Fonte Ansa
CITTA' DEL VATICANO - Nuovo appello del Papa per l'accoglienza degli immigrati: nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il prossimo 18 gennaio 2009, Benedetto XVI ha esortato a farsi carico di quanti, "in particolare rifugiati e profughi", si "trovano in condizioni difficili e disagiate". Nel presentare il testo pontificio in una conferenza stampa, il cardinale Renato Raffaele Martino ha ammonito l'Occidente che il problema dell'immigrazione non si risolve chiudendo le frontiere: i lavoratori stranieri - ha detto in particolare rivolto ai governi europei - non possono essere visti come "invasori", ma come collaboratori, persone umane con tutti i "diritti", compresi quelli religiosi. E, a questo proposito, l'esponente della Santa Sede si è detto favorevole anche all'apertura di nuove moschee in Europa: "é giusto che si provveda anche alle esigenze religiose" degli immigrati, ha sottolineato rispondendo ad una domanda sui musulmani costretti a pregare spesso in luoghi non decenti. "La Chiesa - ha aggiunto il porporato - non può fare altro che auspicare che la dignità umana delle persone sia rispettata, perché o residente, o rifugiato o immigrato tutti abbiamo gli stessi diritti, perché tutti apparteniamo alla razza umana. I diritti - ha ammonito - non sono una concessione di nessuna autorità". "Sono oltre duecento milioni le persone che vivono fuori dal loro Paese di origine, spinte anche dalla miseria, dalla fame, dalla violenza, dalle guerre, dalle rivalità etniche, ma pure dal desiderio di una vita migliore", ha spiegato il porporato. Si dirigono verso i paesi ricchi e ciò, ha osservato, "spiega perché l'immigrazione sia vissuta spesso nei Paesi ospitanti come una sorta di 'invasione', con ripercussioni negative su questioni di stabilità e sicurezza". Martino, presidente del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, ha deplorato "questo clima di chiusura" che "rende ancora più triste e amara la vicenda umana di molti immigrati, spingendoli altresì a condizioni di irregolarità".
Il fenomeno migratorio - ha avvertito - è però "inarrestabile": il problema "non si risolverà chiudendo le frontiere, ma accogliendo, con giusto regolamento, equilibrato e solidale, i flussi migratori da parte degli Stati". Ancora più forti le parole di denuncia del segretario dello stesso Dicastero vaticano, mons. Agostino Marchetto, che ha parlato - sempre in conferenza stampa - di "discriminazione, xenofobia e razzismo" nei confronti dell'immigrazione, dei rifugiati e dei profughi. Marchetto si è in particolare concentrato sul problema dei profughi e dei richiedenti asilo, denunciando , ancora una volta, come si abbia "l'impressione che da anni i rifugiati vengano trattati senza considerazione delle ragioni che li forzano a fuggire". "Ciò - ha spiegato - si è tradotto anche in tentativi di impedire loro l'ingresso nei Paesi di arrivo e nell'adozione di misure destinate a renderlo più difficoltoso".
CITTA' DEL VATICANO - Nuovo appello del Papa per l'accoglienza degli immigrati: nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebrerà il prossimo 18 gennaio 2009, Benedetto XVI ha esortato a farsi carico di quanti, "in particolare rifugiati e profughi", si "trovano in condizioni difficili e disagiate". Nel presentare il testo pontificio in una conferenza stampa, il cardinale Renato Raffaele Martino ha ammonito l'Occidente che il problema dell'immigrazione non si risolve chiudendo le frontiere: i lavoratori stranieri - ha detto in particolare rivolto ai governi europei - non possono essere visti come "invasori", ma come collaboratori, persone umane con tutti i "diritti", compresi quelli religiosi. E, a questo proposito, l'esponente della Santa Sede si è detto favorevole anche all'apertura di nuove moschee in Europa: "é giusto che si provveda anche alle esigenze religiose" degli immigrati, ha sottolineato rispondendo ad una domanda sui musulmani costretti a pregare spesso in luoghi non decenti. "La Chiesa - ha aggiunto il porporato - non può fare altro che auspicare che la dignità umana delle persone sia rispettata, perché o residente, o rifugiato o immigrato tutti abbiamo gli stessi diritti, perché tutti apparteniamo alla razza umana. I diritti - ha ammonito - non sono una concessione di nessuna autorità". "Sono oltre duecento milioni le persone che vivono fuori dal loro Paese di origine, spinte anche dalla miseria, dalla fame, dalla violenza, dalle guerre, dalle rivalità etniche, ma pure dal desiderio di una vita migliore", ha spiegato il porporato. Si dirigono verso i paesi ricchi e ciò, ha osservato, "spiega perché l'immigrazione sia vissuta spesso nei Paesi ospitanti come una sorta di 'invasione', con ripercussioni negative su questioni di stabilità e sicurezza". Martino, presidente del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, ha deplorato "questo clima di chiusura" che "rende ancora più triste e amara la vicenda umana di molti immigrati, spingendoli altresì a condizioni di irregolarità".
Il fenomeno migratorio - ha avvertito - è però "inarrestabile": il problema "non si risolverà chiudendo le frontiere, ma accogliendo, con giusto regolamento, equilibrato e solidale, i flussi migratori da parte degli Stati". Ancora più forti le parole di denuncia del segretario dello stesso Dicastero vaticano, mons. Agostino Marchetto, che ha parlato - sempre in conferenza stampa - di "discriminazione, xenofobia e razzismo" nei confronti dell'immigrazione, dei rifugiati e dei profughi. Marchetto si è in particolare concentrato sul problema dei profughi e dei richiedenti asilo, denunciando , ancora una volta, come si abbia "l'impressione che da anni i rifugiati vengano trattati senza considerazione delle ragioni che li forzano a fuggire". "Ciò - ha spiegato - si è tradotto anche in tentativi di impedire loro l'ingresso nei Paesi di arrivo e nell'adozione di misure destinate a renderlo più difficoltoso".
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