ORARI DI APERTURA

Lo sportello legale dell'Ambasciata dei Diritti e l'osservatorio contro le discriminazioni sono in via Urbino, 18 - Ancona. Per appuntamenti o informazioni potete conotattarci scrivendo a ambasciata@glomeda.org

26 Marzo, cronaca di una giornata insorgente


"Difficile provare a numerarle, talmente ampio e lungo è stato l’itinerario di questa giornata resistente che si è ripresa il cuore di uno spazio urbano che si vorrebbe ostaggio di un decoro addomesticato per profitto.
‘Fine del mondo, fine del mese / Stessi colpevoli, stessa lotta’ attraverso la suggestione mutuata dai jilets jaunes d’oltralpe, i centri sociali delle Marche provano a segnalare l’altezza delle sfide che pone questo presente di guerra e miseria. Dopo la giornata di sabato sarà importante misurare quella disposizione collettiva a delineare traiettorie di convergenza che riescano a spingere in avanti ed allargare quello spazio di possibilità aperto al conflitto e a nuove opzioni di opposizione e trasformazione. Ma in questo presente di guerra e miseria sono proprio giornate come quella di sabato a tenere aperto quello spazio e ad incoraggiare l’ambizione collettiva a invertire la tendenza.
Centri Sociali Marche
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Network Porti Adriatici: «Interrompere le riammissioni verso la Grecia e i respingimenti verso Albania e Croazia»


In data 7 febbraio 2022, il Network Porti Adriatici  ha inviato una nuova comunicazione al Comitato dei Ministri d’Europa per chiedere la continuazione della procedura di supervisione dell’attuazione della sentenza Sharifi con la quale la Corte EDU aveva condannato l’Italia.

Il Network denuncia, contrariamente a quanto sostenuto dal Governo nell’Action Report del 15 dicembre 2021, il persistere di condotte illegittime così come emerge dall’azione di monitoraggio svolta ai principali porti adriatici e dalle testimonianze.

Nell’ottobre 2014 l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) per aver respinto – tra gennaio 2008 e febbraio 2009 – in modo indiscriminato alcuni cittadini stranieri provenienti dalla Grecia (caso Sharifi e altri contro Italia e Grecia) e intercettati dalla polizia di frontiera ai porti di Ancona, Bari e Venezia. La Corte EDU ha condannato l’Italia per violazione del divieto di espulsioni collettive, divieto di trattamenti inumani o degradanti e il diritto a un ricorso effettivo contro l’espulsione collettiva e l’esposizione a trattamenti inumani e degradanti. A seguito della sentenza è stata quindi avviata la procedura di supervisione di fronte al Comitato dei Ministri del Consiglio di Europa.

Qui l'inizio o sommario. E qui la fine del post.

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Ombre Nere sulla CUM Marche


Il caso dell’associazione ‘Comunità Ucraina Marche’

Mentre il conflitto russo-ucraino sta vivendo una grave e preoccupante escalation, il movimento per la pace è tornato a mobilitarsi e a riempire le piazze di tante città. Eppure, diversamente dalle manifestazioni che hanno contraddistinto le proteste contro le guerre nell’ultimo quarto di secolo, nei recenti cortei sembra si respiri un clima diverso.

Ad Ancona, per esempio, durante un’iniziativa promossa dall’Università della Pace che ha visto la partecipazione di forze politiche, movimenti, associazioni e singoli cittadini, si sono registrati momenti di tensione, innescati da un intervento dal palco in cui, tra i vari passaggi di condanna dell’invasione militare russa e della sua atrocità , venivano denunciate anche le gravi responsabilità delle autorità ucraine nella guerra che dal 2014 insanguina il Donbass e la pluriennale violazione da parte delle stesse dei protocolli di Minsk, sottoscritti nel 2014 e nel 2015 per fermare il conflitto al confine russo.

Un’analisi tanto semplice quanto condivisibile, anche perché è noto da tempo il ruolo attivo svolto dall’esercito ucraino, sostenuto da milizie di chiaro stampo neofascista e neonazista, nelle violenze perpetrate ai danni dei separatisti filorussi e delle popolazioni civili per la contesa delle province di Donesk e Luhansk.

Parole, però, che sono suonate subito poco gradite alle orecchie di una parte della folta rappresentanza ucraina presente in piazza, tanto che, dopo i primi mugugni e qualche fischio, alcuni di loro hanno tentato di raggiungere il palco con intenzioni poco amichevoli, fermati solo dall’intervento degli organizzatori e di altri manifestanti. 

L’episodio è passato in larga parte sotto traccia nei media locali, ma in realtà episodi simili si sono verificati anche in altre città italiane. A Pisa, nel corso di un presidio pacifista promosso da organizzazioni di sinistra e movimenti si sono vissuti attimi di concitazione quando ad alcune persone di nazionalità ucraina è stato impedito di intervenire per sostenere la richiesta di un intervento armato della Nato.

E’ evidente che tali posizioni, connotate da forti tinte nazionaliste e volte a fare eco ai continui appelli rivolti all’Europa dal presidente ucraino Zelensky per un maggiore coinvolgimento dei Paesi occidentali nel conflitto, sono piuttosto diffuse tra le comunità ucraine presenti in Italia. Ciò contrasta con il movimento contro la guerra italiano che, pur nella sua vasta eterogeneità, per cultura e tradizione ha sempre condannato gli armamenti in toto senza cedere a ideologismi e partigianerie. 

Eppure, a ben guardare, questo strano fenomeno non dovrebbe sorprendere più di tanto, visto l’ambiguo attivismo che ormai da tempo caratterizza le iniziative di molte associazioni di ucraini in Italia. E il caso dell’associazione Comunità Ucraina Marche non sembra fare eccezione. 

Nata nel solco degli eventi che tra la fine del 2013 e il 2014 hanno preso avvio con le violente manifestazioni pro-europeiste dell’Euromaidan che portarono al rovesciamento del presidente Janukovyc, e culminate prima con la strage di Odessa del 2 maggio 2014, consumata dai paramilitari neonazisti di Pravyj Sektor, e poi con lo scoppio della guerra nel Donbass, la Cum ha dato prova di un significativo attivismo a sostegno delle frange più estreme del nazionalismo ucraino, con iniziative che, in più occasioni, hanno mostrato una certa vicinanza ad ambienti neofascisti e neonazisti ucraini. Proviamo a vederne alcune.

La prima è quella che si svolge nel 2014. Si tratta di una manifestazione a sostegno di Nadezhda Savchenko, ex militare e poi deputata del partito Unione Pan-Ucraina “Patria”, nota anche a livello internazionale per la sua collaborazione con il Battaglione Ajdar durante le operazioni anti-separatiste in Donbass. Arrestata dalle milizie filorusse con l’accusa di aver partecipato all’uccisione di due giornalisti russi e trasferita a Mosca per essere processata, venne condannata a 22 anni per omicidio volontario e poi rilasciata a seguito di un accordo diplomatico sullo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. Tra le “prodezze” della Savchenko figura anche l’accusa di aver preparato nel 2018 un attacco dinamitardo con mortai e bombe a mano contro il Parlamento ucraino.

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INSORGIAMO - 26 marzo, pullman dalle Marche

26 marzo - Firenze  #INSORGIAMO MANIFESTAZIONE NAZIONALE

 ▪️Per rendere irreversibili le vittorie ottenute nelle vertenze Gkn e Caterpillar

▪️Per sconfiggere le delocalizzazioni e scongiurare altri licenziamenti di massa
▪️Contro carovita, aumenti su bollette e carburante. Se l'inflazione aumenta, aumentino gli stipendi
▪️Per rimettere al centro la condizione di sfruttate e sfruttati, rivendicare un reddito e un salario dignitosi
▪️Per una vera transizione ecologica, pagata dai responsabili della catastrofe climatica
▪️Contro guerra e stato di emergenza, per disertare ogni arruolamento
▪️Per provare a cambiare i rapporti di forza e trasformare questo presente di precarietà e miseria
▪️Per questo, per altro, per tutto #Insorgiamo

I Centri Sociali delle Marche organizzano la partecipazione, con partenze in pullman 🚌 dalle città marchigiane.
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INCONTRO CON I LAVORATORI IN LOTTA DELLA CATERPILLAR


Jesi, 10 Dicembre 2021: la Caterpillar annuncia improvvisamente la chiusura e il licenziamento di 270 lavoratori pur essendo da sempre motore produttivo e economico del territorio e con bilanci in positivo.
Da allora i lavoratori sono in presidio permanente e la loro forza di reazione, di non essere considerati solo numeri li ha portati a una dura lotta contro le delocalizzazzioni e la proprietà acquisendo sempre più la consapevolezza che "la fabbrica" è un valore collettivo.
Si è fatta comunità e sono state sperimentate nuove pratiche di convergenza unitaria nella lotta che hanno portato in primis al risultato positivo della vertenza per comportamento antisindacale contro la Caterpillar e poi, il 9 marzo, a tre mesi esatti dall’annuncio di chiusura, alla firma di accordo per la reindustrializzazione a garanzia della piena occupazione.
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Eni decide, Cingolani trasloca il Ministero a Ravenna


La drammatica fase storica che sta vivendo tutta l’Europa, con il catastrofico precipitare degli eventi in Ucraina, ha fra le sue cause principali la feroce contesa per le risorse energetiche.

Contrariamente a quello che affermano gran parte del mondo economico, le principali istituzioni e buona parte dell’informazione, non sarà con il ricorso alla moltiplicazione delle trivellazioni in Adriatico, Pianura Padana e in quasi tutta Italia (con conseguente irreversibile devastazione ambientale), e tantomeno con il ritorno al carbone o con il rilancio del nucleare, che ci libereremo dalla dipendenza energetica e dalle crisi internazionali ad essa collegate.

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Contro ogni arruolamento e ogni retorica di guerra


“La catastrofe è la condizione di vita e il modo normale di esistenza del capitale nella sua fase finale”. (Rosa Luxemburg)

Siamo contro la guerra, non siamo pacifisti.

La guerra è la manifestazione più brutale e violenta del dominio di classe. E’ lo sfruttamento nella sua forma più intensiva e contemporaneamente estensiva. E’ ontologia del capitale, il più brutale processo di distruzione e creazione. La guerra è l’esito logico di ogni suprematismo, di ogni nazionalismo, di ogni sovranismo: è immanente alla forma stato stessa, alla sua inalienabile volontà di dominio sull’altro da sé per domarlo, annichilirlo, annetterlo. Affermazione di potere, non di potenza.

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