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Il dicastero Maroni

Censimento nei campi Rom, agenzia per i beni confiscati alla criminalità, accordo con la Libia per il controllo dei flussi migratori, bilancio della Capitale e riforme degli enti locali, sono stati i principali temi affrontati davanti alla Commissione Affari costituzionali.
Il ministro dell'Interno Maroni ha illustrato nel pomeriggio le linee programmatiche del suo dicastero nel corso dell’audizione in commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
Diversi gli argomenti affrontati sui temi della sicurezza e dell’immigrazione.

I campi Rom
Le Forze dell'ordine andranno nei campi per effettuare il censimento, accompagnate dal personale della Croce Rossa italiana e dai servizi sociali dei comuni, ha riferito il ministro Maroni. «Prenderemo le impronte anche dei minori, in deroga alle attuali norme, proprio per evitare fenomeni come l'accattonaggio. Non sarà certo una schedatura etnica - ha precisato - ma un censimento vero e proprio per garantire a chi ha il diritto di rimanere, di poter vivere in condizioni decenti. E mandare invece a casa chi non ha il diritto di stare in Italia». Solo a Roma, ha riferito il ministro, ci sono «almeno 50 campi dentro il Grande Raccordo Anulare».

Flusso migratorio dalla Libia
Solo con un intervento diretto dell'Italia la Libia darà attuazione all'accordo siglato a dicembre con il precedente governo per porre un freno alle partenze degli immigrati clandestini dalle coste libiche. «La Libia - ha detto Maroni - chiede che venga realizzato un sistema di controllo degli ingressi alla sua frontiera sud», controlli che possono essere effettuati con un sistema radar e satellitare che già esiste, ma è costoso e la Libia è disposta a pagarne una parte. «Il governo italiano - secondo il ministro - deve dare via libera e contribuire al finanziamento». Maroni ha poi ricordato che venerdì il premier Berlusconi incontrerà Gheddafi proprio per affrontare la questione.

Procedure per l’iscrizione anagrafica
In uno dei tre decreti legislativi del pacchetto sicurezza è prevista l'attuazione della direttiva Ue del 2004 sulle condizioni che deve possedere un cittadino comunitario per stabilirsi nel territorio di uno dei Paesi membri. «Dopo tre mesi di libera circolazione - ha detto Maroni - si potrà restare in Italia solo ad alcune condizioni: che si disponga di un reddito proveniente da attività lecite, che si venga iscritti al sistema di sicurezza sociale». I controlli sono a carico del sindaco che, prima di concedere l'iscrizione anagrafica, «deve verificare che l'abitazione di residenza dichiarata sia, sotto il profilo delle condizioni igienico-sanitarie, abitabile».

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