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Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

Rassegna Stampa Processo

Corriere Adriatico - Macerata - prima pagina
Le polemiche sul centro per clandestini, mano pesante del giudice per i cinque no global
ASSALTO AL CONSIGLIO, CONDANNATI
Il Comune, parte civile, ha ottenuto un risarcimento di cinquemila euro
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporaneaper clandestini. Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune assistito dall’avvocato Pietro Antonio Siciliano ottiene un risarcimento di 5.000 euro per i danni.

Disappunto invece della Comunità resistenti delle Marche
ASSALTO AL CONSIGLIO, 5 CONDANNE
I no global avevano interrotto l’assise sul centro per clandestini
CORRIDONIA - Sono stati condannati a pene che variano da un anno e quattro mesi di reclusione a quattro mesi, i cinque no global che il 3 marzo del 2004 interruppero una seduta del consiglio comunale di Corridonia e occuparono l'aula per protestare contro il progetto (poi sfumato) di realizzare a Piedicolle un Centro di permanenza temporanea per clandestini (Cpt). Il giudice Luigi Reale, dopo due ore di camera di consiglio, ha emesso una sentenza di condanna per tutti e cinque gli imputati, ai quali venivano contestati a vario titolo reati che vanno dall’interruzione di pubblico servizio a resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune, che attraverso l’avvocato Pietro Antonio Siciliano si era costituito parte civile, ha ottenuto un risarcimento danni di 5.000 euro. Quella sera l’aula del Consiglio era affollatissima: c'erano cittadini di ogni età, esponenti dei centri sociali e numerosi agenti di polizia e carabinieri. Ad un certo punto, un gruppo di persone superò i cancelli dell’emiciclo riservato ai consiglieri: da un ingresso laterale entrarono vari agenti di polizia tentando di formare una barriera fra manifestanti e consiglieri, e lì si scatenò il parapiglia. Una poliziotta che si era accovacciata su un tavolo per scattare fotografie della scena cadde rovinosamente a terra, forse spinta da qualcuno, e la seduta consiliare venne sospesa.I cinque no global (difesi dai legali Paolo Cognini e Stefano Crispiani) furono identificati grazie alle foto scattate dagli agenti e rinviati a giudizio su richiesta del sostituto procuratore Andrea Laurino. Alessio Abram, 39 anni, di Ancona, è stato condannato a un anno e quattro mesi, Nicola Mancini, 27, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, a un anno, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro di Ancona, a quattro mesi. Tutti, fatta eccezione per Abram, con pena sospesa. Anche il pm, vice procuratore onorario Stefano Lanari, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Ieri il tribunale era presidiato dalle forze dell’ordine. Numerosi anche gli esponenti dei centri sociali. Intanto la Comunità Resistenti delle Marche esprime il suo disappunto. Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero colpevoli di aver esercitato il diritto di difendere i diritti – si legge nella nota -. I diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt, veri e propri lager. E’ stata una sentenza di condanna contro i contenuti politici e sociali espressi collettivamente da quella moltitudine che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Nella certezza dell’assoluta estraneità degli imputati ai fatti contestati siamo fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di Appello. Come in tanti abbiamo fatto questa mattina (ieri per chi legge, ndr) all’esterno e all’interno del tribunale, proseguiranno le nostre battaglie a fianco dei cittadini migranti per la chiusura dei Cpt e contro ogni forma di discriminazione.
DANIEL FERMANELLI

Corriere Adriatico - Ancona
Un anno e quattro mesi ad Alessio Abram, l’unico senza sospensione della pena
I Resistenti: “Sentenza ingiusta” Per l’occupazione del consiglio comunale di Corridonia contro il Cpt CONDANNATI CINQUE NO GLOBAL
MACERATA - Il loro gesto politico, inscenato per protestare contro i centri d’accoglienza per immigrati, andò oltre il lecito. Pagano pegno in tribunale i cinque no global di Ancona e Senigallia che il 3 marzo 2004 andarono in missione a Corridonia, dove la giunta, allora di centrodestra, stava per licenziare un progetto poi accantonato di realizzare un Cpt in contrada Piedicolle. I cinque militanti dei centri sociali occuparono per protesta l’aula del consiglio comunale scatenando un parapiglia che interruppe i lavori dell’assemblea dedicati anche a una variante al Prg necessaria per il progetto di Centro di permanenza temporanea per clandestini. Cinque occupanti, tra i volti noti della sinistra antagonista, a cominciare dall’anconetano AlessioAbram, sono stati condannati ieri dal giudice del tribunale di Macerata Luigi Reale a pene da 4 a 16 mesi di reclusione. Colpevoli a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il Comune di Corridonia, parte civile tramite l’avvocato Pietro AntonioSiciliano, ha ottenuto un risarcimento di 5.000 euro. La sera dell’occupazione l’aula era stipata di cittadini, militanti dei centri sociali e numerosi poliziotti e carabinieri. Un gruppo di no global superò le transenne invadendo l’emiciclo riservato ai consiglieri: gli agenti tentarono di arginarli e si scatenò una mischia. Ne fece le spese una poliziotta che s’era issata su un tavolo per fotografare la scena. Cadde malamente a terra, forse spintonata, e la seduta venne sospesa. I cinque no global, difesi dagliavvocati Paolo Cognini e Stefano Crispiani, erano stati identificati proprio grazie alle foto scattate dagli agenti. La condanna più pesante (un anno e quattro mesi) è toccata ad Alessio Abram, 39 anni. Un anno la pena inflitta a Nicola Mancini, 27 anni, di Senigallia e Michele Mondaini, 33, di Ancona, mentre Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 38, anche loro anconetani, sono stati condannati a quattro mesi. Tutti con pena sospesa, tranne Abram, noto in città non solo per il suo attivismo in campagne sociali e di solidarietà, ma anche come capotifoso dell’Ancona, ruolo che gli è costato diversi processi. Il pm onorario Stefano Lanari aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati, in un tribunale blindato dalle forze dell’ordine e affollato anche da esponenti dei centri sociali. La sentenza è stata duramente criticata dalle Comunità Resistenti delle Marche. “Sono state condannate cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si resero "colpevoli" di aver esercitato il diritto di difendere i diritti fondamentali di uguaglianza, libertà e dignità umana sistematicamente violati all’interno dei Cpt”. I no global restano “fermamente convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in appello”.

Resto del Carlino - Macerata
Pene fino a un anno e 8 mesi per 5 ragazzi
IRRUZIONE IN MUNICIPIO, NO GLOBAL CONDANNATI
CORRIDONIA - Cinque condanne per i no-global che, nel marzo 2004, fecero irruzione nel municipio di Corridonia. Ieri, nel tribunale di Macerata presidiato dalla polizia, gli imputati hanno avuto pene che vanno da un anno e otto mesi a quattro mesi di reclusione. L’episodio nasce dal progetto, avviato all’epoca dal Comune di Corridonia, di realizzare un Centro di permanenza temporanea per immigrati. La sera del 3 marzo il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare la variante al Prg per la realizzazione della struttura. Ma la seduta venne interrotta da un gruppo di manifestanti, che impedirono la prosecuzione della discussione. La polizia in municipio fece alcune riprese, esaminando le quali in cinque finirono sotto accusa: gli anconetani Alessio Abram, 39 anni, Michele Mondaini, 33, Matteo Breccia, 29, e Danilo Burattini, 41, e il senigalliese Nicola Mancini, 27 anni, imputati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Ieri il giudice Reale ha sentito le versioni dei cinque imputati, difesi dagli avvocati Cognini e Crispiani. Tutti hanno ammesso di essere intervenuti alla seduta consiliare, per avere informazioni sul progetto. Hanno poi affermato di essere stati spinti da altri, e hanno escluso di aver avuto qualsiasi contatto con le forze dell’ordine. Chiusa l’istruttoria il Pm (l’avvocato Stefano Lanari) ha chiesto la condanna dei cinque: un anno e otto mesi per Abram, un anno per Mancini e Mondaini, otto mesi per Breccia e Burattini. I difensori hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati. Dopo due ore di camera di consiglio il giudice ha condannato Abram a un anno e otto mesi di reclusione, Mancini e Mondaini a un anno, Breccia e Burattini a quattro mesi. Solo Abram (per i suoi precedenti) non ha avuto la sospensione della pena. Tutti poi sono stati condannati a risarcire con 5mila euro il Comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano. «Un fatto grave — commenta la Comunità dei resistenti, molti dei quali erano ieri in aula —: la condanna a carico di cinque persone arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che si sono rese “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti. I diritti di uguaglianza, libertà e dignità umana violati nei Cpt. Il pronunciamento è una condanna contro i contenuti politici e sociali espressi da quella moltitudine, che ha scelto di prender parola contro l’eventualità che il nostro territorio lasciasse spazio alla barbarie dei campi di detenzione. Siamo convinti che esistano tutti gli elementi per ristabilire la verità dei fatti in fase di appello».

Il Messaggero - Macerata - prima pagina
ALLARME BOMBA DURANTE PROCESSO AI "RESISTENTI"
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale di Macerata.

Conclusione movimentata del processo ai “resistenti”
ALLARME BOMBA IN TRIBUNALE
Incidenti per il Cpt di Corridonia, condannati cinque no global. "Fatto grave" sostiene il movimento.
L’episodio era avvenuto durante una seduta del consiglio comunale
Si è chiuso con cinque condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Un ultimo e movimentato atto del processo di primo grado quello di ieri: l’edificio era blindato da polizia e carabinieri, ma ad inizio mattinata è arrivato un allarme bomba telefonico che ha bloccato per un’ora le attività del Tribunale. All’udienza hanno assistito numerosi ragazzi della comunità dei Resistenti. Dopo due ore di camera di consiglio, il giudice Luigi Reale ha emesso il verdetto nei confronti dei cinque imputati, tutti di Ancona. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Per Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa, sostenuta dal Pm onorario Stefano Lanari, parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali.Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello. «C’è assoluta carenza di elementi che le condotte degli imputati siano fonte di responsabilità penale», hanno sostenuto i difensori nelle loro arringhe finali. Il Pm Lanari aveva chiesto invece per loro condanne da 8 mesi fino a 1 anno e 6 mesi. La richiesta di parte civile era di 10mila euro di risarcimento. Prima della discussione hanno parlato i cinque imputati, raccontando la loro versione dei fatti su spinte e ressa che si erano verificate quella sera nell’aula consiliare di Corridonia, con il successivo intervento delle forze dell’ordine. La comunità dei Resistenti, in una nota ufficiale, commenta la sentenza come «un fatto grave, cinque persone sono arbitrariamente elette a capro espiatorio tra le centinaia che a Corridonia quella sera si sono rese unicamente “colpevoli” di aver esercitato il diritto di difendere i diritti».L’udienza conclusiva del processo è, come si diceva, cominciata in ritardo, dopo che un falso allarme bomba è arrivato, via telefono, poco prima delle 9. «C’è una bomba nel palazzo», ha detto una voce al telefono della guardia giurata all’ingresso del Tribunale. Sono subito intervenuti gli uomini coordinati dal sostituto commissario Camillo Bruno, ed è stato evacuato l’edificio. Dopo quasi un’ora di controlli, l’ok per il rientro. «Stavo arrivando in ufficio quando sono stato avvertito della telefonata, senza panico tutti hanno lasciato l’edificio», spiega il presidente del Tribunale, Giovanni Rebori, che dopo l’ok delle forze dell’ordine ha disposto il rientro in aule e uffici. Gli inquirenti procedono per procurato allarme.
di CARLO PERRI

Il Messaggero - Ancona
INCIDENTI PER IL CPT: CONDANNATI ABRAM ED ALTRI QUATTRO NO GLOBAL
Si è chiuso con 5 condanne il processo ai “resistenti delle Marche”, tutti anconetani, alla sbarra dopo i disordini nel corso del consiglio comunale di Corridonia del 3 marzo 2004. Quel giorno centinaia di persone entrarono nell’aula, durante la seduta dedicata al Centro di permanenza temporaneo per immigrati, per protestare e chiedere un’assemblea pubblica. Il giudice ha emesso ieri il suo verdetto. Alessio Abram, 39 anni, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Nicola Mancini, 26enne nativo di Senigallia e Michele Mondaini, 32 anni, sono stati condannati a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Infine condanna a 4 mesi, sospesa, per Matteo Breccia, 29 anni, e Danilo Burattini, 38enne. L’accusa parlava a vario titolo di interruzione di pubblico servizio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sono arrivate anche assoluzioni per alcuni di questi capi d’accusa: Abram assolto per lesioni ad una poliziotta, Breccia e Burattini per resistenza. Inoltre, sono stati condannati in solido al pagamento di 5mila euro di risarcimento per il comune di Corridonia, parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, più 2mila euro di spese legali. Gli avvocati dei cinque no global, Paolo Cognini e Stefano Crispiani, hanno preannunciato appello.

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