MSF è seriamente allarmata per l'intenzione di porre delle barriere all'assistenza sanitaria per gli immigrati irregolari, mettendo in pericolo il principio universale di accesso alle cure mediche.
Roma – Medici Senza Frontiere è seriamente allarmata per l'intenzione di porre delle barriere all'assistenza sanitaria per gli immigrati irregolari, mettendo in pericolo il principio universale di accesso alle cure mediche. La salute è riconosciuta come diritto fondamentale dalla Costituzione italiana e la legge Turco-Napolitano (1998) e la Bossi-Fini (2002) confermano tale diritto anche per tutti i cittadini stranieri, con o senza permesso di soggiorno.
In questi giorni è in via di discussione alla Commissione congiunta Affari Costituzionali e Giustizia in Senato, un emendamento al Disegno di Legge 733 sull'immigrazione che punta ad eliminare per i medici il principio di 'non segnalazione all’autorità'. In sostanza si intende sopprimere il punto fondamentale del decreto 286/1998 che dice: "l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano" (comma 5, articolo 35).
"MSF chiede che venga mantenuto - dichiara Loris de Filippi, responsabile delle operazioni di MSF in Italia - il principio di 'non segnalazione all’autorità' degli stranieri privi di permesso di soggiorno che chiedono assistenza sanitaria, per evitare di porre barriere all'accesso alle cure mediche e di condannare queste persone ad una pericolosa marginalizzazione sanitaria".
Inoltre preoccupa l'intenzione, contenuta nell'emendamento, di legare la segnalazione all’autorità competente anche all'impossibilità dello straniero irregolare di partecipare alle spese per la prestazione sanitaria ricevuta, ledendo, anche in questo caso, il principio costituzionale per cui la Repubblica “garantisce cure gratuite agli indigenti”. Il timore è che venga esacerbato il processo di esclusione sociale ai danni di queste persone, con il rischio che diventino così ancora più vulnerabili.
Dal 2003 ad oggi Medici Senza Frontiere ha attivato e gestito sull’intero territorio nazionale 35 ambulatori STP per stranieri privi di permesso di soggiorno visitando 18.000 pazienti, grazie a protocolli d'intesa con l'ASL locale di riferimento, per favorire l'applicazione delle normativa italiana che riconosce il diritto alla salute come un diritto umano fondamentale.
"Come organizzazione medica, MSF è seriamente preoccupata – aggiunge Loris de Filippi – perché si sta cominciando a mettere in discussione uno dei diritti fondamentali dell'uomo, quello alla salute. La proposta di questi giorni si aggiunge ad altre avanzate nell'ultimo periodo in tema di immigrazione, come quella di introdurre il reato di immigrazione clandestina o quello di estendere a 18 mesi il tempo massimo di permanenza all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)".
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