.P.T. a Corridonia interrompendo un consiglio comunale ha emesso sentenze esemplari e durissime.
Oltre che esprimere incondizionata solidarietà ai resistenti ribadiamo ancora una volta che non vogliamo lager nelle nostre terre e che la repressione non può che far aumentare l’indignazione e la voglia di lottare.
Siamo vicini ai nostri fratelli che insieme a tutti noi hanno impedito che nella nostra regione venisse costruito un carcere per migranti.
Rivendichiamo il nostro diritto di resistenza contro ogni forma di razzismo.
C.S.A.OLTREFRONTIERA - PESARO
BOTTEGA DI RESISTENZA GLOBALE-FOSSOMBRONE
E' PERICOLOSO AVERE RAGIONE
QUANDO LO STATO HA TORTO
Venerdì 21 settembre il Tribunale di Macerata ha condannato - in primo grado con pene che vanno dai quattro mesi ad un anno e quattro mesi - cinque nostri compagni (uno dei quali del Mezza Canaja) che nel marzo del 2004, insieme a tanti altri militanti dei centri sociali marchigiani e a tanti cittadini, hanno opposto resistenza alla costruzione di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) nella nostra regione. Quel 3 marzo centinaia di persone entrarono nella sala del Consiglio Comunale di Corridonia per manifestare la propria contrarietà alla costruzione di tale abominio giuridico.
Aldilà della scontata ma non meno importante solidarietà ai condannati – la loro condanna è anche la nostra – vorremmo portare all’attenzione di tutti le situazioni poco trasparenti e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’esito del processo.
Anzitutto la decisione è stata frutto di un giudizio politico, perché sin dall’inizio il giudice ha mostrato la chiara volontà di condannare i cinque imputati. Chi ha assistito alle numerose sedute del processo ha potuto constatare come il giudice si comportasse come un secondo pubblico ministero, passando spesso dalla parte di chi un giudizio lo deve formulare a quella di chi lo ha già formulato e va in cerca di conferme.
Ora, che cosa ci legittima a dire questo con un senso di oggettività?
I cinque sono stati condannati, tra l’altro, a risarcire 5000 euro di danni morali al Comune di Corridonia. Occorre però ricordare che cosa è avvenuto in quei giorni. Nessuno dei consiglieri comunali, né nella maggioranza, né nell’opposizione sapeva che durante la fatidica riunione del consiglio comunale si sarebbe discusso e in seguito espropriati dei terreni per costruire il CPT; né lo avrebbero saputo, perché l’esproprio era stato concordato di nascosto tra il sindaco e la ditta appaltatrice. La protesta ha fatto emergere la questione, e così i consiglieri comunali all’unanimità hanno deciso di votare contro la realizzazione del progetto.
Per ricapitolare, ecco come lo Stato ha ripagato una protesta che, tra l’altro, ha fatto emergere un giro illecito di denaro: attraverso una multa di 5000 euro per danni morali per la “rovina dell’immagine del Comune di Corridonia”, e anni di galera elargiti con molta leggerezza, senza che per altro sia mai emersa – neanche nella requisitoria finale del PM - una prova evidente che inchiodi inequivocabilmente gli imputati ai reati a loro contestati.
Infine, strana coincidenza, la mattina del processo una chiamata anonima denuncia la presenza di una bomba in tribunale. Naturalmente la bomba non c’era, ma fatti di questo genere hanno molte affinità con vecchie strategie della tensione di moda qualche decennio fa in Italia. Così, oltre a creare un clima di maggiore astio fra le parti in causa, si è data la possibilità alla stampa di far articoli sensazionalisti, alludendo a facili associazioni di idee nelle menti dei lettori.
Insomma, è sempre pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto!
Di fronte alla dimostrazione della loro colpevolezza, le istituzioni italiane hanno reagito ancora una volta con il vecchio vizio di farla pagare cara a chi le ha messe sul tavolo degli imputati, dimostrando una cronica inettitudine all’autocritica e all’accettazione delle proprie colpe. Ma questa accusa, anziché intimorirci, conferma le nostre idee e alimenta la convinzione della giustezza delle nostre lotte.
Solidarietà ai compagni condannati, che quotidianamente insieme a tanti altri resistono all’istallazione di questi lager per migranti!
CSOA MEZZA CANAJA
Corriere Adriatico 29 settembre 2007
Corridonia, polemica sul Cpt.
Possibile un’interrogazione parlamentare sulla vicenda Prc, solidarietà ai no global condannati
CORRIDONIA - La Federazione provinciale del Prc di Ancona esprime solidarietà ai cinque giovani condannati il 21 settembre scorso dal Tribunale di Macerata per aver interrotto, nel 2005, una seduta del consiglio comunale di Corridonia dedicata all’ipotesi di realizzare un centro di prima accoglienza in città, che poi non ha mai visto la luce. Il Prc annuncia anche che valuterà se esistono presupposti giuridici e politici “per portare il caso all’attenzione dei ministeri competenti e presentare un’interrogazione parlamentare”.I cinque attivisti sono stati condannati a pagare una pena pecuniaria di 5.000 euro per i “danni morali” arrecati al consiglio, e a pene detentive (sospese) che vanno dai quattro mesi a un anno e quattro mesi di reclusione. Rifondazione ribadisce in una nota anche la sua contrarietà ai Cpt, “divenuti veri e propri lager per i migranti che dopo un disperato e costoso viaggio dal paese di origine, si vedono imprigionati in galere con finto nome e ricacciati lontani dal quel porto sicuro tanto agognato”. “Incendi dolosi avvenuti anche nelle Marche - conclude la nota -, pestaggi razzisti e gesti di violenza nazifascista dettati da xenofobia, non vengono perseguitati dalla legge con altrettanta tenacia”. L’episodio avvenne in occasione della discussione di un Cpt a Corridonia, caso che sollevò molto clamore e attirò l’attenzione sul Consiglio che lo lo doveva prendere in esame.
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DIFENDERE I DIRITTI E' UN DIRITTO DI TUTTI - VOI OPPRIMETE E NOI RESISTIAMO!

MACERATA - Si è chiuso questa mattina il processo a carico dei cinque attivisti che presero parte alle manifestazioni No Cpt a Corridonia. Decine di manifestanti hanno partecipato al presidio all'esterno del tribunale e poi presenziato all'interno dell'aula durante lo svolgimento dell'udienza. Oltre un anno e mezzo di istruttoria seguito oggi da due ore di camera di consiglio prima del pronunciamento del giudice: una pesante sentenza di condanna "verso i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da una moltitudine che ha scelto di prender parola contro la barbarie dei campi di detenzione". Pur non essendo emersi rilievi indiziari a suffragio della responsabilità penale degli imputati, il giudice ha proceduto con la condanna per i reati di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale per pene dai 4 mesi ad un anno, fino a un anno e quattro mesi di reclusione. Incongruenze nello stesso pronunciamento, in quanto dalle risultanze di un'unica testimonianza dell'accusa ne sono scaturite un'assoluzione e una condanna agli indirizzi di uno stesso imputato per due diversi capi di imputazione. Nonostante nessun reato di danneggiamento sia stato mai contestato, è stato riconosciuto un risarcimento danni per cinquemila euro al Comune di Corridonia costituitosi parte civile. Da parte della difesa reazioni comunque positive sull'andamento dell'istruttoria dibattimentale che ha evidenziato con chiarezza l'inconsistenza dell'impianto accusatorio "ponendo le condizioni per una corretta valutazione dei fatti in sede di appello".
Corridonia, marzo 2004. Una battaglia collettiva che ha visto protagonisti insieme cittadini e attivisti a difesa dei diritti dei migranti. Cinque capri espiatori per colpire quelle centinaia di persone che rivendicarono il diritto a resistere alla vergogna dei Cpt. Da allora nessun Cpt è più stato realizzato nelle Marche.
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Rassegna Stampa Processo

Corriere Adriatico - Macerata - prima pagina
Le polemiche sul centro per clandestini, mano pesante del giudice per i cinque no global
ASSALTO AL CONSIGLIO, CONDANNATI
Il Comune, parte civile, ha ottenuto un risarcimento di cinquemila euro
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporaneaper clandestini. Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune assistito dall’avvocato Pietro Antonio Siciliano ottiene un risarcimento di 5.000 euro per i danni.

Disappunto invece della Comunità resistenti delle Marche
ASSALTO AL CONSIGLIO, 5 CONDANNE
I no global avevano interrotto l’assise sul centro per clandestini
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporanea per clandestini (Cpt). Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune, che attraverso l’avvocato Pietro Antonio Siciliano si era costituito parte civile, ha ottenuto un risarcimento danni di 5.000 euro. Quella sera l’aula del Consiglio era affollatissima: c'erano cittadini di ogni età, esponenti dei centri sociali e numerosi agenti di polizia e carabinieri. Ad un certo punto, un gruppo di persone superò i cancelli dell’emiciclo riservato ai consiglieri: da un ingresso laterale entrarono vari agenti di polizia tentando di formare una barriera fra manifestanti e consiglieri, e lì si scatenò il parapiglia. Una poliziotta che si era accovacciata su un tavolo per scattare fotografie della scena cadde rovinosamente a terra, forse spinta da qualcuno, e la seduta consiliare venne sospesa.I cinque no global (difesi dai legali Paolo Cognini e Stefano Crispiani) furono identificati grazie alle foto scattate dagli agenti e rinviati a giudizio su richiesta del sostituto procuratore Andrea Laurino. Alessio Abram, 39 anni, di Ancona, è stato condannato a un anno e quattro mesi, Nicola Mancini, 27, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, a un anno, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro di Ancona, a quattro mesi. Tutti, fatta eccezione per Abram, con pena sospesa. Anche il pm, vice procuratore onorario Stefano Lanari, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Ieri il tribunale era presidiato dalle forze dell’ordine. Numerosi anche gli esponenti dei centri sociali. Intanto la Comunità Resistenti delle Marche esprime il suo disappunto. Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero colpevoli di aver esercitato il diritto di difendere i diritti – si legge nella nota -. I diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt, veri e propri lager. E’ stata una sentenza di condanna contro i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da quella moltitudine che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Nella certezza dell’assoluta estraneità degli imputati ai fatti contestati siamo fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di Appello. Come in tanti abbiamo fatto questa mattina (ieri per chi legge, ndr) all’esterno e all’interno del tribunale, proseguiranno le nostre battaglie a fianco dei cittadini migranti per la chiusura dei Cpt e contro ogni forma di discriminazione.
DANIEL FERMANELLI

Corriere Adriatico - Ancona
Un anno e quattro mesi ad Alessio Abram, l’unico senza sospensione della pena
I Resistenti: “Sentenza ingiusta” Per l’occupazione del consiglio comunale di Corridonia contro il Cpt CONDANNATI CINQUE NO GLOBAL
MACERATA - Il loro gesto politico, inscenato per protestare contro i centri d’accoglienza per immigrati, andò oltre il lecito. Pagano pegno in tribunale i cinque no global di Ancona e Senigallia che il 3 marzo 2004 andarono in missione a Corridonia, dove la giunta, allora di centrodestra, stava per licenziare un progetto poi accantonato di realizzare un Cpt in contrada Piedicolle. I cinque militanti dei centri sociali occuparono per protesta l’aula del consiglio comunale scatenando un parapiglia che interruppe i lavori dell’assemblea dedicati anche a una variante al Prg necessaria per il progetto di Centro di permanenza temporanea per clandestini. Cinque occupanti, tra i volti noti della sinistra antagonista, a cominciare dall’anconetano AlessioAbram, sono stati condannati ieri dal giudice del tribunale di Macerata Luigi Reale a pene da 4 a 16 mesi di reclusione. Colpevoli a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune di Corridonia, parte civile tramite l’avvocato Pietro AntonioSiciliano, ha ottenuto un risarcimento di 5.000 euro. La sera dell’occupazione l’aula era stipata di cittadini, militanti dei centri sociali e numerosi poliziotti e carabinieri. Un gruppo di no global superò le transenne invadendo l’emiciclo riservato ai consiglieri: gli agenti tentarono di arginarli e si scatenò una mischia. Ne fece le spese una poliziotta che s’era issata su un tavolo per fotografare la scena. Cadde malamente a terra, forse spintonata, e la seduta venne sospesa. I cinque no global, difesi dagliavvocati Paolo Cognini e Stefano Crispiani, erano stati identificati proprio grazie alle foto scattate dagli agenti. La condanna più pesante (un anno e quattro mesi) è toccata ad Alessio Abram, 39 anni. Un anno la pena inflitta a Nicola Mancini, 27 anni, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, mentre Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro anconetani, sono stati condannati a quattro mesi. Tutti con pena sospesa, tranne Abram, noto in città non solo per il suo attivismo in campagne sociali e di solidarietà, ma anche come capotifoso dell’Ancona, ruolo che gli è costato diversi processi. Il pm onorario Stefano Lanari aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati, in un tribunale blindato dalle forze dell’ordine e affollato anche da esponenti dei centri sociali. La sentenza è stata duramente criticata dalle Comunità Resistenti delle Marche. “Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero "colpevoli" di aver esercitato il diritto di difendere i diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt”. I no global restano “fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in appello”.

Resto del Carlino - Macerata
Pene fino a un anno e 8 mesi per 5 ragazzi
IRRUZIONE IN MUNICIPIO, NO GLOBAL CONDANNATI
CORRIDONIA - Cinque condanne per i no-global che, nel marzo 2004, fecero irruzione nel municipio di Corridonia. Ieri, nel tribunale di Macerata presidiato dalla polizia, gli imputati hanno avuto pene che vanno da un anno e otto mesi a quattro mesi di reclusione. L’episodio nasce dal progetto, avviato all’epoca dal Comune di Corridonia, di realizzare un Centro di permanenza temporanea per immigrati. La sera del 3 marzo il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare la variante al Prg per la realizzazione della struttura. Ma la seduta venne interrotta da un gruppo di manifestanti, che impedirono la prosecuzione della discussione. La polizia in municipio fece alcune riprese, esaminando le quali in cinque finirono sotto accusa: gli anconetani Alessio Abram, 39 anni, Michele Mondaini, 33, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 41, e il senigalliese Nicola Mancini, 27 anni, imputati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Ieri il giudice Reale ha sentito le versioni dei cinque imputati, difesi dagli avvocati Cognini e Crispiani. Tutti hanno ammesso di essere intervenuti alla seduta consiliare, per avere informazioni sul progetto. Hanno poi affermato di essere stati spinti da altri, e hanno escluso di aver avuto qualsiasi contatto con le forze dell’ordine. Chiusa l’istruttoria il Pm (l’avvocato Stefano Lanari) ha chiesto la condanna dei cinque: un anno e otto mesi per Abram, un anno per Mancini e Mondaini, otto mesi per Breccia e Burattini. I difensori hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati. Dopo due ore di camera di consiglio il giudice ha condannato Abram a un anno e otto mesi di reclusione, Mancini e Mondaini a un anno, Breccia e Burattini a quattro mesi. Solo Abram (per i suoi precedenti) non ha avuto la sospensione della pena. Tutti poi sono stati condannati a risarcire con 5mila euro il Comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano. «Un fatto grave — commenta la Comunità dei resistenti, molti dei quali erano ieri in aula —: la condanna a carico di cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si sono rese “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti. I diritti di uguaglianza, libertà e dignità umana violati nei Cpt. Il pronunciamento è una condanna contro i contenuti politici e sociali espressi da quella moltitudine, che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Siamo convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di appello».

Il Messaggero - Macerata - prima pagina
ALLARME BOMBA DURANTE PROCESSO AI "RESISTENTI"
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale di Macerata.

Conclusione movimentata del processo ai “resistenti”
ALLARME BOMBA IN TRIBUNALE
Incidenti per il Cpt di Corridonia, condannati cinque no global. "Fatto grave" sostiene il movimento.
L’episodio era avvenuto durante una seduta del consiglio comunale
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale. All’udienza hanno assistito numerosi ragazzi della comunità dei Resistenti. Dopo due ore di camera di consiglio, il giudice Luigi Reale ha emesso il verdetto nei confronti dei cinque imputati, tutti di Ancona. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Per Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa, sostenuta dal Pm onorario Stefano Lanari, parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali.Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello. «C’è assoluta carenza di elementi che le condotte degli imputati siano fonte di responsabilità penale», hanno sostenuto i difensori nelle loro arringhe finali. Il Pm Lanari aveva chiesto invece per loro condanne da 8 mesi fino a 1 anno e 6 mesi. La richiesta di parte civile era di 10mila euro di risarcimento. Prima della discussione hanno parlato i cinque imputati, raccontando la loro versione dei fatti su spinte e ressa che si erano verificate quella sera nell’aula consiliare di Corridonia, con il successivo intervento delle forze dell’ordine. La comunità dei Resistenti, in una nota ufficiale, commenta la sentenza come «un fatto grave, cinque persone sono arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che a Corridonia quella sera si sono rese unicamente “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti».L’udienza conclusiva del processo è, come si diceva, cominciata in ritardo, dopo che un falso allarme bomba è arrivato, via telefono, poco prima delle 9. «C’è una bomba nel palazzo», ha detto una voce al telefono della guardia giurata all’ingresso del Tribunale. Sono subito intervenuti gli uomini coordinati dal sostituto commissario Camillo Bruno, ed è stato evacuato l’edificio. Dopo quasi un’ora di controlli, l’ok per il rientro. «Stavo arrivando in ufficio quando sono stato avvertito della telefonata, senza panico tutti hanno lasciato l’edificio», spiega il presidente del Tribunale, Giovanni Rebori, che dopo l’ok delle forze dell’ordine ha disposto il rientro in aule e uffici. Gli inquirenti procedono per procurato allarme.
di CARLO PERRI

Il Messaggero - Ancona
INCIDENTI PER IL CPT: CONDANNATI ABRAM ED ALTRI QUATTRO NO GLOBAL
Si è chiuso con 5 condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, tutti anconetani, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Il giudice ha emesso ieri il suo verdetto. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, sono stati condannati a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali. Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello.
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NO CPT - PRESIDIO IN TRIBUNALE

Venerdì 21 settembre presso il tribunale di Macerata si svolgerà un'udienza molto importante del dibattimento contro i cinque attivisti delle Comunità Resistenti processati per aver manifestato contro il tentativo di costruire un Centro di Permanenza Temporanea sul nostro territorio.
Quella sera eravamo in tanti a Corridonia ad opporci alla realizzazione del Cpt, uno strumento insensato e inumano per reprimere e controllare le dinamiche migratorie.
Venerdì andiamo tutti ad assistere all'udienza, facciamo sentire la nostra vicinanza agli accusati.
Per la chiusura di tutti i Cpt, Per la depenalizzazione dei reati sociali, Per il diritto di partecipazione e coinvolgimento alle scelte politichie ed economiche del nostro territorio.
Le lotte per i diritti non si processano! Diritto di resistenza contro i lager per migranti!
Appuntamento venerdì 21 settembre alle ore 8.45 davanti al tribunale di Macerata.
Comunità Resistenti delle Marche
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19 Settembre 2007 NO PAV - ASSEMBLEA PUBBLICA


MERCOLEDI 19 SETTEMBRE 2007 ore 21:00 - palazzo Pergoli di Falconara (P.zza Mazzini)
ASSEMBLEA CITTADINA"NO Quadrilatero spa"La rete NO PAV conferma la convocazione dell'assemblea pubblica "NO Quadrilatero spa" per mercoledì 19 settembre, al centro Pergoli di Falconara Marittima (Piazza Mazzini). In questi giorni in cui la crisi politica e istituzionale della città di Falconara giunge alle massime conseguenze proprio sulla questione Quadrilatero, la rete NO PAV lancia un'assemblea aperta a tutti i cittadini interessati per chiarire definitivamente la reale portata economica, finanziaria, ambientale che questo progetto di 'grande opera' rappresenta.La decisione di svolgere questo incontro a Falconara non è casuale: in questo contesto stiamo assistendo alla dimostrazione di come l'influenza dei grandi gruppi industriali e finanziari (prima fra tutti Merloni!) intende trasformare, attraverso il PAV(piano di area vasta), i beni comuni, di tutti, come il territorio o le risorse finanziarie pubbliche in proprie ricchezze private.Per fare ciò si avvale della 'puntuale' e servile intermediazione del mondo politico-istituzionale, in particolare a livello regionale: il governatore Spacca in persona si è più volte prodigato per far si che la Quadrilatero spa non trovasse ostacoli imprevisti. Senza considerare minimamente la volontà delle popolazioni coinvolte, nella maggior parte dei casi neanche informate degli stravolgimenti che riguarderanno i loro territori.Perciò coglieremo altresì questa occasione per ragionare insieme con tutte quelle realtà che fino ad oggi hanno costituito il movimento NO PAV su come muoversi in futuro in questa lotta contro l'immensa truffa e devastazione ambientale che è la Quadrilatero spa. Lotta che è solo all'inizio. Rete NO PAV
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